«Vacca che salta», (ca 20.000-15.000 a.C.), pittura parietale, grotta di Lascaux, Francia
particolare di un uro, (ca 20.000-15.000 a.C.), pittura parietale, grotta di Lascaux, Francia
La grotta di Lascaux è situata nella regione della Dordogna, nella Francia centro-occidentale, regione peraltro ricca di siti preistorici. Scoperta nel 1940, la grotta di Lascaux apparve subito come uno dei maggiori ritrovamenti artistici dell’età paleolitica. Sulle pareti, ma in particolare sul soffitto, sono rappresentati centinaia di animali, dai buoi ai cavalli, dai bisonti agli stambecchi, ecc. La tecnica di esecuzione è quella della pittura parietale preistorica: questa tecnica consisteva nello stendere i colori direttamente sulle pareti delle grotte. Non vi era preparazione ad intonaco della parete (per cui è assolutamente inesatto definire queste pitture degli "affreschi"), e quindi i colori erano stesi direttamente sulla roccia. Se quest’ultima era di origine calcarea, riusciva a far penetrare in profondità il pigmento colorato, soprattutto se la grotta presentava un clima interno umido. Altrimenti la pellicola colorata aveva scarsa aderenza alla superficie rocciosa e finiva per sparire definitivamente nel giro di qualche decennio.
Se si considera che queste pitture giunte fino a noi hanno un’età compresa tra i 15.000 e i 20.000 anni, si può ben valutare l’eccezionalità di questi ritrovamenti. Ma se queste pitture sono sopravvissute lo si deve anche ad altre circostanze. Molto probabilmente queste grotte, per effetto di movimenti tellurici o simili, sono rimaste occluse per millenni. Ciò ha determinato una specie di conservazione "sotto vuoto" delle caverne, nelle quali l’assenza delle variazioni climatiche e atmosferiche ha prevenuto il deterioramento delle pitture. Il problema si è invece ripresentato oggi con maggior problematicità: l’accesso e la visita a queste grotte rischia infatti di produrre tutti quei danni che finora sono mancati. Così che si è reso necessario impedire l’ingresso alle grotte, se non a pochi studiosi (non più di una decina a settimana), mantenendo altresì una specie di clima costante con condizionatori d’aria all’interno della grotta. A Lascaux si è anche realizzato un doppione della grotta ad uso dei turisti. Circa venti anni fa è iniziata la costruzione di una grotta in cemento del tutto identica all’originale, in cui diversi pittori hanno fedelmente riprodotto le pitture, così che i numerosi turisti attratti dal luogo possono visitare almeno la finta grotta.
Tornando al problema artistico di queste pitture parietali, si osservi la grande abilità nel rendere la descrizione naturalistica degli animali raffigurati. Gli artisti che hanno realizzato queste pitture non solo conoscevano bene la realtà, ma ne avevano chiara coscienza, sì che potevano replicarne l’immagine con assoluta padronanza e sicurezza. Se queste pitture avessero fini magici o propiziatori è difficile dirlo. La mia ipotesi rimane che queste pitture, che sicuramente 15.000 anni fa erano ovunque fossero insediamenti umani, rappresentano l’esercizio della conoscenza.
fonte: www.francescomorante.it
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venerdì 9 maggio 2014
le grotte di Lascaux
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