sabato 26 dicembre 2020

Natale vietato in Italia!



di Gianni Lannes

Nei giorni festivi e prefestivi del periodo di Natale, in tutta Italia, si applicano le misure previste per le zone rosse. Coprifuoco confermato alle 22, neanche il Belpaese fosse in guerra, grazie alla solita norma fuorilegge, basata addirittura sul solito errore macroscopico già nel titolo: “Ulteriori disposizioni urgenti per fronteggiare i rischi sanitari connessi alla diffusione del virus COVID-19”. Insomma, in Gazzetta Ufficiale il capo uscente dello Stato ancora una volta confonde l'agente virale (Sars CoV-2) con la malattia (Covid-19). Infatti, a rigor di logica e di scienza, il virus Covid-19 non esiste. Tornano gli assurdi divieti del regime italopiteco, eppure la massa non si ribella e tanti italidioti applaudono pure al confinamento domestico. Non si era mai visto uno zoppiccante (ossia immotivato) decreto legge che si appoggia  ad un dpcm, ovvero ad un provvedimento amministrativo, ossia ad una norma di rango giuridico minore per sospendere i diritti costituzionali della popolazione. Non a caso, la finta opposizione parlamentare non insorge.

«Le ulteriori restrizioni saranno finalizzate a limitare o eliminare gli assembramenti familiari» ha sentenziato il ministro Boccia. Gli ha fatto eco l'ennesimo decreto legge (18 dicembre 2020) fuorilegge, ossia incostituzionale ed anticostituzionale emanato dall'inquilino pro tempore del Quirinale, tale Sergio Mattarella, su proposta del Consiglio dei Ministri grulpiddini, capeggiati (si fa per dire!) dal Conte smascherato.



In arrivo un lockdown (prigionia forzata) a singhiozzo tra giorni "arancioni" e "rossi", con quest'ultimo colore previsto per i festivi e prefestivi. Sì alla possibilità di effettuare visite di due non conviventi ma escludendo dal conteggio gli under 14 e di spostamento nei giorni arancioni tra piccoli comuni sotto i 5000 abitanti. Confermato in extremis il coprifuoco alle 22, mentre nella penultima bozza -quella stilata nel vertice Conte e i capi delegazione- era stato anticipato alle 20.

Nei giorni festivi e prefestivi del periodo di Natale, in tutta Italia, si applicano le misure previste per le zone rosse: ad esempio, stop agli spostamenti anche nel proprio comune e negozi e ristoranti chiusi tutto il giorno. I giorni saranno i seguenti: dal 24 al 27 dicembre, dal 31 dicembre al 3 gennaio e 5 e 6 gennaio. Nei giorni 28, 29 e 30 dicembre e 4 gennaio si applicheranno le misure previste per la zona arancione, quindi non si potrà lasciare il proprio comune.

Nel delirio dei pieni poteri il governicchio del Conte bis tritura la nostra Carta Costituzionale col plauso silente di Mattarella. Così oltre ad aver calpestato e limitato tutte le libertà e i diritti fondamentali, con l'ultimo decreto legge si cancella, pur non citandoli neppure in premessa, anche l'articolo 14 e 17 della Costituzione ovvero l'inviolabilità del domicilio (articolo 14) e il diritto dei cittadini di riunirsi pacificamente e senza armi (articolo 17)". In effetti, le uniche riunioni che la nostra Costituzione prevede di poter limitare sono esclusivamente "quelle in luogo pubblico per motivi di sicurezza o incolumità pubblica e quindi non riferibili al primo comma: il pranzo di Natale è una riunione pacifica, che si svolge in un luogo privato e in un domicilio inviolabile e non vincolabile".

L'esecutivo tricolore che passerà alla storia per aver annichilito la festa di Natale, ha sospeso di fatto i diritti fondamentali della Carta costituzionale.

Non solo di violazioni gravissime si tratta, ma anche di scelte che cozzano contro il buon senso e che lasciano interdetti i cittadini per l'arzigogolo delle stesse norme imposte. Se uno cerca di comprendere quello che può fare nei giorni rossi o in quelli arancioni non lo capisce nemmeno consultando un esperto di diritto costituzionale. La prima domanda che nasce spontanea è legata proprio alla difficile comprensione delle regole, cosa che comporta ulteriori problemi, anche nella gestione da parte delle forze dell'ordine. Se la norma non può essere compresa mi chiedo come possa essere applicata, come possano le forze dell'ordine controllare o sanzionare i divieti che i cittadini non sono in grado di comprendere poiché astrusi.

«Il metodo a colori ha funzionato? Giuseppe Conte in conferenza ha rivendicato quel sistema, il virologo Pregliasco riconosce però il fallimento delle misure. Per il presidente del Consiglio, le misure adottate dal governo mediante "il metodo a zone, hanno funzionato, riportando sotto controllo la curva di contagio. Questo metodo ha evitato un lockdown generalizzato che avrebbe danneggiato il tessuto economico e sociale del Paese". Già durante la conferenza stampa in molti hanno sollevato dubbi sulle sue parole. "Se il sistema a zone ha funzionato, perché torniamo tutti in zona rossa?", si sono chiesti in tanti sui social, cercando una risposta che non arriverà mai. A smentire Giuseppe Conte ci ha pensato Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università degli Studi di Milano. Per ora l'Italia è prigioniera di politicanti telecomandati dall'estero. A quando il tana libera tutti?


Riferimenti:

https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/12/18/20G00196/s

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=coronavirus

fonte: SU LA TESTA GIANNI LANNES

 

sabato 7 novembre 2020

Covid: nulla succede, tutto viene fatto succedere - il tradimento dei chierici (e dei chierichetti) - tra viltà e ottusità: "comunisti" di regime e spie Covid


 https://www.youtube.com/watch?v=oPchfnjrWNE&feature=youtu.be   Annarita Gismondo, epidemiologa, effetti collaterali, positivi, contagiati, asintomatici…

 https://www.youtube.com/watch?v=I4fXet3-EvU&feature=youtu.be  Davos passaporto digitale

 Una premessa. Fortunato Macron, che alla rivolta di mezza popolazione contro il suo regime Rothschild ha trovato il rimedio Coronavirus, con conseguente arresti domiciliari di massa. Fortunatissimo Macron, che all’insofferenza crescente del suo popolo, ha visto rispondere la classica arma di distrazione di massa assegnata alle riserve del Potere: il terrorismo islamico. Mancavano a Macron le truppe nelle chiese e nelle scuole. Ora ce l’ha. Ora il suo ministro della Salute può tranquillamente prevedere l’immancabile Terza Ondata del virus. Che chiappe!

 Il fattaccio francese ha peraltro consentito al nostro Mentana della Rete propaganda La7 di far sforare il suo tg dai 35 minuti su 30 dedicato al Covid, aggiungendo qualche secondo su quest’altra calamità.

 

 Parigi oggi

 Datemi un comunista e rivolterò…il Covid

Pur puntando occhi e orecchie, non riesco a vedere in giro un solo sedicente comunista (e sindacalista) che, rispetto a quello che si chiamava scontro di classe, non si ponga come utile idiota, o addirittura amico del giaguaro. Quelli che hanno capito proprio niente di una realtà che vede masse di miliardi manipolate, ingannate, mutilate e a milionate uccise da una ridottissima élite con corredo di cortigiani. E poi quegli altri che, avendo capito qualcosina, non decisiva, del brutto inflittoci, tuttavia si accomodano borbottando. Al margine estremo, per responsabilità tradite, stanno coloro cui la realtà non riesce a estirpare la pantomima della “classe operaia avanguardia della rivoluzione”. Sono affiancati dai sindacati e perfino dall’USB, sindacato di base che, non contento di tre mesi di micidiali arresti domiciliari, adesso perora il diritto dei lavoratori a “lockdown veri”! L’USB è l’emanazione di quella Rete dei Comunisti (sic) che a suo tempo mise a disposizione del suo finanziatore comunale, Veltroni, una “Lista per Veltroni Sindaco”.

 Tra quelli che non hanno capito e quelli che non hanno voluto capire, ci stanno proprio tutti, Classificateli voi, tra sopravvissuti al bertinottismo, microgruppetti dai nomi cangianti, centri sociali mummificati fino al PAP, la decina di “autentici” partiti comunisti italiani. E’ tutta gente a cui Togliatti, sepolto Gramsci come Stalin fece con Bucharin e compagnia, e Berlinguer hanno insegnato un’attesa talmente paziente, da far incollerire d’invidia il sottotenente Giovanni Drogo del profetico “Deserto dei Tartari” di Buzzati.

 Però una cosa bisogna riconoscergli. Erano contro la proprietà privata e continuano a esserlo. Fino all’estremo limite: abolizione della proprietà privata del proprio corpo. Misura rivoluzionaria, coerentemente comunista per aver già ceduta quella del cervello. Retaggio feudalcapitalista da nazionalizzare. Ne disponga la mano pubblica. Ne ha il diritto e gli strumenti. Tecnoscientifici.

 


 La sinistra è la destra e, da destra, con il Covid, assegna colpe e punizioni.

Tutti questi, complici, creduloni e facilitatori del Nuovo Ordine sono di destra. Anzi, visti nella radicalizzazione dello scontro, di estrema destra. Sostengono, o tollerano, il più micidiale progetto, mai concepito e messo in atto, di oppressione e sfruttamento, di disumanizzazione, dell’essere umano, mai concepito: il sociocidio. Paragonabile, sul piano concettuale, solo alla distruzione del mondo classico ad opera dei cristiani, apostoli, evangelisti, patristi. Pensate allo scaltro Sant’Agostino che, fatta propria la retorica e pezzi di filosofia greco-romani, imbambolò migliaia di generazioni con la decerebrante zavorra del “peccato” e della “colpa”, da cui non le “opere”, ma solo la “grazia” ci può liberare. Fandonie che, ci vollero oltre mille anni per essere bloccate dal ritorno dei classici, dall’illuminismo e da Marx. E poi pensate alla restaurazione, operata dai guru del Covid, del “peccato” del vivere da vivi, e della “grazia”, che ci arriverà solo col vaccino e col digitale.


Destra sinistra si scambiano di posto

Mi strappo i capelli a dover riconoscere che spifferi di sinistra, cioè di rifiuto della vulgata di regime e di Cupola, arrivano solo, pur nel suo famelico neoliberismo, ossessivo bigottismo e grottesco nostalgismo, da un’opposizione in cui si sono rifugiati, tra chi briga per lo scambio di poltrone, anche alcune menti libere e consapevoli. Provate a vedere “La Verità”. Vi troverete messaggini al Covid, ai televirologi e a Conte, che non osano  da nessuna parte, dai tradizionali media di massa coglionata, all’anomalia del “manifesto”, mattinale dei Deep States virusisti.

Ecco dunque, con innegabile evidenza, la nuova divisione “di classe” che, pur mutatis mutandis, dalla produzione umana alla digitalizzazione e alla robotizzazione, assolutamente nulla toglie a Marx. E’ solo cambiata la composizione degli schieramenti. Prima, operai e, non sempre, contadini, di fronte a piccola e grande borghesia, feudatari, aristocrazia redditiera e perfino sottoproletariato. Oggi, tutti costoro a comporre il 99,9 % di ciò che formicola sul globo. Il resto fa da punta estrema. La classica piramide. Qualcuno ha semplificato: dominati e dominanti. Senza aver attraversato le nebbie storiche che ancora avviluppano quelli con la fissa della classe operaia, la nuova “composizione di classe” gli resterà occlusa dalle sbarre del dogma e, dunque, di affrontarla manco a parlarne.

 La classe della paura

Col Covid, anzi, con l’idea del Covid, scatenataci addosso dall’élite extra-umana, si sono enucleate alcune nuove categorie, differenziate meno per status sociale, quanto per atteggiamento dello spirito, ma tutte intorcinate dalla paura del nuovo “inferno”: i pecoroni, che ci credono perché non gli va neanche di pensare; quelli che capiscono, o perlomeno dubitano, ma si conformano; e quelli che mordicchiano la buccia difettosa della mela (sempre quella!),  ma soccombendo poi, come Adamo, al nocciolo tossico della mela.

 Nei primi prevale la plebe passiva, nei secondi quelli che hanno fatto il liceo, nei terzi i patrizi, che si pensano la crème de la crème del pensiero profondo e raffinato. E non sono altro che i “chierichetti”, servitori della Messa celebrata dai chierici traditori al servizio dell’ennesimo dio falso e bugiardo. Tutti chiacchiere e distintivo di sinistra, terrorizzati, sia dal virus che dalla perdita del proprio ruolo a favore dei digitali, sono destra ed estrema destra. Marx gli scaglierebbe “Das Kapital” in testa.

 La nuova società: tutti contro tutti e a spione, spione e mezzo

 

Globalizzare, capillarizzare il divide et impera. Ci hanno contrapposto tra nazioni, religioni, autoctoni e alloctoni, donne e uomini, gruppi d’età. Con il peccato del corpo di troppo hanno raggiunto la perfezione. Una società di delatori che spiano e denunciano i corpi: quelli di troppo nelle case, quelli di troppo ai tavoli, quelli troppo vicini, quelli che si toccano, quelli che non si coprono la faccia, quelli che si mantengono le mani sane evitando l’Amuchina, i troppi in piazza, in strada. L’arma suprema: tutti che spiano tutti, fino a che i corpi non spariscano tutti nella matrix, dentro lo schermo.

 Di questa nuova configurazione che, oltrechè sociale, possiamo definire morale e psicologica, ho avuto esperienza personale. Vi attingo per dare corpo al mio chiacchiericcio e fornirne prova. Prima, un episodio in cui si manifestano coloro che si trovano al freddo quando stanno fuori dal gregge e dei quali il verbo che cala dall’alto sollecita il benessere assicurato dall’adesione al dogma Sono vittime su cui non va infierito, anche perché già vi infieriscono, oltre ai pastori del gregge, gli altri due spicchi di società dediti alla postura del ciclista: pestare verso il basso e abbassare la schiena verso l’alto. Sono i critici dei distinguo sui modi e non sulla sostanza; quelli che hanno capito tutto, ma lo fanno passare per benefico progresso, “seppure a certe condizioni”.

 


Guai ai demascherinizzati: si possono riconoscere!

Mi trovo davanti a un ufficio che gestisce documenti pubblici. Siamo una decina nel cortile antistante. Ben distanziati e con mascherine. Tranne me, non ci avevano ancora precipitato nell’abominio del bavaglio all’aperto. Lontano cinque metri, un omaccione imbavagliato mi apostrofa: ”Metta la mascherina!” Spiego che c’è licenza, all’aperto. Lui incalza e innesca un mormorio generale che diventa clamore e ingiuria. Una signora chiama i carabinieri a punire la mia fellonia. Quelli le spiegano che non c’è fellonia e che si calmi. L’energumeno, forte del consenso di popolo, si esalta e mi viene addosso mulinando le braccia. Ricordandosi di botto del pericolo mortale che io rappresento, si blocca al mitico e salvifico metro di distanziamento OMSiano. Qualcuno mi chiama dalla porta: “Tocca a lei”. Salvo.


 Da 15 anni frequento lo stesso bar. Quello all’angolo col semaforo. Due cappuccini e un cornetto per 5.475 volte. Tolti i giorni di vacanza e trascurati gli aperitivi la domenica. Un bel contributo, direi, alla salvaguardia dell’impresa dalle crisi e dai virusiani. La clientela è quella di un vecchio borgo deculturizzato per perdita di identità sociale. Il tema ghiotto è il pettegolezzo. Facile che diventi spiata. Il Covid, è un’occasione ottima, legittimata e incoraggiata da un regime che ne trae sopravvivenza (come tutti i regimi). Frequento pochissimo la mascherina, ragioni politiche, ma anche perché m’è esploso un herpes sulle labbra. In più sono l’estraneo arrivato dalla grande città. In più faccio il giornalista, di quelli fastidiosi, so un po’ di cose e parlo le lingue. In più ho un bassotto che ogni tanto abbaia e va cercando briciole tra i tavoli.

 Bannato!

Insomma io e mia moglie siamo eterodossi. E non portare la pezza sulla faccia al tavolino e, a volte, pronunciare cose irriverenti verso il sistema del bene comune, mette cervelli e coscienze in difficoltà e di pretesti ne trovano a sguazzarci. E, grazie a tante vocine insofferenti e frustrate, inviperite, bastian e bassotto contrari, hanno colto l’occasione e, intorno al banco del bar, si sono moltiplicate sussurri e grida contro il blasfemo, l’iconoclasta, l’untore. La titolare, poverina, in angustie da chiusure, tanto dannanti quanto demenziali, sa bene da che lato il suo pane è imburrato. Così ha fatto la sua scelta, tra masse indigene e singolo intruso. E per dimostrarla ha allestito una pantomima da volume dieci su mia presunta connivenza col virus. Una miseria. Ma emblematica.

Ci si può, pietosamente, passare sopra. Non però sopra le miserevoli scorribande di fuggitivi dall’onestà, dalla verità e dalla lotta che si ritrovano tra certi intellettuali ellittici che spiraleggiano tra opposizioni di cartone e complicità di fondo con il crimine in corso. E di cui alcuni si pavoneggiano (nel caso che cito è il termine giusto) nella newsletter “Sinistra in rete” Un sito che, dato il nome e le tante teste d’uovo, a volte sodo, a volte à la coque, che vi sono ospitate, si può ben definire “pensatoio comunista di buon livello”. Ho avuto il privilegio di scrivervi spesso, al tempo in cui, nel mio mondo, ero considerato soprattutto un esperto di geopolitica e un inviato di guerra. Quando ho incominciato ad occuparmi della guerra che viene ora condotta dai governi contro i propri popoli, gli apprezzamenti del titolare del sito sono venuti a mancare. E a mancare sono venuti anche i miei articoli su protagonisti, ragioni e obiettivi dei mandanti e mandati dell’operazione Coronavirus. Visto come i “comunisti” italiani di oggi galleggiano soddisfatti in quel che si chiama il mainstream, il grande flusso dell’opinione su tale operazione, ho capito perfettamente il perché del bando alla Facebook da “sinistra” inflittomi.

 

Su “Sinistra in rete”, dalla fede nel sol dell’avvenir a quella in un Coronavirus oggi, domani, sempre.

Anni fa, c’era anche Giulietto Chiesa, avevamo creato un gruppo di pocofacenti, ma alacremente analizzanti e denuncianti l’impero, le sue ricadute economiche, sociali, militari e i suoi clientes. Molte opinioni ci siamo scambiati su Libia e Siria. Qualche minipresidio abbiamo realizzatoi qua e là. Sicuramente meglio di niente, quando i “comunisti” si limitavano a dare colpetti alla botte mentre facevano di tutto per rafforzare il cerchio. Qualcosa di buono abbiamo scritto. L’ego non minimalista di Giulietto ci ha messo un po’ nell’angolo, ma non è stata questa la ragione della disfatta. Più di quello potè il virus. Di colpo, antagonisti feroci dell’establishment occidentale, rimanemmo in meno delle dita di una mano. Chi si eclissò del tutto. Chi si arrampicò sugli specchi per parlare d’altro, i trascorsi fascisti in Jugoslavia, si o no ai buchi neri nell’universo, le lezioni di comunismo di Kim Jong Un. E chi, senza molto mostrarsi in pubblico, scelse di provare a fare l’ossimoro, mettendosi a metà strada tra incudine e martello, covid e anticovid, vivendoci bene, ma finendone stritolato sul piano della logica e della verità..

E’ il caso di un amico “compagno” che è riapparso in quella dignitosa rassegna di interventi “comunisti” che è “Sinistra in rete”. E qui ci viene incontro il simbolo stesso di quella che è la categoria dei chierichietti. Quell’ amico del tempo delle contrapposizioni frontali è, possessore di due nomi evangelici, uno di rito latino, l’altro di rito ortodosso. Nel pezzp Covid li fa dialogare tra di loro. Ha dunque un doppio, il famoso Doppelgänger.di Steiner, Freud, Schnitzler, Maupassant. La curiosità sta nel fatto che entrambi condividono le stesse opinioni. Quella che, sebbene il governo abbia manifestato carenze ed errori nell’affrontare il virus, le norme restrittive erano necessarie, Conte è il migliore dei taumaturghi disponibili e tutti noi, che dubitiamo, o parliamo di infame operazione di potere, siamo miserabili “negazionisti” e “terrapiattisti”. Implicito che Conte, da rimproverare solo per non aver utilizzato tutti “i poteri speciali permessi dall’emergenza”, possa infliggerci le sue giuste punizioni.

L’amico binome arriccia il naso sulla chiusura per cena e non per pranzo dei ristoranti, effettivamente una fusione del neurone degna di Cernobyl, ma subito si rimette in riga approvando la chiusura di luoghi “a rischio di contagio, come cinema, concerti e altri eventi”. Rallegra così gli esercenti che hanno speso barche di soldi per adeguare le strutture alle più cretine norme di finta sicurezza e al tempo stesso, relega tra i negazionisti terrapiattisti i complottisti che, nella chiusura di tutte le occasioni d’incontro, percepiscono la volontà di farla finita con il concorso tra esseri umani. Ma il bello sta in coda, quando il poveruomo, esaurito l’elogio all’avvocaticchio dei farmadigitali, vede dietro al Covid un grande complotto planetario, cov(id)ato dal Forum Economico Mondiale (Davos) e intitolato “Great Reset”. Quello che sta negli stessi verbali del Forum 2020. L’avere appena dato dei negazionisti a chi scopre la manfrina di Conte e i suoi per portare avanti proprio quel “Grande Risettaggio”, spiega i due nomi da Doppelgänger.

 

Il sogno digitale di Michele Mezza

 


Dal chierichetto al chierico. Su un piano meno confuso si colloca un prestigioso studioso e ex-accusatore della società modello Algoritmo e relativo mondo disumanizzato, Michele Mezza. Il mio ex-collega in RAI, pubblica ora sul “manifesto” (e dove sennò?), direttamente a nome della Cupola del totalitarismo farma-digital-poliziesco, un peana al futuro mondo in cui tutti saremmo burattini appesi ai fili, o piuttosto alle antenne, della vita al digitale. Per arrivare a questo Eden in Terra, che ci vedrà scampati al virus grazie alla morte cerebrale di tutti noi, non ci vuole la Grazia agostiniana, ma più semplicemente “l’indispensabile applicazione “Immuni” per il tracciamento” di 6,3 miliardi di esseri umani.

 L’uomo, che sta impudicamente all’orecchio dei miliardari di Davos, completa la configurazione ultra-orwelliana della società, esigendo che l’app sia “collegata alla tessera sanitaria, sia parte integrante della documentazione di ogni cittadino e deve agganciarsi al GPS in modo da monitorare i nostri movimenti. Nessun pretestuoso e strumentale richiamo a una privacy, già ridotta a un guscio vuoto… al Ministero della Salute ci sarà un supercomputer che diventerà il fulcro e la cabina di regia di questo nuovo welfare del calcolo… che sconfiggerà la pandemia. Ma non erano stati i vampironi di Davos a sollecitare il “passaporto sanitario senza il quale non potrai neanche salire su un autobus o, figurati, varcare un confine comunale?


La democrazia - e il virus - o sono digitali, o non ci sono.

Tutto questo sarebbe opportuno e di sinistra perché sottrae i controlli sui dati al privato e li accentra nella mano pubblica. Non è formidabile? “E’ la sola via – conclude il Mezza – per una democrazia reale, attuale, moderna”. Quella, per l’appunto, vaticinata dal Forum Economico Mondiale a Davos, nel gennaio scorso, nell’Agenda ID2020 e relativo vaccino con identità digitale sottocutanea a tutti e a ognuno, a partire dal 2021. Anno di svolta come fu quello 0 dal quale contiamo. Chi vi ci accompagna? Ma li conosciamo! Ci accompagnano benevoli virologi, giorno e notte, da tutti gli schermi. Soprattutto per non farci dormire per il panico. Sarebbero medici impegnati in camice sulle infinite vittime del virus. Ma li preferiamo VIPin televisione. E Mezza doverosamente li onora così: “quegli scienziati, come Andrea Crisanti e Massimo Galli, che chiedono piena autonomia e sovranità nell’uso dei dati per contrastare la marcia del contagio” (e l’ultimo brandello di libertà). Ma non aveva, Mezza, scritto un attimo prima che i dati dovessero passare dai privati allo Stato? E allora Crisanti, Galli? Non fanno eccezione, sono loro, ora, lo Stato..

Bravo Mezza, una faccia, una razza.

fonte: FULVIO GRIMALDI

 

ciao Stefano





domenica 1 novembre 2020

vaccino e 5G, salvi o dannati - tutta colpa nostra - da oggi ognuno solo e da remoto

 

Fine dei convegni. L'ultimo l'abbiamo fatto noi.



Due milleni di storia, due grandi inganni

C’è qualche mio amico interlocutore che se la prende con me, molto affettuosamente s’intende, perché a volte accosto all’attuale dogma del pensiero unico e ai suoi effetti e scopi al dogma e al pensiero unico monoteista e, in particolare, a quelli cristiano e, nello specifico, al più disumano, tirannico e sanguinario di tutti, il cattolicesimo. Dicono, q       uesti benintenzionati amici, avvolti nelle nubi del sogno: “Un conto è la Chiesa, un altro è il messaggio di Cristo”. Come dire che, essendo Mazzini massone, la massoneria, che imbroglia la società e l’uguaglianza con i suoi processi occulti, è una bella cosa, trasparente e onesta. O, anche, “la Cupola, Liggio, Riina, Provenzano, non sono mica la mafia dell’800 che difendeva la gente da Bixio e dallo Stato vessatore”. O ancora, “Guardate i Fratelli Musulmani, sono quelli che ai bisognosi forniscono la zakat, la carità. Mentre i tagliagole jihadisti che, al servizio del colonialismo, sono solo la loro espressione degenerata, ne tradiscono lo spirito…” Già, come la Caritas che succhia allo Stato milioni per sostenere la tratta degli schiavi del Sud del mondo, o la cui nave ad Ancona, nel 1999, si fece scoprire zeppa di armi per la guerra alla Serbia.

 Se poi si annovera nella schiera dei buoni un Padre Alex Zanotelli, con la sua furibonda campagna d’odio contro chi ostacola i progetti neo-colonialisti, a partire dal trasferimento di genti dalle loro case, terre, comunità, storia, negli sconfinati campi dello sfruttamento capitalista europeo, il discorso si chiude per forza. Guardateli, questi apripista “spirituali”, Zanotelli e il Bergoglio, per un Nuovo Ordine Mondiale nel nome dei poveri e dell’antirazzismo. Si fanno largo a forza del messaggio di pace e amore attribuito, secondo mitografi della fine del I secolo, a un personaggio palestinese che nessuno dei meticolosi storici romani ha mai citato (tranne Flavio Giuseppe che accenna a un Joshua che turberebbe le cose a Gerusalemme, come facevano mille “santoni” di nome Joshua da quelle parti). Non sono la duplicazione morale di coloro che incarcerano corpi e menti al fine del bene supremo, l’eliminazione di cose primitive come la verità, la libertà, il corpo, il progresso e il vaccino?

 Sempre di colpa, salvezza o dannazione si tratta

Allora, a condizione di rinunciare a qualche pensiero difforme e piegarsi alla promessa del paradiso e alla minaccia dell’inferno, si otteneva, forse, l’assistenza in Terra del Signore, della Madonna e dei Santi e, di certo, il tripudio eterno tra gli angeli. Oggi è logico che quella metodica, che tanto successo ha conseguito, torni ad esserci inflitta con l’alternativa tra la salvezza garantita dal dogma digitale e vaccinale, e la perdizione nella malattia, eventualmente mortale. La differenza tra gli apostoli di allora e i portatori del Verbo di oggi è meramente quantitativa. I primi, dato che eravamo ancora in pochi al mondo, ne volevano tanti. I secondi, visto che siamo moltissimi, ne vorrebbero, depopolando, pochissimi. Poi c’è qualche cambiamento d’immagine. Tra le altre, gli esecutori di negazionisti, nel primo caso indossavano tuniche nere, quelli di oggi, camici bianchi.

 Alla piattaforma ideologico-immorale-ricattatoria comune sta un altro principio, quello della colpa. Per entrambe le due chiese tutti colpevoli, a prescindere. Per la prima, non c’è neanche bisogno di discussione sulle proprie azioni e sui propri pensieri. La colpa ti pone alla mercè della punizione appena nasci, anzi, visto che per costoro sei creatura fin da quando ovulo e spermatozoo si vedono da lontano, sei marchiato di colpa addirittura dagli evi precedenti all’invenzione del dio unico e trino E ce ne vogliono, di lavacri e indulgenze, ben pagate, prima che te ne liberi. Secondo i secondi, per essere infetti di colpa grave, basta togliersi un attimo la pezza sulla faccia, seppure per non autoinfettarsi o soffocarsi da soli, o, molto peggio, mettere in lieve dubbio che quella pezza evita che ci si ammali e muoia, o, ancora, porre una domanda impertinente circa quanto ci guadagnano e ci rimettono, rispettivamente, i creditori e i debitori del fenomeno virus. 

I nuovi inni sacri, chi li scrive, chi li dirige, chi li esegue, chi li sente.


 
Sul piano formale, i pontefices maximi dei vecchi tempi, dai costumi e dai metodi un po’ antiquati, si sono adeguati e, sebbene ospitati nei palchi d’onore, sono ridotti a fare da claque ai nuovi signori laici dei canti sacri da suonare al popolo. Trattasi di direttori d’orchestra che interpretano, con la bacchetta, uno spartito dettato da formidabili compositori a disciplinati esecutori, mentre il pubblico, immobile, ma pagante, religiosamente compreso, ascolta in un silenzio, a volte addirittura… tombale.

 Ma sciogliamo la metafora. Compositori uguale padrini del Nuovo Ordine Mondiale, un pugno di dinastie di creature deformi, aberranti rispetto alla loro specie, che da secoli scrivono la musica e, usando trucchi vari, obbligano a suonarla e a ballarla. Per direttori d’orchestra abbiamo, dall’OMS in giù, membri dei Deep States, Stati Profondi, tecnocrati, mediocrati (nei due sensi), parascienziati e medici di bassa leva. I musicanti, dalle stonature che i mediocrati ci spiegano come note sublimi, li vediamo, rattrappiti, ma zufolanti, incastrati nelle poltrone delle istituzioni. La bacchetta agitata dal podio, poi, ci dà i tempi del flusso delle note: lento, moderato, presto, forte, fortissimo…. per farci muovere di conseguenza. Il pubblico? Sono io, sei tu, è lui, siamo noi, siete voi. Tutti fuorchè loro, stupefacentemente appena quattro gatti. Ma con gli artigli. E quattro rettili. Ma col veleno.

La nuova Katjusha; i DPCM

Quali granate ci arrivano da questo cannoneggiamento parossistico di DPCM, tanto idioti quanto esplosivi? Una è la demolizione definitiva di un’economia autoctona, di prossimità e di ricchezza sociale e culturale, già esemplificata dai territori terremotati abbandonati all’estinzione, cioè, come hanno detto concordi vescovi e governanti, “non vecchia ricostruzione, ma rigenerazione”. “Rigenerazione”, parola tossica, nel senso di cambiamento di paradigma sociale, destinazione d’uso: da popolo a élite, tipo Costa Smeralda e Briatore e resort di lusso. Degli arti sparsi delle nostre imprese e dei nostri territori si nutriranno gli antropofagi della coalizione mafie-multinazionali.


Separati fino alla divisione dell’atomo

L’altra, che mi ha fatto constatare che ce l’avevamo fatta per un pelo, è il divieto di convegni, congressi e ogni tipo di assemblea, cinema e teatro, palestra, nuoto, sport dilettantistici. Avevamo da poche ore concluso, con grande apprezzamento e partecipazione di pubblico, un convegno su elettromagnetismo e la nuova connessione di quinta generazione, 5G, con la partecipazione di alcuni dei migliori esperti italiani della materia, accademici, giuristi, rappresentanti di associazioni, politici, medici che io ho avuto l’onore di moderare. C’erano Massimo Fioranelli, Annalisa Buccieri, Luca Saltalamacchia, Massimiliano Paolini, Raffaele Barberio e la parlamentare Sara Cunial (constatatene la valenza su Google). Hanno contribuito a informare un pubblico non sonnacchioso, per quanto accuratamente tenuto all’oscuro dalla diffusione e dalle caratteristiche, perlopiù perniciose fino alla letalità per l’ulteriore carico di elettromagnetismo, di questa nuova tecnologia.

Alcuni degli interventi al nostro convegno 5G: https://www.facebook.com/1685532800/videos/10215044528901730/ registrazione video di

 Parleremo con schermi e algoritmi

Ora si scopre che il 5G non differisce un granchè dall’altrettanto, o, secondo Barberio, più pericoloso, 4G, a dispetto delle centinaia di miliardi di dollari già investiti e dei milioni di antenne che, una volta superati ostacoli come gli alberi, abbattuti in massa, affolleranno terre e spazio. Si è scoperto che il 5G non accelera un bel niente: ridurre il download di un film di qualche minuto non compensa i miliardi di costi annuali delle infrastrutture. Ciò che fa profitti, invece, oltre ai nuovi ammennicoli digitali da vendere, è la maggiore larghezza della banda, grazie alla quale si trasferiscono più dati per il famigerato “internet delle cose”, quel bel mondo in cui, digitalmente, i vostri elettrodomestici e apparati parlano tra loro e, secondo quanto l’algoritmo detta, voi con questi e il resto del mondo. Senza calcolare che il 5G è propedeutico al 6G, già in funzione in Cina, con il quale l’interfaccia della macchina è il tuo cervello e il cammino verso la transumanità uomo-macchina sarebbe compiuto. E il controllo totale su ciò che rimane di te, anche. Senza contare che entrambi questi G sono preziosissimi per i militari. La gestione del campo di battaglia, in tutta la sua molteplicità, diventa un gioco meglio di Fortnite.

 Covid e 5G, fratelli farmadigitali

 


Una volta di più s’è capito come operino in perfetta sinergia le teste di serpente dell’Idra: Coronavirus (Farmaceutici) e 5G (digitali). Big Pharma e High Tech. Cosa che ho cercato di illustrare al termine del nostro convegno. I primi, col covid ti isolano. I secondi ti consentono di comunicare senza metterci il corpo, con i suoi sensi fondamentali, e senza unirlo a quello degli altri, in modo da formare massa. Massa che sia un minimo in grado di organizzarsi in alternativa alle convenienze dell’élite.

 E, per esempio, imporre quanto migliaia di medici, dal valore scientifico ben maggiore dei nostri quaquaraquà resi feroci dall’incompetenza, sanno e dicono su come questo virus venga gonfiato a forza di tamponi, fino al 90% fasulli e a forza di menzogne circa la contagiosità degli asintomatici e del covid nei morti DA COVID-19 (di cui non ci si deve accertare con le autopsie (Speranza dixit). O far spiegare al popolo, obnubilato da frodi e paure, che chiudere cinema, teatri, piazze e strade, eventualmente affollate, ha il solo intento di farci tutti diventare zotici deculturizzati, che si abituano all’esclusività decerebrante di Sky o Netflix o di tutte le tv (salvo Raistoria) da guardare da soli. In casa, solo in casa, sempre in casa. O, ancora, respingere l’assalto alla salute di questi lanciagranate, opponendo quanto l’ultimo medicuzzo o psicologo di base ha imparato alla prima lezione: che cioè togliere l’attività ginnica e sportiva, o bloccare in casa (come da “forte raccomandazione” del pifferaio Conte), eliminando il movimento, significa allevare mutilati nel corpo e nello spirito.

 Il tutto, buttato assieme, ha per effetto finale un’immunodepressione favorevolissima al diffondersi, non tanto del molto virtuale Coronavirus, me delle sue mutazioni successive e di tutti gli altri patogeni. Effetto altamente utile e fortemente perseguito dai mandanti, a scopo di moltiplicazione dei “casi”, delle morti, del terrore paralizzante, della riduzione della vita in digitale.

Il che ci fa capire come il nostro convegno, nel Teatro di Canale Monterano, abbia dovuto essere, probabilmente in tutta Italia, l’ultimo. E perché, dall’ultimo DPCM, non dovremmo essere più di sei in casa e quattro al tavolo a discutere di ciò che ci interessa, affligge e richiede pensiero e azione.

 Profitti in eccesso da pandemia delle maggiori muiltinazionali

 

Follow the money!

Le prime 100 società nel mondo hanno guadagnato dalla pandemia 3 trilioni in più. Le prime dieci, oltre un trilione. Vedendo che ai primi posti figurano I giganti del digitale e dei farmaci, incidentalmente quasi tutti condannati a multe miliardarie per reati compiuti e danni arrecati, capiamo chi manovra l’accoppiata Covid-Digitale, detta anche vaccino-5G e, domani, Agenda ID2020-6G. E chi intende porsi alla testa di quanto resterà dell’umanità

 Il primo elemento di normalità, se mai riuscissimo a ricuperarla, dovrebbe essere una magistratura non alla Palamara e dei suoi tanti soci, che garantisca la giusta retribuzione a coloro che ci hanno fatto tutto questo. Alcuni ritengono, e io li capisco, che non sarebbe sufficiente un Robespierre. A me basterebbe che fossero tutti messi ai domiciliari, come noi, però a vita. In una bella cella con vista mare, all’Asinara. O, magari, a Ventotene, a studiarsi i sacri testi di coloro che vi hanno elaborato un futuro all’Americana, con tanto di Unione Europa in subordine, premessa a quanto succede oggi.

 Crisanti, con Ricciardi, Pregliasco e Speranza, uno dei fantini dell’apocalisse, per Natale ci ha garantito il carcere domestico a punizione di tutti i nostril peccati e, anche, che saprà stanare tutti questi peccatori (gli asintomatici che girano ancora sani e salvi). E noi a Gesù Bambino (mica a quell panzone obeso della Coca Cola, Babbo Natale) scriveremo una letterina in cui gli chiederemo di stanarlo, lui, mandandogli le Forze dell’Ordine. Nuovo.

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Irrinunciabile!

Da Sonia Savioli, una straordinaria scrittrice, ricercatrice e rompitrice di scatole a quelli del pensiero unico e falso, ricevo e inoltro questi link. Vi rivelano di quali aberrazioni vorrebbero rendere vittima l’umanità intera gli apprendisti stregoni della combinazione perfetta Covid-5G. Quella che il ministro Speranza ci ha proibito di nominare. Prendetevi il tempo per studiarli, questi Start Up, se non volete farvene ingranaggi.

https://www.ansa.it/osservatorio_intelligenza_artificiale/notizie/salute/2020/10/06/medere-vince-bioupper-sanita-digitale-sempre-piu-centrale_8cfd1cf4-c1a8-4b1f-9496-f2179e382e97.html

https://www.ansa.it/osservatorio_intelligenza_artificiale/notizie/societa/2020/10/02/agricoltura-il-crea-punta-al-futuro-con-il-digitale_40c3e6ce-6080-491f-9bc9-db0845494234.html

https://www.ansa.it/osservatorio_intelligenza_artificiale/notizie/societa/2020/09/28/da-cattura-co2-ad-antivirali-cosa-cambiera-nostre-vite_c176ee16-ba9c-460d-8b7e-edd381014824.html

https://www.ansa.it/osservatorio_intelligenza_artificiale/notizie/salute/2020/08/31/cina-le-coronaropatie-si-vedranno-con-un-selfie_c30c9908-de97-4895-8395-17b857cf959f.html

https://www.youtube.com/watch?v=y3RIHnK0_NE

https://www.youtube.com/watch?v=2IPRKHaZwo8

fonte: FULVIO GRIMALDI

ciao Sean

 




VIDEO

sabato 19 settembre 2020

scuola? No grazie!



  di Gianni Lannes 

Parola d'ordine: descolarizzare la società. Oggi nello Stato di Polizia la scuola è un cantiere con tanto di impalcature (fasulle) allestite in tutta fretta. Perché traumatizzare bambini e adolescenti? Solo perchè lo hanno stabilito assurdamente, senza un briciolo di riscontro scientifico, un branco di burocrati telecomandati e politicanti eterodiretti? Ecco la tragedia: il cosiddetto "patto educativo di corresponsabilità", in sostanza è una dichiarazione da sottoscrivere per consentire l’ingresso in classe degli alunni. In qualità di padre, devo assumermi la responsabilità di ciò che firmo, devo dichiarare molte, tante cose, troppe: ad esempio che i miei figli non hanno avuto contatti con il nuovo coronavirus negli ultimi 14 giorni. “Per quanto di nostra conoscenza”, trovo scritto in quel documento. Devo anche impegnarmi a fare in modo che i miei pargoli non si tocchino gli occhi e starnutiscano eventualmente in mezzo al gomito mentre soggiornano sei ore a scuola. Devo esonerare la scuola, il suo dirigente, i suoi docenti, da ogni possibile responsabilità penale per ciò che potrà accadere.

Questo è il “patto educativo di corresponsabilità”: si scarica tutto il peso e la responsabilità sulle famiglie. Come si fa a firmare una dichiarazione del genere, come faccio a sapere se è vero ciò che pretendono che io sappia? Come possiamo fidarci? Come è successo che anche questa occasione è stata sprecata nel belpaese privo di sovranità e sempre più eterodiretto dall'estero? Eppure le scuole sono chiuse dal 5 marzo scorso. Il governicchio del Conte bis ha avuto il tempo per inquadrare i bisogni e definire azioni e strategie. Avrebbe dovuto fare qualcosa di costruttivo. Invece no. L'esecutivo grulpiddino (o chi per esso) ha stabilito che la priorità era comprare nuovi banchi che a scuola dei miei figli (dove manca la carta igienica ed il sapone), però, non sono arrivati: un’assurdità, un’aberrazione. Una decisione da incapaci, incompetenti matricolati, irresponsabili. La scuola italiana ha stabilito la sua priorità sui banchi e sulla burocrazia dei protocolli e delle autocertificazioni. Un altro fallimento certificato mentre l'Italia spronfonda nel baratro.
A rigor di logica e di buon senso, c’erano altre priorità da realizzare. Avrebbero dovuto e potuto trasformare in positivo la scuola, ponendo finalmente in sicurezza gli edifici che rischiano di crollare, dopo decenni di promesse mai mantenute. Avrebbero dovuto investire sul capitale umano, sulla formazione dei docenti, avrebbero dovuto insegnargli ad adottare la formazione a distanza. Avrebbero dovuto e potuto pensare e ripensare una scuola del futuro, in cui contano l'etica e la pedagogia. Avevano ed hanno avuto il tempo e le risorse per farlo e invece no: hanno comprato banchi. Banchi che costano troppo, che si usureranno presto.

Non nutro fiducia nelle istituzioni e verso le linee guida ministeriali. Sicurezza e assenza di rischio sono parole ormai scontate. Alla prova dei fatti, la scuola non è pronta e non sono pronti gli insegnanti. La fiducia è fondamentale: la fiducia verso l’ambiente e le persone a cui dovrei affidare i miei figli. La fiducia che tutta andrà bene. Ma quale fiducia. E poi, verso chi? No, grazie. Impossibile. Io, i miei figli li terrò a casa e non li manderò allo sbaraglio in questo nuovo manicomio tricolore, simile ad una caserma di regime totalitario. L'istruzione (non la frequenza scolastica) è un diritto che nessuna autorità può ridimensionare, banalizzare o rendere inesigibile. Non a caso, l'articolo 30 della Costituzione repubblica italiana stabilisce senza equivoci: "E' dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli...". Andare a scuola non è un obbligo; mentre l'articolo 13 sancisce perentoriamente: "La libertà personale è inviolabile". Protesta costruttiva, dissenso critico e disobbedienza civile sono il fondamento della civiltà umana.


Post scriptum


PRINCIPI  INTERNAZIONALI

Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, 1949:

Art. 26: 
1. Ogni individuo ha diritto all’istruzione. L’istruzione deve essere gratuita almeno per quanto riguarda le classi elementari e fondamentali. L’istruzione elementare deve essere obbligatoria.
L’istruzione tecnica e professionale deve essere messa alla portata di tutti e l’istruzione superiore deve essere egualmente accessibile a tutti sulla base del merito.
2. L’istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al rafforzamento del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Essa deve promuovere la comprensione, la tolleranza, l’amicizia fra tutte le Nazioni, i gruppi razziali e religiosi, e deve favorire l’opera delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace.
3. I genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli.


Dichiarazione dei Diritti del fanciullo, 1929-1959:

Principio settimo:
Il fanciullo ha diritto ad un’istruzione che deve essere gratuita e obbligatoria, almeno ai livelli elementari, e che deve contribuire alla sua formazione generale e consentirgli eguaglianza di possibilità di sviluppare le sue doti, il suo spirito critico, la consapevolezza delle responsabilità morali o sociali e di diventare un membro utile della società. L’interesse superiore del fanciullo deve essere la guida di coloro che hanno la responsabilità della sua educazione e del suo orientamento; questa responsabilità ricade in primo luogo sui genitori. Il fanciullo deve avere ogni possibilità di dedicarsi a giuochi e ad attività ricreative orientate verso i fini che l’educazione si propone; la società e le pubbliche autorità devono impegnarsi ad agevolare il godimento di questo diritto.

 

Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza:

Art. 18
1. … La responsabilità di allevare il fanciullo e di provvedere al suo sviluppo incombe innanzitutto ai genitori oppure, se del caso ai suoi tutori legali i quali devono essere guidati principalmente dall’interesse preminente del fanciullo.
2. Al fine di garantire e di promuovere i diritti enunciati nella presente Convenzione, gli Stati parti accordano gli aiuti appropriati ai genitori e ai tutori legali nell’esercizio della responsabilità che incombe loro di allevare il fanciullo e provvedono alla creazione di istituzioni, istituti e servizi incaricati di vigilare sul benessere del fanciullo.

 

NORME  COSTITUZIONALI

Costituzione della Repubblica Italiana

Art 30:
E’ dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire e educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio. Nei casi d’incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti.
(…).

Art. 31:
La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi
(…)

Art. 33
L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento.(…)
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.(….)

Art. 34

…. La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita”.
L’istruzione è obbligatoria non la frequenza scolastica. Il dovere dell’istruzione può essere assolto dalle famiglie attraverso l’istruzione parentale.

Art. 118
(…) Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà.

 

NORME  ORDINARIE

Codice Civile:

Art. 147 
Il matrimonio impone ad ambedue i coniugi l’obbligo di mantenere, istruire, educare e assistere moralmente i figli, nel rispetto delle loro capacità, inclinazioni naturali e aspirazioni, secondo quanto previsto dall’articolo 315-bis.

Art. 315-bis Diritti e doveri del figlio
Il figlio ha diritto di essere mantenuto, educato, istruito e assistito moralmente dai genitori, nel rispetto delle sue capacità, delle sue inclinazioni naturali e delle sue aspirazioni. Il figlio ha diritto di crescere in famiglia e di mantenere rapporti significativi con i parenti.  Il figlio minore che abbia compiuto gli anni dodici, e anche di età inferiore ove capace di discernimento, ha diritto di essere ascoltato in tutte le questioni e le procedure che lo riguardano.

 

Legge 27 maggio 1991, n. 176

Art. 18
1. … La responsabilità di allevare il fanciullo e di provvedere al suo sviluppo incombe innanzitutto ai genitori oppure, se del caso ai suoi tutori legali i quali devono essere guidati principalmente dall’interesse preminente del fanciullo.
2. Al fine di garantire e di promuovere i diritti enunciati nella presente Convenzione, gli Stati parti accordano gli aiuti appropriati ai genitori e ai tutori legali nell’esercizio della responsabilità che incombe loro di allevare il fanciullo e provvedono alla creazione di istituzioni, istituti e servizi incaricati di vigilare sul benessere del fanciullo.

 

Decreto Legislativo 62 del 13 aprile 2017

Art. 1 – Principi. Oggetto e finalità della valutazione e della certificazione

  1. La valutazione ha per oggetto il processo formativo e i risultati di apprendimento delle alunne e degli alunni, delle studentesse e degli studenti delle istituzioni scolastiche del sistema nazionale di istruzione e formazione, ha finalità formativa ed educativa e concorre al miglioramento degli apprendimenti e al successo formativo degli stessi, documenta lo sviluppo dell’identità personale e promuove la autovalutazione di ciascuno in relazione alle acquisizioni di conoscenze, abilità e competenze.

Sul piano dei soggetti chiamati in causa, fin da subito si chiarisce con questo riferimento esplicito che si tratta degli alunni/e e degli studenti/esse delle istituzioni scolastiche.
L’istruzione parentale ricomprende sia coloro che fanno il loro percorso in ambito famigliare (senza frequentare nessuna istituzione scolastica), sia coloro che fanno il loro percorso nell’ambito di scuole parentali.
In questo vasto panorama, i primi non rientrano nella categoria degli alunni/e o degli studenti/studentesse di istituzioni scolastiche.
Ne deriva che l’accertamento del dovere genitoriale di istruzione della prole, nel caso di istruzione parentale, quanto meno in ambito famigliare, dovrebbe avvenire con termini e approcci diversi da quello dell’esame scolastico/esame di idoneità tradizionale.

  1. La valutazione e’ coerente … con la personalizzazione dei percorsi e con le Indicazioni Nazionali per il curricolo e le Linee guida di cui ai decreti del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 87, n. 88 e n. 89; e’ effettuata dai docenti nell’esercizio della propria autonomia professionale, in conformità con i criteri e le modalità definiti dal collegio dei docenti e inseriti nel piano triennale dell’offerta formativa.

Nel caso di istruzione parentale, l’accertamento non potrà non tener conto del percorso personale e delle peculiarità dei soggetti coinvolti.

Art. 10 Esami di idoneità nel primo ciclo e ammissione all’esame di Stato conclusivo del primo ciclo dei candidati privatisti

  1. In caso di frequenza di una scuola del primo ciclo non statale non paritaria iscritta negli albi regionali, i genitori dell’alunna e dell’alunno, ovvero coloro che esercitano la responsabilità genitoriale, sono tenuti a presentare annualmente la comunicazione preventiva al dirigente scolastico del territorio di residenza. Le alunne e gli alunni sostengono l’esame di idoneità al termine del quinto anno di scuola primaria, ai fini dell’ammissione al successivo grado di istruzione, oppure all’esame di Stato conclusivo del primo ciclo d’istruzione, in qualità di candidati privatisti presso una scuola statale o paritaria. Sostengono altresì l’esame di idoneità nel caso in cui richiedano l’iscrizione in una scuola statale o paritaria.

Questo comma riguarda chiaramente solo chi fa istruzione parentale frequentando una scuola non paritaria iscritta negli albi regionali.

Art. 23 Istruzione parentale

  1. In caso di istruzione parentale, i genitori dell’alunna o dell’alunno, della studentessa o dello studente, ovvero coloro che esercitano la responsabilità genitoriale, sono tenuti a presentare annualmente la comunicazione preventiva al dirigente scolastico del territorio di residenza. Tali alunni o studenti sostengono annualmente l’esame di idoneità per il passaggio alla classe successiva in qualità di candidati esterni presso una scuola statale o paritaria, fino all’assolvimento dell’obbligo di istruzione.

Viste le considerazioni sopra esposte, visto il quadro normativo generale in cui si inserisce questo decreto, pare chiaro che questo comma si riferisca ad alunni/e, studenti/esse che frequentano scuole parentali e/o che intendono chiedere il passaggio alla classe successiva, o per estensione, a coloro che intendono passare da un regime di istruzione parentale in famiglia a un regime di istruzione scolastica.

 

… sulla vigilanza dell’obbligo di istruzione

Decreto Ministeriale 13 dicembre 2001, n.489, art. 2:

  1. Alla  vigilanza  sull’adempimento  dell’obbligo  di  istruzione provvedono secondo quanto previsto dal presente regolamento:

  2. a) il  sindaco,  o  un  suo  delegato,  del  comune  ove hanno la residenza  i  giovani che, in virtù delle disposizioni vigenti, sono soggetti al predetto obbligo di istruzione;

  3. b) i  dirigenti  scolastici  delle  scuole di ogni ordine e grado statali,  paritarie  e,  fino  a quando non sara’ realizzato, a norma dell’articolo  1,  comma  7,  della  legge  10 marzo  2000, n. 62, il definitivo  superamento  delle  disposizioni  di  cui  alla parte II, titolo  VIII  del  testo  unico  approvato  con  decreto  legislativo 16 aprile   1994,   n.   297,  parificate,  pareggiate  o  legalmente riconosciute,  presso  le  quali  sono  iscritti,  ovvero hanno fatto richiesta  di  iscrizione,  gli  studenti cui e’ rivolto l’obbligo di istruzione.

  4. Entro  il  mese  di dicembre  che precede l'inizio di ogni anno scolastico,  il  comune  di  residenza predispone l'elenco dei minori soggetti  all'obbligo  di  istruzione  e  provvede  a  darne  notizia mediante  diretta  comunicazione  agli  interessati,  ovvero mediante affissione  all'albo  pretorio  di  apposito  avviso, nel quale siano indicate  le  modalita'  di visione dell'elenco da parte degli aventi diritto, assicurando nel contempo la riservatezza dei dati personali. I  genitori degli iscritti nell'elenco, o chiunque a qualsiasi titolo ne  faccia  le  veci, sono tenuti, nei modi e nei termini di cui alle annuali  disposizioni,  a  iscrivere  gli  stessi  presso  una scuola dell'obbligo   statale,  o  paritaria  o  fino  a  quando  non  sara' realizzato,  a  norma  dell'articolo 1, comma 7, della legge 10 marzo 2000, n. 62, il definitivo superamento delle disposizioni di cui alla parte  seconda,  titolo  VIII  del  testo unico approvato con decreto legislativo   16 aprile   1994,  n.  297,  parificata,  pareggiata  o legalmente    riconosciuta,    ovvero   a   provvedere   direttamente all'istruzione  obbligatoria, a norma dell'articolo 111, comma 2, del decreto  legislativo  16  aprile 1994, n. 297, rendendo, annualmente, apposita   dichiarazione  al  dirigente  dell'istituzione  scolastica interessata.

  5. I  responsabili  delle  istituzioni scolastiche che ricevono le iscrizioni  al  primo  anno  dell'istruzione  obbligatoria,  entro il ventesimo  giorno dall'inizio dell'anno scolastico provvedono a darne comunicazione  ai comuni di residenza degli obbligati per i necessari riscontri.  Per gli anni successivi, tale comunicazione non e' dovuta se  non  nell'ipotesi che gli obbligati abbandonino il corso di studi intrapreso,  ovvero  abbiano  assolto  all'obbligo  di  istruzione. I dirigenti   scolastici   sono   tenuti,   in  caso  di  trasferimento dell'obbligato  ad altra scuola dello stesso ordine e grado ovvero di passaggio  ad  altra  scuola di ordine e grado diverso, a trasmettere d'ufficio,  insieme alla documentazione di rito, il "foglio notizie", gia'  utilizzato  dalle  scuole,  completo  dei  dati di tutto l'iter scolastico  che  consente  una  organica raccolta di notizie sui dati anagrafici,  sulle scuole frequentate e sui trasferimenti, nonche' il controllo   incrociato   tra   scuola  di  provenienza  e  scuola  di destinazione.  Copia  del  "foglio  notizie", puntualmente aggiornato dagli  istituti  scolastici di cui al comma 2, viene conservato dalla scuola con l'indicazione della scuola di destinazione.

  6. Le  autorita'  comunali,  deputate  alla  vigilanza, in caso di riscontrate  inadempienze, provvedono con tempestivita' ad ammonire i responsabili dell'adempimento, invitandoli ad ottemperare alla legge. Dell'atto  di  ammonizione  puo'  essere  data contestuale notizia ai centri   di   assistenza   sociale,   presenti  sul  territorio,  per individuare   le  eventuali  attivita'  o  iniziative  che  dovessero risultare  piu'  opportune  per  agevolare o realizzare le condizioni favorevoli per la frequenza della scuola dell'obbligo.

Decreto legislativo 15.04.2005, n. 76, art. 5:

Vigilanza sull’assolvimento del diritto-dovere e sanzioni

  1. Responsabili dell’adempimento del dovere di istruzione e formazione sono i genitori dei minori o coloro che a qualsiasi titolo ne facciano le veci, che sono tenuti ad iscriverli alle istituzioni scolastiche o formative.

  2. Alla vigilanza sull’adempimento del dovere di istruzione e formazione, anche sulla base dei dati forniti dalle anagrafi degli studenti di cui all’articolo 3, così come previsto dal presente decreto, provvedono:

    1. il comune, ove hanno la residenza i giovani che sono soggetti al predetto dovere;

    2. il dirigente dell’istituzione scolastica o il responsabile dell’istituzione formativa presso la quale sono iscritti ovvero abbiano fatto richiesta di iscrizione gli studenti tenuti ad assolvere al predetto dovere;

    3. la provincia, attraverso i servizi per l’impiego in relazione alle funzioni di loro competenza a livello territoriale;

    4. i soggetti che assumono, con il contratto di apprendistato di cui all’articolo 48 del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, i giovani tenuti all’assolvimento del diritto-dovere all’istruzione e alla formazione, nonche’ il tutore aziendale di cui al comma 4, lettera f), del predetto articolo, e i soggetti competenti allo svolgimento delle funzioni ispettive in materia di previdenza sociale e di lavoro, di cui al decreto legislativo 23 aprile 2004, n. 124.

  3. In caso di mancato adempimento del dovere di istruzione e formazione si applicano a carico dei responsabili le sanzioni relative al mancato assolvimento dell’obbligo scolastico previsto dalle norme previgenti.

Nel Decreto Legislativo 62 del 2017, all’art 23, si parla semplicemente di “presentare annualmente la comunicazione preventiva al dirigente scolastico del territorio di residenza.”
Tuttavia, una nota successiva, la Nota MIUR 19837 del 6 luglio 2018 (“Vigilanza adempimento obbligo scolastico”), conferma il ruolo delle autorità comunali, ovvero ribadisce il duplice investimento del Sindaco e del Dirigente scolastico.

Detta nota ricorda altresì che “l’art. 731 del Codice penale punisce l’inosservanza dell’obbligo, limitatamente all’istruzione primaria, con ammenda fino a 30 €”.
Infatti, la sentenza N° 4520 del 31 gennaio 2017 della Suprema Corte di Cassazione Sezione III Penale  evidenzia il mancato adeguamento sanzionatorio che avrebbe dovuto accompagnare l’estensione dell’obbligo di istruzione dopo la scuola primaria: “nessuna norma penale punisce l’inosservanza dell’obbligo scolastico della scuola media anche inferiore (così (Sez. 7, ord. n. 29439 del 22/11/2015, P.G. Potenza in proc. Sabatino, non massimata), sicché l’eventuale estensione dell’art. 731 cod. pen. a detta ipotesi si risolverebbe in un’inammissibile interpretazione analogica in malam pattern. ”

… sugli adempimenti di chi assolve all’obbligo mediante l’istruzione parentale

Testo Unico del Decreto legislativo n. 297 del 16 aprile 1994:

Art. 111 – Modalità di adempimento dell’obbligo scolastico
1. All’obbligo scolastico si adempie frequentando le scuole elementari e medie statali o le scuole non statali abilitate al rilascio di titoli di studio riconosciuti dallo Stato o anche privatamente, secondo le norme del presente testo unico.
2. I genitori dell’obbligato o chi ne fa le veci che intendano provvedere privatamente o direttamente all’istruzione dell’obbligato devono dimostrare di averne la capacità tecnica od economica e darne comunicazione anno per anno alla competente autorità.

 

Decreto legislativo n. 76 del 15 aprile 2005:

Art. 1, comma 4:

I genitori, o chi ne fa le veci, che intendano provvedere privatamente o direttamente all’istruzione dei propri figli, ai fini dell’esercizio del diritto-dovere, devono dimostrare di averne la capacità tecnica o economica e darne comunicazione anno per anno alla competente autorità, che provvede agli opportuni controlli.

 

Decreto Legislativo n. 62 del 13 aprile 2017

Art.23 – Istruzione parentale

In caso  di  istruzione  parentale, i  genitori  dell’alunna o dell’alunno, della studentessa o dello studente,  ovvero  coloro  che esercitano la responsabilità genitoriale, sono tenuti  a presentare annualmente la comunicazione preventiva al dirigente  scolastico  del territorio  di residenza.

 

Riferimenti:

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=scuole

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=conte

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=coronavirus

 

Gianni Lannes, IL GRANDE FRATELLO, Draco edizioni, Modena, 2012.

Gianni Lannes, BAMBINI A PERDERE, Luigi Pellegrini editore, Cosenza, 2016

fonte: SU LA TESTA GIANNI LANNES