Per non dimenticare mai: il dovere della memoria. Nel tardo pomeriggio del 9 giugno 1937, Carlo Rosselli e suo fratello Nello, figure eminenti dell’antifascismo italiano, fondatori del movimento Giustizia e Libertà, esuli in Francia, furono barbaramente assassinati in un’imboscata a Bagnoles-de-l’Orne, su ordine di Benito Mussolini.
L’appello di Carlo Rosselli lanciato da Radio Barcellona nel novembre del 1936 “Oggi in Spagna domani in Italia” e le denunce internazionali degli orrori italiani in Etiopia, fecero scattare una delle operazioni più violente del regime mussoliniano. Un’intensa azione di denuncia delle operazioni criminali del fascismo contro gli esuli e della responsabilità diretta nell’agguati mortale ai fratelli Rosselli di Mussolini, fu condotta da Giuseppe Di Vittorio, attraverso il giornale La voce degli italiani. Nel primo numero del luglio 1937, Di Vittorio mise in luce i primi tentativi di depistaggio in Francia e in Italia con l’articolo “L’inutile inchiesta da Matteotti a Rosselli”.
A tutt’oggi non c’è ancora una verità giudiziaria. Infatti, la corte d’assise di Perugia nel 1949 si è distinta per le assoluzioni generalizzate. Piero Calamandrei scrisse sulla tomba dei fratelli Rosselli: “Giustizia e libertà. Per questo morirono per questo vivono”.
fonte: http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/
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