mercoledì 25 novembre 2009

un soggetto smarrito (3) lo sguardo di Mary Jane Kelly




un'ultratrentenne, Federica, rimane incinta senza aver pianificato la gravidanza e tantomeno discusso di questa possibilità. Vorrebbe tenere il bambino ma il suo compagno le dice chiaramente che non è pronto per diventare padre. Dopo diversi tentennamenti, Federica decide di abortire. Si reca all'ospedale, assume il farmaco RU486. Nel tornare a casa, è in preda ad un terribile senso di colpa, si sente male e abortisce in cucina. Pulisce il sangue, dopodichè, in evidente stato di shock, getta il feto nel water azionando lo sciacquone. Il suo compagno rientrato dal lavoro nota alcune macchioline di sangue sul pavimento; le chiede cosa è accaduto, Federica senza proferir parola gli sferra diversi fendenti finendolo a rasoiate sul viso.
Passa un po' di tempo, Federica ha cambiato città, ha trovato un lavoro ed è single. Odia gli uomini, rei di essere i diretti responsabili della perdita del suo bambino e dei mali del mondo. E' diventata una serial killer, chiunque essere di sesso maschile che le si avvicina per un apprezzamento mal interpretato o un tentativo di molestia, viene ucciso con lo stesso modus operandi che ha usato con il suo compagno.
Ad un giovane ispettore di polizia vengono affidate le indagini. Intuisce fin da subito che Federica è l'autrice degli omicidi. Prova ad avvicinarsi alla donna fingendosi un tecnico del gas. Tenta di conquistare la sua fiducia; è gentile, affabile, la invita a cena, ma la diffidenza di Federica è tale che scopre la vera identità dell'ispettore. Capisce che non ha via d'uscita, e, piuttosto di finire in carcere, decide di suicidarsi. L'ultima frase che pronuncia è: " il mio bambino mi sta aspettando".

martedì 24 novembre 2009

un video




una ragazza molto attraente scende da un vecchio pullman infangato fino ai finestrini, ha con sè una piccola valigia. Tutt'attorno è desolazione. Si avvicina un tizio, ha l'aspetto di un clochard, le sussurra all'orecchio qualcosa d'incomprensibile. La ragazza, inespressiva, non lo prende in minima considerazione, e, s'incammina verso una strada che non porta da nessuna parte. Sullo sfondo s'intravede:
la regina egiziana Hatshepsut che ordina di edificare i monumenti a suo nome.
La vergine Maria piange sotto la croce di suo figlio Gesù.
Giovanna d'Arco viene bruciata sul rogo, seguita da alcune donne accusate di stregoneria che subiscono la stessa sorte.
Leonardo ritrae la Gioconda.
La regina Elisabetta I d'Inghilterra ormai vecchia, seduta sul trono.
Maria Antonietta con folti capelli bianchi che sale sul patibolo un attimo prima di essere ghigliottinata.
La ragazza continua a camminare senza mai voltarsi indietro.
E' la volta di madame Curie, scienziata polacca, all'interno del suo laboratorio.
Mata Hari davanti al plotone d'esecuzione.
Partigiane con il mitra in spalla percorrono un sentiero di montagna.
Femministe manifestano durante un corteo.

Donne interrate all'altezza dell'addome, in svariate buche, completamente coperte da lenzuola bianche, vengono lapidate da persone disposte in circolo.
Donne coi visi sfigurati dall'acido.
Giovani prostitute uccise e abbandonate.
Un uomo spara alla testa la propria consorte e poi rivolge l'arma contro se stesso.
La ragazza a questo punto si ferma, apre la valigia: è vuota. La lascia a terra e prosegue, sempre inespressiva, nell'unica direzione che aveva intrapreso all'inizio. La strada, in realtà, non ha fine.

lunedì 23 novembre 2009

un soggetto smarrito (2) due brutti tipacci


E' notta fonda. Due sagome maschili vestite completamente di nero con in testa dei passamontagna, oltrepassano con l'agilità di una gazzella africana, un muro di cinta che separa una bellissima villa con giardino spazioso e piscina dal resto di una strada senza uscita. Il primo, di statura media, corpulento, sulla quarantina. Il secondo, più giovane, fisico statuario, occhi magnetici. Ha con sè una sacca. Si avvicinano con fare furtivo all'ingresso principale, dove un'enorme vetrata mostra con ostentata indifferenza la sala e la cucina degne di un'arricchita famiglia borghese. Alla loro destra, notano un lungo tavolo ancora apparecchiato con vettovaglie consumate di ogni genere, segno che c'è stata una festa. Stanno per inoltrarsi, quando avvertono alle loro spalle un ringhiare per nulla rassicurante di un mastino napoletano. Il giovane estrae dalla sacca un mezzo pollo arrosto e lo getta verso il cane, ma questi, essendo già sazio dei croccantini del gatto e stufo di fare la guardia, si avvicina sempre più minaccioso. Il corpulento, spazientitosi, raccoglie un pezzo di legno e comincia a colpire con violenza inaudita il cranio del mastino. Dopo alcuni guaiti e due vaffanculo, i "nostri" baldanzosi eroi si dirigono come saette nella camera da letto. Una coppia di coniugi, sta dormendo pronfondamente. Lei, ha indosso un pigiama di seta. Lui più nudo che vestito, in posizione semifetale. Ha una mano sotto il cuscino e l'altra all'altezza del basso ventre.
- Guardalo - dice il giovane ridendo - sembra che lo voglia tutelare da pericoli esterni.
Il corpulento senza dire una parola, estrae dalla tasca un fazzoletto bianco imbevuto di etere e con appiglio deciso lo mette sul viso dell'uomo che non ha il tempo necessario di capire cosa cavolo a merenda stia succedendo. Nemmeno di pronunciare la parola "bubu". (cambio di scena)
I due aprono la porta di uno scantinato. L'aria è umida e maleodorante. L'uomo (completamente narcotizzato), viene adagiato sopra un tavolaccio, gli legano mani e piedi. A questo punto, il corpulento, si apre la patta dei pantaloni, tira fuori il pene, lo appoggia sulla tempia sinistra e comincia a far pressione. Dapprima in maniera delicata quasi avesse il timore di fare male poi, successivamente con rigorosa decisione.
- Senti - dice il giovane - perchè non proviamo prima con il trapano, eh?
- Non ce n'è bisogno - gli risponde il corpulento - basta il cazzo per stronzi come lui. Guarda che bell'orifizio. Adesso non mi resta che schiaffarglielo tutto dentro e il gioco è fatto -.
Il corpulento fa un respiro profondo, chiude gli occhi. Il suo prepuzio sta per compiere l'atto finale quando... (colpo di scena)
l'uomo in posizione semifetale, si sveglia all'improvviso e comincia a urlare come un pazzo portandosi una mano alla tempia sinistra e l'altra nelle parti molli:
- nooooooooooo!!!! Nooooooooo!!!! -
sua moglie sobbalza dal letto spaventata
- che cazzo succede?? -
- non riuscirete maaaaiiii, maaaiii!!! -
- Mai cosa? -
- A penetrare la mia mente!! Io... sono un libero pensatore!! Brutti froci bastardi!! Bastardi tuttiiii!!! -
- E smettila di urlare. Sveglierai tutto il vicinato -
L'uomo si alza dal letto agitatissimo. Si controlla dappertutto, dopodichè esce dalla camera
- dove vai? - Gli chiede la donna
- vado a vedere se il cucciolone sta bene -
Va in giardino, nota che il cane è accovacciato ai piedi del muro di cinta. Sta sonnecchiando.
- Meno male, va. Che incubo! -
L'uomo se ne torna a letto. Da alla moglie un bacio sulla fronte
- 'notte -
- 'notte anche a te -

venerdì 20 novembre 2009

un soggetto smarrito

trattasi di una coppia che a livello sessuale ha sperimentato tutto (o quasi). Lui, Dumb, è un manager da strapazzo con il fiuto degli affari... sbagliati, lei, Stunned, moglie senza un'attività precisa, costantemente annoiata e in preda a crisi esistenziali. Un giorno, sempre con la costante ricerca di nuove emozioni, a Dumb, viene un'idea geniale: inserisce una pepita nella vagina di Stunned che è consenziente. Dopo alcune perplessità iniziali, suscitate dal fatto che quella pratica di "sesso estremo" non abbia dato i risultati sperati, accade un imprevisto clamoroso, Dumb, nell'atto di togliere con estrema delicatezza la pepita, viene morso dalla vagina. Da quel momento in poi, si scatenerà una serie di eventi: la vagina prende coscienza di sè, si stacca dal corpo di Stunned e comincia a delirare, imposta discorsi filosofici e sociali, rivendica i suoi diritti e la sua totale autonomia dal pene, pretende insistentemente di essere riconosciuta come la prima vagina pensante al mondo. Avvenuta l'apoteosi, Dumb fugge inorridito mentre Stunned ha una crisi religiosa. Per ovviare a ciò, si chiude in un convento autoflagellandosi quotidianamente e nutrendosi di soli pane e acqua.

domenica 8 novembre 2009

l'angolo storto della poesia di una demente senza speranza (2)




sempre in una fredda mattina, sempre nel 1989, stavolta a febbraio, dopo aver deglutito insistentemente il caffèlatte (che tra l'altro, in quell'occasione, mi ero traformata in una boa galleggiante, tanto ne avevo bevuto) scrissi con estremo sforzo, una roba dal titolo:

l'albergo dalle stelle che respirano

c'è una settantenne che vuole rifarsi una vita,
c'è un sordomuto che comunica con il cosmo,
c'è un bambino che gioca con la trottola.
Ognuno di loro sono stelle nella notte.

C'è un vecchio alcolizzato che suona la tromba,
c'è un nano che imita un cane,
c'è un ragazzo che sogna una parte di mondo
ancora inesplorato.
Tutti respirano in un albergo dai mattoni rossi.

C'è un marinaio che ascolta una conchiglia,
c'è uno scultore che modella una statuina,
c'è una divorziata che telefona ad un amico.
Tutti, tutti quanti sono stelle cadenti

l'angolo storto della poesia di una demente senza speranza




una mattina di gennaio del 1989 dopo aver "abusato" di mezzo litro di caffè latte scrissi questa roba quì:

dicono che sono un poeta
perchè guardo le stelle
tutte le notti

dicono che sono un pazzo
perchè ho un cuore addormentato

dicono che ho un viso malinconico,
non mi piace guardarmi allo specchio,
mi speventa l'idea di trovarci l'insolito