martedì 30 giugno 2015

smoking woman

sono andata in questa strana galleria, Tega, di Milano, e mi aspettavo di vedere alcuni quadri di Botero.
si tratta di una piccola sala, i quadri sono veramente pochi, ma questo non mi stupisce.
poi però guardo quel che c'è e non mi tornano i conti.
mi aspettavo di vedere delle tele ma non ci sono.
tipo The president del 2003, tipo The family del 2014, tipo Trainer and horse (2008).
ne rimangono davvero poche, dove sono le altre?
chiedo: quadri venduti, mi rispondono, e qualcosa è a Basilea per un'esposizione.
bene, sono contenta che qualcuno si compri i quadri di Botero, anche se è un tipo di commercio che non mi fa sperare in una ripresa economica, piuttosto mi convince di una ricchezza che rimane sempre nelle solite mani, di pochi.
mi accontento di questo, Smoking woman.


Botero mi fa uno strano effetto, una categoria corporea sovradimensionata ma non grassa. non c'è obesità, come si potrebbe pensare, c'è solo un'altra dimensione, un'altra scala, personalissima, uno sguardo oltre (dagli occhi sempre molto piccoli), un equilibrio assolutamente condivisibile. è come se si trattasse di un terzo sesso, oltre l'uomo, oltre la donna, c'è l'umanità di Botero.

fonte: nuovateoria.blogspot.it

Ernesto Mahieux



L'IMBALSAMATORE - SPEZZONE

DAVID DI DONATELLO

domenica 28 giugno 2015

due partite



è un film del 2009 diretto da Enzo Monteleone, adattamento cinematografico dell'omonima pièce teatrale di Cristina Comencini.

Il film è uscito nelle sale il 6 marzo 2009.

Trama

In due epoche differenti, il film racconta l'universo femminile, visto attraverso gli occhi di quattro donne (Sofia, Beatrice, Claudia e Gabriella) che negli anni sessanta si incontrano ogni giovedì pomeriggio per giocare a carte e raccontarsi i loro problemi e le loro paure. Trent'anni dopo le loro figlie (rispettivamente, nell'ordine, Rossana, Giulia, Cecilia e Sara) si riuniscono dopo la morte di Beatrice che si suicida perché affermava di essere sola. Nonostante la modernità e l'emancipazione, le paure e le angosce dell'essere donna non sono differenti rispetto a trent'anni prima.

fonte: Wikipedia

bolle papali

La Schiavitù Globale? E’ iniziata nel 1302 d.c. con le BOLLE PAPALI

Riporto una lettera di un’amica, tale e quale, non l’ha inventata lei, ma le sue ricerche sono sbalorditive, essendo molto lunga sintetizzo in un riassunto che invoglia alla lettura:
Noi non siamo una Repubblica ma una società privata, grazie a bolle papali antiche mai abrogate, alla nascita noi diamo il nostro consenso per essere di fatto sfruttati come schiavi per tutta la vita, leggete con calma, fate le ricerche, questa è la chiave per uscire dalla schiavitù.
TUTTO nasce nel 1302 (18 novembre), che è la data della pubblicazione della Bolla Papale scritta da Papa Bonifacio VIII, che aveva come titolo “UNAM SANCTAM ECCLESIAM”.
bonifacioSECONDA PARTE
Il vaticano e il nostro consenso
IL NOSTRO “CONSENSO”. Cerchiamo di capire cosa sia e cosa c’entra anche qui la santa sede e il vaticano? Un po’ di pazienza e piu’ avanti sarà chiaro.
Perché stiamo diventando sempre più poveri?
Perché siamo governati da un individuo non eletto o nominato da altri (non eletti di nuovo), per tassarci e versare il nostro denaro o valore equivalente direttamente nelle casse dei banchieri internazionali privati?
Perché anche l’Italia ha ceduto ogni sovranità nazionale ad un gruppo di potere europeo privato?
E quindi perché questa bancarotta pianificata a tavolino dai primissimi anni ’30, di tutte le economie occidentali, viene fatta col nostro consenso, di cui apparentemente non sappiamo nulla? Quindi la prima cosa da fare è capire come ottengono o, come hanno ottenuto il nostro consenso e perciò, una volta compreso, saremo in grado di attuare una strategia per ritirarlo e per spezzare definitivamente questo gioco al massacro.
Cos’è questo consenso?
Se non partiamo da qui, prima di parlare di recupero della sovranità monetaria, di elezioni democratiche e di riforme, siamo disarmati e non ne usciremo mai. 
Qualsiasi cosa vorremmo o potremmo fare sarà inutile, inefficace, avremo già perso in partenza. Perciò la seconda cosa su cui ragionare è: perché per il potere mondiale chiamato anche cabala nera è fondamentale, il nostro consenso? Perché costoro sanno benissimo che esiste una legge universale, una legge suprema, che regola e domina tutto l’Universo, che va al di sopra di tutte le possibili leggi umane, che è la legge del “libero arbitrio”.
LA STORIA DEL CONSENSO E LA LEGGE UNIVERSALE DEL “LIBERO ARBITRIO”
Prima di parlare della storia dell’applicazione della legge del libero arbitrio, facciamo qualche esempio di applicazione di questa legge Universale, partendo da casi semplici, per arrivare a quelli che riguardano più da vicino ognuno di noi quotidianamente.
Se tu hai firmato un contratto di mutuo con la banca, che poi ti porta via la casa in caso  d’insolvenza, hai dato il tuo CONSENSO (libero arbitrio) a quel contratto. Nessuno ti ha mai costretto. Se poi ti rechi in tribunale, per la causa di pignoramento e riconosci quegli organi legislativi e quindi quei tribunali e così facendo li legittimi, hai dato il tuo consenso (libero arbitrio) a quelle legittimazioni. Quindi, in parole povere, siamo noi a rinnovare il contratto con questo “sistema” ogni giorno, utilizzando dei mezzi “impropri e fraudolenti” che loro ci hanno fatto credere, con un ingegnoso mezzo inganno, indispensabili.
La prima reazione spontanea, infatti, a queste affermazioni è la seguente:
tutta la nostra società funziona così e nessuno di noi per vivere, lavorare, comprarsi la casa, la macchina, andare in vacanza, sposarsi, fare dei figli educarli e farli studiare potrebbe fare altrimenti. Ma dunque è giusto, immediatamente dopo, chiedersi: “perché funziona così?” (domanda che ci facciamo troppo poco, quando invece è LA DOMANDA fondamentale da farsi, ma siamo programmati per benino proprio per non farcela MAI)
Per risponderci dobbiamo tornare indietro di parecchi anni, secoli, millenni…
N.d.r – Vi esorto a leggere i libri e a guardare i video di Mauro Biglino (si trovano facilmente su Youtube e sul suo blog, cercate su Google), che ha tradotto letteralmente, dall’ebraico antico, con tanto di testo originale a fronte, tutto l’Antico Testamento e quindi la Bibbia.
Traduzioni convalidate dagli anziani delle comunità ebraiche e divenute incontrovertibili, perché letterali e non interpretate. Con rivelazioni davvero, davvero, davvero, davvero per menti…”aperte”. Nel nostro caso lo studio di ciò che viene rivelato nella VERA Bibbia, ci serve per capire l’importanza del “libero arbitro” nei giochi di potere e del legame indissolubile che esiste tra diritto, denaro, RELIGIONE e politica.
Un’ultima cosa, questa incredibile scoperta, con la traduzione letterale del testi, rivela la vera natura della Bibbia, che in realtà è un Codice di Diritto Mercantile Marittimo, VALIDO E APPLICATO ANCORA OGGI. E pressoché inoppugnabile in qualsiasi tribunale del mondo.
Si racconta, nelle “cronache” dell’Antico testamento che il “dio” Jahvè (che si trova riportato in altri testi come Jahwe, Yahweh, Yahveh…poi vedremo chi sia questo “dio” perché non lo è affatto, ma nella traduzione “manipolata” diffusa dalla Chiesa è stato tradotto come Dio, punto.) non può obbligare Mosè a seguirlo nel cammino per la Terra Promessa (una conquista quindi, con la necessità di un piccolo esercito?). Jahvé infatti non è “Dio”, ma è precisamente descritto come un ALTO E POTENTE “Eloah” (da cui poi deriva il termine Allah). E’ quindi UNO DEI TANTI Elohìm (plurale di Eloah), stirpe, che governava quei territori, forse discendente da un altro pianeta (molto probabile, da verificare, ma non è essenziale per noi adesso…).
Una civiltà rappresentata da una gerarchia di individui di cui la Bibbia ci dà conto quando distingue Elohìm, Malachìm, Nefilìm, Anakìm, Refaìm, Emìm, Zamzummìm… Individui che si sono divisi il controllo del pianeta, come ci narrano il libro della Genesi ed il Deuteronomio, combattendo tra di loro per affermare ed incrementare il loro potere utilizzando i popoli sottomessi. Sta di fatto che di questi Elohìm ce n’erano tantissimi, appunto, sparpagliati sulla Terra e organizzati in accampamenti (formati da due settori in genere, uno per l’autorità, l’Eloah, e l’altro per le “truppe”…angeli fiammeggianti e dotati di spada?…).
N.d.r – Conferma esatta di queste cronache si trovano anche nei testi sumerici antecedenti alla Bibbia stessa. Questo Jahvè, anche se dotato di un arma potentissima, che dalla dettagliatissima descrizione biblica sembrerebbe un’arma al plasma (Arca dell’Alleanza?), capace d’incenerire ogni cosa, non poteva comunque obbligare Mosè a seguirlo.
Fu costretto perciò a stipulare “un’alleanza” con il popolo ebraico, con delle regole e delle clausole precise reciproche (io ti do tanto, tu mi ridai tanto), tra le quali il sacrificio del primogenito di ogni coppia ecc…di cui ormai sappiamo bene la “versione” che è arrivata fino ai nostri giorni.
Sempre nella Bibbia si racconta che quando decisero quindi di seguire Jahvè e furono condotti alle porte della Terra Promessa, si riunirono in assemblea per decidere se continuare a seguirlo o meno, o se ritornare sotto i vecchi Elohìm, o se affidarsi ai nuovi Elohìm che comandavano in questa nuova terra in cui erano arrivati.
Questo era l’o.d.g dell’assemblea.
Così, ancora una volta col loro libero arbitrio decidono di seguire Jahvè, che con la sua potentissima arma scatena la carneficina e distrugge tutte le città che incontrano nel loro cammino, uccidendo uomini, donne, vecchi e bambini (tra le quali Sodoma e Gomorra…e ci sono aneddoti significativi sulla “scelta dei giusti” da salvare dalla distruzione da parte di Jahvè e l’origine della circoncisione, oltre al mito negativo della sodomizzazione praticata in quelle regioni).
Tutta questa lunga premessa, apparentemente divagatoria, oltre a segnalare una lettura diversa della Bibbia e quindi delle nostre origini e della storia dell’Umanità, serve per definire meglio la necessità del Potere di avere il consenso, perché possa perdurare e agire. Ma serve soprattutto per porre le basi del primo legame indissolubile, come dicevo, tra la legge del libero arbitrio, la religione, la politica, il Codice di Diritto Mercantile Marittimo, il denaro e quel che viviamo oggi.
Ovviamente, come ogni regola e legge ha le proprie eccezioni, che in questo caso sono i massimi livelli di “disonore” che l’umanità ha raggiunto nel disattendere la legge del libero arbitrio:
– la riduzione in schiavitù degli africani, in secoli abbastanza recenti, perché non hanno ricevuto il beneficio di essere avvisati e quindi di scegliere che reazione avere (che è alla base di questa legge, come abbiamo detto)
– senza andare troppo lontano, la strategia della tensione, qui in Italia, negli anni di piombo, perché le stragi sono state fatte in modo totalmente disonorevole.
Ma questo è il comportamento più autodistruttivo e meno sostenibile che il potere possa compiere e l’élite lo sa benissimo. Perché perfino il peggiore dei satanisti massoni, che si appresta ad effettuare un sacrificio umano – la cosa più aberrante a cui noi umani comuni possiamo pensare – è obbligato a seguire queste regole e quindi a scegliere la prima vittima che si offre volontariamente, spinta da un’inspiegabile attrazione.
Oppure: un esercito, che sta per invadere una nazione straniera, è obbligato a dare un avvertimento allo Stato che sta per mettere a ferro e fuoco, spiegando tutte le proprie richieste. Il governo dello Stato assediato ha il libero arbitrio di rispondere sì o no. Orribile o meno, c’è stato comunque un preavviso, quindi l’onore è stato mantenuto.
Abbiate pazienza, non stiamo divagando, tutto serve per arrivare al punto focale, perché comprendere l’universalità della legge del consenso, è alla base di ciò che viviamo oggi, e andando avanti sarà dimostrato che l’élite mondiale dominante sta seguendo questa legge fin dall’inizio e la mette in pratica in ogni momento e in ogni aspetto della nostra vita.
Se non la conoscessero così dettagliatamente e se non la seguissero così scrupolosamente, il loro potere non sarebbe durato fino ad oggi. Ecco perché Jahvè aveva bisogno del consenso per agire, ecco perché, i governanti oggi, ci fanno votare. Poiché hanno quindi bisogno assoluto del nostro consenso, come fanno ad aggirare il sistema (rendendolo però meno chiaro e decifrabile possibile) e a preservarlo nei secoli? Hanno ideato un sistema perfetto che funziona secondo i principi descritti precedentemente: “avvertimento” e “silenzio assenso”; se non mi rispondi vuol dire che sei d’accordo e quindi peggio per te.
Facciamo un esempio banale che capita a tutti noi: quando la banca cambia le condizioni e lo fa spessissimo, è obbligata a mandarti un documento di trasparenza bancaria – avvertimento – che credo pochissimi di noi leggano (purtroppo!). Se tu non rispondi è silenzio assenso.
Tutta la storia del nostro mondo da millenni funziona secondo questo principio.
LE LEGGI CANONICHE E LE BOLLE PAPALI
Per capire come funziona questo principio, che regola la nostra intera vita abbiamo bisogno di fare ulteriori premesse.
Cosa sono le leggi?
Tutte le leggi derivano da canoni, ovvero dal Diritto Canonico, perché tutte le leggi, direttamente o indirettamente hanno a che fare con la legge Divina ed Ecclesiastica. Ma i “Canoni” in particolare sono norme o principi che traggono valore dal fatto di non essere mai stati contestati (tacito assenso).
Ecco alcuni canoni, norme o principi, universalmente riconosciuti, perché nessuno ha mai detto che non lo debbano essere (molti sono per altro condivisibili perché sono alla base della civile convivenza).
1) tutti debiti devono essere pagati
2) tutti i contratti devono essere onorati
3) tutte le controversie portate di fronte alla legge, devono essere risolte di fronte alla legge (ovvero, se tu ricevi un’accusa, per quanto infondata, per quanto ingiusta, per quanto immorale, per quanto illegale non puoi ignorarla. E tuo l’onere di dimostrare l’infondatezza di quella accusa davanti alla legge di fronte alla quale è stata portata)
4) QUALSIASI AFFERMAZIONE, SE NON VIENE CONTESTATA, DIVENTA VALIDA (importantissimo punto! Ricevi una multa, una sanzione ingiusta, viene fissata un’udienza e tu non ti presenti, cavoli tuoi, sarà chi di dovere a decider per te e senza di te).
– Nota al punto 4: il 99% delle procedure giudiziarie si basa sulla presupposizione di qualcosa, ma il 99% degli esseri umani non si preoccupa di comprendere quali siano queste presupposizioni, o non si preoccupa di rifiutarle. In altre parole il Sistema è ancora adesso basato sul sacramento della confessione, proprio come ai tempi dell’Inquisizione, cioè è indispensabile che tu accusi te stesso. In mancanza di questo atto di auto accusa non si può procedere.
5) Il diritto è gerarchico, discende sempre e comunque dal diritto divino: sopra a tutto c’è il diritto divino che , come tale, discende dal Divino Creatore, poi c’è il Diritto Naturale e poi il Diritto Positivo (leggi nazionali, internazionali, amministrative, private ecc…), il Diritto Positivo appartiene al gradino più basso nella scala gerarchica.
– Nota al punto 5: ogni proprietà costituisce un diritto associato ad un trust, cioè ad un sistema fiduciario. I potenti, l’élite mondiale, sanno da sempre che la proprietà è un concetto fittizio. Infatti come puoi possedere un pezzo di terra?
La terra, i fiumi, i laghi, i mari appartengono al Pianeta.
Ma anche una casa; come puoi fisicamente possedere una casa o un’automobile? Sono tutte cose per cui esistono “titoli di proprietà” e sono titoli fittizi, costituiscono cioè diritto d’uso della casa, dell’automobile e della terra finché sei vivo. Quando sarai morto, cosa succederà a quella casa, a quell’automobile o a quel pezzo di terra, se non esistono disposizioni testamentarie, non dipende più da te. Così la casa, intesa come muri, mattoni e intonaco e la casa intesa come titolo e cioè come trust, o come sistema fiduciario, sono quindi DUE COSE BEN DIVERSE.
Il sistema fiduciario, il titolo, prevede tre parti in gioco: un esecutore, un amministratore e un beneficiario.
L’esecutore è sempre quello che “concede il titolo” e in questo caso è sempre lo Stato – l’amministratore è quello che amministra il titolo (catasto o Comune), il beneficiario, in questo caso sei tu, cioè il così detto “proprietario” di quel bene. Fin qui tutto più o meno normale, è tutto chiaro e non c’è nulla di strano; rimane da capire se e come, questo sistema, venga usato contro di noi.
Facciamo un enorme passo indietro nel tempo.
L’attuale sistema, che è basato sul concetto di proprietà, è stato creato dagli antichi romani, i quali hanno disseminato il loro “diritto” in giro per il mondo e sappiamo come [karma pesantissimo che noi “italici” dobbiamo espiare nei confronti di tutto il mondo].
Ogni terra conquistata e distrutta veniva iscritta in un “registro” conservato a Roma e ogni nuova terra dell’Impero poteva essere di proprietà solo di un cittadino romano. Ancora oggi quindi noi viviamo in un sistema che si tramanda dall’esistenza dell’Impero Romano che di fatto, non è mai finito. Con le invasioni longobarde, Papa Leone III, incorona Pipino il Breve come Re dei Franchi e poi Carlo Magno come Imperatore del Sacro Romano Impero.
Quindi il sistema che abbiamo oggi nell’organizzazione della proprietà e del diritto e quindi del denaro e quindi della politica, nasce nel 1302 (18 novembre), che è la data della pubblicazione della Bolla Papale scritta da Papa Bonifacio VIII, che aveva come titolo “UNAM SANCTAM ECCLESIAM”.
Bonifacio VIII è considerato uno degli uomini più corrotti, malvagi e potenti della storia della Chiesa e del mondo, tanto che lo stesso Dante lo mette nei gironi più bassi dell’Inferno. Questa Bolla Papale determina il primo sistema fiduciario ancora valido oggi. Bonifacio VIII, in questa Bolla, afferma che Dio aveva affidato tutti i titoli e le proprietà della Terra al Vaticano.
In base al punto 4 del canone di diritto (vd. sopra) questa affermazine non venne mai contestata e quindi divenne valida. Il Vaticano perciò, nomina l’esecutore, l’amministratore e il beneficiario di questo sistema fiduciario.
L’Esecutore è l’Ordine Minore dei Francescani unito con L’Ordine dei Gesuiti (braccio armato?) ed è ben visibile nello stemma sulla pubblicazione dell’enciclica.
L’amministratore è il Papa e i beneficiari di questo trust sono tutti gli uomini del mondo.
In pratica e tradotto in altri termini, la Bolla Papale del 1302 usa la metafora del Diritto Marittimo e dell’Ammiragliato (Bibbia) affermando che l’Unam Sanctam Ecclesiam e quindi la Prima e Unica Santa Chiesa è l’Arca di Noè, perché mentre tutto il mondo era sommerso dalle acque, l’unica cosa che si elevava al di sopra era l’Arca.
Quindi tutti gli esseri umani, a partire da quel giorno, certificato dalla Bibbia come Codice di Diritto Nautico, sono dispersi in mare. E il Papa dunque reclama tutta l’autorità, tutta la proprietà, sia spirituale che temporale, fino a quando i “dispersi” torneranno a reclamare i loro diritti.
Cosa che finora, dal 1302, non è mai avvenuta, perché tutte le Nazioni si basano su quel sistema giuridico. Questo Diritto proclamato da Papa Bonifacio VIII si basa per Diritto Divino, ecco perché non possiamo parlare di politica senza parlare di religione o di economia e finanza senza parlare di religione.
Il secondo trust, creato sempre in Vaticano, risale al 1455, cioè circa 150 dopo la Bolla di Bonifacio VIII (quindi ancora mai contestata dopo 150 anni). Questa seconda Bolla è di natura testamentaria, cioè il Papa dispone, al momento della sua morte e della morte dei futuri Papi, come deve funzionare il diritto d’uso di tutti i privilegi e di tutte le proprietà derivanti dalla Bolla precedente di Bonifacio VIII.
Testamento di cui l’esecutore è la Curia Romana, l’amministratore è il Collegio dei Cardinali e il Beneficiario, questa volta è il Re, sulla terra di proprietà del Papa. Quindi in due parole Dio ha dato tutto il mondo al Papa e il Papa concede pezzi di questo mondo ai Re.
Per cui da quel momento i Re del mondo hanno un mandato divino. Questa enciclica del 1455 (8 gennaio) si chiama “ROMANUS PONTIFEX” e fu emanata da Papa Niccolò V.
Cito un breve estratto significativo:
“Poiché abbiamo concesso precedentemente, con altre lettere nostre, fra le altre cose, piena e completa facoltà al Re Alfonso V di invadere, ricercare, catturare, conquistare, soggiogare tutti i Saraceni e qualsiasi pagano e gli altri nemici di Cristo, ovunque essi vivano, insieme ai loro regni e ducati, principati, signorie, possedimenti e qualsiasi bene, mobile e immobile, che sia di loro proprietà e di gettarli in schiavitù perpetua e di occupare, appropriarsi e volgere ad uso e profitto proprio, signorie, possedimenti e beni, in conseguenza della garanzia data dalla suddetta concessione, il Re Alfonso V (di Portogallo n.d.r), o il detto infante a suo nome, hanno legittimamente e legalmente occupato isole, terre, porti , acque e le hanno possedute e le posseggono e ad essi appartengono e sono di proprietà “de jure” del medesimo Re Alfonso V e dei suoi successori, possono compiere e compiano questa pia e bellissima opera, degna di essere ricordata in ogni tempo, che noi essendo da essa favoriti per la salvezza delle anime e il diffondersi della fede e la sconfitta dei suoi nemici, consideriamo un compito che concerne Dio stesso, la sua fede, la Chiesa Universale, con tanta maggiore perfezione, in quanto rimosso ogni ostacolo, diverranno consapevoli di essere fortificati dai più grandi favori e privilegi concessi da noi e dalla Sede Apostolica.”
Appena 30 anni dopo circa, nel 1481(21 giugno), viene emanata la terza Bolla, il terzo trust, o diritto fiduciario da Papa Sisto IV, chiamata “AETERNIS REGIS CLEMENTIA”, che si diversifica dalla Bolla precedente di poco, in quanto il “bene” concesso ai Re non è più la terra, ma sono gli esseri umani che abitano quella terra, che da quel momento vengono considerati incompetenti, incapaci e dunque soggetti ad amministrazione coatta.
In realtà questa Bolla di Sisto IV realizza la visione illuminata di Bonifacio VIII per cui gli esseri umani sono dispersi in mare e quindi: nulla ci appartiene, siamo in bancarotta, perché non siamo mai tornati a reclamare i nostri averi e diritti e quindi è lo Stato che si deve prendere cura di noi per il nostro bene.
Questo è il sistema in vigore ancora oggi, ma dimostriamo come:
[piccola postilla: gli originali delle Bolle del 1302, del 1455 e del 1481, non sono visibili, questo perché fino al XVIII secolo, il Vaticano, scriveva le proprie Bolle non su carta, considerata un mezzo privo di vita e quindi privo di valore, considerando invece a quei tempi (solo due secoli fa!!) che un documento per essere valido dovesse essere scritto su un materiale vivente.
Era perciò firmato con il sangue ed era scritto su una pergamena di pelle umana.
Parentesi nella parentesi: la recentissima firma della Regina Elisabetta del – criminale! – trattato di Lisbona, è stata fatto su una pergamena di capretto, poiché la Regina, come beneficiaria di un diritto divino, non può firmare un documento “morto”.
Non è tutto, la storia notifica, che le Bolle Papali erano scritte su pergamene di pelle di bambini, questo spiegherebbe perché sarebbe imbarazzante per il Vaticano mostrare gli originali]
Approfitto di questa piccola interruzione del racconto per sottolineare che non c’è nessun riferimento negativo a tutte le persone di Buon Cuore (con la B e C maiuscole!) che seguono e vivono secondo l’etica giusta e generosa della Chiesa Cattolica.
Il riferimento semmai è solo rivolto a quella “setta” che gestisce il mondo all’interno della Città del Vaticano. E sarebbe importante invitare i Veri Cristiani che si riconoscono in un Dio giusto e misericordioso, a pretendere, indagare e far luce su quello che avviene all’interno di quelle mura. Altrimenti, davvero, non ne usciremo mai!
“COSA” SIAMO NOI E “COSA” E’ LA REPUBBLICA ITALIANA
Nel 1933 c’è stata la peggiore bancarotta concordata, ormai famigerata: furono azzerati i debiti e fu ANCHE proibito il possesso dell’oro da parte dei privati (vi ricordate “l’oro alla patria”?) e gli Stati hanno conferito tutto il proprio oro, insieme a quello confiscato e raccolto, in un unico fondo globale, per custodire il quale è stata fondata la BIS, Bank for International Settlements (Banca per le Transazioni Internazionali) – che darà il via ad un’altra sconcertante storia, come il Sukarno Trust e le denunce attualissime tuttora in corso alla Federal Reserve, (ma ora non è il caso di parlarne, altrimenti rischiamo di mettere troppa carne al fuoco) – che ha sede a Basilea, in Svizzera e fu fondata e controllata dai Gesuiti e dai Cavalieri di Malta. Come per tutto il resto è facilmente verificabile e certificato, sempre per la legge del libero arbitrio.
Vi esorto a fare TUTTE le verifiche possibili e se vi va anche a fare ricerche su quel che sta succedendo con il fondo di oro globale e le richieste di risarcimento alla Federal Reserve.
Ma, sempre nel 1933 (udite, udite!,) le Nazioni diventano Società di Diritto Privato, registrate presso la SEC (Security Exchange Commission) con sede a Washington D.C., che è l’equivalente della nostra CONSOB (organismo che controlla la Borsa).
Queste Società di Diritto Privato chiamate Nazioni, apparentemente pubbliche e repubbliche, ma in realtà privatissime,possiedono oggi il DIRITTO DI PROPRIETA’ sulle persone nate in quello stato, in base alle tre Bolle Papali.
La prima istintiva reazione è: non l’Italia! Che è una Repubblica fondata sul lavoro e che ha la sua meravigliosa Costituzione!! Purtroppo invece è vero.
Andate a controllare voi stessi (in calce il link alla pagina della S.E.C): c’è la registrazione e il numero di registrazione di “ITALY REPUBLIC OF” – Company Registration Number 0000052782, con tanto di documenti di quotazioni di borsa, cessioni di quote ecc…
Il “Business Address è: “Ministero dell’Economia e delle Finanze – Via XX Settembre, 97 – Roma” e il mailing Address è : “C/O Studio Legale Bisconti, Via A. Salandra, 18 – Roma”.
Quindi l’Italia NON è una Repubblica libera e pubblica, ma una Private Company e lo Stato possiede il diritto di proprietà delle persone (noi tutti) nate sul suo territorio.
Ma abbiamo detto che la proprietà costituisce un diritto associato ad un trust, un atto fiduciario. Perché i potenti sanno che la proprietà è un concetto fittizio e quindi ANCHE LE PERSONE puoi possederle SOLO con un titolo di proprietà che conferisca il diritto d’uso. Al momento della tua nascita, senza avvisarti, è stato creato un trust, cioè un sistema fiduciario, che ha per oggetto la tua esistenza in vita. E i tuoi genitori hanno avvallato e firmato questo trust (io ho tre figli e mi sento morire per averlo fatto tre volte!) senza essere stati avvisati.
Infatti è proprio negli anni ’30 che diventa obbligatorio, guarda caso, registrare le nascite, appropriandosi così del consenso, anche se in questo caso senza essere stati doverosamente “avvisati”. Ecco perché questo sistema è, in parte, fraudolento. In realtà il Certificato di Nascita è un avvertimento, perché è la costituzione di una personalità fittizia, che non appartiene a te, ma a loro.
Infatti se erroneamente si potesse pensare che il Certificato di Nascita appartenga a noi, basterebbe provare ad andare in una qualsiasi anagrafe di competenza a chiederne l’originale: possiamo averne una copia, un estratto, ma MAI l’originale. Come a dire che dal momento della creazione del Certificato di Nascita esistono due entità (ricordate la casa di mattoni e il titolo di proprietà su quella casa che ha bisogno di un esecutore, di un amministratore e di un beneficiario?), che sono l’essere umano in carne ed ossa e la PERSONA, cioè un intermediario fittizio o una finzione giuridica, quindi un trust.
Questo trust è creato secondo le leggi Marittime e dell’Ammiragliato (Bibbia) che trascendono sempre le leggi delle varie nazioni e che è la giurisprudenza segreta dei potenti e dell’élite. Di questo trust che viene creato al momento della nascita, sulla tua esistenza in vita, l’esecutore è sempre un organo dello Stato, ma chi è il beneficiario di questo certificato di nascita? E’ la Società di Diritto Privato chiamata Repubblica Italiana (un’azienda quindi).
Ma beneficiario di cosa?
E’ beneficiario di un bond, di un titolo di possesso, o di una quota societaria che attualmente viene stimato approssimativamente intorno ai DUE MILIONI DI DOLLARI. In pratica lo Stato Italiano crea alla tua nascita due milioni di dollari a mezzo di un bond o titolo e il collaterale di questo bond è la tua esistenza in vita, che significa: produttività, forza lavoro (sempre meno pagata e tutelata così ci guadagnano di più), valore reale!
L’equivalenza perversa è: nascita = creazione di un bond e di denaro fittizio = collaterale la tua esistenza in vita e quindi il tuo futuro lavoro (pagato pochissimo se possibile e come stanno evidentemente facendo) = schiavitù!
Il “tuo bond” è depositato alla S.E.C, come security, o titolo fiduciario ed entra a far parte del patrimonio di quella Private Company registrata in modo ingannevole come Repubblica Italiana. Per favore verificate tutto ciò che vi è stato detto, bastano pochi secondi su Google. Ma manca ancora la terza parte per dar vita a questa finzione giuridica: l’amministratore, quello che per contratto (trust o certificato di nascita in questo caso) si accolla l’obbligo di prendersi cura del “bene”.
Chi è che ha questo ruolo?
Ogni qual volta, qualsiasi autorità (dal vigile urbano, al giudice della Corte Costituzionale) ti domanda “è lei Pinco Pallino?” e tu rispondi “sì”, in quel preciso momento ti sei autonominato amministratore di quel trust. Sei quindi caduto nel tranello in cui ti hanno messo fin dalla nascita, perché nella finzione hanno bisogno che tu ti creda l’amministratore di quella “esistenza in vita”, nella realtà invece, tu e quel trust che porta il tuo nome siete due entità completamente distinte e separate. L’essere umano in carne ed ossa si scrive con le iniziali maiuscole e le altre lettere minuscole (come ci hanno sempre insegnato anche a scuola), la persona giuridica invece, fittizia, si scrive con tutte le LETTERE MAIUSCOLE.
Controllate tutti i vostri documenti d’identità, le comunicazioni bancarie, le notifiche erariali, il tesserino sanitario ecc…
Se provaste ad andare per esempio in banca e chiedeste all’impiegato di scrivere il vostro nome con le iniziali maiuscole e il resto minuscolo, se è un ignorantone ci proverà, ma sarà costretto a rispondervi che è impossibile perché il “sistema” non lo permette. Quindi, ricapitolando: se il 99% del diritto è basato sulla presupposizione, si presuppone che qualcosa sia vero e nessuno mette in discussione quella presupposizione perché il sistema è ancora basato sul meccanismo della “confessione”, esattamente come ai tempi dell’Inquisizione; per funzionare il sistema ha bisogno che tu accusi te stesso e quindi tutto è basato sul tuo consenso, sul tuo libero arbitrio!
E’ necessario infatti che tu accusi te stesso, ma di cosa? Del “peccato originale”. E che cos’è?
La frode! L’utilizzo del nome che non ti appartiene, quel nome che da quando sei nato è stato scritto a lettere maiuscole e che è una proprietà intellettuale dello Stato, che ti ha messo in condizioni di usare fraudolentemente. Nel momento in cui lo usi dichiari: che sei nato privo di diritti, che sei in bancarotta, perché la tua vita, il tuo nome e la tua esistenza sono gestiti da altri che non sei tu; sei, perciò, da quando sei nato, in un regime di amministrazione controllata, dove il tuo nome non appartiene a te ma ad altri.
Ma è ancora peggio di così! Secondo il Codice dell’Ammiragliato, o Codice Marittimo (Bibbia), sei nato disperso in mare, perché questo dicono le Bolle Papali, sulle quali si basa tutto il sistema; tu, al momento della nascita e attraverso il canale uterino, sei caduto in acqua e sei disperso in mare e non sei mai riuscito a raggiungere la terra ferma, in modo da poterti alzare in piedi e affermare “io sono un essere umano libero davanti a Dio”.
Poiché le Bolle Papali si giustificano secondo mandato divino.
Perché sono loro che usano la parola Dio, sono loro che hanno chiamato in causa Dio, sono loro che hanno tradotto la Bibbia con il termine Dio, che originariamente non VIENE MAI CITATO (a proposito la Bibbia diventa Codice di Diritto Nautico sostituendo la parola “peccato” con “debito” n.d.r). Il diritto quindi è sempre di provenienza divina, noi siamo perciò creature “divine” (vd. vera traduzione della Bibbia) e loro lo sanno benissimo; non possono quindi creare un diritto fittizio, hanno assoluto bisogno di far discendere il loro diritto da Dio.
Quindi loro usano questo Dio (diritto) e se tu usi il loro stesso Dio, ti sei autodefinito incapace, disperso, senza diritti. Pensate la perversione, se tu utilizzi quello che loro ti hanno detto, imposto di utilizzare, dichiari e confermi di essere incapace di prenderti cura di te stesso. Quindi, ricapitoliamo: usano una Società di Diritto Privato, quotata, fingono che sia uno Stato, un ente pubblico, in realtà è privatissimo, e lo usano per fare business (quattrini, denaro, profitto! E ci chiedono anche di pagare le tasse per mantenere una Società di Diritto Privato che non è nostra!) attraverso la tua esistenza, oggetto di quell’entità fittizia scritta tutta a lettere maiuscole, quotata alla S.E.C. di Washington D.C..
Il concetto è, quindi, che se tu accetti questo presupposto, ti autodefinisci incapace, bisognoso di essere amministrato in modo coatto, perché oltre ad essere disperso in mare, quindi senza diritti e in bancarotta (non hai mai reclamato ciò che è tuo), non sai neanche chi sei! Per assurdo, ogni autorità, infatti, deve chiederti chi sei, altrimenti non ti può toccare nemmeno con un dito. Non avrebbe la giurisdizione per farlo (si parla di diritto amministrativo, tributario, civile ecc…se uccidi qualcuno, quindi codice penale, è un po’ diverso, ma non troppo…).
I nostri tribunali infatti sono TRIBUNALI DI DIRITTO PRIVATO, quindi TRIBUNALI AZIENDALI!
Stessa cosa vale per il denaro, le banconote “euro”: siamo stati avvertiti, sopra c’è scritto “proprietà della Banca Centrale Europea”, non è nostro è della BCE, ma se noi accettiamo di usarlo, come per il nome fittizio, ci autoproclamiamo incapaci e incompetenti ai loro occhi (disperso in mare, ecc…). Hanno creato quindi un sistema di governo chiamato cosa pubblica, che invece è privatissima, che include partiti, Parlamento, Governo, elezioni e se tu accetti di partecipare a questo gioco ti autodefinisci di nuovo incapace e incompetente (disperso in mare, ecc…), bisognoso di amministrazione coatta.
A fronte di questo lungo e, immagino sconvolgente racconto per molti di voi, la prima riflessione è:
Come facciamo a cambiare in meglio una cosa che non ci appartiene affatto?
Ma del resto il nostro inconscio ce lo dice, nelle ultime amministrative ha votato il 50% degli aventi diritto; una persona su due considera offensivo per la propria intelligenza andare a votare. Quindi a questo punto, se è tutto chiaro, gli interrogativi sono solo due:
– Cosa possiamo fare per sottrarre il nostro consenso a questa frode che ci vede protagonisti “involontari” fin da quando siamo nati? Cosa possiamo fare comprende il salvare il salvabile, dai pignoramenti per esempio, da Equitalia, perché non siamo NOI, persona fisica in carne ed ossa a dover pagare le tasse, ma è l’entità fittizia che noi legittimiamo nel momento che la usiamo fraudolentemente (lettere maiuscole).
Quindi, in modo individuale possiamo utilizzare noi le loro stesse leggi, Codice Nautico e dell’Ammiragliato (Bibbia) in maniera tale che siano loro a cadere in disonore?
Conoscendo la legge possiamo fare qualcosa?
Domanda numero due:
Cosa possiamo fare invece collettivamente per creare un’alternativa a questo sistema marcio, fraudolento che è stato creato a loro favore a nostro totale sfavore?
Come possiamo modificarlo se non ci appartiene?
Intanto, mentre ci pensiamo, possiamo soltanto smettere di partecipare. Concludendo, i nodi cruciali sono due: il denaro e come si prendono le decisioni, che è sinonimo di politica. Ma c’è un punto in più che è diventato chiarissimo: non si possono trattare separatamente denaro (economia, finanza, crisi ecc…), la politica, cioè il modo in cui si prendono le decisioni, la religione e il diritto, perché per i potenti, l’élite, sono la stessa identica cosa.
Questa pagina prova che l’Italia non è una “Repubblica costituzionale fondata sul lavoro”, ma una Società Privata registrata presso la S.E.C. di Washington D.C., in America:

https://alienifranoi.wordpress.com/2015/06/24/la-schiavitu-globale-e-iniziata-nel-1302-d-c-con-le-bolle-papali/
fonte: alfredodecclesia.blogspot.it

lunedì 22 giugno 2015

ciao Laura



« Forse non ero tagliata per fare l'attrice. Non ero preparata ad affrontare quella carriera, il successo, la popolarità, quell'ambiente, con le illusioni e le delusioni. Sono sempre stata una persona semplice, timida. »

(Laura Antonelli)

nome d'arte di Laura Antonaz, è stata un'attrice italiana. Raggiunse l'apice del successo negli anni settanta e ottanta, recitando dapprima in pellicole erotiche e poi in film d'autore.

Dall'Istria a Roma

Laura Antonelli nacque a Pola, città istriana all'epoca italiana. Insieme alle attrici Femi Benussi, Alida Valli e Sylva Koscina fu una delle componenti del gruppo definito "delle bellissime quattro" dalmato-istriane. Profuga durante l'esodo istriano in seguito alla sconfitta italiana nella Seconda guerra mondiale e alla conseguente perdita dell'Istria, la Antonelli si trasferì con la famiglia a Napoli dove, dopo aver frequentato le scuole superiori, si diplomò presso l'Istituto Superiore Pareggiato di Educazione Fisica.

Trasferitasi a Roma fu insegnante di Educazione fisica prima di approdare all'attività di attrice.

Gli esordi artistici

Dopo aver girato alcuni Caroselli per la Coca Cola e posato per numerosi fotoromanzi diffusi anche all'estero, la Antonelli esordì nel cinema con piccoli ruoli in vari film, a cominciare da Il magnifico cornuto di Antonio Pietrangeli del 1964 e Le sedicenni di Luigi Petrini del 1965.

La prima parte recitativa importante le venne offerta nel 1969 dal regista Massimo Dallamano che la selezionò come protagonista di Venere in pelliccia, film ispirato al romanzo di Leopold von Sacher-Masoch, ma l'occasione sfumò per via dell'applicazione di una severa censura che bloccò l'uscita del film, che verrò poi riproposto sei anni più tardi con il titolo Le malizie di Venere.

La vera popolarità venne nel 1971 quando la Antonelli raggiunse una certa notorietà recitando nel film Il merlo maschio, il primo di molti film erotici in cui l'attrice lavorò, interpretato al fianco di Lando Buzzanca e diretto da Pasquale Festa Campanile.

Il successo di Malizia

Nel 1973 interpretò il ruolo di una sensuale cameriera in Malizia di Salvatore Samperi, accanto a Turi Ferro ed al giovane Alessandro Momo. Il film, che incassò la cifra di 6 miliardi di lire, divenne un vero cult movie, entrando nell'immaginario erotico degli spettatori e innalzando l'attrice a "icona sexy" italiana: cona la sua partecipazione al film la Antonelli ottenne il Nastro d'Argento alla migliore attrice protagonista, conferitole dal Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani e il Globo d'oro alla miglior attrice rivelazione, premio della stampa estera.

« Sono bassina, un po' tondetta e ho le gambe piuttosto corte: chissà perché piaccio? »

(Laura Antonelli)

Per Laura Antonelli si spalancarono quindi le porte della notorietà e della ricchezza con un cachet che passò da 4 a 100 milioni di lire per film.

In seguito la Antonelli alternò interpretazioni in film d'autore come Trappola per un lupo di Claude Chabrol, sul cui set conobbe Jean-Paul Belmondo con il quale ebbe una travagliata relazione, Sessomatto di Dino Risi e Mio Dio, come sono caduta in basso! di Luigi Comencini per il quale vinse un secondo Globo d'oro), a film interamente scritti per la sua figura di attrice come Peccato veniale, sempre di Salvatore Samperi, o Divina creatura di Giuseppe Patroni Griffi nel quale la Antonelli interpretò una scena di nudo integrale della durata di ben sette minuti.

Dal 1976 lavorò con registi che disvelarono il lato personale dell'attrice fino ad allora nascosto dalla sua prorompente fisicità: si ricordino L'innocente di Luchino Visconti, nel 1977, Gran bollito di Mauro Bolognini e Passione d'amore di Ettore Scola del 1981, per il quale ricevette una candidatura al David di Donatello per la migliore attrice non protagonista.

In seguito la Antonelli lavorò principalmente in commedie come Malato immaginario e l'Avaro, entrambi di Tonino Cervi con Alberto Sordi protagonista alternando altre interpretazioni nel filone erotico, sempre diretta da Samperi, in Casta e pura (1981), al fianco di Massimo Ranieri.

Anni ottanta: Grandi Magazzini

Per tutti gli anni ottanta lavorò in pellicole comiche o erotiche: fu insieme ad altri attori famosi nel cast di Grandi magazzini di Castellano e Pipolo e al fianco di Diego Abatantuono in Viuuulentemente mia di Carlo Vanzina. Nel 1985 interpretò La Venexiana, pellicola ispirata all'omonima commedia del '500, accanto a Monica Guerritore e al figlio dell'attore scozzese Sean Connery, Jason. Sul finire del decennio approdò sul piccolo schermo con due mini serie televisive che riscossero un discreto gradimento del pubblico: Gli indifferenti (1988) e Disperatamente Giulia (1989), dirette rispettivamente da Mauro Bolognini ed Enrico Maria Salerno.

Vicende giudiziarie

La parabola ascendente di Laura Antonelli si interrompe a causa dell'uso di droghe e ad un'operazione chirurgica non riuscita che le deteriora i lineamenti.

Nella notte del 27 aprile 1991, quando nella sua villa di Cerveteri vengono trovati 36 grammi di cocaina, l'attrice è arrestata dai carabinieri della locale stazione e associata alla casa circondariale di Rebibbia (Roma), dove però resta solo qualche giorno, a seguito della concessione degli arresti domiciliari. È condannata in primo grado a tre anni e sei mesi di carcere per spaccio di stupefacenti.

Nove anni dopo, nel 2000, è invece assolta dalla Corte d'appello di Roma, che la riconosce consumatrice abituale di stupefacenti, ma non spacciatrice. La legge italiana sulla droga è nel frattempo cambiata e l'assunzione di sostanze stupefacenti per uso personale, entro i limiti stabiliti dalla legge, non è più considerata reato. Ciò determina il proscioglimento di Laura Antonelli dalle accuse formulate nei suoi confronti e la non punibilità per i reati a lei ascritti.

Il desiderio di rivedere Laura Antonelli sul grande schermo, dopo le disavventure personali e giudiziarie per i fatti di droga, si concretizza nella realizzazione nel 1991 di Malizia 2000, séguito della pellicola che l'aveva resa famosa quasi venti anni prima. Il film è ancora una volta diretto da Salvatore Samperi e prodotto da Silvio Clementelli. Il commento musicale è di nuovo affidato a Fred Bongusto. L'operazione commerciale, però, non sortisce l'effetto sperato ed il film si rivela un fiasco al botteghino.

I contraccolpi di questo insuccesso, unitamente alle vicende giudiziarie di cui è suo malgrado protagonista, spingono l'attrice ad abbandonare definitivamente il mondo dello spettacolo. Nel corso della lavorazione di Malizia 2000 si sottopone alle cure di un chirurgo estetico, il quale le pratica delle iniezioni di collagene al viso, per nascondere alcuni inestetismi tipici dell'età, ma l'infausto effetto delle iniezioni al viso ha come risultato quello di deturparne i lineamenti.

Tale episodio è in seguito al centro di un processo civile, che vede contrapposta l'attrice al produttore e al regista del film, rei di averla costretta a sottoporsi al trattamento antirughe, nonché al chirurgo plastico, per avere materialmente eseguito le iniezioni di collagene. Secondo i legali di Laura Antonelli, i trattamenti estetici avrebbero sfigurato la propria assistita, deturpandone i lineamenti del viso, a seguito di una reazione allergica alle sostanze iniettatele. In conseguenza di ciò, ai tre viene chiesto un risarcimento di trenta miliardi di lire.

Dopo tredici anni di attesa, sulla base della relazione tecnica redatta da un pool di esperti, il Tribunale di Roma respinge la richiesta di maxirisarcimento e sentenzia che le alterazioni dermatologiche patite da Laura Antonelli non vanno ascritte alle sostanze iniettatele, bensì a una reazione allergica nota come edema di Quincke, che non ha nulla a che vedere con il trattamento estetico praticatole. Di conseguenza, il chirurgo plastico è scagionato da ogni accusa, così come il produttore e il regista citati in giudizio dai legali dell'attrice.

Le ripercussioni del processo per droga e l'eccessiva lentezza di quest'ultimo fanno scivolare Laura Antonelli in una condizione di profonda sofferenza psichica, che ne determina il ricovero presso il centro d'igiene mentale di Civitavecchia in più di un'occasione. Ciò spinge i legali dell'attrice a citare in giudizio il Ministero di Grazia e Giustizia, chiedendo un adeguato risarcimento. Nel 2003, a Laura Antonelli viene riconosciuto in primo grado un risarcimento di diecimila euro, ritenuto inadeguato a risarcire i danni di salute e di immagine patiti dall'attrice. Dopo il ricorso in appello, nel 2006 la cifra è elevata a 108.000 euro più gli interessi. La sentenza è confermata in via definitiva dalla Corte di Cassazione nel 2007.

Gli ultimi anni

Il 3 giugno 2010 l'attore Lino Banfi lanciò un appello dalle pagine del Corriere della Sera all'allora presidente del consiglio Silvio Berlusconi e al ministro per i Beni e le Attività Culturali Sandro Bondi, in cui chiedeva sostegno economico per la Antonelli che si trovava in una situazione di sofferenza economica. Sebbene il Ministro avesse accolto la richiesta auspicando l'applicazione della legge Bacchelli a sostegno degli artisti, l'attrice fece sapere di preferire di non essere aiutata e di essere invece dimenticata.

Nel frattempo è stata interdetta ed i suoi tutori erano il Sindaco di Ladispoli Crescenzo Palliotta e il suo Avvocato Mario Paggi. Dal 2009 era sotto tutela dei servizi sociali.

Muore a Ladispoli nel giugno 2015 all'età di 73 anni vittima di un infarto.

Filmografia

Il magnifico cornuto, regia di Antonio Pietrangeli (1964)
Le sedicenni, regia di Luigi Petrini (1965)
Le spie vengono dal semifreddo, regia di Mario Bava (1966)
Scusi, lei è favorevole o contrario?, regia di Alberto Sordi (1966)
La rivoluzione sessuale, regia di Riccardo Ghione (1968)
L'arcangelo, regia di Giorgio Capitani (1969)
Un detective, non accreditata, regia di Romolo Guerrieri (1969)
Venere in pelliccia (alias Le malizie di Venere), regia di Massimo Dallamano (1969-1975)
Sledge (A Man Called Sledge), regia di Vic Morrow (1970)
Gradiva, regia di Giorgio Albertazzi (1970)
Incontro d'amore, regia di Paolo Heusch e Ugo Liberatore (1970)
Gli sposi dell'anno secondo (Les mariés de l'an II), regia di Jean-Paul Rappeneau (1971)
Il merlo maschio, regia di Pasquale Festa Campanile (1971)
Senza movente (Sans mobile apparent), regia di Philippe Labro (1971)
Nonostante le apparenze... e purché la nazione non lo sappia... All'onorevole piacciono le donne, regia di Lucio Fulci (1972)
Trappola per un lupo (Docteur Popaul), regia di Claude Chabrol (1972)
Malizia, regia di Salvatore Samperi (1973)
Sessomatto, regia di Dino Risi (1973)
Peccato veniale, regia di Salvatore Samperi (1974)
Simona, regia di Patrick Longchamps (1974)
Mio Dio come sono caduta in basso!, regia di Luigi Comencini (1974)
Divina creatura, regia di Giuseppe Patroni Griffi (1975)
L'innocente, regia di Luchino Visconti (1976)
Gran bollito, regia di Mauro Bolognini (1977)
Mogliamante, regia di Marco Vicario (1977)
Letti selvaggi, regia di Luigi Zampa (1979)
Il malato immaginario, regia di Tonino Cervi (1979)
Mi faccio la barca, regia di Sergio Corbucci (1980)
Passione d'amore, regia di Ettore Scola (1981)
Il turno, regia di Tonino Cervi (1981)
Casta e pura, regia di Salvatore Samperi (1981)
Viuuulentemente mia, regia di Carlo Vanzina (1982)
Porca vacca, regia di Pasquale Festa Campanile (1982)
Sesso e volentieri, regia di Dino Risi (1982)
Tranches de vie, regia di François Leterrier (1985)
La gabbia, regia di Giuseppe Patroni Griffi (1985)
La venexiana, regia di Mauro Bolognini (1986)
Grandi magazzini, regia di Castellano e Pipolo (1986)
Rimini Rimini, regia di Sergio Corbucci (1987)
Roba da ricchi, regia di Sergio Corbucci (1987)
Gli indifferenti, regia di Mauro Bolognini (1988) Miniserie TV
Disperatamente Giulia, regia di Enrico Maria Salerno (1989) Miniserie TV
L'avaro, regia di Tonino Cervi (1990)
Malizia 2000, regia di Salvatore Samperi (1991)

fonte: Wikipedia

L'INNOCENTE - TRAILER

la bella addormentata



è un film del 1942 diretto da Luigi Chiarini.

Nonostante il titolo, la pellicola non ha nulla a che fare con la fiaba di Charles Perrault, ma è tratta dall'omonimo dramma teatrale di Rosso di San Secondo, e rappresenta uno dei maggiori esempi del filone cinematografico italiano noto come calligrafismo.

La pellicola venne presentata alla Mostra di Venezia 1942.
Riduzione, di Luigi Chiarini, dal dramma omonimo del 1919 di Pier Maria Rosso di San Secondo.
Il film, realizzato negli studi del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, uscì nelle sale nella seconda metà del settembre 1942.

Trama

Una servetta, Carmela (Luisa Ferida) giunge dal paesello al servizio nella casa di un notaio, Don Domenico (Osvaldo Valenti), ipocrita ed ambiguo e viene da questi sedotta. La ragazza fugge dalla casa e cade nelle spire di una megera che lusingandola con promesse vuol far mercato della sua bellezza. Un giovane, Salvatore detto il Nero (Amedeo Nazzari), che lavora nella zolfatare la toglie dalla turpe casa e impone al notaio di riparare il mal fatto sposandola. La ragazza trascorre le varie vicende come in uno stato di rintontimento. Il giorno delle nozze essa sviene prima di entrare in chiesa e si ammala gravemente. Prima di morire rivela che il solfataro era il suo unico amore e la incomprensione di lui ha causato la sua malattia.

Stampa

"'Avventura colorata', definì questa sua commedia Rosso di San Secondo; egli voleva riunire ad un soggetto terriero foscamente dipinto qualche accenno surrealistico derivato dal Verga, dal De Roberto, dal Capuana. E Chiarini, pittore meticoloso e raffinato, di ambienti, accortissimo conoscitore delle più recenti espressioni pittoriche[..] ha puntato l’obiettivo sui due poli opposti: il villaggio siciliano[..] e la donna dalla treccia nera e dall'incedere di coefora [..] senza mostrarci una siepe di fichi d’india o un aranceto (aborrendo cioè dal pittoresco)ha composto un 'clima' siciliano perfetto: cattolico e geloso, arroventato e assoluto, nutrito di cibi pepati e vini densi, di coralli e di cristalli. Dentro questo clima, 'la bella addormentata' passa come l’angelo dantesco sullo Stige 'con le piante asciutte'. Sotto la direzione di Chiarini la Ferida è perfetta nei gesti, nella impostazione della figura, negli sguardi, nella voce.”

(Raffaele Calzini, in "Film quotidiano", 7 settembre 1942.

fonte: Wikipedia

FILM COMPLETO

sabato 20 giugno 2015

gli hippie, ovvero gli ultimi europei liberi


A distanza di più di sei lustri dal periodo in cui emerse e scomparve la figura dell'hippie, oggi molti credono che su di lui sia stato detto tutto, ma così non è. In realtà, a quanto mi consta, buona parte di ciò che si è scritto in proposito non lo riguarda. L'hippie, nel suo significato più nobile ed essenziale, non aveva infatti nulla a che vedere con il contestatore di sinistra, studente od operaio, con il reazionario di destra, con l'intellettuale impegnato, con il "drogato" o con il barbone mendicante, e neppure con il presunto artista che, insieme all'acqua sporca dell'ipocrisia culturale dominante, gettava via il bambino della bellezza atemporale.

L'hippie, essendo un uomo del Tao, si muoveva (o, meglio, si muove) fuori dal tempo e da una visione dell'uomo e della vita irriducibilmente fondata sull'ignoranza (avidya). L'illusione della Storia, il moto ondoso dell'apparire e scomparire delle civiltà, la teoria dell'evoluzione, con i suoi derivati, e le varie dottrine evoluzionistiche non gli interessavano; i suoi punti di riferimento fondamentali e fonti di ispirazione erano la Natura e il sapere-saggezza


In questo scorcio di Kali-yuga, egli va pertanto considerato come una testimonianza dell'archetipo dell'uomo irrudicibilmente libero (l'Adam Kadmon, l'Uomo universale, il Purusha) o, quantomeno, dell'aspirante alla Liberazione.

LA FUGA DALLE CITTA'
E DALLA VITA ARTIFICIALE MODERNA

Egli, innanzitutto, rifuggiva le città, considerandole un'espressione della grave malattia nella quale è andata gradatamente cadendo l'umanità;[2] le mura, i grandi agglomerati di case, le strade senza asperità, la ricerca della comodità ad oltranza, un'organizzazione sociale negatrice di ogni dignità e libertà da che cosa nascono, infatti, se non dalla paura della Natura sia nel suo aspetto femminile, che in quello maschile?

Nelle città l'individuo, pur essendo circondato da migliaia o milioni di altri suoi simili, vive in una condizione di profondo isolamento ed alienazione che lo impossibilita a comunicare.

L'USO DI PIANTE PSICOTROPE PER ABBATTERE
LE BARRIERE MENTALI DEL SISTEMA

Evadere dalla prigione-città non è però facile: per abbattere il muro interno ed esterno in cui il burattino-schiavo dell'Era Oscura si dibatte sono necessarie una grande forza ed una precisa conoscenza sovrasensibile che l'istruzione scolastica e quella religiosa, coadiuvate da un esercito di psichiatri, secondini della mente, hanno viepiù tentato di negare e cancellare, soprattutto in Occidente.
Ecco allora apparire provvidenzialmente all'orizzonte, insieme ad altre forme di iniziazione valide ma meno deflagranti e rapide, le medicine estreme delle sostanze psicotrope o "acque corrosive". Il fatto che siano "estreme" sottolinea subito la loro pericolosità, almeno dal punto di vista dell'identificazione nella soggettività. Esse, se utilizzate in senso liberatorio e sacrale, valgono infatti quali scorciatoie, esplosivi o veleni capaci di abbattere resistenze tenaci, corrodendo una coscienza di sé costipata nello spazio ristrettissimo di una visione di vita, quella moderna occidentale, secondo il cui falso sapere l'uomo si riduce ad essere soltanto un corpo ed una mente dicotomica.


Quanto sopra non dev'essere interpretato, si badi bene, come un incoraggiamento ad usare in modo superficiale le piante di potere, bensì quale argomentazione a sostegno dell'uso spiritualmente valido che ne fecero gli hippies. Le stesse, infatti, se usate soltanto a fini ludici, vanno né più né meno equiparate alle sigarette, all'alcool, alla televisione, agli psicofarmaci e alle numerose altre "droghe", più o meno nefaste, spacciate come lecite o illecite, a seconda del tornaconto, nella nostra società.

Gli hippies comunque non consideravano tutte le sostanze psicotrope valide ai fini della liberazione dall'ignoranza, ma tendevano a prediligere quelle naturali, le stesse usate dai sadhu indiani, con l'esclusione degli oppiacei (in particolare, morfina ed eroina) - che ottundono la coscienza invece di espanderla ed acutizzarla - e in genere di quelle che danno gravi effetti di dipendenza. Tra gli allucinogeni (naturali o sintetici) ebbero grande importanza l'LSD – sostanza semisintetica poiché per produrla è necessario partire sempre dall'alcaloide della segale cornuta –, la datura stramonium o, meglio, inoxia (la varietà più potente che cresce ai tropici) e il fungo psilocybe.

La morfina e l'eroina vennero introdotte negli ambienti dei giovani non omologati dall'establishment con il preciso intento di distruggere e vanificare dall'interno le loro istanze di liberazione. «We can change the world» faceva paura: non si poteva accettare che dal recinto degli schiavi produttori di energia qualcuno fuggisse. Molti caddero nella trappola, ma non tutti. Quei pochi che in India vennero iniziati da autentici Baba all'uso sacrale del chilum si sottrassero all'eccidio.

La consapevolezza che il chilum di ganja o l'LSD sono soltanto strumenti, il dito che indica e non la luna indicata, permise a costoro di non affondare nei pantani della dipendenza e di volare leggeri verso il Sole ineffabile.

GLI HIPPIE, OVVERO GLI ULTIMI EUROPEI LIBERI

Gli hippies furuno gli ultimi occidentali a poter calcare la via dell'Oriente in piena libertà. Essi amavano sia il viaggio interiore che quello fisico, considerandoli un tutt'uno. Percorsero il lungo tragitto dall'Europa all'India e al Nepal con treni, autobus, automobili o pulmini preparati in modo speciale, o altri mezzi di fortuna, spesso senza denaro e passaporto. I popoli islamici li guardarono con simpatia, intravvedendo in essi consonanze con la follia sufica. L'India del Sanatana-dharma li accettò e Shiva li prese sotto la sua protezione.

Per quanto mi riguarda, cominciai a "viaggiare" a diciott'anni, nel '65, allorché, dopo essermi fortunosamente diplomato, me ne andai a Roma in Piazza di Spagna, prima con una vespetta cinquanta e poi in autostop. Colà, i primi "capelloni" italiani cantavano le canzoni dei Rokes, solidarizzavano tra loro, bevevano vino e andavano a dormire a Villa Borghese, senza che Carabinieri o Polizia li disturbassero troppo.

GLI HIPPIE SFIDANO IL SISTEMA RIFIUTANDO
PASSAPORTO E DENARO


Fu quindi nell'ottica di un superamento della dicotomia esterno-interno che il passaporto e il denaro - i quali, pur essendo in sé e per sé solo carta straccia o semplici strumenti per nutrirsi e viaggiare, simboleggiavano l'attaccamento ad una identità artificiosa - vennero rifiutati.


Basta un attimo di riflessione impersonale per realizzare, almeno intellettualmente, che, prima di essere un nome e cognome (l'onda), siamo l'Io Sono Vita onnipervadente (l'oceano), in sanscrito l'Atman. Non si semina denaro per produrre grano, riso o frutta, e non abbiamo chiesto noi di vivere e di essere quello che siamo; perciò, se esiste uno stomaco preposto a precise funzioni, esisterà necessariamente un cibo adatto a lui


Prima di cacciare o di faticare, coltivando la terra, l'uomo si sostentava raccogliendo quello che la Natura gli offriva.[19] Il concetto di lavorare per vivere è dunque assurdo e sbagliato e contrassegna l'Era Oscura nella quale stiamo annaspando. Ne consegue che l'hippie, rigettando passaporto, denaro e lavoro, aspirava, in pieno Kali-yuga, a vivere nel Satya-yuga, l'Era della Verità e della spontaneità.

Parrà strano e persino crudele, ma il mio Maestro mi insegnò che l'attuale genere umano si divide sinteticamente in due categorie: quelli che, essendo soggetti all'ignoranza principiale (avidya), pagano la vita, e quelli che, essendosene liberati coll'abbandonarsi a Shiva - la Realtà indescrivile e intelligente che si prende cura di se stessa -, ottengono ricchezza e beatitudine senza compiere il minimo sforzo. I sadhu vanno però distinti dai mendicanti e infatti, nell'India tradizionale, offrire loro cibo costituisce un privilegio e fonte di meriti spirituali, non un'elemosina.