venerdì 22 maggio 2015

chi è Dio?



Dio esiste? Vi sono molti credenti monoteisti - cristiani, mussulmani, ebrei - i quali appunto credono che Dio esista solo perché l'hanno letto in qualche libro cosiddetto “sacro” o perché glielo hanno insegnato sin da quando erano bambini. Così loro non hanno dubbi che la Bibbia, il Corano o la Torah, sia indiscutibilmente “la parola di Dio”, e che quindi il dio lì descritto, con tutte le sue contraddizioni e le sue assurdità debba esistere realmente.

D'altro canto vi sono poi una minoranza di atei, i quali, al contrario, sono assolutamente certi che Dio non esista. Alcuni di questi si spingono addirittura a pretendere di dimostrare l'inesistenza di Dio con argomenti pseudoscientifici o pseudologici, sostenendo che date le incoerenze dei testi cosiddetti “sacri” allora nessun dio possa esistere (come se l'unico dio possibile sia appunto quello antropomorfo descritto in tali testi), oppure che dato che la scienza permette di misurare le cose materiali allora debba necessariamente poter misurare anche il Creatore, ma non si rendono neanche conto dell'erroneità di base dei loro ragionamenti.

Almeno gli agnostici, cioè coloro che dicono: “Non diciamo nulla, perché non possiamo saperlo” fanno una figura decisamente migliore.

Vi sono un'infinità di cose che gli strumenti scientifici non possono misurare o rilevare, come ad esempio i sentimenti, l'amore, i pensieri, i desideri, le passioni, gli stati d'animo, eppure tutti sanno che esistono perché le sentono, le vedono anche se nessuno strumento scientifico è capace di farlo. Chi sostenesse che sono illusioni solo perché non sono rilevabili o spiegabili scientificamente si coprirebbe di ridicolo. Non è molto differente da chi pretende di mettere Dio sotto il microscopio o di volerlo spiegare con le leggi della fisica.

I materialisti non credono neppure all'esistenza dello spirito o dell'anima. Gli uomini e gli animali, secondo loro, sarebbero semplicemente animati da una casuale e fortuita combinazione chimico-fisica di atomi. Ebbene se gli uomini non fossero altro che ingranaggi organici dovrebbero poter essere rianimati semplicemente riaggiustandoli, riparandoli. Si dovrebbe poter prendere un corpo umano come faceva Frankenstein, unire i pezzi, come in una macchina, e dare una carica energetica. I materialisti in fondo sostengono esattamente questo, non essendoci nessun elemento immateriale che anima l'uomo, cosa impedirebbe di rivitalizzare esseri umani o animali? In realtà i materialisti sanno benissimo che gli esperimenti di Frankenstein sono ridicoli, eppure non arrivano a capire che le loro tesi dicono esattamente che quegli esperimenti sarebbero possibili. Ben il 50% degli scienziati premi Nobel crede che l'uomo, come l'animale, sia uguale a una macchina che funziona solo in virtù del puro caso fortuito e che non esiste niente che non possa essere rilevato dagli strumenti. L'influenza delle loro opinioni è determinante per la scienza ufficiale, pensate come siamo messi male se neppure persone così intelligenti e colte arrivano a capire l'ingenuità enorme di questi concetti.
Come per sapere che i sentimenti o le anime esistono non abbiamo bisogno di strumenti scientifici (né servirebbero a nulla in questo caso), così non abbiamo bisogno di strumenti per sapere se Dio o gli spiriti esistono. L'intelligenza dell'essere umano è l'unico strumento che ci serve! Occorre solo aprire la mente a 360 gradi e ragionare con la logica, abbandonando ogni preconcetto o pregiudizio.

Ragioniamo con la mente aperta: se voi passeggiate in una bellissima foresta incontaminata dall'uomo e a un tratto, in mezzo alle meraviglie della natura, vi imbattete in un sofisticato telefonino, cosa pensate? Che quella combinazione di atomi di plastica, metallo, silicio e vetro siano una combinazione casuale della Natura, del brodo primordiale, oppure pensate che è un prodotto dell'intelligenza umana? Voi direte certamente che se anche in teoria esistesse una remotissima infinitesimale probabilità su miliardi di miliardi che quel telefonino fosse un prodotto del puro caso, è infinitamente più probabile che sia invece un prodotto dell'ingegno umano. Perché? Perché in esso avete riconosciuto un segno inequivocabile di una intelligenza elevata, la quale ha costruito quell'oggetto seguendo criteri precisi, che appunto sono caratteristici e propri dell'intelligenza, non del caso.

Bene. Ora, guardatevi intorno, guardate le meraviglie della Natura, dalla più piccola cellula fino al corpo umano. Dal più piccolo insetto fino agli organismi più grandi. Ebbene, non riconoscete da nessuna parte neppure il più piccolo segno di intelligenza? Pensate davvero che tutto quello che vi è sulla Terra sia semplicemente il frutto casuale e fortuito di un brodo primordiale di atomi che vagavano a casaccio? Diciamo che ci sono le stesse probabilità che un branco di scimmie impazzite, digitando a caso su una tastiera, possano scrivere per puro caso la Divina Commedia o una melodia di Mozart. Semplicemente ridicolo. Non riconoscere alcun segno di intelligenza osservando le meraviglie della Natura è esattamente come non riuscire a sentire alcuna nota ascoltando una musica splendida e dire che è solo rumore. Oppure ancora qualcuno potrà dire, con la caratteristica presunzione umana, che tutte queste meraviglie naturali non sono poi così "intelligenti", non sono così “perfette”. Bene. Allora perché l'essere umano, con la sua intelligenza superiore, non è neppure in grado, con tutta la sua scienza, di rendere vivo neppure un essere vivente, neppure tra quelli più elementari, senza fare ricorso alla Natura?

Allo stesso modo non dobbiamo credere in Dio perché così è scritto in qualche testo cosiddetto “sacro”, pieno di mille contraddizioni e assurdità, scritto da uomini migliaia di anni fa (Gesù stesso ci spiegava di non fare questo errore nel Vangelo), espressione di un’arcaica civiltà pastorale e patriarcale. Ma dobbiamo credere in quello che vediamo, quello che sentiamo e in quello che capiamo. Non lo vedete? Non lo sentite? Non lo capite? Perché allora oltre il 90 per cento delle persone vede, sente e capisce? O sono tutti sciocchi visionari in un'allucinazione collettiva (come sostengono gli atei) oppure vuol dire che sono gli atei a non avere i “sensi” sufficientemente sviluppati. Esattamente come in un popolo dove il 90 per cento vede e il 10 per cento sono ciechi e dicono: “quello che vedete non esiste perché noi non vediamo niente”. Chi ha ragione? Semplice: se i vedenti affermano di vedere le stesse cose, allora è molto probabile che siano i ciechi a sbagliarsi come nel caso di qualche traduttore di cosiddetti “testi sacri” o meglio manipolatore e improvvisato tuttologo extraterrestre.

fonte: sulatestagiannilannes.blogspot.it

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