di Giusto Franco*
Lobotomizzato è un aggettivo che ricorre sempre più frequentemente in questo diario internautico. E' un termine proprio della medicina ed in questo caso intende, in modo allegorico, gli effetti che l'asportazione dei lobi frontali del cervello provoca in una persona e cioè l'assoluta mancanza di partecipazione alla vita di relazione o reazioni a stimoli esterni. E' un termine forte e drammatico che prelude a uno stato vegetativo. Ma perchè lobotomizzati? Come è potuto avvenire una simile tragedia?
Penso che la genesi di questa metamorfosi possa risalire al periodo in cui cominciamo a frequentare le scuole elementari durante il quale, al pari di fogli bianchi, verranno trascritte su noi nozioni codificate e tanto altro che la società avrà deciso di farci imparare. Ma noi già da allora non siamo un foglio bianco, assolutamente no. Siamo un foglio su cui ognuno ha già scritto il proprio carattere, la propria indole, gusti, eredità, propensioni, istinti e follia. Ma l'apprendimento prevede che queste caratteristiche vengano sorpassate per far posto alla immissione cerebrale di programmi prestabiliti e contenuti dentro i confini di una conoscenza non sempre evolutiva. La follia che risiede in ciascuno di noi fin dalla nascita, intesa in senso filosofico come la parte creativa e istintiva che si identifica col sentimento amore (Socrate), viene di preferenza soffocata. Purtroppo sono ormai pochi gli insegnanti con la capacità o il desiderio di trasmettere l'amore per il sapere, che prevede il riconoscimento delle caratteristiche di ciascun bambino per sviluppare l'apprendimento; molto meno impegnativo ma meno evolutivo è il metodo della trasfusione del sapere, come se le teste dei bambini fossero contenitori vuoti da riempire con nozioni. Ed ecco quindi i primi approcci per la lobotomia. Questa azione atrofizzante cerebrale prosegue in modo crescente e mirato col passare degli anni attraverso la mancata diffusione della cultura intesa come storia, arte, filosofia, poesia, educazione, sentimenti, conoscenza e rispetto delle diversità, e tanto altro di cognitivo. Al contrario le attuali società diffondono di preferenza valori legati al consumismo, successo effimero e ignoranza dilagante. Da molto tempo ormai è stato codificato che l'essere umano pensante sia un essere molto pericoloso per chi voglia gestirne la vita e i comportamenti. Ecco allora che un essere pensante e scrivente utilizza il termine lobotomizzati per provocare in modo energico i suoi lettori a una reazione. Non so quale effetto possa avere questo termine sulle persone, so però che l'intenzione è giusta ed è quella di stimolare un risveglio alla conoscenza e alle responsabilità personali che ne conseguiranno; ma sopratutto alla riscoperta della propria identità e della follia che risiede in ciascuno di noi, quest'ultima intesa come meraviglia esclusivadegli dei e cioè quella di saper amare.
*medico chirurgo
fonte: sulatestagiannilannes.blogspot.it
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