La storia contemporanea riscritta ad uso e consumo. Un caso di sgangherato revisionismo sotto dettatura ha facile presa, in un belpaese di analfabeti funzionali, e di smemorati che non sanno o non ricordano cosa è accaduto ieri sera. La farina è del ragioniere, meglio noto come evasore tombale, o di altri dall'estero? C’è di più: l’elogio pubblico del duce nonché del fascismo (alla voce apologia, ovvero reato), già manifestato in più occasioni dal Grillo sparlante e da alcune onorevolesse (Taverna e Lombardi). Ecco l’ultima stramberia revisionista del grullo telecomandato, cooptato dagli angloamericani, con cui si intrattiene in sede diplomatica, a far data dal 2008: Mussolini è estraneo al delitto Matteotti. Il 24 novembre scorso, infatti, è apparso sul blog del padrone pentastelluto il seguente titolo ad effetto:
MUSSOLINI, LO STORICO PETACCO SUL BLOG DI GRILLO: “NON FECE UCCIDERE MATTEOTTI, FU UN COMPLOTTO CONTRO BENITO”.
Il sedicente storico, al secolo il giornalista Arrigo Petacco parte in quarta e la spara davvero grossa senza uno straccio di prova:
«Buongiorno cari amici, io sono Arrigo Petacco e sono stato invitato a parlare, per il vostro blog, di un caso molto clamoroso, anche essere un po’ vecchio: il caso Matteotti e vi dico la mia opinione».
Messora, Di Pietro, Grillo, Ricca...
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E di rimando il blog, non si sa se Grillo o direttamente Casaleggio, sentenzia: «Un momento di svolta del fascismo fu il delitto Matteotti del 1924 dopo il quale fu, in modo aperto, istituita la dittatura, ma il Duce affermò di essere totalmente estraneo al delitto Matteotti.e che i mandanti del delitto andavano ricercati presso certi putridi ambienti finanziari e capitalisti, sui quali era in corso una indagine riservata; senza però fare nomi e senza precisare a quali ambienti si riferisse. Lei pensa che Mussolini sia stato veramente estraneo al delitto?».
Arrigo Petacco così pontifica: «Ne sono certissimo, quel delitto è molto strano, anche se poi ci hanno versato sopra valanghe di propaganda e di bugie, etc. È un delitto stranissimo perché io, che oltre lo storico ho fatto anche il giornalista di cronaca nera, ho seguito il fatto come è accaduto veramente, senza tutto il ciarpame che ci hanno fatto sopra».
Comunque, per chi non vuole scomodarsi a leggere gli atti della prima istruttoria giudiziaria, a cura del magistrato indipendente Mauro del Giudice (nativo di Rodi Garganico), che per primo indagò sull’omicidio Matteotti, e fu presto estromesso bonariamente dal regime, e nel 1954 diede alle stampe il volume Cronistoria del processo Matteotti, è sufficiente volgere l’attenzione alle seguenti fonti documentate: Archivio centrale dello Stato, Archivi della London School of Economics, Archivio storico della Banca d’Italia, Archivio storico della Banca Commerciale, Archivio storico della Camera dei Deputati, Archivio storico del ministero degli Affari esteri, Archivio storico del Federal Bureau of Investigation, Casellario politico centrale, Presidenza del consiglio dei ministri, Segreteria particolare del duce (carteggio ordinario e carteggio riservato), National Archives Records Administration di Washington.
Altrimenti, si può ripiegare sui lavori storici di De Felice e Rossini, ma soprattutto sull’imprescindibile libro di Mauro Canali, intitolato Il delitto Matteotti (Il Mulino, 1997). A tale proposito, scrive da preveggente lo stesso Canali (a pagina 10 e 14):
«Era inevitabile che il delitto Matteotti fosse strumentalizzato da facili e interessati divulgatori – per i quali ha rappresentato solo l’occasione per porre in circolazione, al riparo dell’impunità garantita da un clima culturale corrivo e complice – alcune ipotesi tra le più eccentriche… E’ stata davvero irrilevante la presenza di capitale americano in Italia nei primi anni Venti? Quanto pesò la questione dei debiti di guerra sull’evidente sostegno che il fascismo ebbe dagli Stati Uniti?... Del resto, come spiegare altrimenti, ad esempio l’incontro tra Mussolini e l’ambasciatore americano Child, alla vigilia della marcia su Roma, del quale si conosce la sola versione, approssimativa e manierata, del diplomatico?... Settori importanti della produzione del nostro paese risultano, negli anni della crisi del regime liberale, direttamente o indirettamente controllati dal capitale americani…». Mai sentita nominare la convenzione Sinclair?
Ma che ci faceva Beppe Grillo nel 2008 ad una riunione segreta con l’ambasciatore United States of America a Roma, come si evince da un rapporto desecretato nel 2012 dal Dipartimento di Stato? E perché il comico non ha mai detto nulla ai suoi seguaci? Che coincidenza: un anno esatto, prima della nascita del movimento 5 stelle. A questa domanda il ventriloquo ligure non ha ancora risposto dopo due anni, e non ha mai rivelato nulla ai suoi adepti e fans. Grillini, per favore, non siate grulloni ad oltranza. Svegliatevi!
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