giovedì 18 ottobre 2018

tributo di sangue a Gerusalemme


-Il parlamento israeliano, la Knesset, ha approvato una delle leggi più importanti della sua storia, oltre che quella più conforme alla realtà.
La legge sullo stato-nazione (che definisce Israele come la patria storica del popolo ebraico, incoraggia la creazione di comunità riservate agli ebrei, declassa l’arabo da lingua ufficiale a lingua a statuto speciale) mette fine al generico nazionalismo di Israele e presenta il sionismo per quello che è. La legge mette fine anche alla farsa di uno stato israeliano “ebraico e democratico”, una combinazione che non è mai esistita e non sarebbe mai potuta esistere per l’intrinseca contraddizione tra questi due valori, impossibili da conciliare se non con l’inganno.
Se lo stato è ebraico non può essere democratico, perché non esiste uguaglianza. 
Se è democratico, non può essere ebraico, poiché una democrazia non garantisce privilegi sulla base dell’origine etnica. Quindi la Knesset ha deciso: Israele è ebraica. Israele dichiara di essere lo stato nazione del popolo ebraico, non uno stato formato dai suoi cittadini, non uno stato di due popoli che convivono al suo interno, e ha quindi smesso di essere una democrazia egualitaria, non soltanto in pratica ma anche in teoria. È per questo che questa legge è così importante. 
È una legge sincera...

-Una sessantina di manifestanti palestinesi, secondo il ministero della Sanità, sono rimasti uccisi dal fuoco dell'esercito israeliano lungo la barriera difensiva ed oltre 2800 feriti. 
Un conflitto generato dall'intenzione di Hamas di oltrepassare il confine dello Stato ebraico e dalla risposta durissima di Israele, determinato ad impedirlo ad ogni costo. 
Un aereo da combattimento israeliano ha colpito un obiettivo nel Nord della Striscia. In precedenza Israele aveva colpito una postazione di Hamas presso il campo profughi di Jabalya.
"Un grande giorno per Israele!". Così ha scritto su Twitter il presidente americano, Donald Trump, riferendosi all'imminente cerimonia di apertura dell'ambasciata americana, trasferita da Tel Aviv dopo il riconoscimento di Gerusalemme come capitale d'Israele da parte degli Stati Uniti.
Il presidente americano, nel video messaggio inviato per la cerimonia di apertura dell'ambasciata Usa ha affermato: "La capitale di Israele è Gerusalemme. Israele, come ogni stato sovrano, ha il diritto di determinare la sua capitale".


ISRAELE è attualmente governata da un elite xenofoba di estrema destra che occupa con la violenza e la segregazione razziale il territorio palestinese, e lo fa strumentalmente in nome di una religione importante come quella ebraica, ghettizzando gli unici semiti presenti in loco, facendo un danno enorme a tutti gli ebrei onesti e democratici che sono la maggioranza, alimentando nei loro confronti un razzismo ed un pregiudizio mai sopito, in pratica un 4° Reich non dichiarato, ma agito.
Non contento, nella migliore tradizione imperialista occidentale reazionaria, si permette di fare raid nei paesi limitrofi, ieri le stragi in Libano, oggi gli attacchi in Siria dopo le bugie delle armi chimiche messe in piedi dal Mossad per la nota propaganda.
Non poteva mancare il tributo di sangue per la cerimonia della nuova ambasciata USA a Gerusalemme, un tributo di sangue necessario allo schema del potere  per poter celebrare una nuova nascita ed un nuovo tempio che sorgerà sul sacrificio di 70 anni di conflitti arabo-palestinesi.
Un compleanno di sangue, 70 anni di stragi e guerre. Il riconoscimento da parte dell'amministrazione TRUMP, che non si è potuto sottrarre allo scempio, è la ciliegina sulla torta che ha dato vita agli scontri degli ultimi giorni. La Turchia, dal canto suo, ha risposto con l'espulsione dell'ambasciatore USA e tutti i vicini arabi sono in fibrillazione.
Venti di guerra all'orizzonte, l'Iran forse prossimo bersaglio e, nonostante ISRAELE faccia di tutto per veicolarsi nel giusto al mondo intero, attraverso la propaganda mediatica, come nel terrificante e politicizzato EUROVISION, ribattezzato ironicamente da alcuni EURO vs SION, cresce la rabbia e lo sdegno per questo ennesimo massacro che, purtroppo, non potrà che far aumentare l'odio verso ISRAELE.
L'odio verso ISRAELE si trasformerà nell'odio verso gli ebrei, facendo tornare indietro le lancette dell'orologio, questo non giova a nessuno e, certamente, non è augurabile un ritorno dell' l'antisemitismo.
Diciamo che NETANYAHU ha fato di tutto per attirarsi le ire dei palestinesi che vivono in un lager a cielo aperto e risulterà sempre più difficile pretendere moderazione da coloro che in 70 anni hanno visto svanire i loro territori e finire in una riserva indiana cinta da militari e coloni.
Quello che noi osservatori possiamo fare, oltre a denunciare fatti del genere, è quello di non mettere MAI sullo stesso piano ebraismo e sionismo, cittadini israeliani e governance israeliana, in modo da aver chiari quali sono i bersagli della critica in atto, onde evitare facili strumentalizzazioni da parte di coloro che difendono a prescindere la politica coloniale e reazionaria israeliana, e sia da parte di coloro che aizzano i lettori verso pregiudizi di stampo xenofobo.
Due facce della stessa medaglia che vanno criticate, tenendo sempre bene a mente quali sono le problematiche di quell'universo infernale chiamato medioriente, stando attenti a muoversi sulla linea di confine.

OVADIA pone una questione politica che nulla c'entra con l'ebraismo o etnie varie.
"Non è che se sono italiano non possa criticare pesantemente la governance della mia nazione..." Quindi ben vengano gli ebrei, sempre più numerosi, che distinguono tra sionismo nazionalista e l'essere ed ebraismo, cose lontane anni luce anche se storicamente, ma forzatamente, legate tra loro. Questa voluta e perpetuata confusione tra etnie, sionismo, semitismo, antisemitismo, ebraismo et similia, fa il gioco della schema del potere.
Separiamo ebraismo da sionismo, separiamo anche sionismo delle origini, contrapposto a quello odierno, dal sionismo reazionario. Ridiamo il giusto valore alle parole.
Devono esistere 2 STATI che convivono pacificamente, uno già esiste e va difeso, manca il riconoscimento di quello palestinese e la restituzione di alcune terre rubate come successe per gli indiani d'america.
Solo dopo potranno convivere due stati così diversi ma storicamente vicini, magari entrando tutti e due nell'Unione Europea.
Il lager a cielo aperto della Palestina è abbastanza vergognoso, ma oggi il RE E' NUDO.
Qui una lunga lista di celebrità che, nel secolo scorso, si sono espresse addirittura contro lo STATO di ISRAELE.
Sigmund Freud:
“Ammetto con dolore che il fanatismo senza fondamento del nostro popolo è in parte da biasimare per il risveglio della diffidenza araba. Non posso accettare un’idea che trasforma un pezzo di muro erodiano in una reliquia nazionale, offendendo così i sentimenti del popolo indigeno”

Albert Einstein:
“L’idea di Stato di (Israele) non è sentito dal mio cuore. Non riesco a capire il motivo per cui è necessario, essendo collegato a molte difficoltà ed è sintomo di una ristrettezza di vedute. Credo che sia una cattiva idea 

Erich Fromm:
“L’affermazione degli ebrei in Terra di Israele non può essere una pretesa politica realistica. Se tutte le nazioni rivendicassero improvvisamente i territori in cui i loro antenati hanno vissuto duemila anni fa, questo mondo sarebbe un manicomio. ”
Primo Levi, scrittore e sopravvissuto ad Auschwitz:”Ognuno ha i propri ebrei. Per gli israeliani essi sono i palestinesi.”

Marmarek Edelman, ultimo leader superstite del 1943 nella rivolta di Varsavia, ha scritto una lettera a sostegno della Resistenza Palestinese, paragonandola ai ZOB, (combattenti ebrei a Varsavia). Ha aperto il discorso dicendo: “le operazioni delle forze armate in Palestina, sono operazioni paramilitari e partigiane , tutti i soldati delle organizzazioni che lottano Palestina fanno resistenza.”

Isaac Asimov:
“Mi trovo nella strana posizione di non essere un sionista … penso che sia sbagliato per chiunque sentire che c’è qualcosa di speciale in qualsiasi eredità di qualsiasi tipo. E ‘delizioso appartenere alla razza umana ed esistere in mille varietà, perché questo suscita un maggiore interesse, ma non appena un varietà pensa per essere più importante di un’altra, vengono poste le basi per la loro distruzione. ”

Hannah Arendt, politologo:

“Il guaio è che il sionismo ha spesso pensato e detto che il male dell’antisemitismo era necessario per il bene del popolo ebraico. Nelle parole di un noto sionista in una lettera inviatami ecco l’argomentazione sionista originale: ‘Gli antisemiti vogliono sbarazzarsi degli ebrei, lo Stato ebraico li vuole riunire , una partita perfetta.’ ”

Feinstein Stone, giornalista statunitense:

“Israele sta creando una sorta di schizofrenia morale dell’ebraismo mondiale. Nel mondo esterno il benessere della comunità ebraica dipende dal mantenimento di secolari, non razziali, società pluraliste. In Israele, l’ebraismo si ritrova a difendere una società in cui i matrimoni misti non possono essere legalizzati, in cui l’ideale è razziale ed esclusionista. ”

Noam Chomsky:

“Nei Territori Occupati, ciò che Israele sta facendo è molto peggio dell’apartheid. Se per apartheid si intende quella come in Sudafrica. Ciò che sta accadendo nei territori occupati è molto peggio! ”

Gabriel Kolko, uno dei maggiori storici sulla guerra moderna:

“La grande maggioranza degli israeliani non sono affatto ebraici in senso culturale, sono scarsamente socialisti in ogni senso, e la vita quotidiana e il modo di vivere non è diverso in Israele di quanto non sia a Chicago o Amsterdam. Semplicemente non c’è alcuna ragione razionale che giustifica la creazione dello stato. ”

Miriam Margolyes, attrice:
“I neri sudafricani hanno chiesto il nostro sostegno e ora sono i palestinesi che chiedono il nostro sostegno. Odio quello che Israele sta facendo ai palestinesi. Penso che il boicottaggio è un modo molto attivo e non violento di protestare. ”

Uri Avnery, ex ufficiale dell’esercito israeliano:
Avnery ha scritto che dopo una vittoria militare israeliana, “Che sarà scottato nella coscienza del mondo, sarà l’immagine di Israele come un mostro di sangue, pronti in qualsiasi momento a commettere crimini di guerra e non è disposta a rispettare tutti i vincoli morali . ”

Henry Siegman, rabbino e direttore del Progetto USA / Medio Oriente:
“Israele ha varcato la soglia come ‘l’unica democrazia del Medio Oriente’ e come l’unico regime di apartheid nel mondo occidentale”.

Richard Cohen, giornalista Stati Uniti:
“Il più grande errore che Israele potrebbe fare in questo momento è quello di dimenticare che Israele è di per sé un errore … l’idea di creare una nazione di ebrei europei in una zona di arabi musulmani (e alcuni cristiani) ha prodotto un secolo di guerre e terrorismo come stiamo vedendo. Israele combatte Hezbollah nel nord e Hamas nel sud, ma il suo nemico più temibile è la storia stessa. ”

Roseanne Barr, Stati Uniti comica, scrittrice, regista, candidata alla presidenza:
“Sono stufa di Israele e sono stufa di sionisti. Essi sono appoggiati dai cristiani evangelici che non aspettano altro che gli arabi vengano uccisi in modo che il loro dio della guerra genocida che essi chiamano Gesù può tornare “.

Michael Lerner, rabbino e direttore di Tikkun Magazine:
“Se un Ebreo oggi va in ogni sinagoga negli Stati Uniti o in tutto il mondo e dice: ‘Io non credo in Dio e non seguo i comandamenti’ la maggior parte saranno ancora benvenuti, ma dicendo : “non condivido lo Stato di Israele”, si rischia di essere etichettato come un anti-Ebreo che odia la propria razza o come antisemita, disprezzato e respinto”

Richard Falk, ex relatore speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani nei Territori palestinesi occupati, ha definito la politica israeliana nei territori occupati “un crimine contro l’umanità”. Falk ha inoltre paragonato il trattamento riservato da Israele ai palestinesi uguale al trattamento nazista contro gli ebrei. Falk ha detto: “Penso che i palestinesi siano le persone più vittime nel mondo.”

Moni Ovadia, l’attore e scrittore . Essendo ebreo anch’io, per dovere di onestà intellettuale è giusto che dichiari la mia posizione perché essa è tutt’altro che neutrale. Sostengo con piena adesione i diritti del popolo Palestinese, non contro Israele, ma perché il loro riconoscimento è, a mio parere, precondizione per ogni trattativa che porti alla pace.

fonte: http://maestrodidietrologia.blogspot.com/


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