Sepolto sotto un triangolo magico che mette in collegamento tre siti al centro della Napoli misteriosa e occulta, esiste un segreto antico tramandato da altissimi iniziati come il Principe di Sangro, il Conte d'Aquino e il Conte di Cagliostro. Un segreto iniziatico, forse alla base di alcuni riti esoterici, che affonda le sue radici nell'antico Egitto.
Quella che ha tutta l'aria di essere la trama dell'ultimo best seller di successo fiorito nel prato sempre più colorato degli scrittori che si avventurano nell'eso-giallo, è invece l'esito di una lunga e seria ricerca risalente ad una ventina di anni fa.
Mi trovavo in piazza San Domenico a Napoli, impegnato in uno studio sulla magia dei luoghi, una ricerca tesa all' individuazione di particolari linee di forza in Italia. Stavo cercando di stilare una mappa, una sorta di rete che percorreva il territorio alla scoperta di nodi energetici: un fenomeno noto fin dall'antichità e particolarmente studiato dagli antichi egizi. Mi soffermavo quindi a considerare tre punti: il convento di San Domenico, la statua del Nilo e il Palazzo Di Sangro.
Un triangolo che ricordava antiche vicende: quella di Giordano Bruno, domenicano eretico che in quel convento subì le prime accuse; quella del principe Raimondo Di Sangro, alchimista e massone del '700 napoletano, e quella dell'antico tempio di Iside, sede di riti dei sacerdoti della comunità alessandrina insediatasi a Napoli nei primi secoli dell'era volgare.
Un triangolo esoterico, un centro di forze del quale però mi sfuggiva il nesso fra i tre punti energetici. Scoprii con il tempo che i tre siti erano collegati sotterraneamente da cunicoli che conducevano a ipogei. Insomma il collegamento oltre che simbolico era anche reale.
Alcuni anni fa scrivevo su Giuseppe Balsamo, noto con il nome di Alessandro, Conte di Cagliostro, il creatore della Massoneria di Rito Egizio. Ne ripercorrevo i viaggi in tutta Europa, ne studiavo i contatti con le corti e le Logge, cercavo un perché delle sue peregrinazioni, una spiegazione che certo non poteva essere quella a cui giunge l'Inquisizione: ovvero la tesi dell 'avventuriero siciliano, zotico e ignorante, che spendeva la vita fra truffe e raggiri per le Corti d'Europa.
Mi colpì il fatto che nei verbali del Santo Uffizio egli dichiarò che la sua Arte proveniva dagli insegnamenti di un ''Filosofo napoletano ". Restai colpito anche dalla singolare coincidenza della fondazione del suo Rito Egizio a Lione dopo la permanenza a Napoli. Pensai subito a un legame con quel misterioso triangolo. Tornai allora a studiare il sito e i suoi protagonisti: Giordano Bruno che cercò di convincere il Papa che la religione egizia fosse propedeutica a quella cristiana e che occorreva abbracciare un sincretismo teologico; il principe di Sangro studioso di alchimia e di ermetismo; il tempio di Iside centro della religione egizia.
E nel sottosuolo misterioso corridoi che ripercorrevano i tre vertici, congiungendosi nel laboratorio segreto del Principe. Forse l'alchimista siciliano aveva potuto attingere a quelle conoscenze per elaborare il suo Rito Egizio, ma perché Cagliostro visitò Napoli, e chi lo fece incontrare il cavaliere Luigi d'Aquino, illustre massone, membro della Loggia della "Perfetta Unione " e discepolo prediletto del principe di Sangro?
Sappiamo dalle lettere del D'Aquino che Cagliostro arrivò a Napoli alla fine del 1773 proveniente da Malta, sotto le false spoglie del marchese Pellegrini, per compiere forse una missione segreta. Rimase due anni nella capitale del regno per allontanarsi nel settembre del 1775.
Cagliostro, subito dopo il soggiorno napoletano, si recò in Francia, non era ancora un riconosciuto massone, pur tuttavia fu accolto dai più grande iniziati d'oltralpe come "depositario dei segreti delle piramidi" . Pochi mesi dopo, a Londra, Cagliostro fu iniziato alla massoneria nella "Esperante Lodge" n.289 alla King's Head Tavern, sita a Gerard Street nel quartiere Soho di Londra. In questa Loggia, aderente al Rito Scozzese, gli furono conferiti in un'unica tornata i tre gradi simbolici di apprendista, compagno e maestro. Negli anni seguenti Cagliostro incontrò d'Aquino in varie parti d'Europa, nel 1781 a Strasburgo presso la Mere Loge de la Candeur.
Il 13 Giugno 1783 lo ritroviamo a Napoli al capezzale di Luigi d'Aquino morente. Cagliostro lasciò Napoli dopo la scomparsa dell'illustre Fratello e si recò di nuovo in Francia, prima a Bordeaux, dove per un anno preparò il nuovo sistema massonico, poi a Lione (città dei grandi filosofi illuminati) dove compì la sua missione spirituale affidatagli nella città partenopea e fondò il nuovo rituale egizio.
E allora i soggiorni napoletani del Gran Cofto dovrebbero essere presi maggiormente in considerazione per capire da dove il suo Rito Egizio fosse realmente derivato. Mi pare più che sensato pensare che il raffinato Conte di Cagliostro ebbe l'opportunità di avvicinare ambienti ermetici e occultistici napoletani che coltivavano antichissime tradizioni alessandrine. Probabilmente nella città dove il Principe di Sangro si era fatto conoscere come grande alchimista e inventore, il Conte apprese segreti egizi, ricevette forse una iniziazione, gli fu conferito un compito dai Fratelli di alto grado.
La rivelazione dei segreti egizi con la fondazione della sua Massoneria di Rito Egizio obbediva forse a un piano degli iniziati napoletani.
Cagliostro probabilmente fu, dunque, il primo esecutore di un grande progetto iniziatico. Forse proprio a Napoli ricevette quel misterioso manoscritto che è alla base del Rito Egizio. Esisteva in quel luogo quindi da secoli un centro iniziatico di origine egizia, risalente agli alessandrini del tempio di Iside. In tal caso la capitale del Regno delle due Sicilie sarebbe la culla dell'esoterismo occidentale, e forse di parte della Massoneria.
E ciò spiegherebbe l'origine del cosiddetto segreto dei segreti, il "segreto delle piramidi" di cui il Conte di Cagliostro era detentore e che gli avrebbe aperto le porte delle più importanti Logge massoniche e delle Corti d'Europa. A mio parere la conoscenza di un messaggio iniziatico che risaliva a millenni prima e che è la linfa di ogni cultura esoterica, probabilmente riguardante tradizioni tramandate dall'Egitto, lega Giordano Bruno, il principe Raimondo ed il Conte di Cagliostro.
L'Egitto insomma è stato la culla della tradizione esoterica anche occidentale. Le forti valenze simboliche delle divinità egizie, il loro collegamento con i pilastri della Tradizione, il Sole, la Luna, la Terra, l'Uomo, tutto il sistema di pensiero della vita e della morte che gli Egizi avevano, fa parte secondo me, anche della tradizione esoterica occidentale.
Penso sia innegabile l'influenza delle dottrine dell'Antico Egitto sull'esoterismo ebraico-cristiano e sugli Ordini illuministici e massonici. Dirò di più, credo che buona parte di quel sistema di pensiero si sia riversato nel Rito Egizio nato a Napoli intorno al '700, di cui Cagliostro fu autentico traghettatore.
Credo che nel bene e nel male, il Rito Egizio abbia avuto influenze sulla Massoneria di tutta Europa. Certo la figura del Conte non sempre acquisisce il dovuto rilievo nelle varie Obbedienze, ma neanche egli viene condannato. Cagliostro ancora oggi per certi versi rappresenta un enigma complesso e piacevole da studiare, sotto il profilo storico ma soprattutto esoterico.
Recentemente ho letto una bella frase di Luigi Pruneti, Gran Maestro degli Alam, pubblicata negli studi della Gran Loggia d'Italia: "Il Trinomio eccelso della Massoneria, arse comunque in lui, in ogni sogno di Cagliostro era in ultima analisi quello di Giordano Bruno: far accettare e riconoscere dalla Chiesa l'origine egizia del proprio culto. O meglio ancora, raccogliere in chiave sincretica gli elementi appartenenti alla vera Tradizione sparsi nelle diverse religioni, compresa quella cattolica, depurati dal dogma della Chiesa. La sua missione iniziatica, inoltre, era quella di unificare la Massoneria sotto il nuovo Rito Egizio.
Il Codice Egizio è inteso nel significato di sistema di relazione, un insieme di concetti, figure e caratteri che identificano un modo nuovo di decifrare il "reale " e renderlo leggibile. Questo codice ci è stato dettato millenni fa dagli ierofanti egizi, praticato nei templi, descritto in minima parte nel Libro dei Morti e rivelato dal Conte di Cagliostro nel suo Rito Egizio.
Il "santuario energetico" di potere spirituale di questo codice-sistema si trova secondo me nella "piramide esoterica" di cui abbiamo parlato.
Non vi è un tesoro, ma un percorso iniziatico dove personaggi misteriosi e affascinanti hanno raggiunto, ormai secoli addietro, tappe della Conoscenza e lasciato ai posteri messaggi occultati nella pietra, nelle note musicali, nelle opere d'arte, negli scritti.
Ci deve essere necessariamente un collegamento fra i siti del triangolo magico di Napoli e altri luoghi misteriosi sparsi in Europa, in quanto i siti "magici " che insistono su linee e nodi di Forza o Energia sono tra loro collegati. Erano parte di una rete di luoghi dove la Terra, grazie all'elemento acqua, ottiene un'energia particolare. Guarda caso si tratta di luoghi considerati "sacri" da millenni.
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