mercoledì 10 aprile 2013
rompete le righe!!!
Ma una volta tanto, devo spezzare una lancia a favore del mio popolo, che considero mediamente innocente nel proprio abbrutimento analfabeta. Con una argomentazione che è la seguente: sono stati pubblicati dieci giorni fa i dati ufficiali delle 4 agenzie dell’ONU che, a nome delle 174 nazioni che hanno aderito al programma, stilano una classifica relativa a tre voci: a) libertà di stampa e di comunicazione; b) livello di corruzione della classe politica dirigente e amministrativa; c) libertà di accesso al mercato da parte dei singoli cittadini suddivisi per categorie professionali. Ebbene, in tutti e tre i campi, si registra un crollo verticale. Tradotto vuol dire: poiché questi dati sono il pane di qualunque investitore internazionale, che usufruisce di tali tabelle per identificare e definire ciò che loro chiamano “rischio paese”, si capisce perché non arriveranno i soldi, non ci sarà nessun investimento, e non esisterà alcuna ripresa. Stanno raccontando delle bugie, delle frottole. Dei Falsi. Per quanto riguarda la libertà di stampa, nel 1996 l’Italia era al 23esimo posto al mondo e già c’era da vergognarsi; nel 2008 eravamo arrivai al 47esimo; 50 nel 2009; 51 nel 2011; 57 nel glorioso 2012, e gli osservatori internazionali riferiscono che alla fine del 2013 (se prosegue questo trend) toccheremo la cifra di 65: veniamo dopo l’Iran, dopo l’Arabia Saudita, dopo l’Azerbaijan. La nostra nazione è stata identificata come maestra nella costruzione di falsi, nella pubblicazione di notizie false, nella produzione mediatica di attività tese a delegittimare concorrenti, oppositori, antagonisti, e nella presentazione di elementi che non fanno riferimento alla realtà. Come dire: siamo “ufficialmente” un paese di mitomani. Quantomeno i giornalisti. Noi lo sapevamo già, se è per questo, ma forse non lo sapevano tanti investitori potenziali. Siamo la nazione dell’emisfero occidentale che vanta il primato del paese con la minor libertà di stampa esistente e con la pubblicazione del più alto numero di falsi, notizie inattendibili, con il più basso indice di indipendenza dai partiti politici che controllano il paese. Siamo la Corea del Nord d’Europa.
Questo siamo. Così ci vedono. Così ci percepiscono.
(Sergio Di Cori Modigliani)
lunedì 8 aprile 2013
torcitoio circolare
Il torcitoio circolare da seta comparve a Lucca nel XIII° secolo. Macchina concettualmente ingegnosa e ricca di accorgimenti meccanici, consentiva la torcitura di centinaia di fili di seta contemporaneamente e a ciclo continuo, di solito funzionando anche di notte. Questo strumento straordinario eseguiva lo stesso lavoro svolto prima da centinaia di persone in un tempo decine di volte maggiore, e con una qualità migliore e più regolare. L'invenzione fu alla base di un grande salto produttivo e portò all'avvento della struttura industriale. Sorsero infatti i sistemi di fabbrica, strutture produttive organizzate simili a quelle moderne.
Nel Quattrocento i filatoi da seta, dotati di uno o più torcitoi circolari, si diffusero ampiamente anche a Milano, favoriti dalla politica dei Visconti instaurata pochi decenni prima dell’arrivo di Leonardo in quella città. Affascinato dal senso di potenza e dall'armonia dell'intricata compenetrazione di meccanismi dei torcitoi circolari, Leonardo riproporrà soluzioni a struttura circolare in molti congegni: nei suoi disegni sono infatti ricorrenti elaborate viti senza fine, ingranaggi, e progetti di macchine complesse con soluzioni a struttura circolare, filatoi per lana e binatoi, fusi, sostegni in vetro, camme.
Nel Quattrocento i filatoi da seta, dotati di uno o più torcitoi circolari, si diffusero ampiamente anche a Milano, favoriti dalla politica dei Visconti instaurata pochi decenni prima dell’arrivo di Leonardo in quella città. Affascinato dal senso di potenza e dall'armonia dell'intricata compenetrazione di meccanismi dei torcitoi circolari, Leonardo riproporrà soluzioni a struttura circolare in molti congegni: nei suoi disegni sono infatti ricorrenti elaborate viti senza fine, ingranaggi, e progetti di macchine complesse con soluzioni a struttura circolare, filatoi per lana e binatoi, fusi, sostegni in vetro, camme.
La torcitura a macchina si ottiene facendo ruotare il rocchetto pieno di seta, inserito su un fuso di ferro, a una velocità prefissata; il filo è poi tirato per essere riavvolto con regolarità su aspi. I primi torcitoi non erano privi di carenze: se il filo veniva raccolto sempre nello stesso punto dell’aspo, si aveva un aumento del diametro e una maggiore velocità di avvolgimento, con conseguente forte variazione della torsione e della regolarità del filo di seta, fino all'ingarbugliamento del filo dovuto alla caduta di spire. Si rendeva necessaria la presenza di un operatore che di tanto in tanto variasse la posizione di accumulo dei fili ritorti sull’aspo, spostando a mano un’asta munita di guidafili, operazione molto difficile sui torcitoi circolari, dotati di parecchie centinaia fili e bisognosi di intervento umano giorno e notte, su tutta la macchina.
La mancanza di un distributore del filo limitava la produzione di impianti molto costosi come i torcitoi, incidendo sulla qualità della seta prodotta. Fu Leonardo a risolvere il secolare problema pratico, disegnando un azionamento, lo zetto, in grado di muovere con regolarità avanti e indietro un’asta con sei guidafili in vetro, aventi il compito di accompagnare sei fili di seta sull’aspo. Invenzione determinante nella produzione di filati di seta e di altro genere, lo zetto segnò un forte salto di qualità, risultando indispensabile ancora oggi.
Lo zetto facilita le lavorazioni intermedie, riduce i costi e aumenta la produzione, migliorandola. L’immagine leonardiana, precisa e priva di parole, appare nel Codice Forster prima parte, ripartita su due fogli contigui: 11V e 12R. Il manoscritto che la contiene è un minuto quadernetto di appunti datato dagli studiosi al 1495.
La mancanza di un distributore del filo limitava la produzione di impianti molto costosi come i torcitoi, incidendo sulla qualità della seta prodotta. Fu Leonardo a risolvere il secolare problema pratico, disegnando un azionamento, lo zetto, in grado di muovere con regolarità avanti e indietro un’asta con sei guidafili in vetro, aventi il compito di accompagnare sei fili di seta sull’aspo. Invenzione determinante nella produzione di filati di seta e di altro genere, lo zetto segnò un forte salto di qualità, risultando indispensabile ancora oggi.
Lo zetto facilita le lavorazioni intermedie, riduce i costi e aumenta la produzione, migliorandola. L’immagine leonardiana, precisa e priva di parole, appare nel Codice Forster prima parte, ripartita su due fogli contigui: 11V e 12R. Il manoscritto che la contiene è un minuto quadernetto di appunti datato dagli studiosi al 1495.
fonte: www.vivisulserio.it
sabato 6 aprile 2013
le nostre tette saranno più forti delle loro pietre
Topless jihad: da Berlino a Parigi, da Kiev a Bruxelles, le attiviste di Femen sono scese in piazza oggi per manifestare il loro sostegno ad Amina Tyler, la giovane tunisina che, per protestare contro l'Islam radicale, ha postato su Facebook delle foto in topless con scritte come "Il mio corpo mi appartiene e non rappresenta l'onore di nessuno", scatenando così l’ira degli integralisti.
Il gruppo di attiviste a seno nudo nato in Ucraina ha fatto sentire la loro voce contro quella che definisce la "repressione" dei diritti delle donne arabe. Sui torsi delle agguerrite dimostranti, slogan come "seni nudi contro l'islamismo" o "no sharia".
Tre attiviste hanno protestato a seno nudo davanti al consolato della Tunisia, in viale Marche a Milano. Le tre ragazze hanno manifestato con urla e cartelli (“Bare breast against islamism” oppure “Free Amina”) a difesa, appunto, di Amina Tyler, che oggi vive rinchiusa in casa, trattenuta in casa e sedata dai suoi familiari. Dopo circa venti minuti le attiviste di Femen si sono allontanate.
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1 di 52
ansa
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Il corteo è stato lanciato per sostenere l'attivista tunisina Amina Tyler, che a marzo ha postato una sua foto nuda in rete con le scritte sui seni "il mio corpo mi appartiene" (“my body belongs to me”) o "fanculo la vostra morale" ("fuck your morals”) e ora rischia di essere processata. "Siamo libere, siamo nude, è il nostro diritto, è il nostro corpo, le nostre regole, nessuno può usare la religione o altre cose sacre per maltrattare o opprimere le donne", ha dichiarato l'attivista Alexandra Shevchenko, durante la dimostrazione davanti a una moschea di Berlino, con temperature vicino allo zero. "Lotteremo contro di loro. Le nostre tette saranno più forti delle loro pietre", ha aggiunto.
La polizia a Kiev ha arrestato due giovani attiviste con scritto "Free Amina" sul petto, subito dopo il loro arrivo all'unica moschea della città. Una ventina circa di femministe in topless hanno tentato a Parigi di raggiungere l'ambasciata tunisina, ma sono state bloccate dagli agenti appena fuori dall'uscita della metropolitana. A Bruxelles, un piccolo gruppo di donne si è spogliato di fronte alla grande moschea, al grido di "Fuck your morals" e "Free amina".
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Femen "SUPPORT AMINA!" (Facebook)
- Avanti
fonte: www.huffingtonpost.it
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