mercoledì 24 settembre 2014
la carne
da Wikipedia:
è un film del 1991 diretto da Marco Ferreri.
È stato presentato in concorso al 44º Festival di Cannes.
Trama
Paolo è un impiegato comunale, che nel tempo libero lavora al pianobar di un locale, è divorziato ed ha due figli. Nel night del suo amico Nicola, Paolo conosce la burrosa Francesca, reduce da una relazione con un guru indiano, che ha appena abortito ed è sola. Si rinchiudono nella casa al mare di lui dove mangiano e fanno l'amore. Quando la donna annuncia la sua partenza lui la uccide, la seziona e la conserva in frigorifero per cibarsene.
Commento
Ferreri, regista antropologo. Tutti i film di Marco Ferreri sono appesi al filo, visibilissimo, della scienza antropologica. Mangiare, conservarsi, riprodursi sono i bisogni fondamentali del corpo; mangiare significa vivere; mangiare significa introdurre cibo-vita nel corpo. Per analogia l'uomo introduce metaforicamente nel corpo tutto ciò che egli identifica come buono per la sua vita. L'uomo mangia la carne dell'agnello dopo che l'ha offerta in sacrificio agli dei, onde ottenerne i favori; i componenti della tribù mangiano la carne del capo tribù per assorbirne il di lui valore carismatico; i fedeli mangiano il corpo del dio transustanziato in pane per mettersi in comunione con lui; i genitori felici e giocosi mordono il pancino del figlioletto farfugliando "ti mangio...ti mangio"; gli amanti si mordono reciprocamente le labbra ed il corpo.
Il sesso è il mangiarsi reciproco, il nutrirsi per la continuità della specie: è questo il tema del film. L'antropologia culturale, successiva a quella fondamentale, ci dice che l'evoluzione del pensiero e la conseguente civilizzazione impediscono ormai all'uomo di mangiare l'oggetto del proprio amore-bene, ma, in casi di patologia e di regressione, ciò tranquillamente avviene: l'amante uccide, per gelosia o per paura della perdita, l'amato/a, ossia l'oggetto del proprio amore, il bene della propria vita.
Estetica del film
Francesca Dellera cornucopia straripante di sesso e carne, pronta ad essere sacrificata sull'altare del maschilismo. Questo è rappresentato dal sempre bravo Castellitto, che impersona il maschio immaturo, figlio mai cresciuto di una cultura cattolica bigotta e mammista. Ma Ferreri si mostra indulgente verso questo maschio, quasi a significare che egli è lo strumento più debole di cui madre natura si serve per raggiungere il suo scopo di perpetuare la specie. La femmina, vittima corporale, è l'eterna vincente morale ed è l'ape regina (manco a dirlo, L'ape regina è un altro precedente film del regista) che nel regno animale e umano regola gli ingressi nella vita.
Il simbolismo è ricco ed espressivo. Le cicogne rappresentano il bisogno di maternità della donna. Le ossa umane rappresentano gli aborti sofferti dagli umani, per colpa di una sessualità disordinata e perversa. Il film è rimasto sottovalutato: lo spettatore si distrae facilmente per via dell'eros tracimante, dimentico che l'eros, nella sua pur immaterialità, è il motore della nostra vita materiale. Sceneggiatura perfetta per un soggetto quanto mai difficile da trasporre sullo schermo.
Curiosità
Nel corso del film viene riprodotta diverse volte la parte di chitarra flamenco della canzone Innuendo, dei Queen.
La rock band italiana Valentina Dorme ha pubblicato nel 2009 un album chiamato La carne. al cui interno vi è un brano dal titolo "Marco Ferreri".
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grande Castellitto
RispondiEliminagrande sprezzo del ridicolo da parte di Castellitto. Alle volte la bravura di un attore si giudica proprio da film come questo (e da come interagisce con la sua improbabile partner)...
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