La democrazia della rete, la regola uno vale uno, la volontà dei cittadini, per Curzio Maltese, che lo scrive su Repubblica,
“sono tutte balle, nuova retorica, in realtà vecchissima, per sdoganare un altro partito padronale all’italiana, dove conta quello che decidono Grillo e Casaleggio, emettendo di tanto in tanto il comunicato numero 56 o 57 ai fedeli”.
La polemica lanciata da Maltese in un articolo provocatorio, quanto giusto, fin dal titolo, “Beppe, permette una domanda?”, rischia di essere dirompente per quella parte di sinistra che avendo riservato a Berlusconi l’empireo del male, non ha più dove collocare altri mali, da Mario Monti, uno dei peggiori capi di Governo dalla fine della monarchia, a Beppe Grillo, che intanto appare sempre più la voce delle idee di Gianroberto Casaleggio. Proprio nella costellazione di Repubblica ci sono vari intellettuali che non solo simpatizzano per Beppe Grillo, ma hanno anche avuto o hanno a che fare con lui.
I dubbi che attorno a Beppe Grillo non sia tutto oro la fede democratica tanto proclamata vengono a Maltese da questa domanda: perché Beppe Grillo
“non consulta la sua base sull’ eventuale alleanza col centrosinistra?”.
Beppe Grillo, così ragiona Curzio Maltese, vuole un referendum on-line per decidere s l’Italia resterà o uscirà dall’ euro dell’Italia e poi non chiede
“alla base degli elettori M5S, con un referendum, se vogliono o non vogliono allearsi per pochi mesi con il Pd allo scopo di approvare in Parlamento qualche urgente riforma, peraltro contenuta nei loro programmi?
dunque, che cosa aspettano? In questi giorni non si parla d’altro che di questo, fra italiani. Quelli che hanno votato Grillo e quelli che hanno votato centrosinistra o centrodestra.
La domanda è una sola: che faranno adesso Grillo e Casaleggio?
Ma perché Grillo? Perché Casaleggio? Non sono i leader, contano come qualsiasi altro, non si sono neppure fatti eleggere.
Il movimento 5 Stelle è nato per tornare a far contare i semplici cittadini, per restituire loro il potere decisionale usurpato dall’orrida partitocrazia.
Quindi, di fronte alla prima importante scelta del movimento, dovrebbe essere naturale ricorrere alla consultazione on-line della base. Così come si è fatto per le parlamentarie. Se si è deciso in questo modo chi doveva andare in Parlamento, non si capisce perché non si debba sottoporre ai cittadini le prime scelte degli eletti.
Ma qual è il mandato? Chi lo stabilisce, Grillo o gli elettori stessi? Come fa Grillo a sapere, senza consultare nessuno, che gli elettori non vogliono l’alleanza col centrosinistra?
Chi scrive ha naturalmente una risposta prevenuta su tutto questo. Grillo e Casaleggio non lanciano la proposta di consultare la base del movimento sull’alleanza col centrosinistra perché, semplicemente, perderebbero. Due elettori del M5S su tre, forse di più, sono favorevoli a un accordo a termine per portare a casa qualche risultato immediato.
Ripeto: Grillo e Casaleggio perderebbero. Quindi la consultazione non si fa, non se ne parla nemmeno.
Come la pensano davvero i fedeli, e magari anche gli eletti, non conta un accidente.
Ma questa è la versione prevenuta di un giornalista mascalzone, servo dei partiti che stranamente ha passato la vita a criticare. Quindi non vale.
Sarebbe più interessante conoscere a questo punto la verità, dai soli detentori di verità autorizzati, i leader, pardon: i portavoce del Movimento.
Qualcuno vuole rispondere a questa banale domanda: perché non vogliono fare un referendum on-line sulla proposta di governo del Pd? La domanda è rivolta a Grillo e Casaleggio, in primis. Che non risponderanno, perché sono troppo furbi per farlo, come lo era Berlusconi.
E questo a Curzio Maltese proprio non va giù. Ma come, Beppe Grillo dice
“Sì al referendum sull’ euro, no al referendum sull’alleanza col centrosinistra. Qual è il problema? Le masse sono mature per scegliere se uscire dall’Europa, ma non abbastanza da decidere se accettare gli otto punti del Pd?”
fonte: www.blog-news.it
Larga la foglia stretta la via, basta con la vecchia politica, e così sia.
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