lunedì 26 febbraio 2018

Cristo, il potere e i moralisti della prima ora




“La meta della nostra vita dovrebbe essere morire continuamente riguardo al nostro egoismo umano, e vivere solo nell’amore di Dio, lavorando al Suo servizio. L’amore ha la sua dimora laddove il sé non abita. Nella tranquillità del fondo dell’anima, dove essa muore nei confronti del suo egoismo e dove essa non desidera altro che la volontà di Dio, ivi risiede l’amore”

Jacob Bohme, Vita soprannaturale


In una recente intervista a una trasmissione televisiva il leader del M5S ha fatto la seguente dichiarazione: “chi urla odio razziale, chi usa espressioni omofobe, chi è iscritto alla massoneria, chi nella propria vita ha portato nella vita azioni indecenti non si può candidare col M5s”. E’ curioso che Di Maio ponga sullo stesso piano razzisti, omofobi e massoni, quasi rappresentassero una sorta di subumanità da espellere da ogni consesso civile e politico. Ci sarebbe da chiedersi, innanzitutto, che cosa intende per odio razziale il buontempone pentastellato. Forse un'opposizione agli sbarchi incontrollati di clandestini e al loro sfruttamento come carne da macello nei lavori agricoli stagionali delle campagne del Meridione? Ebbene, se Di Maio per odio razziale intende questo, io sono razzista. E che cosa avrà mai voluto intendere con “espressioni omofobe”, forse chi  da un punto di vista etico contrario alla compravendita di bambini all’estero da parte di coppie sia etero che omo? Ebbene, se Di Maio intendeva questo, sono onorata di essere un'omofoba. Ma veniamo al tasto dolente, l’affiliazione alla massoneria come pregiudiziale che esclude dalle candidature politiche, perché, si sa, la massoneria è una centrale del potere e i suoi iscritti infettano la politica e la società civile. Ora, non è mia intenzione né accusare né difendere la massoneria, essendo la mia una visione super partes rispetto alle tifoserie da squadra. Ciò che mi preme rilevare anche stavolta è l’ipocrisia sbandierata con la solita disinvoltura da un personaggio che fa parte di un movimento che non ha nulla da invidiare alle varie consorterie, in termini di intrecci e interessi poco limpidi. Probabilmente il napoletano verace è un po’ smemorato e non ricorda che lui stesso qualche mese fa si è recato negli Stati Uniti a ricevere l’investitura a candidato premier da parte delle élites conservatrici e reazionare di quel paese. A fargli da cicerone nella sua visita oltreoceano, nonché da sponsorizzatore, Michael Ledeen, ufficialmente un giornalista, ufficiosamente un agente dei servizi segreti, che secondo alcune inchieste della magistratura italiana è stato, ed è tuttora, una delle eminenze grigie che hanno condizionato fatti drammatici della storia della I e della II Repubblica, tra i quali, solo per citarne alcuni, il sequestro e l’assassinio di Aldo Moro, l’incidente diplomatico di Sigonella e la caduta del governo Craxi. Un uomo dal curriculum vitaeimmacolato, non c’è che dire. Strano che il M5S, così preoccupato di salvare il Paese dalla longa manus di massoni, razzisti e omofobi abbia chiuso un occhio, anzi due, quando il suo pupillo è atterrato negli States e, grazie alla magnanimità del Ledeen, tutte le porte dei palazzi del potere si sono dischiuse al suo passaggio. In questo caso il problema dell’integrità non si poneva? Può un candidato alla carica di Presidente del Consiglio permettersi di sciorinare impunemente la sua pappardella moralistica contro massoni, presunti razzisti e omofobi e poi frequentare la peggior feccia d’oltreoceano?

Cos’è diventato il M5S se non un’altra centrale di potere deviato, che rivaleggia con altre centrali di potere deviato? E poi, il fulcro del problema è la struttura di cui si è parte (la massoneria, la Chiesa, il partito, il movimento ecc) o il meccanismo di potere da cui ci si fa assorbire? Il problema sono le istituzioni o il cuore dell’uomo? Per me la risposta è molto chiara, ed è per questo motivo che non rilascio patenti delinquenziali a Tizio e Caio. Chi conosce il funzionamento del potere lungo i secoli sa che è un meccanismo che perpetua se stesso infiltrandosi dappertutto, anche nelle strutture apparentemente più filantrope o nei movimenti che ostentano purezza e onestà. Non è la struttura o l’istituzione di cui si è parte a decidere chi io sono. L’ “io sono” può essere rispecchiato all’esterno solo dalla mia interiorità e non dall’appartenenza a una religione, a una fratellanza o a un movimento politico. Questa verità la sapeva molto bene anche Cristo, che di fronte a Ponzio Pilato tacque, rifiutandosi così di riconoscere il potere temporale ingiusto che Pilato incarnava. Pilato invitò Gesù a difendersi dalla accuse che i Sommi sacerdoti gli muovevano, in un estremo tentativo di salvarlo, ma Gesù rifiuto di proferire parola: né contro né a favore del potere. “Quid est Veritas?”, chiese un turbato Pilato dopo che Gesù gli rivelò il suo compito di rendere testimonianza alla Verità. La Verità di cui Cristo parlava è che solo la rinuncia all’esercizio del potere può liberare l’uomo dalle catene della schiavitù. Il potere affascina, lusinga. L’esercizio del potere eccita, rende euforici, fa sentire al di sopra della comune umanità. Se Pilato era lì, nella veste di giudice di Cristo, in virtù di un potere che l’imperatore gli aveva conferito come praefctus Iudaeae, un motivo c’era: Pilato aveva ceduto alle lusinghe del potere, era entrato nel meccanismo e non avrebbe potuto liberarsene se non rinunciando alla sua carica, cosa che si guardò bene dal fare. Il suo destino era segnato. Rifiutarsi di rispondere all’invito di Pilato di difendersi dalle accuse dei suoi carnefici e di difendersi durante il processo condotto dallo stesso Pilato fu l’atto più sovversivo che nella storia spirituale dell’umanità un uomo abbia mai compiuto. La risurrezione di Gesù avvenne nel momento in cui rifiuto di riconoscere il potere incarnato in quel frangente storico, in quel tempo e in quel luogo da Ponzio Pilato. Cristo pose un confine netto tra la Sua persona e il potere: se da una parte il potere poteva fare a pezzi il suo corpo, cosa che di lì a poco avvenne, nulla poteva fare contro il suo spirito, impermeabili alle lusinghe e agli attacchi del potere. “Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce” gli ingiunsero i Sommi Sacerdoti, i rappresentanti del potere religioso. Non lo fece, non poteva farlo, era già risorto, aveva polverizzato tutte le tentazioni, le false scorciatoie di salvezza, i privilegi che la sua condizione di figliolanza divina gli avrebbe garantito. La risurrezione fisica fu solo una conseguenza di quella spirituale avvenuta già in vita, la seconda nascita a cui Cristo fa cenno nell’intenso dialogo con Nicodemo.

E noi, oggi, siamo capaci di risorgere in vita, di dare vita all’uomo nuovo? No, non lo siamo, perché tutti, chi più chi meno, abbracciamo le stesse logiche di potere che Cristo 2000 anni fa rifiutò.  Siamo schiavi delle passioni più basse, delle logiche di potere più aberranti, delle vie di uscita facili, dei compromessi, dell’ebrezza che dona l’esercizio del potere. Ed è proprio perché alimentiamo le nostre parti più basse che non risvegliamo la scintilla divina che è in noi, quella stessa scintilla che Cristo risvegliò in vita (il roveto ardente che non si spegne mai) e che pochi altri grandi iniziati riuscirono a risvegliare percorrendo la Via solare cristica, che non è una via passiva ma di azione. Tra questi anche un certo Jacob Bohme, uno spirito illuminato, che rimase calzolaio fino alla fine dei suoi giorni, nonostante i numerosi inviti alle corti di re, principi e signori, e proprio perché scoprì l'Io sono dentro di lui le ali di YHWH si posarono dolcemente sulle sue stanche spalle. Anche nel caso di Bohme, non fu la sua professione, i suoi amici , le sue conoscenze, i suoi estimatori, a decidere chi egli fu. Fu lo Spirito a marchiarlo, non l’appartenenza a una particolare confessione religiosa, a un ordine iniziatico o a un movimento rivoluzionario. La differenza tra un Lutero, che si alleò con alcuni principi tedeschi per biechi interessi di parte e da loro si fece finanziare e coccolare, e un Thomas Munster, che a Muntzer in nome di Dio fece trucidare 5000 contadini, da un parte, e Bohme dall'altra, è semplicemente questa: Bohme non volle cambiare il mondo a lui esterno, non si mise a capo di rivolte teologiche e sommovimenti politici, egli volle prima di tutto cambiare se stesso, rinascere come uomo nuovo. Non andò, come Lutero, ad affiggere tesi per sostituire un potere, quello cattolico, con quello della Riforma, per certi aspetti peggiore del primo, non andò a gridare in piazza “onestà”, come certi saltimbanchi da circo equestre a noi contemporanei, ma fece di se stesso la Pietra grezza da levigare. Quella stessa pietra che per personaggi come Di Maio è pietra d’inciampo e che, ben lungi dal diventare il Lapis, diventerà la pietra sulla quale si sfracellerà la loro brama di potere.

fonte: http://federicafrancesconi.blogspot.it/

giovedì 8 febbraio 2018

Barnard: voto i 5 Stelle, sono la peggior peste. Vacciniamoci

Vaccinarsi dall’orrore? Votare per il partito che più si teme, per immunizzare il corpo elettorale. «Non scherzo, non provoco», assicura Paolo Barnard, che annuncia che voterà per Grillo. E cita Tucidide, “La peste ad Atene”: a curare gli infetti erano gli ex malati, sopravvissuti e ormai immuni. La triste realtà, premette Barnard, è che il 4 marzo «non siamo chiamati a poter decidere un’accidenti di democrazia o economia». La novità? Sarebbe la possibilità di «sbarazzarci una volta per tutte dal più micidiale partito politico dal 1948, e sono i 5 Stelle». Sbarazzarcene come? Votandoli, è la ricetta di Barnard: prima andranno al potere, e prima gli italiani capiranno, “immunizzandosi”. Secondo il giornalista, «il M5S è ormai un’epidemia di psicosi nazionale, ha la forza di penetrazione infermabile della peste in Europa del 1346. Sfonda ovunque col fideismo impazzito di milioni di farneticanti febbricitanti pazzi chiamati grillini, cioè il brand che ha stracciato in allucinata irrazionalità Scientology e il culto di Kim Jong-un in Nord Korea». E quindi, conclude, «per guarire l’Italia dal partito-azienda più falsario e dittatoriale della storia repubblicana dobbiamo “ammalarci” di 5 Stelle, cioè portarli a Palazzo Chigi, patire la strage civica per qualche anno ma poi guarire con l’immunizzazione: solo così la storia guarisce l’umanità dalle catastrofi».
Barnard parla di «abietto pericolo insito in questa psicosi di massa chiamata 5 Stelle» a partire dall’azienda di Casaleggio «che è l’unica al mondo assieme a Mediaset ad avere i suoi lobbysti seduti in Parlamento». Beppe Grillo? «E’ riuscito a vendere un Barnard‘ultra nazismo’ protocollare in pieno III millennio in un paese occidentale: 100.000 euro di multa agli espulsi o ai migranti politici». Ricorda, dice Barnard, il Saddam che «faceva sparare nelle ginocchia degli allenatori iracheni della nazionale se perdeva la partita». Secondo il saggista più imprevedibile d’Italia, autore de “Il più grande crimine”, il paese «sta segnando il suo secondo marchio d’infamia nella storia moderna dopo quei bei record di Mussolini e Berlusconi, per cui ancora siamo sbeffeggiati nel mondo (Andreotti era un criminale, ma era uno statista)». Scrive, Barnard: «Ho documentato in molti articoli quanto impostori siano Grillo e i Casaleggio, uomini che hanno cavalcato in modi diversi i Tronchetti Provera e i Colaninno a lor comodo. Ma qui, davvero, ciò che è peggio è che non esiste un eletto che abbia competenze per gestire una friggitoria, altro che il paese Italia: trovatemi una singola figura all’altezza, fra i 5 Stelle».
Politiche monetarie e operazioni monetarie dello Stato, della banca centrale, del Tesoro. E poi gestione di assets, equity markets, “currency swaps” internazionali, “commodity markets” e ora blockchain e cryptovalute. Dove sono i 5 Stelle? Cosa ne sanno dell’ambiente “startup”, che ha bisogno di attirare i “venture capitals” internazionali? E poi: diplomazia del commercio e regole mondiali presso il Wto nei suoi intricatissimi ma vitali negoziati. Padronanza degli accordi (bilaterali e multilaterali) di “free-trade”. Politica estera e geostrategie legate alla sicurezza nazionale e alla razionalizzazione delle risorse? Peggio che andar di notte. Ancora: «Conoscenza vera dello sviluppo finanziario nelle energie rinnovabili. Comprensione dei nuovi “ecosystems” industriali, le piattaforme, e non quella cretinata dell’industria 4.0». Inoltre: «Analisi del rapporto fra interesse pubblico, potere sovrano e nuove super-tech & “artificial intelligence”. La nostra disperata necessità d’investimenti in ricerca, Grillo e Casaleggio jrsu cosa esattamente, ma soprattutto pagata da chi. L’agonizzante arretratezza del sistema Italia nell’era dalla IoT e delle “abstractions”, come padroneggiarla, pena la fine del paese come membro del G8».
Mai sentito dai 5 Stelle qualcosa che lasci intravedere una visione geopolitica «per proteggere davvero l’Italia dalla crisi migrazione» con piani di risoluzione sistemica delle tensioni da cui si origina? «Statura e pedigree diplomatici necessari». Per esempio: «Voi sapete che razza di calibro è il Ceo dell’Eni Claudio Descalzi? Un Rex Tillerson gli può forse tenere testa. Ma voi ve l’immaginate il teatrino di Di Maio, Grillo e Casaleggino seduti davanti a Descalzi? Se li mangia vivi in 11 minuti, li rigira da fargli venire la labirintite mentre con la mano destra telefona a Igor Sechin di Rosneft. Ma non sto scherzando, c’è di mezzo la nostra vita, Cristo». E tutti i settori citati sopra? «Mario Monti è una bestia umana, ma Monti in mezza giornata fa e pensa quello che tutti i vertici 5S messi assieme fanno e pensano in sei mesi». Fico e la Taverna coi diplomi aziendali? «Io e l’insider di Wall Street per 30 anni, Warren Mosler, incontrammo a Roma alcuni Taverna e Ficodeputati 5 Stelle della commissione bilancio: si doveva parlare di macroeconomia dello Stato, e ’sti ragazzini bofonchiavano proposte per modificare la partita doppia».
Obiezione corrente: saranno degli sprovveduti, come del resto anche gli altri politici italioti; se non altro, i 5 Stelle almeno loro sono onesti. «Tutto sbagliato», sentenzia Barnard. «Il pericolo più micidialmente insidioso del Movimento 5 Stelle è che sono dei travestiti, tutti». Ovvero: «Non solo sono dei totali incompetenti come gli altri, ma sono omertosi perché sanno benissimo cosa sia la porcata del loro partito-azienda: cioè sanno dove i CasaleggioForProfit vogliono andare a parare, a spese di 60 milioni d’italiani, fra amicizie americane e banchieri dell’Ambrosetti. Sanno che Grillo è marcio fino al collo, ma, al contrario dei piddini o dei leghisti, i 5 Stelle vivono nello stesso ricatto della prostituta moldava schiava, a cui i papponi hanno sequestrato il passaporto e che se sgarra spaccano poi le ossa alla sua famiglia a casa. Questo è. E ’sti tizi si sono spacciati per “la speranza”. Ma ormai ci sono, si moltiplicano come l’E.coli nell’intestino». E allora ok, «ammaliamoci di 5 Stelle per qualche anno, ma poi almeno saremo immunizzati». Parola di Tucidide. O meglio di Paolo Barnard. Che a marzo, giura, ai 5 Stelle farà il peggior dispetto possibile: votarli.

fonte: http://www.libreidee.org/

venerdì 2 febbraio 2018

il matto come via di rigenerazione di sé e del mondo




I Tarocchi, lungi dall’essere solamente un gioco di cartomanzia per gente annoiata amante dell’Occulto, racchiudono un sapere iniziatico che spesso non risulta immediato ai profani. La prima carta del mazzo è quella del Matto o Bagatto, una figura ricca di suggestioni esoteriche e spirituali valide anche per l’oggi. Il Matto è infatti una figura archetipica ispirata ad un personaggio realmente esistito nel Medioevo: il buffone di corte o giullare, la cui presenza presso le corti serviva a ricordare ai potenti che erano soltanto degli uomini, anche loro sottoposti come tali alle leggi imprevedibili e inevitabili della morte. Il giullare, quindi, svolgeva una funzione demistificatrice del potere, e guai a chi osava perseguitarlo o imprigionarlo: qualsiasi performances folle o “mattana” mettese in atto, restava sempre impunito, godendo di una sorta di immunità diplomatica accordatagli dal riconoscimento del suo prezioso ruolo sociale di dissacratore del potente di turno. Già recuperare anche solo questa funzione irriverente del Matto oggi sarebbe cosa saggia. Il comico si avvicina al giullare di corte quando mette alla berlina vizi e virtù dei potenti, ma lo fa sempre da una posizione sicura, quasi mai senza rischiare visibilità mediatica e carriera. Egli sbeffeggia sì i potenti ma non attacca quasi mai il potere e non ne svela i meccanismi perversi. Quando lo fa si può stare certi che è destinato a uscire di scena dal palcoscenico mediatico e che la sua carriera verrà stroncata.

Tornando al significato dell’Arcano Maggiore del Matto, in questo articolo mi propongo di rivelarne gli aspetti esoterici, reinterpretando la carta da un punto di vista iniziatico profondo. Il Matto, dicevo sopra, è l’archetipo della follia, ma non di una follia demenziale bensì di una follia sana. Secondo la concezione tradizionale la follia è una falsa ed insana interpretazione della realtà. Nell’immaginario collettivo il folle è colui che stravolge, che delira, che squaderna. Egli è un demente incapace di guardare al mondo con gli occhi del realismo e della razionalità. Ma questa concezione sanitaria non esaurisce affatto il significato di ciò che è la follia. Per Erasmo da Rotterdam, per esempio, la follia è qualcosa di positivo e di assolutamente necessario: la follia è la condizione necessaria per rigenerare se stessi, la società e il mondo intero, al punto che, secondo il pensatore olandese, “nessuna società e nessuna unione potrebbero esistere senza un pizzico di follia”. Questo perché la follia mette in scacco i modi conformisti ed unilaterali di guardare il mondo. La follia sana infatti insegna a guardare il mondo alla rovescia, da angolazioni nuove, e così cogliere aspetti insospettati della realtà, aspetti che sfuggono all’umana razionalità. La follia è per Erasmo un mezzo per demistificare il mondo, cioè lo strumento principale per rimuovere dalla mente individuale e da quella collettiva le incrostazioni che si sono depositate nel corso dei millenni e che impediscono una rigenerazione vitale e creativa dell’umanità. Per questo motivo la follia per Erasmo è una forza divina, che lui identifica con Eros, il demone che secondo Platone pervade con il suo sacro furore gli uomini portandoli a creare e ricreare il mondo. Rompendo con gli schemi tradizionali della ragione e del potere, la follia conduce l’uomo verso il rinnovamento di tutte le cose. Ecco perché, secondo Erasmo, gli uomini non devono temerla ma accoglierla come un dono degli déi.

L’aspetto interessante della riflessione che Erasmo fa in Elogio della follia è questa capacità sua capacità di depennare tutti i falsi miti sui quali si regge la società umana. Mettendo a nudo l’inconsistenza e la potenza omologante dei miti culturali, religiosi e politici, la follia smaschera la loro vera natura subdola di stampella del potere. E non a caso il potere ha paura della forza demistificatrice della follia: Ezra Pound, con la sua critica corrosiva della modernità, lo sapeva molto bene quale prezzo si paga per osare esercitare quel tipo di follia invisa al potere. Venne internato per 13 anni in un ospedale psichiatrico come infermo di mente. Ma non era pazzo, era solo diversamente normale, cioè lucido. Il suo errore, semmai, fu quello di non comprendere che anche il fascismo, che lui apprezzava moltissimo, era funzionale al potere, in Italia e in Spagna. 

                                                                     H. Bosch, Il vascello dei pazzi

 Ma come rimuovere i falsi miti inneggianti al potere e a tutte quelle ideologie che castrano la possibilità di ricreare se stessi? La risposta è semplice: facendo i matti, cioè riappropriandosi dell’umana facoltà di guardare il mondo alla rovescia, senza dietrologie e deviazioni ideologiche e dottrinali. Ma per fare i matti occorre avere una mente almeno parzialmente insatura, occorre cioè fare spazio a nuove forme-pensiero. Ma le forme-pensiero possono entrare nella mente umana solo se si è disposti a disfarsi delle vecchie. Una mente satura di forme-pensiero invecchiate, cristallizzate in miti ed ideologie, non può creare nulla ex novo. D’altro canto per disfarsi di tali forme-pensiero decrepite occorre in un certo qual modo rivoltarsi contro se stessi e contro quei falsi idoli di cui è satura la mente. Come diceva Albert Camus, l’ “uomo in rivolta” è un uomo che dice no, ma mentre esprime il suo rifiuto del mondo, delle sue storture e i dei suoi squilibri inaccettabili, esprime anche un sì, facendo così un balzo in avanti, una proiezione nel futuro che lo anticipa. L’uomo in rivolta contro il mondo è un uomo dal pensiero insaturo, aperto al futuro: dire no, disubbidire a ciò che ci viene falsamente presentato come inevitabile e ammantato di una razionalità indiscutibile, guardare il mondo sotto una luce nuova e disincantata, significa fari stranieri al mondo. Ma per mettere in scacco questo mondo ingiusto bisogna riuscire a dire no, a prendere le distanze dal presente. “La coscienza” afferma Camus “nasce dalla rivolta”. Una rivolta interiore, uno stravolgimento intimo che fa piazza pulita di miti e credenze inculcati dal sistema per addormentare le coscienze. L’uomo in rivolta, persino contro se stesso, è un uomo che scende nei più profondi antri della sua anima e la scompagina, riuscendo così a reinventare se stesso, a rinnovarsi. L’uomo che non sa dire di no – al mondo che lo circonda, al successo, agli schemi del potere – non è degno di stare nel mondo, non esiste. La rivolta è quindi la condizione essenziale per diventare pienamente umani. Ribaltando l’assunto cartesiano del Cogito Ergo sum, Camus afferma che la prima funzione o evidenza del pensiero non è il mero cogitare ma il rivoltarsi contro il mondo e contro se stessi. 
Da un punto di vista alchemico-spirituale, questa rivolta interiore, questa scompaginazione della propria anima corrisponde alla fase della nigredo, a cui segue quella della albedo (la purificazione interiore), seguita dalla rubedo (la trasmutazione dell’essere in un nuovo essere, che ha fatto tesoro tanto della fase destrutturante della nigredo quanto di quella ristrutturante dell’albedo). Solo in questo senso si può comprendere la forza destrutturante e al tempo stesso ristrutturante della figura archetipica del Matto: egli è colui che ha preso coscienza dell’assurdità del mondo ed è anche colui che trova le parole o altre forme (per esempio opere artistiche) per denunciarla. Quando più coscienze trasmettono, ciascuna coi talenti che le sono propri, il messaggio dell’assurdità e dell’ingiustizia del mondo, si forma un fascio di energie capace di creare nuove forme-pensiero, le quali a loro volta sono la condizione per compiere azioni di vero cambiamento. E' il cosiddetto fuoco dei filosofi o fuoco sottile di Fulcanelli contrapposto a quello volgare che, promando dallo Spirito e posandosi sopra la Vergine (l'anima insatura, principio femminile), dà luogo all'Unio mystica, cioè alla generazione di Cristo, l'Uomo nuovo. Chi può comprendere comprenda. 




Non è la materia che crea il pensiero ma il pensiero che crea la materia: ogniqualvolta la mente fa spazio a nuove forme-pensiero altamente spirituali, ecco che il mondo si rigenera. Lo sapevano molto bene artisti come Dante, Leonardo da Vinci e tanti altri. 
Siamo nel mondo per lasciare un’impronta di noi stessi, non l’impronta di un bipede ma l’impronta di un essere umano senziente. Seguendo la Via del Matto possiamo farci estranei a noi stessi e al mondo e così recuperare la nostra umanità e il senso spirituale del perché siamo nel mondo qui e ora. Come diceva il grande Tommaso Campanella, chi non diventa “folle d’amore per un ideale” – un ideale di giustizia e di rinnovamento spirituale del presente – non sarà mai in grado di debellare “tirannide, sofismi e ipocrisia”. Il Matto docet.

fonte: http://federicafrancesconi.blogspot.it/

giovedì 1 febbraio 2018

i signori del tempo

armi scalari per controllare il clima a fini strategici

Di Thomas Bearden
Thomas Bearden è un ingegnere elettronico statunitense. Da parecchi anni si occupa di armi scalari e di guerre climatiche. Recentemente (ndr è stato pubblicato un altro suo libro intitolato, Oblivion: America at the brink (Oblio: l’America sull’orlo dell’abisso)…
Thomas Bearden divulga le informazioni in suo possesso sui programmi in corso volti all’ingegnerizzazione del clima per opera dei Russi e di altri, tramite le armi scalari conosciute anche come Tesla Howitzers (Obici Tesla). Il gentilissimo Richard di Altrogiornale ha tradotto il testo che proponiamo. E’ una ricerca molto tecnica e certamente poco comprensibile per i profani, ma il concetto-chiave è chiaro: sono usati dispositivi che si basano probabilmente non solo sui campi elettromagnetici, ma anche sull’uso di energie scalari (energia del punto zero?) per influire sui fenomeni meteorologici e tettonici. Quanto mai opportuno il riferimento alle scie degli aerei che giocano un ruolo determinante nelle manipolazioni atmosferiche. L’indagine di Bearden si fonda principalmente sulle teoria superpotenziale di E.T. Whittaker.
Nel gennaio 1960 (43 anni fa!) Nikita Khruschev annunciò al Presidium: “Abbiamo una nuova arma, nel portafoglio dei nostri scienziati, talmente potente che, se usata senza ritegno, può distruggere tutta la vita sulla Terra. E’ un’arma fantastica”.
I Russi non hanno ancora rivelato di che arma si tratti, ma l’hanno sviluppata in segreto e l’hanno provata clandestinamente per vedere se l’Occidente potesse capire che cosa accadeva, se gli U.S.A. avessero già scoperto tale arma. Non era così. Nel 1997, 37 anni dopo l’annuncio di Khruschev della nuova arma (elettromagnetica e scalare), il Segretario della “Difesa” statunitense William Cohen lanciò un allarme, suggerendo che gli U.S.A. avessero infine compreso la natura ed il potere dell’arma.
“Altri (terroristi) stanno impiegando un eco-terrorismo col quale alterare il clima, causare terremoti, attivare vulcani a distanza con l’uso di onde elettromagnetiche. Quindi molte menti ‘geniali’ là fuori lavorano per trovare il modo di creare il terrore in altre nazioni”.
Elettromagnetismo scalare e controllo meteorologico
Il clima anomalo globale non è un caso. Secondo la teoria superpotenziale, iniziata con il documento di E.T. Whittaker del 1904, è possibile produrre un campo magnetico (E.M.) ed un campo di forza energetico a distanza. Whittaker, nel 1904, mostrò che tutti i campi e le onde elettromagnetiche possono essere scomposti in due funzioni potenziali scalari. Ne consegue che, assemblando tali funzioni potenziali scalari in raggi, una può produrre un “interferometro potenziale scalare” dove i raggi potenziali si intersecano a distanza. In questa zona di interferenza, appaiono campi E.M. trasversi ordinari ed energia.
Un potenziale scalare è un assemblaggio armonico di coppie d’onde E.M. longitudinali e bidirezionali, come mostrato in un documento di E.T Whittaker l’anno prima, nel 1903. Quindi si possono produrre le onde longitudinali necessarie in gruppi, per “assemblare” un potenziale scalare con ogni composizione LW interiore che si desidera. Dunque, usando onde longitudinali EM (LW), si possono produrre potenziali, campi ed onde.
Ne consegue che un’onda E.M. longitudinale, dato che non può cambiare trasversalmente a priori, non può variare la sua densità energetica tridimensionale. Invece deve variare nel dominio temporale. Risulta che abbiamo creato un’oscillazione della curvatura dello spazio-tempo, producendo un’onda E.M. longitudinale. Ora possiamo ingegnerizzare gruppi di curvature spazio-temporali, assemblando propriamente le LW. Questa è una potente relatività generale, perché la forza E.M. viene adoperata come agente della curvatura spazio-temporale.
Ecco come viene eseguita generalmente l’ingegnerizzazione meteorologica: si impiegano due trasmettitori di raggio potenziale scalare, separati sulla necessaria base per formare un interferometro di raggio. Ora in questa zona di interferenza a distanza (IZ), abbiamo un potenziale di “vacuum” ambientale (potenziale spazio-temporale o stress spazio-temporale). Se la terra del circuito elettrico dei trasmettitori è SOPRA il potenziale ambientale nell’IZ, allora emerge la dispersione (riscaldamento) di energia EM nell’IZ. Questa è la modalità esotermica di operazione. Se la terra del circuito elettrico dell’interferometro è basata negativamente sotto il potenziale ambientale nell’I.Z., allora emerge energia E.M. convergente (raffreddamento) nell’IZ. Questa è la modalità endotermica d’operazione.
Pertanto disponendo la messa a terra elettrica dell’interferometro potenziale scalare, si può produrre riscaldamento o raffreddamento nella IZ distante. Se si “irradia”, si produce costante riscaldamento o raffreddamento. Se si usa l’interferometro inviando impulsi, si produce un’esplosione distante di calore o di freddo. […] Esiste un’altra caratteristica che dobbiamo conoscere. Le onde longitudinali pure E.M. hanno velocità infinita (vedere gli studi di Rodrigues et al. sul sito del Los Alamos National Laboratory). In pratica si crea un’onda pseudo-longitudinale, così la sua energia e la sua velocità sono finite, ma possono avere una velocità V superiore a C.
Un potenziale “scalare” non è per nulla un’entità scalare, poiché è un gruppo di onde longitudinali bidirezionali, come mostrato da Whittaker nel 1903. La massa è principalmente composta di spazio “vuoto” riempito di potenziali e campi, con particelle largamente separate. Nella sua scala, una “massa” sembra un sistema solare gigante.
Dato che i campi ed i potenziali non sono altro che L.W. (W. 1903 e 1904), allora il potenziale di stress dello spazio è un’autostrada per le LW. Significa che LW “molto buone” (ad esempio, onde pseudo-longitudinali sufficientemente pulite) passeranno attraverso terra e oceano, con scarsa attenuazione ed interazione.
Ora siamo pronti a vedere l’ingegnerizzazione meteorologica. Punta la zona di interferenza (I.Z.) dall’altra parte della Terra (spara attraverso terra e oceano) in un’area desiderata dell’atmosfera. Imposta positivamente i tuoi trasmettitori. Produci riscaldamento atmosferico nell’aria nella I.Z., così l’aria si espande ed hai prodotto una zona di “bassa” pressione. Ora usa un secondo interferometro impostato negativamente e piazzalo nella IZ distante desiderata. In questa I.Z. raffreddi l’aria: cosi diviene più densa e hai creato una zona di “alta” pressione.
Ora imposta molte di queste I.Z., vicino alle scie degli aerei (chimici, n.d.r). La scia del jet sarà deviata verso la zona di bassa pressione e lontana da quella di alta pressione. Variando l’energia trasmessa ed il punto della I.Z. (muovila gradualmente), puoi guidare le scie dei jet e quindi il meteo risultante.
Vuoi generare delle trombe d’aria? Crea delle bande nei flussi dei jet e accelerale. Il momentum angolare addizionale impartito alle masse d’aria creerà piccole rotazioni (tornado). Puntando la I.Z. sotto l’oceano, puoi scaldare o raffreddare l’acqua in una zona selezionata, per un periodo di tempo. Così puoi aggravare o ridurre El Nino. Guidando e coordinando propriamente attorno alla Terra, il K.G.B. (sic) può creare molta pioggia o siccità in un’area, tempeste e trombe d’aria, un potente El Nino etc.
Vuoi gettare scompiglio fra le truppe? Concentra l’I.Z. in una zona come la faglia di S. Andrea in California. Usa la modalità di interferometria esotermica. In questo modo convogli energia lentamente nella zona. Lo stress aumenta. Può succedere che le placche scivolino e causi un terremoto. Se vuoi un potente sisma, immetti gradualmente l’ energia, quindi costruisci una sorta di “sovrapotenziale” o “sovrapressione” oltre il punto dove le rocce normalmente scivolerebbero. Quindi quando lo fai partire, ne ottieni uno forte. Puoi capire che cosa può accadere, se uno gioca con i vulcani.
Il 4 Luglio 1976, il K.G.B. (sic) cominciò la sua ingegnerizzazione meteorologica massiccia sopra il Nord America. Continua anche oggi. […] Quindi il meteo anomalo che tutti vedono nel mondo rimarrà anomalo. Infatti andrà peggio. C’è una guerra in corso.
Oggi almeno 15 stati, oltre al gruppo canaglia del K.G.B. in Russia, dispongono di armi scalari. L’ingegnerizzazione meteorologica è solo una delle PRIME possibilità. Le armi più potenti della terra non sono nucleari. Sono di potenziale quantico in natura e ricorrono ad un E.M. di Whittaker modificato per implementare la teoria della meccanica quantistica di David Bohme. Nel frattempo, dato che i nostri fisici ci omettono queste informazioni e continuano ad insegnarci vecchia elettrodinamica fallata, continueremo a vedere il clima ingegnerizzato e qualche terremoto ogni tanto. Comunque, ecco che cosa accade realmente con il meteo. Capitemi, non tutte le trombe d’aria sono artificiali! Molte di queste lo sono. Il meteo viene “guidato” tramite le scie dei velivoli. Non so se vi interessa, ma lo espongo comunque. Molti scienziati non si trovano bene anche con la sola nozione che qualcosa sia sbagliato nei loto testi di fisica, però è così. Finché non cambieremo le basi necessarie, continueremo ad insegnare e ad usare una scienza inferiore. Continueremo a vedere un clima sempre più anomalo.
Fonti ed approfondimenti:
Potete vedere un recente documento di Rodrigues in Foundations of Physics, 27(3), 1997, p. 435-508.
I documenti di Whittaker sono I seguenti: “On an expression of the Electromagnetic Field Due to Electrons by Means of Two Scalar Potential Functions,” Proc. Lond. Math. Soc., Series 2, Vol. 1, 1904, p. 367-372; “On the Partial Differential Equations of Mathematical Physics,” Math. Ann., Vol. 57, 1903, p. 333-355. Un sommario della teoria superpotenziale è stato prodotto da Melba Phillips, “Classical Electrodynamics,” Vol. IV of Principles of Electrodynamics and Relativity, Ed. by S. Flugge, Springer-Verlag, Berlin, 1962, p. 1-108. Altri scienziati, come Debye, Nisbet, Bromwich e McCrea hanno contribuito alle basi della teoria superpotenziale.
Altro documento eccellente ed illuminante è di Patrick Cornille, “Inhomogeneous Waves and Maxwell’s Equations,” Chap. 4 in Essays on the Formal Aspects of Electromagnetic Theory, World Scientific, Singapore, 1992, p. 6-86. Si raccomanda anche T.W. Barrett and D.M. Grimes, Eds., Advanced Electromagnetism: Foundations, Theory & Applications, World Scientific, New Jersey, 1995.
Per un test di una superarma, si legga Walker et al., “Kaitoku Seamount and the Mystery Cloud of 9 April 1984,” Science, Vol. 227, Feb. 8, 1985, p. 607-6111. Si consulti pure Daniel L. McKenna and Daniel Walker, “Mystery Cloud: Additional Observations,” Science, Vol. 234, Oct. 24, 1986, p. 412-413.
Thomas Bearden

Fonte tratta dal sito .

fonte: http://wwwblogdicristian.blogspot.it/

mercoledì 24 gennaio 2018

sudditi: la verità che nessuno vuole. E buone elezioni a tutti

Gli slogan elettorali nell’Italia del 2018? Piccoli corvi, che banchettano sui resti di un cadavere. «Voi ora vivete in uno Stato che non esiste più, avete delle leggi che non contano più niente: la vostra sovranità economica non esiste più». La voce sembra quella del vecchio marinaio di Coleridge, che insiste nel raccontare una storia atroce, che nessuno vuole ascoltare: la storia di un naufragio che si trasforma in catastrofe, dove ciascuno tenta disperatamente di sopravvivere a spese degli altri. E’ inaccettabile, il racconto del superstite. Troppo duro da digerire: «Nell’arco di pochi decenni, sono riusciti ad ammazzare la cittadinanza occidentale: eravamo persone capaci di cambiare la propria storia. L’Italia, con un solo partito e una sola televisione, ha fatto divorzio e aborto: eravamo figli del Vaticano ma siamo riusciti a ribaltare il paese». Dov’è finita quell’Italia? Davanti al televisore, ad ascoltare le amenità di Renzi e Grasso, Berlusconi e Di Maio. Di loro si occupano i giornalisti, gli stessi che ignorano l’altro giornalista, quello vero. Il vecchio marinaio. Il folle, l’eretico. L’ostinato reduce che insiste nel raccontare la verità che nessuno vuole sentire. Verità semplice e drammatica: c’è solo una politica in campo, quella del vero potere. E’ il potere antico, quello dei Re. E si è ripreso tutto. Distruggendo cittadini, leggi e Stati.
Paolo Barnard lo chiama «il più grande crimine commesso in Occidente dopo la Seconda Guerra Mondiale». Una storia cominciata almeno 80 anni fa: «Qualcuno si pose il problema di far tornare in auge le élite assolutiste che avevano sempre dominato Paolo Barnardl’umanità, nei millenni». E’ una storia complessa eppure semplice, utile da riascoltare: per secoli, il potere feudale ha agito incontrastato, sbattendo in galera e mandando sulla forca chiunque gli desse fastidio. Per farlo crollare c’è voluta la Rivoluzione Francese, nel ‘700. Dalla Presa della Bastiglia è cominciato un percorso “miracoloso” che si è sviluppato fino al ‘900, periodo in cui «si è realizzata la grande idea degli Illuministi, per ricacciare indietro il potere assolutista». Barnard lo chiama: il Tridente. Un forcone a tre punte: «Gli Stati, le leggi fatte dagli Stati, e il popolo che legittima gli Stati e le leggi». In altre parole, la democrazia partecipativa: roba mai vista prima, nella storia dell’umanità. «Questo Tridente era riuscito, dall’Illuminismo in poi, a ricacciare queste élite sempre più indietro, fino alla modernità». L’antica oligarchia aveva perso ogni privilegio e si è dovuta nascondere. Ma ha resistito. E negli anni ‘20-30 del ‘900 ha cominciato a pensare che fosse ora di spegnerlo per sempre, l’Illuminismo dei diritti democratici. Fine della ricreazione, si torna all’antico. L’Unione Europea? Una loro invenzione. L’euro? Il loro capolavoro.
Riascoltare Barnard, impegnato in conferenze in giro per l’Italia su questo tema già nel 2010, è letteralmente sconfortante, in una vigilia elettorale dominata dalle risse sul canone Rai di Renzi e sull’elemosina per i sudditi che Di Maio chiama “reddito di cittadinanza”. La storia del grande naufragio, quella del vecchio marinaio, è in realtà la cronologia di un golpe orwelliano contro la democrazia, che il mainstream giornalistico e politico si rifiuta di ascoltare. Adottando il metro della criminologia, Barnard fa i nomi: quelli degli americani Walter Lippmann e Edward Bernays, e quelli dei francesi Jean Monnet, Robert Schuman e François Perroux. Eminenti intellettuali, che negli anni ‘20 «si mettono a lavorare al servizio delle élite economiche, per riportarle al potere». In Europa, tra le due guerre mondiali, cementano un’alleanza economica del blocco industriale franco-Lippmanntedesco, quello che tuttora domina il vecchio continente:.«Sono i veri padroni: i gruppi industriali e finanziari francesi e tedeschi decidono tutto. La Costituzione Europea, il Trattato di Lisbona, è stata scritta apposta per mantenere un equilibrio di parità assoluta tra questi due blocchi; tutti gli altri non contano niente».
Primo obiettivo dei due americani, Lippmann e Bernays: eliminare dalla scena una delle tre punte del Tridente, i cittadini. Lippmann scrive che i cittadini-elettori sono, letteralmente, «degli outsider rompicoglioni». Per Monnet e Schuman siamo «una massa ignorante», che deve mettersi da parte per lasciare il posto alla guida illuminata delle élite. Lippmann e Bernays inventano l’industria della creazione del consenso politico, da cui deriva anche la cosiddetta “esistenza commerciale”, che abbiamo conosciuto come consumismo, insieme alla cultura della visibilità massmediatica. «Si inventano questi strumenti per rincretinire i cittadini, coinvolgendoli all’interno di usi e costumi che li imprigioneranno, facendo leva sull’immagine dei vincenti, nell’illusione di poterli emulare». Consumismo, debito, credito al consumo. «E così eliminano la partecipazione della cittadinanza». E’ l’inizio dell’immane naufragio, nel mare ostile su cui anche l’Italia oggi galleggia come una zattera impoverita e precaria. «In Europa il piano è ancora più perfido e sofisticato, perché devono affrontare le altre due punte del Tridente: eliminati i cittadini, la massa ignorante, gli “outsider rompicoglioni”, restano da eliminare gli Stati e le leggi».
Cosa si inventano quei francesi negli anni ‘30? «Quello che abbiamo davanti agli occhi adesso: l’Unione Europea e l’unione monetaria. Capiscono che, per eliminare gli Stati, bisogna creare delle strutture sovranazionali che abbiano un potere superiore a quello degli Stati. Una Commissione Europea che fa le leggi in Europa, leggi più potenti delle leggi italiane, e un Parlamento Europeo che non conta niente perché non può fare le leggi. Poi si inventano il Wto, con regole sul commercio a cui devono adeguarsi le regole nazionali». Ma soprattutto, continua Barnard, arrivano a inventarsi l’euro, cioè «l’arma finale che ha tagliato la testa agli Stati e alle loro leggi, rovinando democrazia e cittadini». La moneta unica sembra il parto del lavoro europeo degli anni ‘90, opera dei vari Giscard d’Estaing, Prodi e Amato? Errore: nasce molto prima. L’invenzione dell’euro risale addirittura all’epoca del nazismo. Per la precisione al 1943, quando l’economista francese Perroux si inventa l’idea dell’euro «per togliere agli Stati il potere monetario, che è la condizione essenziale per distruggerli: senza la capacità di François Perrouxemettere la moneta – spiega Perroux – lo Stato perde la sua ragion d’essere». Era tutto chiaro, già allora: «Lo sapevano dal 1943 e l’hanno fatto», dice Barnard.
Il piano, che nasce negli anni 20-30, ha una lunga preparazione: il Tridente continua ad avanzare dopo la  Seconda Guerra Mondiale, cresce negli anni ‘50 e ‘60 quando abbiamo le grandi legislazioni sul lavoro, il grande potere dei sindacati, il boom del Pci in Italia, al punto che poi, negli anni ‘70, «tutto il mondo è un po’ di sinistra, cioè abbraccia questi ideali, che sono l’esatto contrario di quello che viene pianificato di nascosto». Proprio gli anni ‘70 rappresentano «l’ultimo abbrivo della speranza nata dagli illuministi». Poi c’è il crollo verticale, perché gli uomini incaricati dall’élite già feudale lavorano moltissimo: «Il vero potere capisce il potenziale di questo piano e comincia a finanziare, a colpi di milioni, i pensatori  che prendono le redini. Così, negli Usa nascono fondazioni per finanziare questa macchina da guerra per la distruzione degli Stati, delle leggi e dei cittadini». La fondazione Rockefeller, la Holy Land, la Volcker, la Atlas. «Girano miliardi agli economisti che cominciano a strutturare il pensiero che poi verrà venduto alle università, e da queste alle istituzioni che fanno i master per la classe dirigente, e da lì ai ministeri di tutti gli Stati che contano». Si cominciano a oliare ingranaggi potentissimi: in Europa l’austriaco Frederich Von Hayek fonda la Mount  Pélérin Society, che diventa il centro di questa riscossa del vero potere, mentre in parallelo in Gran Bretagna sorgono l’Institute for Economic Affairs e il famigerato Adam Smith Institute.
Nemmeno in Italia l’élite resta alla finestra: nel 1957 nasce il Cuoa, Centro Universitario di Organizzazione Aziendale. «Nessuno lo conosce, eppure da lì sono usciti Marchionne, Doris, Profumo, la Marcegalia, Montezemolo». Insieme al Cuoa nascono la fondazione Prometeia di Andreatta, il Cmss, l’Istituto Bruno Leoni, Nomisma di Prodi. «Gruppi di studio e fondazioni: organismi «lubrificati da miliardi, sempre per creare questa classe dirigente per portare avanti l’ideologia che deve distruggere gli Stati e le leggi, dopo aver avviato la distruzione dei cittadini-elettori». Una marcia inarrestabile, accelerata in modo formidabile negli anni ‘60-70, negli Usa, da due economisti decisivi, Karl Brunner e Milton Friedman. «Due uomini dell’estrema destra economica che cominciano a masticare una questione che diventerà famigerata: il fantasma del debito pubblico e quello dell’inflazione». Gli uomini dell’élite infiltrano le università, «raccontando di questo pericolo che minaccia Milton Friedmangli Stati: sono loro che fanno il grandissimo lavoro per creare il fantasma che paralizzerà gli Stati». La scuola di Friedman, quella dei Chicago Boys, «sosterrà tutti i regimi di destra, economici e militari, a cominciare da quello di Pinochet in Cile».
Altro colpo d’ala: l’intuizione, in America, della fondazione Heritage. Il suo leader, Edwin Feulner, ha un’idea fondamentale per la gestione della politica: le parole d’ordine devono essere semplici, velocissime, ridotte a slogan. Letteralmente, «idee svelte per politici che vanno di fretta». Comincia così l’industria delle lobby, osserva Barnard. «I lobbysti scrivono dei “paper” dove, in tre parole, danno istruzioni ai politici su qualsiasi tema – immigrazione, lavoro, flessibilità. Li nutrono con queste idee. Ed è il grande salto: diventano molto veloci, le lobby che assediano i nostri politici ogni giorno». Politici che, come sappiamo, ormai «ripetono a memoria questi messaggini, che sono efficaci e fanno presa sul pubblico». Un capolavoro della Heritage Foundation: ridurre la politica a spettacolo, a colpi di slogan. Questo imprime una grande accelerazione alla restaurazione del potere, che sta tornando in mani antiche. «E’ come un virus: negli anni ‘60 e ‘70 è in stato di latenza, di incubazione avanzata». Per far esplodere il morbo negli anni ‘80 servono ancora alcuni passi decisivi: affidati all’avvocato d’affari Lewis Powell, su incarico della Camera di Commercio Usa, e agli autori del rapporto “La crisi della democrazia”, sollecitato dalla Commissione Trilaterale.
A Powell, poi giudice della Corte Suprema, nel 1971 viene chiesto un memorandum che detti i passaggi finali della riscossa storica dell’antico potere pre-moderno. Powell è micidiale: gli bastano 11 paginette per dire che serve una pianificazione a lungo termine. Sembrano istruzioni militari: «Dovremo essere disciplinati per un periodo illimitato, finanziati con uno sforzo unificato, competenti e presenti nei media, nei convegni, nell’editoria, nella pubblicità, nelle aule dei tribunali, nelle commissionli legislative». Le nostre presenze, scrive, «dovranno essere superbamente precise e di eccezionale livello». Detto fatto: le indicazioni di Powell sforneranno “soldati” di ferro: «Giudici, politici, economisti, consiglieri, docenti universitari, burocrati ministeriali». Non solo: «Dobbiamo colonizzare tutti gli editori che pubblicano testi di economia», raccomanda Samuel Huntingtonl’avvocato di Wall Street, «perché nelle università dovranno finire i nostri testi». Infatti, annota Barnard, «non c’è più una facoltà di economia, nel mondo occidentale, che non insegni il solito dogma neoliberale».
Quattro anni dopo Powell, nel 1975, entrano in azione tre economisti: lo statunitense Samuel Huntington, il giapponese Joji Watanuki e il francese Michel Crozier. «Il loro rapporto per la Trilaterale, “The crisis of democracy” raggela il sangue», dice Barnard. La storia del successo della democrazia, scrivono i tre, sta nell’assimilazione di grosse fette della popolazione all’interno di valori, atteggiamenti e modelli di consumo della classe media. “Esistenza commerciale” e cultura della visibilità. E aggiungono: «Il funzionamento di un sistema democratico necessita di un livello di apatia da parte di individui e gruppi». Apatia, capito? «Cioè: dovete diventare degli stupidi apatici, che non partecipano», sintetizza Barnard. «C’era una forza lavoro che ribolliva, sindacati che facevano ancora il loro lavoro». Per questo, Huntington e compari raccomandano di «distruggere i sindacati, attaccare il radicalismo della lotta». Capiscono che il pericolo, per il potere, non è il riformismo, ma il radicalismo delle idee. Spiegano, infatti: «Quando il radicalismo perde forza, diminuisce il potere dei sindacati di ottenere risultati». Aggiungono: «Dobbiamo inventarci la concertazione: essa produce disaffezione da parte dei lavoratori, che non si riconoscono in quel processo burocratico e tendono a distanziarsene». E questo, concludono, «significa che più i sindacati accettano la concertazione e più diventano deboli, meno capaci di mobilitare i lavoratori e di fare pressione sui governi».
Non a caso ora siamo al precariato come normalità: «Hanno reso plausibile l’inimmaginabile». Gli mancava un ultimo tassello: i politici, per varare finalmente le leggi che il potere oligarchico incubava dagli anni ‘30. «Fra il ‘79 e l’81 – riassume Barnard – il piano arriva a maturazione politica nelle nazioni che contano: Reagan negli Usa, la Thatcher nel Regno Unito, Mitterrand in Francia e Kohl in Germania. Hanno fatto poker: il mondo è in mano a questa gente. Si celebra la vittoria del ritorno al potere dell’élite assolutista. Questi i loro alfieri politici, completamente comandati. Sono riusciti a comprare il destino di milioni di persone come noi». Tre politici conservatori, e uno teoricamente progressista: il capo dell’Eliseo. «Mitterrand è un caso particolarmente sinistro», sostiene Barnard: «Doveva riabilitarsi, dopo un passato da fascista nel Mitterrandregime di Vichy. Non a caso, proprio dal socialismo francese prenderanno spunto il socialismo rampante italiano e il socialismo di destra del New Labour di Tony Blair».
Alain Parguez, all’epoca prestigioso consulente economico di Mitterrand, poi “pentitosi”, scrive: «Neppure Marx avrebbe mai osato immaginare quanto i soldi potessero ottenere: comprarsi il sostegno elettorale dei cittadini e la schiavitù di intere nazioni». Ma come hanno fatto, in trent’anni, a impedire agli Stati di rendersi conto del fatto che sarebbero stati distrutti? Come hanno fatto a evitare che un economista, un giornalista, un intellettuale si domandasse cosa stesse succedendo? A partire da Brunner e Friedman, risponde Barnard, si sono inventati il fantasma dell’inflazione e quello del debito pubblico. «E con questo doppio fantasma, attraverso quel poderoso network di pensatori che ha colonizzato ogni centro decisionale, hanno terrorizzato e paralizzato gli Stati, impedendo loro di accorgersi che, quando avevano la sovranità della moneta (ecco perché Perroux si inventò l’euro nel ‘43), potevano tranquillamente creare piena occupazione, stato sociale e ricchezza nazionale, spendendo a deficit senza limiti di spesa». Chiarisce Barnard: «Il debito pubblico non conta niente, lo Stato non lo deve mai ripagare: non è il debito dei cittadini, è la loro ricchezza».
L’inflazione? «Non è un problema. L’Italia è entrata nel G8 con un’inflazione che era 7-8 volte quella di oggi». E a proposito di debito pubblico: «Quello del Giappone è il 200% del Pil: qualcuno ha mai sentito parlare del Giappone in crisi?». Eppure, per mezzo secolo, i lavoratori sono stati oppressi da salari bassi e servizi sociali inadeguati. «Non era necessario, non era una necessità economica: era tutto inventato grazie ai fantasmi cucinati da questi economisti per frenare gli Stati». E perché? «Perché se gli Stati si accorgono di poter spendere, “fregano” il potere privato». Avverte l’insigne monetarista americano Randall Wray: «Se fosse compreso che il governo non ha limiti di bilancio, potrebbe spendere come gli pare, acquisendo una fetta troppo grande delle risorse nazionali». Inteso: troppo grande per gli appetiti del business privato, di cui si è appropriata l’élite. Taglia corto Joseph Halevi, economista italo-australiano: «Quello che è in gioco è la totale privatizzazione della finanza Joseph Halevipubblica, e dunque la distruzione degli Stati. Bisognava privatizzare la finanza pubblica e distruggere gli Stati». Ancora: «La piena occupazione dà potere agli Stati, la disoccupazione e la flessibilità gli spezzano la schiena».
Il motivo per cui hanno deregolamentato tutta la finanza, eccetto quella pubblica, «è che si è data mano libera ai privati ma imprigionando i governi, perché sennò diventavano troppo potenti», insiste Barnard. «I governi non dovevano accorgersi che potevano creare ricchezza, occupazione e welfare per tutti. Noi dovevamo soffrire, a milioni. E al top di questa piramide criminale, poche migliaia di persone, si accumulava un potere economico inimmaginabile; oggi i derivati della speculazione finanziaria posseduti da pochi individui è pari a 620.000 miliardi di dollari, il Pil Usa è 14.000». C’è qualcuno che può avere ancora dei dubbi su com’è andata la storia? Qualcuno osa ancora mettere in discussione il racconto terribile del vecchio marinaio? Sì, eccome: tutto il mainstream politico e mediatico. Barnard, semplicemente, non esiste. Si parla magari di Padoan, ma non del carcere a cielo aperto chiamato Unione Europea, il cui obiettivo è la demolizione sistematica delle economie nazionali. Silenzio anche sull’Eurozona, il lager che impedisce allo Stato di lanciare la crescita delle aziende. Non si sente, in televisione, la voce di Barnard. Si sente quella dei grillini, dei renziani, dei dalemiani, dei berlusconiani. Il naufragio è rimosso, la verità non è ammessa. Chi ne parla è spacciato. Meglio le ciance sulla buonanima della Costituzione, di fatto archiviata dall’Ue. «Voi ora vivete in uno Stato che non esiste più, avete delle leggi che non contano più niente: la vostra sovranità non esiste più». E buone elezioni a tutti.

fonte: http://www.libreidee.org/

Nestlé, Danone e Coca Cola si stanno rubando tutta l'acqua

L’acque è una risorsa importante e la Nestlé lo sa bene, continuando nelle sue acquisizioni, in questo caso nella riserva degli indiani Morongo in California.
Gli abitanti di Riverside, vivendo in una terra arida con penuria di acqua al confine di questa regione, si lamentano del fatto che la multinazionale svizzera riesca ad estrarla dal sottosuolo e imbottigliarla con il marchio Pure Life rivendendola in tutto il Nordamerica.
Tutto regolare dal punto di vista giuridico, visto che l’accordo della Nestlé con gli indiani, stipulato nel 2002 con termine 2027, non può essere modificato perché lo Stato della California non ha nessuna giurisdizione in questo territorio, aggiungendo il fatto che sono ignoti i termini del contratto e la quantità di acqua che viene estratta, ma risulta certo il profitto da parte del colosso elvetico stimato in circa 8 miliardi di euro l’anno.
Questa storia è stata raccontata dal regista svizzero Urs Schnell nel documentario “Bottled Life” premiato lo scorso anno al Festival di Berlino, denunciando il fatto che coloro che vivono ai margini della riserva indiana si lamentano della cattiva qualità dell’acqua, e del fatto che durante la giornata, viene interrotta più volte l’erogazione.
Questa è una vera e propria guerra per accaparrarsi le risorse, in questo caso dell’acqua, ambito nel quale la Nestlé ha ormai assunto una posizione di monopolio, assieme a Danone e Coca Cola, e quando questo “risiko” sarà completato potranno chiudere i rubinetti e ricattare il mondo come già stanno facendo …


L’acqua viene presa in ostaggio, con le buone o con le cattive, divenendo profitto per pochi, mentre noi ignari consumatori ci sentiamo ormai “sicuri” solo se l’acquistiamo in bottiglia, frutto di politiche mirate e di un battage pubblicitario finalizzato a considerare l’acqua sicura solamente se imbottigliata.
Lo sappiamo bene in Italia, visto che in Europa siamo i maggiori consumatori di acqua in bottiglia, mentre nel mondo siamo al secondo posto, come riferito dal Censis, il Centro Studi Investimenti Sociali.
L’acqua fondamentale risorsa del pianeta sta rapidamente sparendo, la sua scarsità a livello globale si profila come la maggiore minaccia di crisi ecologica, economica e politica.
L’acqua è un bene imprescindibile per la vita umana, per questo fa gola alle multinazionali e il suo business ha un valore immenso, generando una estrazione selvaggia dalle falde.
Il film documentario “Bottled Life” non parla solo dell’acqua dei Morongo, ma anche di altri luoghi, per esempio di ciò che sta accadendo in Pakistan dove i pozzi scavati dalla multinazionale svizzera Nestlé stanno privando la popolazione dell’acqua potabile, che poi rivende a caro prezzo dopo averla, mentre la prima acqua “purificata”, cioè acqua di rubinetto trattata con l’aggiunta di minerali, viene commercializzata nel Paese asiatico.
Secondo me è un atto criminale e siamo in presenza di un commercio ignobile e sregolato, visto che ogni anno in Pakistan muoiono più di 200.000 bambini a causa della dissenteria e l’accesso alle proprie falde sotterranee è la sola possibilità per le persone per avere acqua sicura.
Insomma, l’acqua è vita, non un bene da cui trarre un indiscriminato profitto, in nome del quale, la Nestlé sta contribuendo al depauperamento delle risorse idriche, inaridendo le locali fonti d’acqua e i pozzi fino a oggi utilizzati per uso domestico e agricolo.
Difficile pensare che l’estrazione dell’acqua condotta dalla Nestlé sia sostenibile da parte dell’ambiente, visto che quasi sicuramente ciò avviene molto più velocemente di quanto possa essere naturalmente rinnovata, mettendo a rischio il diritto all’acqua da parte delle future generazioni.

Fonte tratta dal sito .

fonte: http://wwwblogdicristian.blogspot.it/