mercoledì 1 maggio 2019

il paradosso della nave di Teseo


Si narra che la nave in legno sulla quale viaggiò il mitico eroe greco Teseo fosse conservata intatta nel corso degli anni, sostituendone le parti che via via si deterioravano. Giunse quindi un momento in cui tutte le parti usate in origine per costruirla erano state sostituite, benché la nave stessa conservasse esattamente la sua forma originaria. 

La nave dunque è stata completamente sostituita, ma allo stesso tempo la nave è rimasta la nave di Teseo, la questione che ci si può porre è: la nave di Teseo si è conservata oppure no? Ovvero: l’entità (la nave), modificata nella sostanza ma senza variazioni nella forma, è ancora proprio la stessa entità? O le somiglia soltanto?

Il paradosso della nave di Teseo esprime la questione metafisica dell’effettiva persistenza dell’identità originaria, per un’entità le cui parti cambiano nel tempo; in altre parole, se un tutto unico rimane davvero se stesso (oppure no) dopo che, col passare del tempo, tutti i suoi pezzi componenti sono cambiati (con altri uguali o simili). (Fonte: paradossabile.wordpress.com) ...


I metafisici e, a volte, i filosofi del linguaggio e della mente, si pongono queste domande:

“Se le parti di un oggetto sono rimpiazzate una dopo l’altra, in modo che l’oggetto finale sia composto da tutte nuove parti, come nella Nave di Teseo, in che modo i due oggetti sono lo stesso oggetto?”

Vediamo quindi cos’è Il Paradosso della nave di Teseo.

“Questo paradosso esprime la questione metafisica dell’effettiva persistenza dell’identità originaria, per un’entità le cui parti cambiano nel tempo; in altre parole, se un tutto unico rimane davvero se stesso (oppure no) dopo che, col passare del tempo, tutti i suoi pezzi componenti sono cambiati (con altri uguali o simili).
Si narra che la nave in legno sulla quale viaggiò il mitico eroe greco Teseo fosse conservata intatta nel corso degli anni, sostituendone le parti che via via si deterioravano. Giunse quindi un momento in cui tutte le parti usate in origine per costruirla erano state sostituite, benché la nave stessa conservasse esattamente la sua forma originaria.
Ragionando su tale situazione (la nave è stata completamente sostituita, ma allo stesso tempo la nave è rimasta la nave di Teseo), la questione che ci si può porre è: la nave di Teseo si è conservata oppure no? Ovvero: l’entità (la nave), modificata nella sostanza ma senza variazioni nella forma, è ancora proprio la stessa entità? O le somiglia soltanto?
Tale questione si può facilmente applicare a innumerevoli altri casi; per esempio alla scrupolosa conservazione di alcuni antichi templi giapponesi (anch’essi principalmente in legno, come la nave di Teseo), per i quali ci si può domandare se siano ancora templi originali.

Si può anche rivolgere il paradosso riguardo l’identità della nostra stessa persona, che nel corso degli anni cambia ampiamente, sia nella sostanza che la compone sia nella sua forma, ma nonostante ciò sembra rimanere quella stessa persona.

Gente con le idee chiare riguardo alla risposta da dare al paradosso di Teseo sono sicuramente gli shintoisti giapponesi. Infatti il loro tempio più importante, il tempio di Ise, costruito in legno, ogni venti anni viene abbattuto e ricostruito completamente con lo stesso disegno architettonico su un terreno a fianco del precedente. Tale cerimonia è detta shikinen sengu, al fine di ricordare che tutto muore e risorge, ed il tempio da essi è considerato originale ma rinato.

RIFLESSIONI.

Applichiamo ora il PARADOSSO, nell’era dei trapianti, a degli esseri umani. Supponiamo di prendere due uomini (li chiameremo Tizio e Caio) e di estrarre da ognuno via via tutti gli organi e di trapiantarli nell’altro e viceversa (o se vogliamo facciamo il processo prendendo una cellula alla volta e trapiantando questa nell’altro, e viceversa).

Alla fine del processo di trapianto, tutti gli organi o le cellule dell’uno (Tizio) sono passate nell’altro (Caio) e viceversa (cervello e sinapsi comprese, che sovraintendono carattere e memorie).

Ora, ammesso che Tizio e Caio abbiano un’anima e/o uno spirito personali, alla fine del processo dove si troveranno? L’anima di Tizio nel corpo di Caio (e viceversa)?

Ma le riflessioni non finiscono qui

Pensiamo di interrompere il processo a metà (ad esempio trapiantiamo solo la parte destra di un individuo nell’altro e viceversa). Dove si troveranno l’anima (e/o spirito) di Tizio e di Caio?

Ovvero l’anima (e/o lo spirito) individuale esistono veramente? …E se si, cosa succederebbe in un caso simile?

Ovviamente si può estrapolare il problema prendendo 10 persone e suddividendoli in 10 parti (cervello compreso) riassembrandole ognuna con il 10% delle prime dieci persone di partenza.

Nella visione RIDUZIONISTICA (mancanza di anima e di spirito) il problema non si pone; ma anche nella visione della RETE DEGLI INCONSCI il problema è secondario. Quello che conta è che il cervello che genera la MENTE faccia si che questa possa continuare a comunicare con altri menti e continuare a far parte dell’INTERNET DEGLI INCONSCI BIOLOGICI (conservando parte delle due personalità).

In conclusione la visione metafisica o spirituale dell’individuo è MESSA A DURA PROVA, rispetto a quella della RETE DEGLI INCONSCI.

Meditate, gente, meditate.

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