lunedì 21 agosto 2017

siede accanto a Cristo. Il cenacolo di Leonardo: il suo amante è quì!


"In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà" . I discepoli si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse : “Di’, chi è colui a cui si riferisce?”.  Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli disse: “Signore chi è?”
-dal Vangelo secondo Giovanni -





1495-1498 Milano, Convento di Santa Maria delle Grazie, ex refettorio adiacente. L’affresco tradizionale andava contro la sua natura meditativa, riflessiva e mutevole. Egli amava tornare sui suoi lavori per modificarli, stravolgerli o intensificarli. Le pareti esigevano velocità nella stesura a causa dell’essiccazione dell’intonaco. Il muro con la sua venatura statica era un limite espressivo, l’opacità che rifletteva, non donava la luce, che l’olio su tela emetteva. Ed egli tramite la luce evocava i “Moti dell’Anima”, l’arte di imprigionare i sentimenti, le emozioni ed il pensiero dei suoi personaggi, come se la scena si svolgesse nel medesimo istante della nostra visione. In un eternità di volte. Una rivoluzione, non una rievocazione, ma una partecipazione presente dell’evento. Leonardo escogitò una nuova tecnica, per render l’affresco come una grande tela, fallendone il risultato pochi anni dopo il termine della grandiosa opera, che a causa dell’umidità, e dei composti utilizzati, andava deteriorandosi velocemente.

Dopo questa breve introduzione, vorrei però non soffermarmi sul lato tecnico dell’opera, ma bensì sul suo significato forse più autentico, e per capirlo forse bisognerebbe chiedersi chi fosse il grande maestro.

Leonardo, uomo dal genio indiscusso, versatile artista, scienziato dall'aspetto incantevole, Vasari lo descriverà come l’essere più bello di Firenze, artista che pose al centro di ogni ricerca l’uomo, in quel clima rinascimentale, umanistico di fiducia di centralità assoluta; l’umanità che grazie alla pensiero, al vero, al giusto ed il bello poteva risorgere, e in armonia comprendere l’universo.

Leonardo fu un’uomo di poca fede religiosa, la ritrovò solamente in punto di morte, quei dogmi religiosi urtavano la comprensione dei fatti basata su prove analitiche.
Di buon carattere, scherzoso e giocoso, amava circondarsi dei suoi giovani apprendisti di bottega, ma amava anche la solitudine, nella quale trovava la completezza per creare.
L’uomo di scienza più grande del suo tempo, che fu non compreso ed accettato dalle accademie, per il semplice motivo della non conoscenza del latino. Lingua di tutto il sapere.
Qui forse con cautela e disaccordo di molti, vorrei raccontarvi l’inclinazione omosessuale del genio toscano; non per crearne clamore, ma bensì come chiave di lettura per molte sue opere.


Ricordo d’infanzia di Leonardo “Codice Atlantico”
...Nella prima ricordazione della mia infanziae mi parea che, essendo io in culla, che un nibbio venisse a me e mi aprissi la bocca con la sua cosa e molte volte mi percotessi con tal coda dentro le labbra.
L’interpretazione di questo sogno fu analizzata da Freud e da Jung, decifrando il nibbio nella figura della madre, mentre la coda è il pene che il fanciullo ha pensato come attributo sessuale della madre; da seno dell'allattamento, diviene un pene, in un atto di sesso orale passivo.
In seguito il 9 aprile 1476 Leonardo fu denunciato anonimamente insieme ad altri uomini con l’accusa di sodomia nei confronti del giovane Jacopo Saltarelli, l’artista fu assolto grazie alla sua fama e conoscenza, la condanna avrebbe posto termine alla vita dell’artista.
Ma la chiave di tutto resta lui, Gian Giacomo Caprotti detto il Salaì (diavolo, nomignolo datogli dal maestro).
Allievo prediletto, che divenne una delle persone più vicine al maestro, dal carattere enigmatico, tentatore, irrequieto, dall'aspetto femmineo, fu utilizzato da Leonardo come modello per la sua raffinata bellezza in nudi erotici e ritratti ammalianti.
Seguii da Vinci in tutti i suoi viaggi e fu presentato nelle prestigiose corti in cui si recavano.
Corse in Francia al peggioramento di salute di Leonardo, ma non ci fu nel suo ultimo istante.
Ereditò dei quadri dal maestro, ma molto di questo personaggio è ancora velato dal mistero.


Il Cenacolo.
Cristo domina la scena centrale, isolato, il volto chino verso il basso, rassegnato dalle parole appena annunciate.
Alla sua destra a differenza di altre opere che rappresentavano la stessa storia, Giovanni non è reclinato sul petto di Gesù per il semplice motivo che Leonardo narra la scena precedente.
La certezza che quel Discepolo sia Giovanni e non una donna è data dal fatto, che egli non poteva mancare in una rappresentazione iconografica, essendo l’apostolo più caro a Cristo, alla quale venne affidata la madre, quando morente si trovava in croce, e fu l’unico apostolo ad osservarne l’intero calvario e la deposizione del suo corpo dalla crocifissione.
Inoltre la raffigurazione di Giovanni con tratti effeminati era una ricorrenza classica del personaggio, per esaltarne la purezza e la sua giovinezza.
Ma osservando bene il volto del Giovanni di Leonardo, si possono riconoscere tratti del viso del sui allievo, il Salaì.


Un’individuo perfetto che racchiude l’essenza maschile e femminile in un unico corpo, che possiede il carattere e la forza di un uomo ma anche la passione, la sensibilità e l’amore di una donna.
Una bellezza autentica che Cristo sceglie ed ama, come ogni diversità punita dalla società di allora , di oggi, come la prostituta che egli salva ed accoglie, la Maddalena.
Un giovanni che svela la natura dell’amore per quel ragazzo da parte del maestro, e che celebra senza vederne il male in segreto  ma al corrente del messia.
Un giovanni Apostolo che dagli scritti non ebbe mai moglie, che passava il tempo con Maria e le altre donne, un Giovanni che in forma platonica amava Cristo.
E la mancanza del Calice di Cristo sulla tavola?
L’Apostolo Giovanni non lo ha mai citato nel suo testo.

Simone De Bernardin

fonte: https://viaggiatoricheignorano.blogspot.it/

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