Dall’analogico al digitale. Dal materiale all’immateriale. Dal maschile al femminile e viceversa, mentre il sistema invece di considerarlo scandaloso, lo promuove. Il fenomeno non solo è già evidente da tempo, la tv o lavaggio del cervello lo ha amplificato prima gradualmente, fino a sfornare delle vere e proprie fiction televisive a dir poco squallide.
La serie “Transparent”, unione dei termini trans e parent (genitore), premiata con due Golden Globe, racconta come Mort Pfefferman, 68 anni, professore divorziato, con tre figli, decida di diventare Maura: perché si è sempre sentito Maura, anche da sposato. Il canale Real Time è diventato quasi interamente transgender, trasmettendo serie come "Mio figlio è transgender", dove vengono raccontate storie in cui dei genitori assecondano l'orientamento sessuale dei loro figli di appena 6-7 anni. Gli stessi genitori intervistati se ne escono poi con frasi come questa: "Noi genitori adulti dobbiamo eseguire tutto ciò che ci dicono i nostri bambini". Basta assistere ad una intera puntata, sempre se riuscite, per sentire una serie infinita di cazzate. Ma c' è di più, quei genitori fanno incontrare i loro figli con un transgender adulto. Per la serie la pedofilia avanza...
Neolingua Mutante
Per creare più confusione, come se non bastassero già le loro immagini ridicole, sono stati inventati anche una serie di termini assurdi a dir poco orwelliani come Psicogender, esoterici come Pangender, alfabetici o numerici come A-Gender o Third-Gender, poi a seguire Drag-Queen e Drag-King, Intersex, Gender-Queer, Intergender, Neutrois, Mx, Two Spirit, Neither, Gender-Variant e così via, insomma se ne contano più di cinquanta.
Un vocabolario di aggettivi in neolingua che vengono sintetizzati con i termini Transizione o Transgenderismo. L'origine del termine transgender è da identificarsi all'interno del movimento LGBT (Movimento di liberazione lesbico, gay, bisessuale e transessuale), creato negli Stati Uniti negli anni '80, per indicare un movimento politico che contesta la logica eterosessista, secondo la quale i sessi dell'essere umano sono solo due. Col termine transgender si possono identificare tutte le persone che non si sentono racchiuse dentro lo "stereotipo di genere" normalmente identificato come "maschile" e "femminile". Ora c'è l'Omo Genere Mutante (OGM).
Nel dizionario inglese di Oxford è stato inserito il termine “cisgender” che indica un individuo il cui senso di identità personale corrisponde al sesso e al genere attribuitogli/le alla nascita. I due termini, cisgender e transgender, giocano la loro opposizione sui due prefissi latini “cis” e trans”, che rispettivamente significano “al di qua” e “al di là”.
Dietro a tutto questo schifo, si nasconde in realtà il percorso da tempo pianificato e oggi propagandato dall'èlite per distruggere le fondamenta della società e l'identità dei singoli con lo scopo di rendere le masse ancor più piegate e manipolabili. Il suo obiettivo è anche un altro: Depopolazione.
La «gender theory» non ha nessun fondamento e nega l'evidenza fornita dalla natura
Secondo l'ideologia in questione, le differenze naturali tra maschi e femmine non sono un prodotto della natura, ma della «cultura» socialmente dominante, onde il vero sesso sarebbe il «genere» al quale l'individuo vuole scegliere di appartenere, etero, omo, trans, ecc... Una simile «tesi» implica l'assunto che in natura i caratteri sessuali non siano ben marcati e distinti nel maschio e nella femmina, né dal punto di vista fisiologico né da quello anatomico. Ma ciò è insostenibile perché contro l'evidenza più elementare. Gli apparati sessuali di uomini e donne sono costruiti diversamente, ma in modo da essere interdipendenti nel senso di complementari gli uni agli altri, dal momento che si integrano perfettamente ai fini del concepimento della prole.
Sono così per opera della natura, evidentemente, dato che maschi e femmine nascono in quel modo sin da quando esiste il genere umano. Tale complementarità risulta non solo dalla fisiologia, ma anche dall'anatomia. L'utero della donna è costruito in modo da poter esser penetrato dal membro maschile per esser fecondato e dar luogo alla formazione del feto e del bambino. Invece, la parte finale dell'intestino che chiamiamo il retto, con la sua propria struttura muscolare (lo sfintere), mostra l'anatomia di un organo costruito unicamente per poter evacuare le feci, non per altri usi. E se lo si utilizza a fini sessuali, sia che ciò avvenga tra maschi o tra maschi e femmine, si tratta evidentemente e comunque di un uso contro-natura, come si è sempre giustamente ritenuto.
Contro-natura, non solo per il carattere ripugnante della cosa, ma già per il fatto di sfogare la propria concupiscenza mediante un organo che la natura non ha destinato a quell'uso, ma all'evacuazione, come risulta inequivocabilmente dalla nostra anatomia. Scegliere il retto al posto dell'utero, costituisce pertanto scelta contraria a quella della natura e quindi contro-natura. Questa scelta viola l'anatomia di una determinata parte (quella rettale) della nostra costituzione fisica, la quale è evidentemente un prodotto della sola natura. La condanna morale ed estetica di questo uso perverso si fonda pertanto in primo luogo già sul fatto obiettivo della costituzione anatomica dell'essere umano. E quindi sulla natura dello stesso, così com'è in sé, come Dio l'ha fatta, nella sua perfetta e compiuta anatomia. Nessuna persona sensata può infatti sostenere che la nostra anatomia di esseri umani sia un prodotto della «cultura».
Gli apparati riproduttivi degli esseri umani sono simili a quelli degli altri mammiferi. Ci rendono simili agli animali, dal lato appunto della natura, costituita in modo da potersi riprodurre e perpetuare. L'istinto della riproduzione, che, utilizzando il desiderio del piacere carnale, spinge all'accoppiamento tra maschi e femmine, ce l'abbiamo o no, in quanto puro istinto, allo stesso modo degli animali? E negli animali deve considerarsi un prodotto della natura o della «cultura»? Gli animali non hanno né società né «cultura»; quindi è la loro natura che, sotto forma di istinto, li spinge all'accoppiamento tra maschi e femmine per la riproduzione. E ciò che qui vale per gli animali non vale anche per noi, per quella parte della nostra natura che è appunto animale, intendendosi il termine in senso puramente biologico? Inoltre, la natura non può aver creato una tendenza omosessuale naturale negli esseri umani da essa forniti di apparati riproduttivi tra loro complementari, nelle due forme del maschio e della femmina: non può perché l'omosessualità è per definizione intrinsecamente sterile. Dire che la natura l'ha posta in noi come tendenza naturale allo stesso modo dell'eterosessualità, in modo che potessimo scegliere a seconda dei gusti, equivale a dire che la natura avrebbe programmato la propria estinzione, in quanto natura. Il che non è razionalmente sostenibile. E se la natura ha posto come naturali in noi tendenze omo, per qual motivo ci ha allora fornito dei due apparati riproduttivi tra loro complementari e nello stesso tempo così ben differenziati nei due tipi che costituiscono il maschio e la femmina? Tanto per perder tempo?
Se le tendenze omo fossero naturali, la natura sarebbe in sé stessa contraddittoria perché da un lato avrebbe costruito gli individui come maschio e femmina in modo da renderli fisiologicamente e anatomicamente atti a soddisfare l'istinto naturale della riproduzione, istinto vitale; dall'altro, li avrebbe simultaneamente forniti di un istinto del tutto opposto o istinto di morte, consistente nel sottrarsi all'istinto vitale utilizzando i loro organi sessuali in attività omosessuali, non conformi alla loro fisiologia e anatomia, create queste ultime sempre dalla natura.
Una natura minata da una contraddizione del genere non avrebbe in realtà potuto mantenersi a lungo ed anzi, a ben vedere, nemmeno esistere. Dire che il sesso non esiste in natura perché è una libera scelta dell'individuo, quale essa sia, che lo Stato si deve limitare a riconoscere, perché in natura al posto del maschio e della femmina (dei due sessi) esisterebbe invece un «genere» del tutto psicologico, in sé indeterminato, che ricomprenderebbe mascolinità e femminilità o «altro» come semplici possibilità da esplorare a piacere: pensare questo significa in primo luogo avere un'idea del tutto sbagliata della natura e del suo modo di operare, oggi ampiamente illustrato dalla scienza, che conferma l'esistenza in essa di un ordine basato, per ciò che riguarda il mondo animale, sulla complementarità feconda e ineliminabile dei due sessi, maschile e femminile, la cui reciproca, istintiva attrazione soddisfa quella fondamentale esigenza di riproduzione, mediante la quale la natura stessa esiste e si perpetua.
GENDER: LA CRUDA VERITÀ
Fonte - Fonte
La serie “Transparent”, unione dei termini trans e parent (genitore), premiata con due Golden Globe, racconta come Mort Pfefferman, 68 anni, professore divorziato, con tre figli, decida di diventare Maura: perché si è sempre sentito Maura, anche da sposato. Il canale Real Time è diventato quasi interamente transgender, trasmettendo serie come "Mio figlio è transgender", dove vengono raccontate storie in cui dei genitori assecondano l'orientamento sessuale dei loro figli di appena 6-7 anni. Gli stessi genitori intervistati se ne escono poi con frasi come questa: "Noi genitori adulti dobbiamo eseguire tutto ciò che ci dicono i nostri bambini". Basta assistere ad una intera puntata, sempre se riuscite, per sentire una serie infinita di cazzate. Ma c' è di più, quei genitori fanno incontrare i loro figli con un transgender adulto. Per la serie la pedofilia avanza...
Neolingua Mutante
Per creare più confusione, come se non bastassero già le loro immagini ridicole, sono stati inventati anche una serie di termini assurdi a dir poco orwelliani come Psicogender, esoterici come Pangender, alfabetici o numerici come A-Gender o Third-Gender, poi a seguire Drag-Queen e Drag-King, Intersex, Gender-Queer, Intergender, Neutrois, Mx, Two Spirit, Neither, Gender-Variant e così via, insomma se ne contano più di cinquanta.
Un vocabolario di aggettivi in neolingua che vengono sintetizzati con i termini Transizione o Transgenderismo. L'origine del termine transgender è da identificarsi all'interno del movimento LGBT (Movimento di liberazione lesbico, gay, bisessuale e transessuale), creato negli Stati Uniti negli anni '80, per indicare un movimento politico che contesta la logica eterosessista, secondo la quale i sessi dell'essere umano sono solo due. Col termine transgender si possono identificare tutte le persone che non si sentono racchiuse dentro lo "stereotipo di genere" normalmente identificato come "maschile" e "femminile". Ora c'è l'Omo Genere Mutante (OGM).
Nel dizionario inglese di Oxford è stato inserito il termine “cisgender” che indica un individuo il cui senso di identità personale corrisponde al sesso e al genere attribuitogli/le alla nascita. I due termini, cisgender e transgender, giocano la loro opposizione sui due prefissi latini “cis” e trans”, che rispettivamente significano “al di qua” e “al di là”.
Dietro a tutto questo schifo, si nasconde in realtà il percorso da tempo pianificato e oggi propagandato dall'èlite per distruggere le fondamenta della società e l'identità dei singoli con lo scopo di rendere le masse ancor più piegate e manipolabili. Il suo obiettivo è anche un altro: Depopolazione.
La «gender theory» non ha nessun fondamento e nega l'evidenza fornita dalla natura
Secondo l'ideologia in questione, le differenze naturali tra maschi e femmine non sono un prodotto della natura, ma della «cultura» socialmente dominante, onde il vero sesso sarebbe il «genere» al quale l'individuo vuole scegliere di appartenere, etero, omo, trans, ecc... Una simile «tesi» implica l'assunto che in natura i caratteri sessuali non siano ben marcati e distinti nel maschio e nella femmina, né dal punto di vista fisiologico né da quello anatomico. Ma ciò è insostenibile perché contro l'evidenza più elementare. Gli apparati sessuali di uomini e donne sono costruiti diversamente, ma in modo da essere interdipendenti nel senso di complementari gli uni agli altri, dal momento che si integrano perfettamente ai fini del concepimento della prole.
Sono così per opera della natura, evidentemente, dato che maschi e femmine nascono in quel modo sin da quando esiste il genere umano. Tale complementarità risulta non solo dalla fisiologia, ma anche dall'anatomia. L'utero della donna è costruito in modo da poter esser penetrato dal membro maschile per esser fecondato e dar luogo alla formazione del feto e del bambino. Invece, la parte finale dell'intestino che chiamiamo il retto, con la sua propria struttura muscolare (lo sfintere), mostra l'anatomia di un organo costruito unicamente per poter evacuare le feci, non per altri usi. E se lo si utilizza a fini sessuali, sia che ciò avvenga tra maschi o tra maschi e femmine, si tratta evidentemente e comunque di un uso contro-natura, come si è sempre giustamente ritenuto.
Contro-natura, non solo per il carattere ripugnante della cosa, ma già per il fatto di sfogare la propria concupiscenza mediante un organo che la natura non ha destinato a quell'uso, ma all'evacuazione, come risulta inequivocabilmente dalla nostra anatomia. Scegliere il retto al posto dell'utero, costituisce pertanto scelta contraria a quella della natura e quindi contro-natura. Questa scelta viola l'anatomia di una determinata parte (quella rettale) della nostra costituzione fisica, la quale è evidentemente un prodotto della sola natura. La condanna morale ed estetica di questo uso perverso si fonda pertanto in primo luogo già sul fatto obiettivo della costituzione anatomica dell'essere umano. E quindi sulla natura dello stesso, così com'è in sé, come Dio l'ha fatta, nella sua perfetta e compiuta anatomia. Nessuna persona sensata può infatti sostenere che la nostra anatomia di esseri umani sia un prodotto della «cultura».
Gli apparati riproduttivi degli esseri umani sono simili a quelli degli altri mammiferi. Ci rendono simili agli animali, dal lato appunto della natura, costituita in modo da potersi riprodurre e perpetuare. L'istinto della riproduzione, che, utilizzando il desiderio del piacere carnale, spinge all'accoppiamento tra maschi e femmine, ce l'abbiamo o no, in quanto puro istinto, allo stesso modo degli animali? E negli animali deve considerarsi un prodotto della natura o della «cultura»? Gli animali non hanno né società né «cultura»; quindi è la loro natura che, sotto forma di istinto, li spinge all'accoppiamento tra maschi e femmine per la riproduzione. E ciò che qui vale per gli animali non vale anche per noi, per quella parte della nostra natura che è appunto animale, intendendosi il termine in senso puramente biologico? Inoltre, la natura non può aver creato una tendenza omosessuale naturale negli esseri umani da essa forniti di apparati riproduttivi tra loro complementari, nelle due forme del maschio e della femmina: non può perché l'omosessualità è per definizione intrinsecamente sterile. Dire che la natura l'ha posta in noi come tendenza naturale allo stesso modo dell'eterosessualità, in modo che potessimo scegliere a seconda dei gusti, equivale a dire che la natura avrebbe programmato la propria estinzione, in quanto natura. Il che non è razionalmente sostenibile. E se la natura ha posto come naturali in noi tendenze omo, per qual motivo ci ha allora fornito dei due apparati riproduttivi tra loro complementari e nello stesso tempo così ben differenziati nei due tipi che costituiscono il maschio e la femmina? Tanto per perder tempo?
Se le tendenze omo fossero naturali, la natura sarebbe in sé stessa contraddittoria perché da un lato avrebbe costruito gli individui come maschio e femmina in modo da renderli fisiologicamente e anatomicamente atti a soddisfare l'istinto naturale della riproduzione, istinto vitale; dall'altro, li avrebbe simultaneamente forniti di un istinto del tutto opposto o istinto di morte, consistente nel sottrarsi all'istinto vitale utilizzando i loro organi sessuali in attività omosessuali, non conformi alla loro fisiologia e anatomia, create queste ultime sempre dalla natura.
Una natura minata da una contraddizione del genere non avrebbe in realtà potuto mantenersi a lungo ed anzi, a ben vedere, nemmeno esistere. Dire che il sesso non esiste in natura perché è una libera scelta dell'individuo, quale essa sia, che lo Stato si deve limitare a riconoscere, perché in natura al posto del maschio e della femmina (dei due sessi) esisterebbe invece un «genere» del tutto psicologico, in sé indeterminato, che ricomprenderebbe mascolinità e femminilità o «altro» come semplici possibilità da esplorare a piacere: pensare questo significa in primo luogo avere un'idea del tutto sbagliata della natura e del suo modo di operare, oggi ampiamente illustrato dalla scienza, che conferma l'esistenza in essa di un ordine basato, per ciò che riguarda il mondo animale, sulla complementarità feconda e ineliminabile dei due sessi, maschile e femminile, la cui reciproca, istintiva attrazione soddisfa quella fondamentale esigenza di riproduzione, mediante la quale la natura stessa esiste e si perpetua.
GENDER: LA CRUDA VERITÀ
Fonte - Fonte
fonte: freeondarevolution.blogspot.it
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