lunedì 16 novembre 2015

ogni lama di luce

quando vedo le foto di Antonia Pozzi, come anche domenica scorsa allo Spazio Oberdan, per qualche motivo penso a Segantini.





le fotografie  che ritraggono la natura, in particolare la montagna, mi richiamano sia quello sguardo, sia quella forma di appartenenza, totalizzante. un desiderio di adesione assoluto.
le fotografie di Antonia sono belle, sono semplici, dicono del suo rapporto diretto con la realtà, quel che avrebbe voluto e dato, se tutto fosse andato bene.
le poesie di Antonia sono toccanti, struggenti e tristi. 
il linguaggio di Antonia è puro, è vera poesia, è dirompente e autentico.
la leggo, ascolto il suo cuore, il suo nudo cuore, e avverto, senza violenza, come un vento, la sua sofferenza. mi raggiunge leggera eppure pesantissima, due pesi si differenziano. lei è sottile e magra, con il viso affilato e sorridente, sempre, in ogni foto che la ritrae, ma le sue parole sono così cariche di angoscia, trasudano la sua caduta nel vuoto senza mani che la sostengano, che mi sommergono con il loro volume, come se tutto il suo corpo chiedesse assistenza.
le sue parole sono appello, alla natura alle stelle, al mare, all'uomo, all'Altro: sostienimi. 
e invece cade, ancora sta cadendo, io la sento cadere, sta morendo, ancora, Antonia.

Via dei Cinquecento

Pesano fra noi
due troppe parole non dette

e la fame non appagata,
gli urli dei bimbi non placati,
il petto delle mamme tisiche
e l’odore –
odor di cenci, d’escrementi, di morti -
serpeggiante per tetri corridoi

sono una siepe che geme nel vento
fra me e te.

Ma fuori,
due grandi lumi fermi sotto stelle nebbiose
dicono larghi sbocchi
ed acqua
che va alla campagna;

e ogni lama di luce, ogni chiesa
nera sul cielo, ogni passo
di povere scarpe sfasciate

porta per strade d’aria
religiosamente
me a te.

27 febbraio 1938


Periferia

Sento l’antico spasimo -
è la terra
che sotto coperte di gelo
solleva le sue braccia nere -
e ho paura
dei tuoi passi fangosi, cara vita,
che mi cammini a fianco, mi conduci
vicino a vecchi dai lunghi mantelli,
a ragazzi
veloci in groppa a opache biciclette,
a donne,
che nello scialle si premono i seni -

E già sentiamo
a bordo di betulle spaesate
il fumo dei comignoli morire
roseo sui pantani.

Nel tramonto le fabbriche incendiate
ululano per il cupo avvio dei treni…

Ma pezzo muto di carne io ti seguo
e ho paura -
pezzo di carne che la primavera
percorre con ridenti dolori.

21 gennaio 1938


Dal 23 ottobre 2015 al 6 gennaio 2016 presso Spazio Oberdan,
Viale Vittorio Veneto, 2, Milano
Fondazione Cineteca Italiana in collaborazione con Città metropolitana di Milano, Regione Lombardia, Comune di Milano e Centro Internazionale Insubrico “C. Cattaneo” e “G. Preti”,
presenta
SOPRA IL NUDO CUORE. FOTOGRAFIE E FILM DI ANTONIA POZZI, 
una grande mostra a cura di Giovanna Calvenzi e Ludovica Pellegatta
fonte: nuovateoria.blogspot.it

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