la Casa degli Atellani la conoscevo.
sapevo della sua esistenza e spesso ho messo il naso dentro il cortile, quando aperto in questo periodo di Expo, passando in corso Magenta.
mi sembrava una meraviglia.
ora posso dire che lo è, l'ho visitata e ho goduto del suo splendore.
la vigna di Leonardo è altrettanto bella, il giardino della casa è splendido, si respira un'aria nuova, non milanese, sembra di essere in una delle magnificenti ville sul Lago Maggiore, almeno a me ricorda quella atmosfera.
della vigna è rimasto ben poco, ma il luogo è pieno di evocazioni,
si trema un po' pensando alla storia,
si immaginano fantasmi,
si rimane stupefatti da tanta bellezza.
Non lontano dal Cenacolo di Leonardo da Vinci e di fronte a Santa Maria delle Grazie, la casa degli Atellani è, seppur modificata nei secoli, il solo edificio di corso Magenta che conservi ancora l’aspetto che presentava durante il Rinascimento. Ma chi erano gli Atellani? Gli Atellani, o della Tela, erano una famiglia di cortigiani e diplomatici, originari della Basilicata, giunti al nord nel corso del Quattrocento, al servizio dei duchi di Milano, di Ludovico il Moro e degli Sforza. È proprio il Moro, nel 1490, a regalare a Giacometto della Tela, capostipite conosciuto della famiglia, due case a corte con giardino situate lungo il borgo delle Grazie, l’attuale corso Magenta. Due case vicine e separate: l’una nel luogo dello scomparso numero civico 67; l’altra, probabilmente già ricostruita nel primo Cinquecento, nel luogo dell’attuale ingresso al numero civico 65. I discendenti di Giacometto le abitano fino al Seicento. Nel 1919 il senatore Ettore Conti ne diventa il nuovo proprietario e affida all’architetto Piero Portaluppi, suo genero, l’incarico di trasformarle nella sua nuova abitazione. Portaluppi abbatte il muro che le separava e s’inventa una casa sola, unendo le due corti preesistenti grazie a un nuovo atrio porticato, sotto il quale prevede l’ingresso all’appartamento padronale. La pianta della nuova casa viene riequilibrata intorno a un inedito asse prospettico che si spinge fino al giardino interno.
Leonardo da Vinci si trasferisce a Milano, alla corte di Ludovico il Moro, nel 1482. Sedici anni dopo, nel 1498, Ludovico regala a Leonardo una vigna. Una vigna di forma rettangolare, larga 59 metri e lunga 175 metri, estesa nella direzione dell’attuale via de’ Grassi: una vigna di quasi sedici pertiche, oltre un ettaro di terreno. Parte della vigna di Leonardo si trovava qui, nel perimetro dell’attuale giardino di casa degli Atellani.
Sulla Vigna di Leonardo cade l’oblio per quattro secoli, fino ai giorni in cui Portaluppi avvia il cantiere di casa degli Atellani. È in questo periodo che l’architetto Luca Beltrami, grande storico di Leonardo, verifica sugli atti e i documenti rinascimentali la possibile esatta posizione della vigna, proprio in fondo a questo giardino. Ed è in questo periodo che Beltrami identifica e fotografa la vigna di Leonardo, incredibilmente ancora intatta, prima che venga distrutta da un incendio e dalle urgenze dell’urbanistica. In questi ultimi anni la Fondazione Portaluppi e gli attuali proprietari della casa hanno promosso una ricerca intorno al sito della vigna di Leonardo. Scavando nell’area riconosciuta da Beltrami sono stati individuati i camminamenti che regolavano i filari della vigna, seppelliti sotto le macerie dei bombardamenti del 1943. Grazie al materiale organico ritrovato il professor Attilio Scienza, massimo esperto di dna della vite, è riuscito a risalire al dna del vitigno coltivato da Leonardo: la Malvasia di Candia Aromatica. Sulla scorta di questi risultati, in fondo al giardino di Casa degli Atellani, nel luogo in cui la riconobbe Luca Beltrami, nel rispetto del dna identificato del vitigno e secondo i filari originari, nel 2015 è stata ripiantata, ed è rinata, la vigna di Leonardo da Vinci.
fonte: nuovateoria.blogspot.it
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