martedì 12 marzo 2013

Sofia


FIRENZE. Sofia, la bambina di tre anni affetta da una gravissima malattia degenerativa, potrà continuare le cure con le cellule staminali, ma in un laboratorio autorizzato dall'Aifa (l'agenzia italiana del farmaco) e non a Brescia dove aveva ricevuto una prima infusione di cellule staminali nel novembre 2012. Lo ha assicurato il ministro della Salute, Renato Balduzzi, al termine di un incontro, durato tre ore, con
i genitori della bambina, i dirigenti del ministero e i massimi esperti di farmaci e cellule staminali. Alla bimba un giudice di Firenze aveva negato la cura compassionevole, l'unica disponibile, a base di cellule staminali mentre in altre città, ha raccontato la madre Caterina Ceccuti ad alcuni quotidiani nelle pagine locali, altri giudici l'hanno accordata ad altri bambini nella condizione di Sofia.
Il caso della piccola Sofia era stato rilanciato ieri da Adriano Celentano sullo stesso quotidiano, e proprio con il Molleggiato Balduzzi apre una piccola polemica, ipotizzando che «forse non era a conoscenza di tutta la vicenda». «La vicenda -ha affermato Balduzzi - non è come l'ha raccontata Celentano. Io ho solo rispettato le regole, la legalità. Non ci sono ostacoli burocratici, ma una costante attenzione da parte del ministero dalla validazione scientifica di certe terapia e di ciò che bisogna fare affinchè un metodo possa diventare una cura standard».
Balduzzi poi ricorda che «non è il ministero a decidere se una terapia deve essere interrotta oppure no: nei mesi scorsi l'Aifa ha effettuato accertamenti e ispezioni, mentre la magistratura ha aperto alcune inchieste sul caso della 'Stamina Foundation'», che è appunto quella il cui protocollo è contestato dal ministero della Salute e dall'Aifa. E i risultati dell'indagini dell'Aifa hanno detto che «il trattamento al quale era sottoposta Sofia era dannoso per la sua salute. Per questo la cura è stata interrotta».
Il ministro però ribadisce che «il caso di Sofia è importante, ha delle peculiarità che dobbiamo valutare con grande attenzione». Tra una settimana, conclude, «ne riparlerò con i genitori della piccola. Intanto la bambina potrà proseguire le cure con le staminali in un laboratorio autorizzato dell'Aifa»
fonte: iltirreno.gelocal.it

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