mercoledì 6 maggio 2020

la Germania: niente soldi all’Italia. Capito, Pd e 5 Stelle?

Gli “europeisti” italiani, da Gentiloni e Sassoli, passando per Zingaretti e Bersani, lo stesso Conte il suo ministro Gualtieri, prendano nota: la Germania boccia il diritto della Bce di assistere i paesi travolti dal Covid. Lo conferma la storica sentenza con cui la Corte Costituzionale di Karlsruhe il 5 maggio ha condannato il governo e il Parlamento tedesco, imponendo alla Bundesbank di partecipare ai programmi della Bce solo a patto che il “quantitative easing” favorisca la Germania. «Cari italiani, non vi lasceremo soli», annunciò oltre un mese fa – parlando in italiano – la presidente tedesca della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, votata dal Pd ed eletta con il contributo determinante dei 5 Stelle, oggi letteralmenre scomparsi dai radar (se non per il viceministro della sanità Sileri che preannncia il vaccino obbligatorio come precondizione per riottenere la libertà). Due anni fa, quando Mattarella sbarrò a Paolo Savona le porte del ministero dell’economia, temendo la reazione contraria dei “mercati” (più decisivi, quindi, della volontà degli elettori italiani), l’euro-commissario tedesco Günther Oettinger si affrettò a “ricordare” che sarebbe stata proprio la finanza privata a «insegnare agli italiani come votare». Fallito nel 2019 il governo gialloverde, la sua attuale controfigura – il Conte-bis – ora rischia di schiantarsi contro l’ennesimo “niet” proveniente dalla Germania: niente soldi, per voi italiani, neppure di fronte alla catastrofe del coronavirus.
Come osserva Stelio Mangiameli sul “Sussidiario“, siamo di fronte all’inizio della fine dell’Ue. Il cuore profondo della Germania bancaria, che si esprime oggi attraverso la corte di Karlsruhe, è pronto a tutto: sfidando la Bce, intende «fermare il Mattarellaprocesso di integrazione europeo sul bagnasciuga dell’intergovernativo e della perfetta simmetria», anche se questo dovesse costare «la vita all’euro e all’Unione Europea». La Germania, peraltro – ricorda Mangiameli – non ha mancato un solo appuntamento, dal 1992 (Trattato di Maastricht) «per avvantaggiarsi quanto meglio e di più, a cominciare dalla fissazione del cambio dell’euro, con il quale fece pagare agli altri, compresa l’Italia, i costi della sua riunificazione». Poi, durante la crisi economica e nella vicenda greca, «ne approfittò, consentendo ai trust tedeschi di fare acquisti di infrastrutture greche importanti (come gli aeroporti)», e tutto questo «dopo avere imposto alla Grecia la ristrutturazione del debito che in origine era modesto, e che fu fatto lievitare con i programmi di “aiuto”». A seguire, il governo tedesco «ha praticato il “bail-in” con l’intervento diretto per salvare le banche tedesche che avevano in pancia un’enorme quantità di titoli tossici», e l’ha fatto «giusto in tempo per imporre all’Italia il divieto, grazie alla direttiva del 2014».
Adesso, in piena crisi da Covid-19, con la sospensione del divieto degli aiuti di Stato «il governo tedesco si accinge a varare un programma di sostegno all’industria tedesca di mille miliardi di euro», che però non serve a sostenere la piccola e media industria (bar, ristoranti, artigiani, professionisti) ma serve a «dare vita ad un grande processo di innovazione del sistema industriale», al punto che la stessa Commissione Europea «ha avanzato dei dubbi sulla legittimità delle dimensioni dell’intervento finanziario tedesco, squilibrato rispetto agli intendimenti avuti dalle istituzioni europee nel permettere gli aiuti». Ora, la Corte Costituzionale di Germania chiede conto alla Bce di come ha investito i soldi per i programmi di acquisto dei titoli, «come se fosse un segreto». Nel bilancio della banca centrale, spiega sempre Mangiameli, ci sono 2.189 miliardi di euro di titoli di Stato dei paesi dell’Eurozona: 534 miliardi sono titoli tedeschi, 452 miliardi sono francesi e 393 miliardi sono titoli di Stato italiani. Per Mangiameli, la corte tedesca «viola il principio del primato del diritto europeo». Non solo: infrange il giudicato della sentenza della Corte di Giustizia (C-493/17) del dicembre del 2018 e viola, per eccesso di giurisdizione, gli Corte Costituzionale tedescaarticoli 267 e 344 del Tfue, il Trattato di Lisbona. In più, accusa in modo infondato la Bce di agire fuori dalle sue competenze. «E, in modo poco responsabile, non si rende conto che sono state proprio quelle decisioni della Bce che hanno salvato l’euro».
Attenzione: in tutti questi anni, fa notare sempre Mangiameli, proprio la Germania «ha violato ripetutamente i trattati europei, con il surplus di esportazioni e con tutte le furbizie che in ogni ordinamento si possono escogitare, violando il principio della leale collaborazione che vincola gli Stati membri». Tutto questo, è stato sempre tollerato dall’Ue «per deferenza ingiustificata» verso Berlino. Il cui abuso sistematico è stato tollerato anche dal governo francese, in quel caso «in cambio dello sforamento ripetuto del deficit di bilancio», da parte di Parigi. Noi italiani invece lo abbiamo tollerato in cambio di niente, senza contropartita: perché? «Con molta probabilità – risponde Mangiameli – perché la nostra classe politica non sa fare la politica europea, così come quella interna. Basti considerare cosa è accaduto in questi due mesi di emergenza in Germania e in Italia. In terra tedesca la sanità e l’emergenza civile è competenza dei Länder e il governo federale s’è guardato bene dall’intervenire, lì ha semplicemente sentiti; e sono stati i Länder tedeschi a decidere di accogliere i malati di Covid-19 dall’Italia».
In Italia, il governo Conte «ha mostrato di non avere alcun peso a livello europeo». Sul piano interno «si è preoccupato dell’audience, nei social e nelle televisioni», quindi «ha promesso risorse per superare la crisi economica». Ma finora, riconosce Mangiameli, ha distribuito pochissimo. Peggio: «Ha preteso una quantità di potere enorme, violando le regole sui diritti costituzionali e sfidando le Regioni, anziché soccorrerle, come avrebbe dovuto fare». E l’unica preoccupazione reale che ha avuto, alla fine, è stata quella di «impugnare le ordinanze delle Marche e della Calabria». E adesso, Conte – che aveva appena venduto agli italiani il “successo” del Recovery Fund (solo chiacchiere, lo avevano prontamente smentito i media tedeschi) – sbatte il naso contro la porta che la Gemania gli chiude in faccia – a lui e a 60 milioni di italiani, a cominciare dal presidente Mattarella. La voce del Quirinale s’era levata solo dopo l’iniziale provocazione di Christine Lagarde: la neopresidente della Bce aveva precisato (non richiesta) che alla banca centrale non spettava l’obbligo di calmare gli spread. LagardeUna mossa calcolata, evidentemente, per suscitare reazioni contrarie (puntualmente arrivate), così da sbloccare finalmente la Bce attivando l’acquisto di titoli di Stato per supportare il deficit aggiuntivo causato dai costi dell’emergenza Covid.
Non solo: nei giorni scorsi, un grande analista economico come il tedesco Wolfgang Münchau (”Financial Times”) aveva salutato con favore il recentissimo piano messo a punto dalla Lagarde: un programma inaudito di aiuti, pari a qualcosa come 3 trilioni di euro. In altre parole: helicoptery money, per cancellare – una volta per tutte – il falso dogma della scarsità di moneta, su cui si è finora basata la spaventosa austerity europea (di cui si sono avvantaggiati solo la Germania e i sui satelliti come l’Olanda, che pratica la pirateria fiscale attraendo le grandi aziende italiane a cominciare dall’ex Fiat, oggi proprietaria di “Repubblica” e “Espresso” oltre che della “Stampa”). Proprio la “minaccia” della Bce – soldi per tutti, finalmente, e in quantità mai vista – deve aver innescato l’altolà tedesco, che ora compromette seriamente il futuro della stessa Unione Europea. La brutalità del “pronunciamento” tedesco è la peggiore delle risposte alla clamorosa lettera con cui Mario Draghi, sul “Financial Times”, due mesi fa annunciava la necessità di una svolta storica: basta rigore, perché stavolta – senza una massiccia iniezione di denaro pubblico, erogato subito e senza condizioni – la nostra economia andrebbe incontro a un collasso catastrofico.
Nonostante questo, il governo Conte ha cincischiato fino all’ultimo – senza concludere nulla, finora – con la tentazione del Mes: all’Italia sarebbero “regalati” solo 35 miliardi (vincolati alla sola spesa sanitaria) per poi indurre il paese – che per riprendersi ha bisogno di centinaia di miliardi – ad accettare il maxi-prestito aggiuntivo, sempre del Mes, da restituire in tempi brevi e a condizioni insostenibili. Solo qualche giorno fa, l’inaudito Bersani si schierava con la Germania e contro l’Italia “spendacciona” e fiscalmente inaffidabile. Ora da Karlsruhe proviene un vero e proprio atto di guerra contro il nostro paese: riusciranno, gli italiani, a capire davvero quello che sta succedendo? Riusciranno una buona volta a liberarsi degli “europeisti” formato Bersani e Gualtieri, che lavorano da sempre (consapevoli o meno) per il Re di Prussia? Se si guarda all’attuale compagine di governo, c’è da mettersi a piangere: Conte paralizza il paese lasciandolo senza soldi e raccontandogli che avrebbe strappato alla Germania chissà quali concessioni, e dal canto suo Zingaretti (mentre la Lombardia scopre la cura sierologica contro il Covid) annuncia in modo surreale che costringerà gli abitanti del Lazio a sottoporsi al vaccino antinfluenzale. Quanto ai 5 DraghiStelle, cioè la forza politica più rappresentata in Parlamento, di loro si sono perse le tracce: l’unico a finire sui giornali è il signor Rocco Casalino, prestigioso spin doctor di Conte, già indimenticabile tronista televisivo del Grande Fratello.
Sarà il dramma economico che ora incombe sul paese a scatenare l’unica possibile reazione, cioè il recupero della sovranità finanziaria per evitare il tracollo? E’ evidente che, di fronte all’ennesima provocazione tedesca (stavolta inaudita, gravissima), si imporrebbe un governo di salvezza nazionale, che abbandonasse la linea del finto trattativismo servile e perdente, sin qui perseguita a partire dalla caduta del governo Berlusconi nel 2011. Monti, Letta, Renzi, Gentiloni e Conte: suonatori diversi, ma stessa musica. L’economista Nino Galloni ha in tasca un Piano-B, attuabile immediatamente e senza neppure violare i trattati europei: emettere moneta nazionale, parallela e non a debito, in quantità sufficiente per riaprire aziende, negozi e ristoranti. Dal canto suo, Draghi vede un’unica possibilità all’orizzonte: fare tabula rasa di tutti i vincoli europei, pena la morte del sistema economico italiano. Se la Germania oggi usa la foglia di fico della sua Corte Costituzionale per essere sleale con l’Europa e con l’Italia anche di fronte al coronavirus, non si vede come il vecchio quadro europeo si possa ricomporre. Né di capisce come Conte, Casalino, Gualteri e l’ectoplasmatico Di Maio possano in alcun modo traghettare l’Italia fuori dall’incubo.

(Allievo dell’insigne economista progressista Federico Caffè, già maestro di Draghi, Nino Galloni è vicepresidente del Movimento Roosevelt, network politico meta-partitico attraverso il quale ha lanciato ufficialmente la proposta della moneta parallela per ovviare alla gestione privatistica dell’euro, che frena in modo pericoloso l’economia dei paesi come l’Italia).

 fonte: LIBRE IDEE

sabato 2 maggio 2020

“sì, voglio essere vaccinato e spiato (dopo di voi, s’intende)”

Caro Premier e cari politici, io sono un complottista, ma sono diverso dagli altri. Non temo il controllo, i vaccini, il 5G, i droni quando vado a correre, in realtà non temo nulla. E voglio tutto questo, vaccini, 5G, controllo totale. Voglio essere controllato anche dai droni, non solo quando corro, ma anche quando dormo e anche quando trombo. Vi capisco. E’ per la nostra sicurezza. Ma ovviamente voglio pensare – perché è logico pensarlo – che questi droni saranno usati anche per andare a controllare le ville isolate in mezzo al nulla, quelle dove spesso i potenti fanno le loro riunioni; perché vede, non so se lei lo sa, ma ogni anno spariscono migliaia di bambini, in Europa, e fanno una fine terribile. E se si usassero questi droni per questi motivi forse molti non sparirebbero più. Pensi, Presidente, anche Trump ha capito che quella dei bambini scomparsi è una piaga per la nostra società, tanto da aver dichiarato il problema della pedofilia un problema di sicurezza nazionale. Nell’Ardèche, una provincia francese, scompaiono un numero di bambini impressionante, ad esempio; spero che il presidente francese usi i droni per andare a controllare minuto per minuto quello che succede in ogni istante in certe ville sperdute.
Voglio essere controllato in ogni momento della mia vita, non solo dalla App Immuni, ma anche da altre. Voglio rendere conto di ogni minimo gesto che faccio, e anche quando sono in intimità. Lo trovo giustissimo, anche perché non credo che freghispymolto a qualcuno se talvolta guardo Youporn o tradisco mia moglie con la vicina di casa. A questo punto, però, essendo possibile tracciare tutti i cittadini in questo modo, credo sia possibile tracciare anche i politici, in ogni momento. E, in nome di quel principio di imparzialità della PA che sta anche nella nostra Costituzione (articolo 97), e del principio di trasparenza che sta nella Legge 241/1990, vorrei poter sapere, in ogni momento, dove va lei, con chi si incontra, e che tipo di vita fa. Non dovrebbe essere difficile. Basterebbe mettere on line i profili di tutti i cittadini italiani, e far sì che chiunque, cliccando su un nome, possa sapere esattamente dove va e con chi sta il suo politico preferito. Perché, vede, se siete solo voi a controllare noi, e noi non possiamo fare altrettanto, allora scatta la nostra paranoia complottista e possiamo anche pensare che tale controllo possa servire ad altro.
In questo modo, poi, ad esempio, potremmo sapere se il magistrato che giudica sull’affidamento di alcuni bambini ha o non ha compartecipazioni tramite i familiari proprio con quegli istituti in cui il bambino sarà rinchiuso. Va benissimo il provvedimento di un sindaco sardo, il quale ha dichiarato che se un minorenne viene trovato fuori casa possono scattare sanzioni anche a carico dei genitori e possa venir informata la procura per togliere i figli ai genitori. Legittimo. Legittimissimo. A questo punto vorrei essere però informato, tramite le app di tracciamento di cui sopra, di tutti gli spostamenti dei vari politici e delle relazioni che questi intrattengono con eventuali minori; perché, vede Presidente, l’inchiesta sul caso Marcinelle, in Belgio, portò a capire che i pedofili arrestati, Dutroux e la moglie, lavoravano per conto di altri personaggi più potenti. PedofiliaVorrei sapere chi erano questi personaggi, e chi avevano incontrato. E vorrei anche sapere dove si trova adesso la moglie di Dutroux; le cronache avevano detto che era stata trasferita in Toscana, ma nessuno sa perché e dove. E ci piacerebbe saperlo. E con una app apposita io credo che chiunque abbia possibilità e diritto di saperlo.
Va benissimo la vaccinazione obbligatoria. Pazienza se ci sono dubbi sulla continua mutazione del ceppo, e quindi molti illustri virologi dicono che non serve a una mazza, e pazienza se dicono che col caldo il virus muore. Tanto questa storia del vaccino è diventata come la fede. Si è pro o contro a prescindere. E allora facciamo finta che abbiate ragione voi. Mi sembra ovvio però che i primi a testarlo sarete voi e i vostri figli; ovverosia voi, Burioni, e la task force che lei ha nominato e tutti quelli che eventualmente approveranno la legge sulla vaccinazione obbligatoria. E’ semplicemente una questione di dare il buon esempio. Va benissimo anche installare il 5G ovunque. Ci mancherebbe. Il 5G sicuramente serve al progresso e aumenterà l’efficienza della nostra società. Ma ci sembrerebbe un’idea sana quella di sperimentarlo prima installandolo nel Parlamento, nei palazzi del potere, e vicino alle vostre abitazioni, giusto per vedere l’effetto che fa. Perché sa, tra noi complottisti gira la voce che sia dannoso, e uno dei primi effetti che si vedono è che muoiono insetti e uccelli che si avvicinano troppo alle centraline.
Allora direi che se prima lo provate voi per qualche anno, e poi ci rassicurate che state bene, dopo esservi pure vaccinati, poi potremmo stare più tranquilli anche noi. Ovviamente, confido che i primi che lo proveranno saranno gli Ad delle compagnie telefoniche, i sindaci che ne magnificano le doti, ecc., i quali si renderanno disponibili per impiantare i primi tralicci proprio davanti a casa loro. Va benissimo che distruggete le piccole aziende riducendole in povertà per proteggerci dall’influenza. So che lo fate per noi, e non dia retta a quei paranoici complottisti che pensano che tutto questo sia stato fatto per distruggere l’economia e ridisegnare la socio-economia mondiale, rendendo alcuni ricchi ancora più ricchi e i poveri ancora più poveri. Ma in nome di quel controllo da voi auspicato per proteggerci dall’influenza, vogliamo sperare che ci proteggiate anche daDal sito Petali di Lotomanovre speculative di aziende e gruppi economici italiani e stranieri, rendendo pubblici i bilanci e le proprietà di tutte le aziende che operano sul territorio nazionale.
Faccio un esempio: siccome la App Immuni pare sia di un’azienda che ha come partecipanti la famiglia Berlusconi, i Benetton, un gruppo cinese, vari gruppi ricollegati a banche e finanziarie, ecc., tanto che la cosa ha allarmato pure i nostri servizi segreti e il Copasir vuol approfondire la questione, mi pare sensato che tutte queste informazioni possano essere rese pubbliche su un grande portale ministeriale in cui il cittadino possa essere sempre informato di ciò che succede e dei vari collegamenti societari. Anche perché io non credo, come dicono moti paranoici complottisti, che tutto questo sia un vero colpo di Stato e che sia soppressa la democrazia. No. Credo che tutti questi controlli rendano più efficace la democrazia. La democrazia, per essere reale, presuppone però che il cittadino sia informato di ciò che avviene nelle stanze del potere, e sia in grado di capire chi agisce, perché, e con che strumenti. Cioè la democrazia, per essere tale, ha bisogno che voi ci controlliate, ma che anche noi possiamo controllare voi.
Ps. Ah dimenticavo… negli anni della nostra Repubblica abbiamo avuto circa una cinquantina di stragi. Tutte rimaste impunite, senza mai trovare i colpevoli. Questo perché ancora non c’erano strumenti di indagine sofisticati come oggi.L'avvocato Paolo FranceschettiAuspichiamo che con questo controllo globale di tutti a vicenda, non ci saranno più stragi, gli omicidi verranno risolti in pochissimo tempo, e la mafia scomparirà. E nessun minore sparirà più nel nulla. Neanche quelli che sono ospitati presso centri appositi, che si “allontanano” a decine, ogni anno, sparendo nel nulla e che non vengono neanche conteggiati nel numero degli scomparsi, perché la voce “allontanato” è diversa. Sarebbe una bella società, quella dove tutti sanno tutto di tutti, in trasparenza. Rinuncio volentieri alla mia privacy, di cui non me frega nulla, e che per me è un concetto che dovrebbe essere abolito, se in cambio non vedrò più bambini scomparire, se potrò sempre sapere se la ditta da cui compro è collegata o meno con grandi gruppi finanziari di cui non approvo la politica, e se potrò sapere i nomi dei 300 esperti inseriti nella sua task force, per poter controllare che interessi hanno in varie società, il loro curriculum, ecc. Perché questa cosa della mancanza di privacy deve valere anche per voi.

(Paolo Franceschetti, “Caro premier, voglio essere controllato e vaccinato”, dal blog “Petali di Loto” del 25 aprile 2020).

fonte: LIBRE IDEE

mercoledì 29 aprile 2020

se gli altri vanno in giro con i cani, perché io non posso andare a spasso con una gallina?





Luigi "Gigi" Meroni nacque a Como il 24 febbraio del 1943 e proprio a Como iniziò la sua carriera calcistica nel campetto dell'oratorio di San Bartolomeo dove giocava la squadra Libertas.
Crebbe nel vivaio del Calcio Como insieme all'amato fratello Celestino, ma la sua carriera nella formazione lariana fu breve.
Nell'estate del '62, a soli 19 anni, passò al Genoa dopo 2 brillanti stagioni in maglia lariana. Gigi non credeva a ciò che gli stava succedendo: ora giocava nel club più vecchio d'Italia, in quegli anni secondo solo alla Juventus per numero di scudetti vinti. La città marittima di Genova fece emergere in Gigi il suo carattere estroverso e controcorrente che si manifesterà poi nella sua interezza dopo il trasferimento a Torino nel '64.
Con i granata allenati da Nereo Rocco l'ala numero 7 si fece immediatamente apprezzare per le sue giocate, i suoi dribbling e i suoi goal che, anche se pochi (24), sono ricordati nelle migliori cineteche del calcio.
Meroni era una persona fuori dall'ordinario.
Ascoltava i Beatles e la musica jazz, dipingeva quadri, leggeva libri e scriveva poesie. Conviveva nella mansarda di Piazza Vittorio insieme a Cristiana, la "bella tra le belle" dei Luna Park della quale si innamorò follemente tanto da presentarsi al matrimonio imposto dai genitori di lei per cercare di fermare la cerimonia.
"Mister mezzo miliardo". Così lo chiamavano i giornalisti quando il giovane Agnelli cercò di portare l'ennesimo campione alla Juventus sborsando una cifra per quei tempi era impensabile. Ma una vera e propria rivolta dei tifosi del Toro impedì il suo trasferimento. I giovani tifosi si identificavano in Meroni, il loro "calimero", per via dei capelli lunghi e dei basettoni, un esempio da seguire in campo e nella vita in quegli anni che precedono il '68.
Quando Edmondo Fabbri lo chiamò in nazionale gli impose la di tagliarsi i capelli. Lui che disegnava i vestiti che indossava sui modelli di quelli dei Beatles, che passeggiava per Como portando al guinzaglio una gallina, che si travestiva da giornalista e chiedeva alla gente cosa pensasse di Meroni, non avrebbe potuto rinnegare il suo ego e rifiutò la convocazione.
Ogni favola ha un inizio e un epilogo.
La sera del 15 ottobre 1967, dopo l'incontro contro la Sampdoria, vinto dai granata per 4-2, Meroni non poté rientrare in casa, poiché non aveva le chiavi. Insieme a Poletti andò al bar Zambon e telefonò a degli amici presso i quali si trovava la sua compagna; riattraversò, sempre con Poletti, corso Re Umberto nei pressi del civico 46; percorsero la prima metà della carreggiata e si fermarono in mezzo alla strada, aspettando il momento buono per completare l'attraversamento. Vedendo sopraggiungere un'automobile, fecero un passo indietro e furono investiti da una Fiat 124 Coupé proveniente dalla direzione opposta; Poletti fu colpito di striscio; Meroni, investito alla gamba sinistra, fu sbalzato in aria dall'impatto, cadde a terra nell'altra corsia e fu travolto da una Lancia Appia, che lo centrò in pieno e ne trascinò il corpo per 50 metri. Fu portato all'ospedale Mauriziano da un passante; vi arrivò con gambe e bacino fratturati e con un grave trauma cranico.
Morì poche ore dopo, alle 22.40.
La Fiat 124 Coupé era guidata da Attilio Romero, un diciannovenne di buona famiglia e grande tifoso del Torino. Dopo l'incidente, il giovane si presentò spontaneamente alla Polizia, che lo interrogò fino a tarda notte. Fu rilasciato e tornò a casa: abitava proprio in corso Re Umberto, a soli 13 numeri civici di distanza dall'abitazione di Meroni.
Più di 20.000 persone parteciparono ai funerali di Meroni e il lutto scosse la città. Dal carcere Le Nuovedi Torino alcuni detenuti fecero una colletta per mandare fiori.
La stampa sembrò perdonargli le bizzarrie che gli aveva contestato in vita (capelli lunghi, barba incolta, calze abbassate), ma la Diocesi di Torino si oppose al funerale religioso di un "peccatore pubblico" e criticò aspramente don Francesco Ferraudo, cappellano del Torino calcio, che lo celebrò comunque.
Fabio Casalini
Bibliografia
Peroni-Cecchetti, Gigi Meroni, il ribelle Granata, Padova, Beccogiallo, 2011
Nando dalla Chiesa, La farfalla granata. La meravigliosa e malinconica storia di Gigi Meroni il calciatore artista, Limina, 1995

fonte: I VIAGGIATORI IGNORANTI

martedì 21 aprile 2020

covid19: le vere cause di morte secondo il Dr. Giampaolo Palma!





Coronavirus. La morte è causata da tromboembolia venosa ...
Dal Dott. GIAMPAOLO PALMA GRUPPO HUMANITAS

“Carissimi amici,
non vorrei sembrarvi eccessivo, ma credo che oggi, finalmente, sia certa la causa della letalità del Covid-19.
La mia ventennale esperienza in Ecocardiografia-Ecocolordopplergrafia Vascolare su piu’ 200.000 pazienti cardiopatici e non, mi fa confermare quello che alcuni supponevano, ma non ne riuscivano a essere sicuri. Oggi abbiamo i primi dati.
I pazienti vanno in Rianimazione per Tromboembolia Venosa Generalizzata, soprattutto Tromboembolia Polmonare TEP.
Se così fosse, non servono a niente le rianimazioni e le intubazioni perché innanzitutto devi sciogliere il trombo, anzi prevenire queste tromboembolie. Se ventili un polmone dove il sangue non arriva, non serve! Infatti muoiono 9 pazienti su 10.
Signori, Covid19 danneggia prima di tutto i vasi,l’ apparato cardiovascolare, e solo dopo arriva ai polmoni !!!
Sono le microtrombosi venose, non la polmonite a determinare la fatalità!
E perché si formano trombi? Perché l’infiammazione come da testo scolastico, induce trombosi attraverso un meccanismo fisiopatologico complesso ma ben noto.
Allora? Quello che la letteratura scientifica, soprattutto cinese, diceva fino a metà marzo, era che non bisognava usare antinfiammatori. Ora in Italia si usano antinfiammatori e antibiotici (come nelle influenze) e il numero dei ricoverati crolla.
Molti morti, anche di 40 anni, avevano una storia di febbre alta per 10-15 giorni non curata adeguatamente. Qui l’infiammazione ha distrutto tutto e preparato il terreno alla formazione dei trombi. Perché il problema principale non è il virus, ma la reazione immunitaria che distrugge le cellule dove il virus entra. Infatti in tutti i reparti
COVID non sono mai entrati malati di artrite reumatoide e ciò perché sono in terapia cortisonica.
Questo è il motivo principale per cui in Italia le ospedalizzazioni iniziano a diminuire e sta diventando una malattia curabile a casa.
Curandola bene a casa eviti non solo l’ospedalizzazione, ma anche il rischio trombotico.
Non era facile capirlo perché i segni della microembolia sono sfumati, anche all’ occhio di un cardiologo ecocardiografista.
Confrontando i dati dei primi 50 pazienti tra chi respira male e chi no, la situazione è apparsa molto chiara a tutti i medici in Italia, dai cardiologi, ai radiologi, agli anatomo- patologi fino ai colleghi delle Terapie Intensive.
Il tempo di pubblicare questi dati e si potrebbe dare il via a far uscire la popolazione dalla quarantena, non subito, ma in tempi più brevi rispetto al previsto.
In USA dove ancora vietano gli antinfiammatori i dati sono ormai più tragici che in Italia. Sono farmaci che costano pochi euro ma che aiutano a salvare tante VITE. Sono i farmaci che facciamo per andare in vacanza in Kenia e prevenire l malaria per capirci.
Questa testimonianza delle vasculiti con esiti in tromboembolia polmonare parrebbe confermata dai protocolli di alcuni altri ospedali:
al Sacco danno Clexane a tutti, con D-dimero predittivo: più è alto meno risponderà il pz.
al San Gerardo di Monza Clexane e cortisone
al Sant’Orsola di Bologna Clexane a tutti + protocollo condiviso con i medici di famiglia che prescrivono Plaquenil a pioggia su tutti i pz. monosintomatici a domicilio.
Integro con una precisazione sugli antinfiammatori: farmaci antinfiammatori tipo Brufen, naproxene, aspirina che inibiscono la cox1 oltre che la Cox 2 non andrebbero usati,
mentre celecoxib (un inibitore selettivo della Cox 2) sembra dare buoni risultati, bisogna comunque aspettare esito di studi, invece questa analisi porta in evidenza la necessità di usare negli stadi intermedi della malattia (inizio della tosse e prima delle difficoltà respiratorie) una eparina a basso peso molecolare ad alte dosi… (Clexane 8.000 UI/die).
Evito (per non appesantire troppo l’esposizione, e perché il testo è troppo medico) di riportare un’interessante testimonianza di un anatomo-patologo: vi basti pensare che il “Papa Giovanni XXIII” di Bergamo ha eseguito 50 autopsie ed il “Sacco” di Milano 20 (quella italiana è la casistica più alta del mondo, i cinesi ne hanno fatte solo 3 e “minimally invasive”). Tutto quanto ne esce sembra confermare in pieno le informazioni sopra riportate.
In poche parole, pare che l’exitus sia determinato da una DIC (per i non medici, Coagulazione Intravascolare Disseminata) innescata dal virus. Quindi la polmonite interstiziale non c’entrerebbe nulla, sarebbe stato soltanto un abbaglio diagnostico: abbiamo raddoppiato i posti in rianimazione, con costi esorbitanti, probabilmente inutilmente.
Col senno di poi, mi viene da ripensare a tutti quegli Rx Torace che commentavamo circa un mese fa: quelle immagini che venivano interpretate come polmonite interstiziale in realtà potrebbero essere del tutto coerenti con una COAGULAZIONE INTRAVASCOLARE DISSEMINATA.
In definitiva fino a un mese fa nessuno sapeva nulla di questo virus, nemmeno i virologi “più famosi” come i tanti che guardavate in TV dalla Florida alla Francia alla Cina.
La tragedia che ha interessato l’ Italia e che ha visto quasi 20mila morti compresi tanti medici sul campo, ha fatto si che la Scuola Medica Italiana sia sulla strada giusta, la strada della salvezza definitiva e del ritorno alla vita NORMALE per tutti.”

giovedì 16 aprile 2020

5G: in Italia è in corso la più grande sperimentazione mai vista prima




Frequenze 5G – 4G – 3G – 2G in Italia

5G: 700/3700 MHz e 26 GHz
4,5G: 1500 MHz
4G: LTE FDD-LTE 800/1800/2600/2100 MHz
3G: HSDPA WCDMA 900/2100 MHz
2G: GSM 900/1800 MHz
Qualcomm presenta QCA64x8 e QCA64x1

QCA64x8 e QCA64x1 costituiscono le due nuove famiglie di chipset WiFi a 60 GHz in grado di raggiungere e superare la velocità di 10 Gbps, con latenze equiparabili a quelle delle migliori connessioni via cavo e caratterizzate da un’ottimizzazione nei consumi così da non andare a influire negativamente sulla durata della batterie dei dispositivi in cui sono ospitati. Un notevole passo in avanti rispetto a quanto oggi avviene sfruttando le bande 2,4 e 5 GHz. Più nel dettaglio, QCA64x8 (QCA6438 e QCA6428) punta a infrastrutture e access point fissi, mentre QCA64x1 (QCA6421 e QCA6431) alle applicazioni mobile.

Qualcomm Technologies è il primo player del mercato a offrire una soluzione basata sullo spettro mmWave (onde millimetriche) che tiene conto delle specifiche 802.11ay (non ancora ufficialmente approvate, evoluzione dell’802.11ad) guardando al futuro delle reti wireless, con copertura e performance di primo livello. Queste le parole di Rahul Patel, Senior Vice President and General Manager della divisione Connectivity and Networking di Qualcomm Technologies.



Campi a radiofrequenza e salute

2: Effetti sulla salute dei campi

In questo capitolo si descrivono gli effetti noti o ipotizzati sulla salute dei campi a radiofrequenza. Anche se non si fa riferimento a normative, si e’ cercato di distinguere tra effetti presenti a potenze elevate, superiori a quelle consentite dalle normative internazionali (1-5 W/mq), e quelli a livelli di potenza molto bassi, che e’ possibile incontrare anche rispettando queste norme.

2.1: Che effetti hanno le onde radio sulla salute?

Le onde radio possono venire assorbite da corpi di dimensioni confrontabili o superiori ad 1/4 circa della loro lunghezza d’onda. Quindi il corpo umano assorbe bene onde di frequenza compresa tra 30 e 300 MHz (da 10 m a 1 m), per le quali e’ una discreta antenna ricevente.  A frequenze superiori l’assorbimento si riduce, fino a circa 3-4 GHz, per poi rimanere circa costante all’aumentare della frequenza.
La quantita’ di onde radio assorbita da un particolare tessuto si indica come potenza specifica assorbita, e si misura in watt per kilogrammo (W/Kg). Gli effetti biologici delle onde dipendono da questa quantita’, che e’ ovviamente legata alla potenza delle onde che investono l’individuo, ma anche alla loro frequenza (come si e’ appena detto).  Nella letteratura angolsassone, la potenza specifica assorbita e’ indicata con l’abbreviazione SAR.
Tutti gli effetti noti dei campi dipendono in maniera molto forte dal SAR, e spariscono completamente al di sotto di una soglia che dipende dal tipo di effetto. Alcuni di questi effetti sono direttamente legati a malattie, per altri non si sa se l’effetto sia o meno pericoloso per la salute.
Il corpo umano genera a riposo circa 1W/kg, che puo’ arrivare a 4 W/kg durante un lavoro intenso. Se le potenze assorbite sono confrontabili o maggiori di questa quantita’, il calore eccessivo deve venir eliminato dal sistema di termoregolazione naturale, o il corpo si surriscalda.
A potenze assorbite elevate (oltre 10W/kg su tutto il corpo) si osserva un iniziale aumento di temperatura,  che e’ inizialmente tenuto sotto controllo dal sistema di termoregolazione. Dopo un periodo di tempo limitato, la temperatura riprende a salire, e sopravvengono danni gravi ed irreversibili.
A potenze di diversi W/kg, si hanno inoltre vari tipi di danni, che includono emolisi, danni al sistema endocrino (in particolare la tiroide), malformazioni del feto, e soprattutto danni nei confronti di tessuti particolarmente sensibili al calore (testicoli, sterilita’) o poco irrorati (cristallino, cataratta). Questi ultimi danno possono verificarsi per esposizioni prolungate (anche mesi) a potenze relativamente basse, come 100 W/mq (SAR di 0,5-1W/kg), e anche se l’esposizione e’ concentrata sui soli organi interessati.
Alcuni autori, soprattutto sovietici, riportano effetti a potenze al di sotto di quelle necessarie per ottenere riscaldamento. Questi effetti sono in genere molto deboli, non sono stati riprodotti in laboratori occidentali, e non sono collegabili direttamente a rischi sulla salute (vedi domanda 2.4).
Sono stati cercati effetti dei campi sulla riproduzione cellulare e sulla possibilita’ di alterare il materiale genetico. Nessuno di questi studi ha evidenziato effetti di questo tipo per esposizioni comparabili con quelle consentite dalle norme attuali, per cui vi e’ consenso generale sul fatto che i campi a radiofrequenza non inducono mutazioni e non sono responsabili di iniziare processi tumorali. Si ritiene che campi intensi siano comunque in gradi di promuovere tumori, cioe’ di far evolvere piu’ rapidamente verso forme tumorali cellule danneggiate da altri agenti.
I campi a radiofrequenza causano inoltre molti altri effetti, anche se non e’ chiaro ne’ su quanto questi effetti siano reali, in quanto compaiono solo in alcuni studi, ne’ sui meccanismi che li producono. Questi effetti comprendono variazioni nel trasporto di ioni calcio attraverso la membrana cellulare, variazioni nel tasso di crescita di colture cellulari, nella bioluminescenza di alcuni batteri, nella permeabilita’ della barriera ematoencefalica. Questi effetti sono in genere visti a SAR di alcuni W/kg, quindi a potenze in grado di produrre riscaldamento, ma si osservano talvolta anche a potenze inferiori, o in colture cellulari accuratamente termostatizzate per escludere effetti termici.
Alcuni studi mostrano che singoli individui sono in grado di percepire campi a radiofrequenza di pochi W/mq, di solito dopo un’esposizione di 40-50 secondi. La cosa e’ spiegabile tenendo conto che i termorecettori cutanei sono sensibili a variazioni di temperatura di 1/100 di grado, e non ha probabilmente nessuna rilevanza per la salute. Sensibilita’ simili si hanno anche per esposizioni a radiazione infrarossa.
 In tab. 3 sono elencati i principali effetti noti dei campi a radiofrequenza, e l’intensita’ del campo necessaria per evidenziare l’effetto.

NOTA IMPORTANTE: La corrispondenza tra SAR a densita’ di potenza e’ solo indicativa, in quanto dipende fortemente dal tipo di organo esposto, dalla frequenza radio, e da altri parametri. Si rimanda alla letteratura specializzata per una trattazione accurata. Inoltre il SAR e’ riferito a tutto il corpo, singoli organi possono assorbire potenze anche molto diverse.

2.2: Che differenza c’e’ tra effetti termici e non termici?

Una volta assorbite, l’ energia viene convertita in calore con diversi meccanismi. Il calore, se non viene smaltito tramite i meccanismi naturali di termoregolazione, puo’ danneggiare direttamente o indirettamente i tessuti colpiti. In particolare risultano sensibili agli effetti termici il cristallino, che e’ scarsamente irrorato dal sangue, e i testicoli, che smettono di funzionare gia’ con aumenti di temperatura di un grado.
Gli effetti direttamente o indirettamente riconducibili ad un aumento di temperatura sono comunemente detti effetti termici.  Oltre agli effetti termici, sono stati osservati, in laboratorio o sui animali, effetti di altro tipo. Si tratta sempre di effetti che avvengono a potenze assorbite  (SAR) corrispondenti ANCHE ad aumenti di temperatura, anche se questi possono essere stati compensati da meccanismi di termoregolazione. Risulta quindi difficile stabilire se l’effetto sia dovuto indirettamente ad un aumento di temperatura, o ad aver messo sotto sforzo la termoregolazione, o realmente a meccanismi non termici. Pertanto si tende a non distinguere gli effetti in base al meccanismo termico/non termico, ma in base al livello di SAR a cui l’effetto compare.
Alcuni autori distinguono gli effetti in termici, quando si osserva un aumento di temperatura (di solito almeno un decimo di grado), atermici (quando il sistema di termoregolazione compensa gli effetti termici che altrimenti ci sarebbero) e non termici (quando il sistema di termoregolazione  non viene interessato). Non conoscendo i meccanismi di azione di effetti non direttamente riconducibili a effetti termici, questa distinzione ha un senso limitato.

2.3: Che differenza c’e’ tra effetti a lungo e a breve termine?

Un effetto che compaia solo quando si e’ esposti ai campi, e sparisca rapidamente quando l’esposizione cessi e’ detto a breve termine. Un effetto che invece compaia dopo una lunga esposizione, magari intermittente o saltuaria, e’ detto a lungo termine. Chiaramente, mentre risulta abbastanza semplice individuare un effetto a breve termine, un effetto a lungo termine richiede lunghi e complessi studi epidemiologici. Inoltre un effetto di questo tipo e’ potenzialmente piu’ pericoloso, perche’ le singole esposizioni non danno sintomi che ci consentano di accorgerci del rischio ed evitarlo.
Gli effetti riportati nei precedenti capitoli sono sia a breve che a lungo termine. Ad es. una esposizione a campi di oltre 100 W/mq non da’ sintomi apprezzabili, ma puo’ portare, a lungo andare, a danni del cristallino (cataratta).
Sono stati cercati effetti a lungo termine come aumento del rischio di alcune malattie, soprattutto tumori, per mezzo di studi epidemiologici sulla popolazione generale (vedi domanda 2.6) e su lavoratori esposti (vedi domanda 2.7).

2.4: Gli anziani e i bambini sono piu’ esposti?

Le persone deboli (anziani, malati) sono comunque piu’ esposti di una persona robusta e sana. Di questo comunque ogni normativa tiene conto, adottando opportuni margini cautelativi.
I bambini sono piu’ esposti anche perche’ sono piu’ piccoli, e quindi hanno dimensioni corporee piu’ vicine alla lunghezza d’onda delle emissioni radio. Di conseguenza assorbono le onde radio 2-5 volte meglio di una persona adulta, in proporzione.

 2.5: Che dicono gli studi di laboratorio?

Esiste una ricchissima letteratura su studi di laboratorio, sia su culture cellulari che in animali, per cercare vari effetti legati ai campi a radiofrequenza.
In studi su topi di laboratorio, si e’ visto che esposizione a SAR di 6W/kg decresce la loro vita media, mentre a 2W/kg non si hanno effetti significativi. Vari autori hanno trovato un aumento di tumori in topi esposti a radiofrequenze a livelli elevati (2-6 W/kg), soprattutto se esposti anche a altri agenti oncogeni. In altre parole, questi studi mostrerebbero che l’esposizione a onde radio a potenze elevate aumenta l’attivita’ di altri agenti tumorali.
In uno di questi studi (Szmigielski, 1982) si e’ visto inoltre che un aumento di tumori e’ presente anche se i topi vengono confinati in gabbie piccole (come succede se si vuole determinare con precisione la dose di radiazione assorbita) e non esposti ai campi. Questo effetto puo’ alterare il risultato alcuni studi, ma l’autore trova che comunque a SAR di 6 W/kg il tasso di tumori aumenta.
Vari autori hanno sperimentato diversi tipi di esposizione (continua o a impulsi, a varie frequenze attorno a 800 MHz) senza trovare alterazioni nel tasso di tumori cerebrali, malformazioni nella prole, tumori epatici. Molti di questi esperimenti mirano a simulare le tipiche condizioni d’uso di un telefono portatile posto vicino alla testa.
Un recente studio (Repacholi, 1997) ha trovato che esposizione di oncotopi a campi a radiofrequenza simili a quelli per telefonia GSM aumentano significativamente il tasso di linfomi in oncotopi (topi modificati geneticamente in modo da sviluppare spontaneamente linfomi). Lo studio ha avuto un notevole risalto, in quanto Repacholi e’ sia presidente sia dell’ICNIRP, che responsabile del progetto OMS sugli effetti sanitari dei campi elettromagnetici.
Vari studi hanno cercato alterazioni cromosomiche o modificazioni del DNA in seguito ad esposizioni a radiofrequenza di topi, moscerini, microorganismi e culture cellulari. In genere gli studi che trovano alterazioni utilizzano potenze elevate, oltre 10 W/kg. A  SAR piu’ bassi, nuerosi lavori non trovano alterazioni. Un singolo lavoro (Lai e Singh, 1995) trova un aumento delle rotture nel DNA di topi esposti a SAR di 0.6 W/kg.
Alcuni studi hanno cercato, e non trovato, alterazioni del tasso di melatonina in seguito ad esposizione a radiofrequenza.
Soprattutto nell’Europa dell’Est, diversi ricercatori hanno trovato effetti biologici dei campi a SAR molto bassi, anche dell’ordine di 1 milliW/kg. Questi studi sono stati visti con notevole scetticismo nel mondo occidentale, in quanto gli esperimenti venivano descritti in modo poco chiaro, rendendo difficile una verifica, e gli effetti non erano collegabili facilmente a danni per la salute.
Recentemente, alcuni di questi studi sono stati ripetuti in modo controllato, con risultati vari. Un totale di 8 studi (su oltre un centinaio) mostra effetti a SAR sotto 0.1 W/kg. Anche se questi studi venissero confermati, comunque, non e’ chiaro se le modifiche indotte dai campi  abbiano conseguenze negative per la salute.

In conclusione: Gli studi di laboratorio non mostrano effetti significativi per la salute a SAR sotto 0,1 W/kg. La maggior parte degli studi che mostrano effetti importanti sulla promozione di tumori richiedono SAR elevati, in grado di causare riscaldamento, per periodi di tempo prolungati (almeno 30 minuti), mentre a SAR dell’ordine di 1-2 W/kg o meno non si osservano effetti. Esistono pero’ alcuni studi che mostrano effetti “strani”, di cui non e’ comunque chiara l’implicazione per la salute, a potenze piu’ basse, fino a alcuni milliwatt/Kg.

2.6: Sono stati fatti studi epidemiologici?

Uno studio epidemiologico confronta alcuni indici relativi a particolari malattie in due gruppi di persone che differiscono (idealmente) solo per il fatto di essere state esposte all’agente di cui si intende studiare gli effetti (i campi elettromagnetici, in questo caso). Potendo studiare un gran numero di persone nella situazione di reale esposizione, uno studio epidemiologico ben condotto permette di verificare la pericolosita’ di un agente al di la’ di ogni ipotesi su come questo produca i danni osservati.
E’ pero’ difficile condurre uno studio di questo tipo, soprattutto se si sospetta che l’agente produca malattie rare (come la leucemia infantile), o non si abbia idea di che particolare malattia cercare. Occorre seguire gruppi di persone molto grandi, tipicamente di almeno diverse decine di migliaia di persone, e utilizzare particolari cautele per garantire che i due gruppi siano davvero uguali per ogni altro aspetto. Occorre inoltre stabilire prima dello studio cosa si vuole cercare, e i criteri in base ai quali si determina l’esposizione.
Sulla popolazione generale, sono stati condotti due grossi studi in cui si e’ esaminato l’occorrenza di diversi tipi di tumori in persone che vivevano a varia distanza da ripetitori televisivi, rispettivamente in Inghilterra (Dolk et al, 1996) e in Australia (Hocking et al, 1996).
Dolk ha inizialmente trovato un aumento di leucemie attorno ad una singola stazione TV, ma, ripetendo lo studio su un gran numero di ripetitori, non ha trovato complessivamente nessun aumento di leucemie, dell’adulto o infantili, tumori cerebrali, cancro alla vescica o tumori alla pelle.
Hocking ha eseguito uno studio “ambientale” (senza misurare i campi a cui la gente era effettivamente esposta, ma stimandoli in base alla distanza dall’antenna), trovando aumenti di leucemie infantili. Il lavoro e’ stato ripetuto in modo piu’ accurato sulla stessa popolazione da McKenzie et al. (1998), che hanno trovato un debole aumento di leucemie infantili nelle vicinanze di un singolo ripetitore, ma non in tutti gli altri. Inoltre l’aumento risale a prima che le trasmissioni TV venissero irraggiate 24 ore al giorno. Anche in questo caso sono stati cercati, e non trovati, aumenti di altri tipi di tumori.
Una rassegna di tutti gli studi epidemiologici esistenti e’ stata recentemente effettuata da Elwood (1999). La conclusione e’ che, sebbene alcuni studi mostrino una correlazione tra esposizione e alcuni tumori, queste correlazioni sono deboli (e quindi probabilmente dovuti a fluttuazioni statistiche), inconsistenti, (studi differenti mostrano risultati opposti riguardo a tumori specifici), e nel complesso non mostrano assolutamente un aumento del rischio con l’esposizione. La bassa qualita’ di alcuni studi e’ una probabile causa delle correlazioni trovate, ed in alcuni casi sono evidenti errori (bias) che portano ai risultati visti.  Tutti questi studi, pero’, non coinvolgono un numero di persone sufficienti a determinare in modo affidabile eventuali effetti deboli.
In conclusione: gli studi epidemiologici mostrano che esposizioni a campi di intensita’ comprese tra 0.002 e 0.1 W/mq non producono significativi aumenti dei tumori considerati. Sporadici risultati positivi sono dovuti a fluttuazioni statistiche e/o errori metodologici. Non siamo pero’ in grado di escludere effetti deboli.

2.7: Sono stati fatti studi su lavoratori esposti?

I cosidetti studi occupazionali cercano una correlazione tra l’esposizione di lavoratori a campi elettromagnetici e varie malattie. In principio questi studi possono essere molto accurati, perche’ la popolazione e’ ben definita, e’ possibile determinare la quantita’ di radiazione assorbita, e seguire la storia clinica di queste persone. Purtroppo la maggior parte degli studi occupazionali pubblicati mostra grosse carenze. In particolare spesso si utilizza solamente l’occupazione come indice dell’esposizione, e non vengono fatte misurazioni della quantita’ di onde radio a cui i lavoratori sono stati effettivamente esposti.
Solamente tre lavori sono stati condotti in modo accurato (Robinette et al, 1980; Hill, 1988; Milham, 1988), e altri tre in modo accettabile. Nessuno di questi lavori mostra aumenti nel numero totale di tumori o in particolari tipi di tumori. Uno studio molto citato (Szmiligelski, 1996) indica un aumento di tumori nei militari polacchi esposti a onde radio. Questo studio non e’ accettabile secondo i criteri dati sopra (non indica come sono state valutate le esposizioni), e contiene errori metodologici gravi.
In conclusione, gli studi epidemiologici condotti in modo accettabile mostrano che i lavoratori esposti professionalmente a onde radio non mostrano aumenti significativi di tumori.

2.8: Tutti gli scienziati condividono gli attuali limiti internazionali?

La stragrande maggioranza della comunita’ scientifica internazionale e’ convinta che non esistano effetti documentati per esposizioni a radiofrequenza a bassi livelli, e che quindi i limiti internazionali attuali proteggano adeguatamente la popolazione. Esistono perplessita’, ma non reali preoccupazioni, riguardo agli effetti sulla salute dei telefonini, in quanto irradiano potenza molto vicino al corpo e possono causare una esposizione elevata su ristrette parti del corpo. Molti studiosi sottolineano che i risultati contraddittori presenti ad es. in alcuni studi di
laboratorio richiedano ulteriori approfondimenti.
Tuttavia alcuni scienziati hanno posizioni anche radicalmente differenti. Ad es. e’ molto citata la posizione di un epidemiologo israeliano, Goldsmith, che in un articolo di opinione ha sostenuto che gli studi epidemiologici “suggeriscono che l’esposizione a  campi RF sia potenzialmente cancerogena ed abbia altri effetti sulla salute”. L’opinione pero’ e’ basata sugli studi di Dolk e Hocking citati (vedi domanda 2.6), su un singolo studio occupazionale di bassa qualita’ (vedi domanda 2.7), e su altri lavori non pubblicati su riviste con referee, e quindi di qualita’ discutibile.
Il dr. Henry Lai, dell’universita’ di Washington, Seattle, sostiene che campi molto deboli, come quelli dei ripetitori, possono influenzare il sistema nervoso di topi di laboratorio. Gli studi pubblicati del dr. Lai pero’ riguardano esposizioni a livelli relativamente alti di esposizione (10W/mq), e di assorbimento (i topi assorbono meglio degli uomini le onde radio). In una lettera spedita ad autorita’ nel 1999, Lai sostiene di avere prove che i campi siano dannosi ad intensita’ molto minori, basandosi su un a serie di studi che in realta’ non supportano le sue tesi. Gli studi citati da Lai, infatti, mostrano effetti molto deboli, attribuibili a fluttiazioni statistiche, non confermati da studi indipendenti, e con significanza per la salute scarsa o nulla.
Esistono poi anche posizioni molto bizzarre riguardo gli effetti dei campi elettromagnetici (vedi domanda 2.6). Ad es. Roger Coghill, un dirigente ambientale (enviromental manager) neozelandese sostiene che i campi possano essere pericolosi a bassi livelli. Sostiene anche che il cervello sia una stazione radio trasmittente, in comunicazione diretta con ogni cellula dell’organismo (vedi domanda 1.6). Queste teorie non trovano nessun riscontro nella fisiologia nota, e Coghill non fornisce nessuna prova a sostegno delle sue teorie. Posizioni meno estreme sono sostenute da un altro neozelandese, Cherry. Nessuno dei due ha mai pubblicato un articolo scientifico su rivista con referee

fonte: ANGELA FRANCIA