mercoledì 29 aprile 2015
uccellacci e uccellini
è un film del 1966 diretto da Pier Paolo Pasolini, interpretato da Totò e Ninetto Davoli,
Trama
Totò e suo figlio Ninetto vagano per le periferie e le campagne circostanti la città di Roma. Durante il loro cammino incontrano un corvo. Come viene precisato durante il film da una didascalia: «Per chi avesse dei dubbi o si fosse distratto, ricordiamo che il corvo è un intellettuale di sinistra - diciamo così - di prima della morte di Palmiro Togliatti.»
Il corvo narra loro il racconto di Ciccillo e Ninetto (anch'essi interpretati da Totò e Ninetto), due frati francescani cui San Francesco ordina d'evangelizzare i falchi e i passeri. I due frati non riusciranno a raggiungere il loro obiettivo, perché, pur essendo riusciti a evangelizzare le due "classi" di uccelli, non avranno posto fine alla loro feroce rivalità: per questa mancanza saranno rimproverati da San Francesco e invitati a intraprendere nuovamente il cammino d'evangelizzazione.
Chiusa la parentesi del racconto, il viaggio di Totò e Ninetto prosegue; il corvo li segue e continua a parlare in tono intellettualistico e altisonante. I protagonisti, in un contesto fortemente visionario, incontrano altre persone, tra le quali: alcuni proprietari terrieri che ordinano a Totò e Ninetto d'allontanarsi dalle loro proprietà e finiscono per sparare contro i due che non vogliono obbedire; una famiglia, che vive in condizioni assai degradate, cui Totò intima d'abbandonare la propria casa; un gruppo d'attori itineranti a bordo di una Cadillac; i partecipanti al "1º convegno dei dentisti dantisti"; un uomo d'affari di cui Totò è debitore. In seguito i due si ritrovano ai funerali di Togliatti e poi incontrano una prostituta.
Alla fine Totò e Ninetto, stanchi delle chiacchiere del corvo, lo uccidono e se lo mangiano.
Produzione
Le riprese sono state effettuate ad Assisi, Tuscania, Roma e all'aeroporto di Roma-Fiumicino.
Pasolini afferma di aver scelto Totò come protagonista del film, pur non conoscendolo personalmente, poiché riteneva che la sua maschera rappresentasse in modo esemplare i due caratteri tipici dei personaggi fiabeschi: la stravaganza e l'umanità. Questo giudizio fu poi confermato una volta che i due ebbero iniziato a lavorare insieme. Il regista ha usato nella stessa pellicola attori presi dalla strada e senza esperienza recitativa e mostri sacri della cinematografia come Totò, nella convinzione che alcuni personaggi necessitassero di interpretazioni estreme: la naturale brutalità o leggerezza del dilettante e l'impostazione e esperienza dell'attore professionista.
Totò definisce Pasolini come un uomo intelligente e pieno di fantasia, con un modo di regia differente da quello cui il comico era abituato. Totò, grande improvvisatore sul set e abituato ad avere sempre carta bianca, fu invece costretto in questo film a rispettare puntualmente le battute del copione e le indicazioni del regista.
La produzione fu costretta più volte a cambiare il corvo, perché ogni volta l'animale tentava di cavare gli occhi a Totò. Venne così escogitato il sistema con cui la gabbia del corvo veniva posta dietro la macchina da presa, e ogni volta che questa girava, il corvo la inseguiva.
Colonna sonora
Il 7 dicembre 2006 è stata pubblicata in CD la colonna sonora del film, intitolata Uccellacci e uccellini, composta da Ennio Morricone e pubblicata dalla GDM Music.
I titoli di testa e i titoli di coda sono interpretati da Domenico Modugno.
Tracce
Uccellacci e uccellini - titoli di testa
Aforismi
Teatrino all'aperto
Nidi di rondini
Scuola di ballo al sole
S. Francesco parla agli uccelli
Il corvo professore
Teatrino all'aperto 2
Scarpe rotte
Uccellacci e uccellini - strum
Funerale
Uccellacci e uccellini - titoli di coda
Cartoni animati - valzer amaro
Cartoni animati
Amore semplice
Filastrocca
Antico amore
Buffa banda
Dolce, dolce
Valzer amaro
Struggente
Cartoni animati (2)
Accoglienza
Critica
Il film ebbe un ottimo successo di critica, ma il successo commerciale fu piuttosto deludente, tanto da essere il film con Totò che registrò meno incassi in assoluto.
Pier Paolo Pasolini disse a proposito del film:
« Uccellacci e uccellini è stato il mio film che ho amato e continuo ad amare di più, prima di tutto perché come dissi quando uscì è "il più povero e il più bello" e poi perché è l'unico mio film che non ha deluso le attese. Collaborare con lui [con Totò] "reduce da quegli orribili film che oggi una stupida intellighenzia riscopre" fu molto bello: era un uomo buono e senza aggressività, di dolce cera. Voglio ricordare anche che oltre che un film con Totò, Uccellacci e uccellini è anche un film con Ninetto, attore per forza, che con quel film cominciava la sua allegra carriera. Ho amato moltissimo i due protagonisti, Totò, ricca statua di cera, e Ninetto. Non mancarono le difficoltà, quando giravamo. Ma in mezzo a tanta difficoltà, ebbi in compenso la gioia di dirigere Totò e Ninetto: uno stradivario e uno zuffoletto. Ma che bel concertino. »
Riconoscimenti
Per l'interpretazione di Uccellacci e uccellini Totò ricevette la menzione speciale al Festival di Cannes del 1966. Inoltre il film ottenne un Nastro d'Argento al migliore attore protagonista (Totò) e uno al migliore soggetto originale.
Il film è stato inoltre inserito nella lista dei 100 film italiani da salvare, nata con lo scopo di segnalare "100 pellicole che hanno cambiato la memoria collettiva del Paese tra il 1942 e il 1978".
fonte: Wikipedia
FILM COMPLETO
domenica 26 aprile 2015
il delitto Matteotti
« Mussolini nega la Ceka di Stato e contemporaneamente ne assume la responsabilità storica, politica, morale ma non penale »
(Turati)
è un film del 1973, diretto dal Florestano Vancini.
Trama
Roma, 30 maggio 1924, l'onorevole Giacomo Matteotti, segretario del Partito Socialista Unitario, in un appassionato intervento alla Camera dei deputati contesta la validità delle elezioni politiche tenutesi nell'aprile precedente, in cui il Partito Nazionale Fascista aveva ottenuto la maggioranza dei voti, sollevando interrogativi nella stampa e nel contempo preoccupazioni in seno al Governo Mussolini. Il Duce infatti, temendo sollevazioni popolari, da ordine ad uno dei suoi sicari, Amerigo Dumini, di uccidere il deputato socialista, che viene sequestrato di fronte a casa il 10 giugno.
La famiglia ed i colleghi parlamentari, rappresentati dal deputato Modigliani, passati due giorni dalla scomparsa chiedono informazioni alle autorità ma il Questore Bertini fornisce spiegazioni vaghe rifiutandosi di aprire una formale indagine, riportando successivamente la notizia della visita al generale Emilio De Bono, comandante della Milizia ed in quel momento anche Capo della Polizia al quale riferisce che sospetta di Dumini e della sua banda e che esiste un testimone oculare ma che "non ha elementi per agire in modo concreto".
Il Questore, rassicurato da De Bono, viene tuttavia informato che il testimone ha già comunicato alla stampa il numero di targa dell'automobile e che questa, seppure non ancora ritrovata, è stata identificata ed appartiene al garage presso il quale si serve abitualmente il quotidiano Corriere Italiano, di cui è direttore Filippo Filippelli; Mussolini, timoroso che i collegamenti tra Dumini, Filippelli, e Cesare Rossi, suo collaboratore della prima ora ed organizzatore della cosiddetta Ce-ka, una organizzazione segreta creata per colpire gli oppositori al regime, possano portare a lui comincia ad agire, dopo essere stato informato da De Bono delle reazioni dell'opinione pubblica.
Il primo passo è una dichiarazione alla Camera sulle ricerche già iniziate per il ritrovamento dello scomparso che tuttavia non convince l'opposizione, la quale sostiene che Mussolini deve rispondere personalmente della sorte di Matteotti, e, nonostante le divisioni al suo interno, programma un'astensione dai lavori parlamentari, delegittimando in questo modo le elezioni, astensione che viene tuttavia immediatamente neutralizzata dal Duce con la chiusura a tempo indeterminato della stessa. Parallelamente egli ordina l'arresto di Dumini, le dimissioni da Capo della Polizia di De Bono e l'allontanamento di Cesare Rossi, il quale, temendo di essere usato come capro espiatorio, minaccia Mussolini, ricordandogli di essere a conoscenza di tutto e di avere capito i suoi timori.
Nel frattempo viene ritrovata l'automobile utilizzata per il rapimento con al suo interno i segni evidenti di una lotta probabilmente seguita da un omicidio, e finalmente viene aperta un'istruttoria, della quale viene incaricato il Dott. Mauro Del Giudice, affiancato, per espresso volere del Procuratore Generale Crisafulli, da Umberto Tancredi, un giovane Magistrato di cui è immediatamente percepibile la natura fascista e di cui l'anziano Giudice istruttore diffida; l'inchiesta è avviata mentre in tutto il paese si fanno sentire le voci contrarie al regime tra le quali spicca quella di Piero Gobetti, un giovane giornalista torinese che, attirando le attenzioni di Mussolini, sarà presto aggredito e successivamente morirà, e di Antonio Gramsci che auspica una sollevazione delle masse, in questo contrastato dagli altri membri dell'Aventino, con in testa Filippo Turati, titubanti nei confronti di una sollevazione popolare ed a causa di questi contrasti il Deputato comunista abbandonerà il "Comitato delle opposizioni".
L'inerzia delle opposizioni nel non appoggiare gli scioperi spontanei che si stanno verificando non è minore di quella del Re il quale temporeggia sulle misure da adottare eventualmente contro Mussolini mentre, in carcere, Filippelli accusa formalmente Dumini del rapimento di Matteotti venendo da lui minacciato ed il concitato dialogo ha l'effetto di risvegliare la coscienza di Tancredi, il quale inizia ad esprimere delle perplessità in merito alla natura fascista dell'accaduto ed accetta di firmare i mandati di cattura contro Cesare Rossi e Giovanni Marinelli senza informare il procuratore Generale, il quale, dopo essere stato messo di fronte al fatto compiuto lo redarguisce severamente.
Dopo un breve periodo di latitanza Cesare Rossi si costituisce, comunicando a Del Giudice di avere scritto un memoriale in cui accusa apertamente Mussolini del delitto, mentre le opposizioni, senza i comunisti, progettano un futuro Governo che nasca da una collaborazione tra socialisti e popolari e questo provoca le reazioni dei fascisti più estremi tra i quali Roberto Farinacci che ritengono Mussolini troppo incline ad una azione esclusivamente politica, auspicando una seconda marcia su Roma allo scopo di spazzare via in modo violento tutti gli oppositori ma egli, aiutato dal Cardinale Pietro Gasparri, sta cominciando ad attuare il suo ancora nascosto progetto di allontanare Don Sturzo dall'Italia.
Il ritrovamento del cadavere di Matteotti, in condizioni che purtroppo rendono impossibile l'accertamento delle cause della morte, rinnova lo sdegno popolare ma il regime ancora una volta regge, in questo aiutato sia dal Vaticano che dagli imprenditori e dagli industriali del nord che temono una nuova ondata di scioperi, ed ai Magistrati Del Giudice e Tancredi viene tolta l'istruttoria del delitto che viene passata alla Commissione Senatoriale, unica idonea a giudicare i Ministri. Immediatamente dopo Mussolini si assume la responsabilità politica e morale (ma non penale) di quanto è accaduto, chiedendo ed ottenendo dal Re la prerogativa di sciogliere le Camere ed, a seguito della pubblicazione del memoriale di Cesare Rossi, vengono soppresse le libertà di stampa schiudendo di fatto le porte alla dittatura che porterà la Nazione allo sfacelo.
Manifesti e locandine
La realizzazione dei manifesti per l'Italia fu affidata al pittore Mario De Berardinis.
fonte: Wikipedia
SPEZZONE FILM
giovedì 23 aprile 2015
mercoledì 15 aprile 2015
Mia Martini
« È un'incognita ogni sera mia, / un'attesa pari a un'agonia / Troppe volte vorrei dirti no, / e poi ti vedo e tanta forza non ce l'ho / Il mio cuore si ribella a te, ma il mio corpo no / Le mani tue, strumenti su di me / che dirigi da maestro esperto quale sei »
(Franco Califano, Minuetto, 1973, contenuta nell'album Il giorno dopo)
pseudonimo di Domenica Rita Adriana Berté detta Mimì, è stata una cantautrice italiana.
Sorella maggiore di Loredana Berté, con la quale curiosamente condivide giorno e mese di nascita, donna tormentata, considerata in Italia tra le più intense e raffinate interpreti, è riconosciuta, insieme a Mina, come una delle voci più belle e significative che abbia espresso la musica italiana; vantò una lunga carriera artistica che ebbe inizio nel 1963, semplicemente come Mimì Berté. Il produttore discografico e autore Carlo Alberto Rossi la volle lanciare come ragazza yè-yè; tuttavia, il successo che trovò in questa veste, sebbene molto lusinghiero per una debuttante, durò ben poco, e dopo alcuni anni di oblio riapparve sulle scene, nel 1971, col nuovo pseudonimo di Mia Martini.
Oltre la collina, il suo primo album (giudicato tra i migliori lavori mai realizzati da una donna), risultò per l'epoca piuttosto all'avanguardia, per arrangiamenti, tematiche e cantato. Successi come Piccolo uomo, Donna sola, Minuetto, Il guerriero, Inno, Al mondo, Che vuoi che sia.., Libera, Per amarti, la consacrarono tra le protagoniste assolute della musica italiana negli anni settanta, decennio nel quale raggiunse una grande popolarità nazionale e internazionale.
Nel 1977 fu decisivo il sodalizio artistico e sentimentale col cantautore Ivano Fossati, il quale segnò per sempre il suo percorso umano e professionale, malgrado una relazione assai tormentata. Nel 1982 partecipò per la prima volta al Festival di Sanremo con E non finisce mica il cielo, sempre di Ivano Fossati. In quell'edizione i giornalisti istituirono appositamente per lei il Premio della Critica, oggi intitolato a suo nome. Nello stesso 1982 uscì un altro suo grande successo, di cui lei stessa scrisse il testo: Quante volte.
La sua carriera e la sua vita privata furono segnate da una serie di maldicenze a sfondo superstizioso in seno allo stesso mondo dello spettacolo e addetti ai lavori che la ostacolarono ed emarginarono per diversi anni. portandola al ritiro dalle scene verso la metà degli anni ottanta.
Grazie al suo talento interpretativo, la cantante tornò alla ribalta riaffermandosi con un consenso ancora maggiore: nel 1989 partecipa al Festival di Sanremo col brano Almeno tu nell'universo, che divenne un classico, restituendole una grossa popolarità. Negli anni novanta è ancora protagonista di altri grandi successi come La nevicata del '56, Gli uomini non cambiano (presentati sempre a Sanremo) e Cu 'mmè, duetto con Roberto Murolo che rilanciò la canzone napoletana.
Morì a soli quarantasette anni in circostanze mai del tutto chiarite. Fu trovata priva di vita nella sua abitazione dopo almeno due giorni dal decesso. Nel corso della sua carriera, durata ben trentadue anni, ha interpretato brani in italiano, napoletano, inglese, francese, spagnolo, portoghese, tedesco e greco.
Con la sua voce dal timbro ben riconoscibile per potenza e impatto emotivo, cantò il meglio della canzone d'autore italiana ed internazionale, collaborando con alcuni tra i più grandi nomi del panorama musicale, non solo italiano. Per lei hanno scritto, tra gli altri, Biagio Antonacci, Loredana Bertè, Claudio Baglioni, Gianni Bella, Lucio Battisti, Dario Baldan Bembo, Dodi Battaglia, Giancarlo Bigazzi, Franco Califano, Mimmo Cavallo, Riccardo Cocciante, Giorgio Conte, Paolo Conte, Damiano Dattoli, Fabrizio De André, Francesco De Gregori, Fratelli La Bionda, Jimmy Fontana, Ivano Fossati, Enzo Gragnaniello, Bruno Lauzi, Mango, Amedeo Minghi, Mariella Nava, Mauro Pagani, Maurizio Piccoli, Mogol, Stefano Rosso, Enrico Ruggeri, Shel Shapiro, Umberto Tozzi, Antonello Venditti, Carla Vistarini. Con 33 milioni di copie, è una tra gli artisti italiani con il maggior numero di dischi venduti.
L'infanzia
Domenica Bertè era nata a Bagnara Calabra in provincia di Reggio Calabria il 20 settembre 1947, secondogenita di quattro figlie: la maggiore, Leda, nata nel 1945, le più giovani Loredana (1950) - che curiosamente è nata lo stesso giorno e lo stesso mese, anch'essa divenuta famosa come cantante - e Olivia (1957). Il padre, Giuseppe Radames Bertè (1921), un insegnante di latino e greco, si era trasferito nelle Marche per motivi di lavoro, trascorse parte del soggiorno in questa regione nel comune di San Ginesio dove insegnò presso l'Istituto Magistrale "Alberico Gentili", poi si trasferì ad Ancona divenendo preside di liceo, mentre la madre Maria Salvina Dato, morta nel 2003, faceva la maestra elementare.
"Mimì" (così era chiamata in famiglia) trascorse l'infanzia nel maceratese a Porto Recanati, e il mondo della canzone italiana di allora (dominato in maniera indelebile dalla incredibile diffusione della radiofonia che a quei tempi prendeva il posto della televisione, non ancora nata in Italia) per lei diventava sempre più un qualcosa di irrinunciabile nonché di assai coinvolgente. Decide quindi di intraprendere una specie di carriera semi-dilettantistica come ragazzina cantante all'interno di balere e feste, e dopo aver effettuato diverse serate come cantante intrattenitrice, ed aver tentato alcuni piccoli concorsi per voci nuove, nel 1962 convinse la madre ad accompagnarla a Milano in cerca di un provino, in modo da poter ottenere alla fine un contratto discografico.
Gli esordi: Mimì Berté
Il discografico Carlo Alberto Rossi fu l'unico disposto a metterla alla prova, e dopo poco tempo decise di lanciarla come ragazzina ye-ye secondo la moda musicale del momento, facendole incidere nel 1963 col suo vero nome, Mimì Berté, i primi 45 giri per la CAR Juke Box, tra cui Ombrello blu, con cui la cantante partecipa al Festival di Pesaro in abbinamento con Marisa Terzi.
A maggio del 1964 vinse il Festival di Bellaria, con Come puoi farlo tu; raggiunse una certa notorietà con Il magone. Seguì una certa attenzione da parte di giornali e tv, nonché un altro discreto successo, Ed ora che abbiamo litigato, presentato nel 1964 a Teatro 10.
I numerosi provini realizzati in quel periodo, in previsione di un album, rimasero nel cassetto per quasi trent'anni: Carlo Alberto Rossi auspicò una sua crescita musicale e la spinse a firmare per una casa discografica più grande, la Durium. Nel 1966 uscì il 45 giri Non sarà tardi / Quattro settimane (Roelens-Guardabassi), ma l'interesse del pubblico fu piuttosto scarso.
Inoltre quell'immagine fin troppo leggera e scanzonata era assolutamente inadatta alla giovane Mimì che già allora si ispirava alla vocalità di Etta James e Aretha Franklin. Trasferitasi a Roma con la madre e le sorelle, tentò di emergere nuovamente assieme alla sorella Loredana e al suo amico Renato Fiacchini (successivamente Renato Zero), guadagnandosi da vivere con vari lavori, tra cui un modesto impiego presso il sindacato dei cantanti e dei cantautori. Nel 1969 scontò quattro mesi di carcere a Tempio Pausania per possesso di droghe leggere durante una serata in discoteca, che all'epoca erano perseguibili al pari delle altre forme di stupefacenti.
Da questa accusa venne successivamente prosciolta in maniera definitiva. Conseguentemente venne anche bloccata la pubblicazione del 45 giri Coriandoli spenti, inciso qualche mese prima e destinato a rimanere inedito per oltre trent'anni (oggi uno dei dischi più rari in assoluto). Nel 1970 partecipò come corista, insieme alla sorella Loredana e ai "Cantori Moderni" di Alessandroni, al disco Per un pugno di samba, inciso durante il suo soggiorno a Roma da Chico Buarque de Hollanda, di cui la cantante sarà sempre grande estimatrice. Il pianista Toto Torquati convinse Mimì a tornare ad esibirsi affrontando un repertorio più congeniale al suo timbro vocale.
Gli anni settanta
Il successo: Mia Martini
L'incontro con il produttore discografico Alberigo Crocetta si rivelò determinante: il fondatore del Piper decise infatti di lanciarla subito in ambito internazionale attraverso un nuovo nome, "Mia Martini": Mia come Mia Farrow (attrice da lei prediletta), e Martini scelto fra i tre nomi italiani più famosi all'estero (spaghetti, pizza e Martini, appunto). Il look si fa più zingaresco, con i numerosi anelli e l'immancabile bombetta. Nel 1971 esce per la RCA Italiana Padre davvero, il primo brano pubblicato come Mia Martini e registrato col complesso La Macchina.
Il testo (di Antonello De Sanctis) tratta di un conflitto generazionale tra padre e figlia, e viene subito giudicato "dissacrante", incappando nella censura radio-televisiva. Ma l'interpretazione, assolutamente innovativa, riscuote comunque parecchio interesse, tanto da ottenere la vittoria al Festival di Musica d'Avanguardia e Nuove Tendenze di Viareggio. Sul retro di questo primo 45 giri c'è Amore.. amore.. un corno, altro brano d'impatto scritto da un giovanissimo Claudio Baglioni e da Antonio Coggio. Lo stesso Baglioni scrive anche Gesù è mio fratello (pubblicata su 45 giri, inaugura il suo filone spirituale) e la profetica Lacrime di marzo (facciata B del precedente), canzoni che trovano posto anche nell'LP Oltre la collina.
L'album, il primo della cantante, pubblicato nel novembre 1971, è considerato tra i migliori lavori mai realizzati da una donna, nonché uno dei migliori della discografia d'autore. Oltre la collina è anche uno dei primi esempi di concept album italiani, il cui il filo conduttore sono la disperazione e la solitudine giovanile: l'LP affronta, infatti, tematiche quali la religiosità, la malattia ed il suicidio. Mia Martini ottiene anche l'attenzione di Lucio Battisti, che esprime il suo stupore dinanzi all'insolita vocalità, e la vuole nel suo unico special televisivo Tutti insieme, in cui Mia canta dal vivo Padre davvero.. in versione censurata.
Avrebbe dovuto partecipare a Canzonissima 1971 con il brano Cosa c'è di strano, ma del brano non se ne fece nulla; in seguito venne pubblicato nell'estate del 1973 in una compilation della RCA che fu subito ritirata dal mercato per impedire che la Ricordi (nuova casa discografica della cantante dal febbraio del 1972) denunciasse l'etichetta per violazione del diritto d'autore. La canzone verrà pubblicata postuma nell'album Canzoni segrete del 2003. Nel 1972, la RCA tenta di mandare Mia Martini al Festival di Sanremo con il brano Credo, che però non viene selezionato per accedere alla kermesse: il disco uscirà in pochissime copie.
Da Piccolo uomo a Minuetto (1972-1973)
Quando Alberigo Crocetta lascia la RCA e approda alla Ricordi di Milano, Mia Martini decide di seguirlo e riesce ad incidere Piccolo uomo, scritta da Bruno Lauzi e Michelangelo La Bionda, su musica di Dario Baldan Bembo, il quale inizialmente non ritiene opportuno affidare la canzone ad un'artista esordiente. Destinato, infatti, ai Camaleonti, il pezzo viene invece presentato dalla Martini al festival Pop, Beat, Western Express di Londra, il 26 maggio 1972. Viene proposto anche Un disco per l'estate, ma viene inspiegabilmente scartato; viene infine presentata al Cantagiro e al Festivalbar, dove Mia Martini ottiene la sua prima vittoria. Il successo è immediato, e la giovane artista viene invitata nelle trasmissioni televisive più importanti: Adesso Musica, Senza Rete, Chissà chi lo sa, ecc. Il 45 giri raggiunge le primissime posizioni della hit-parade, e vale a Mia Martini il suo primo Disco d'oro per le vendite (sarà il 15° singolo di maggior successo nel 1972).
A settembre partecipa per la prima volta anche alla Mostra Internazionale di Musica Leggera con Donna sola, un brano struggente dai tratti soul. Il disco si rivelerà essere il 45 giri di maggior successo nell'intera rassegna, con circa 270.000 copie vendute; di conseguenza la Martini verrà premiata l'anno successivo con la prestigiosa Gondola D'Oro.
Donna sola arriva fino al 2º posto nella hit-parade dei singoli più venduti durante il mese di novembre, classificandosi 23º nella graduatoria dei 45 più venduti dell'anno.
Ad ottobre incide il suo secondo album, Nel mondo, una cosa, il quale contiene anche Valsinha, di Vinicius De Moraes e Chico Buarque De Hollanda, la raffinata Amanti di Maurizio Fabrizio, e la struggente Madre, cover di John Lennon, fra le altre. Il disco riceve, l'anno dopo, il Premio della Critica Discografica come migliore LP del '72. Raggiunge il 5º posto nella classifica degli album più venduti, risultando 33º nella complessiva graduatoria annuale.
Il 1973 è un anno pieno di impegni per Mia. A febbraio si reca in Germania per incidere i suoi primi successi in tedesco: Piccolo uomo diviene Auf der Welt, mentre Donna sola, Einsam. La Ricordi le propone di partecipare al Festival di Sanremo con il brano Vado via: Mia Martini in un primo momento accetta, per poi rinunciare in extremis decretando la fortuna di Drupi, che invece farà di Vado via un successo internazionale. Alla fine di marzo torna in Italia e il 2 aprile incide il capolavoro Minuetto, composto da Dario Baldan Bembo.
Il testo di Minuetto nasce dopo i tentativi di Maurizio Piccoli e Bruno Lauzi, che invano avevano cercato di realizzarne una stesura convincente; si decide pertanto di contattare Franco Califano, il quale - traendo spunto dalle ultime vicende sentimentali della stessa Mia Martini - riesce a cucirle addosso un successo senza tempo, successo dovuto anche ad un arrangiamento di ottimo livello, a supporto della complessa partitura di Baldan Bembo, in cui si possono individuare diverse atmosfere musicali: dalla citazione classica di Bach alle ballate pop d'oltreoceano. In sala d'incisione prendono parte al coro anche Bruno Lauzi, Maurizio Fabrizio, i Fratelli La Bionda, Loredana Berté e Adriano Panatta (all'epoca fidanzati).
Minuetto, in assoluto la sua canzone più venduta, le vale un nuovo disco d'oro, nonché la seconda vittoria consecutiva al Festivalbar, cosa che in precedenza era riuscita solamente a Lucio Battisti; Il disco rimane nella top-ten dei 45 giri più venduti per 22 settimane consecutive, raggiungendo la prima posizione, e risultando il 7° singolo di maggior successo del 1973.
A settembre Mia Martini partecipa nuovamente alla Mostra Internazionale di Musica Leggera di Venezia presentando Bolero e Il guerriero, due brani molto intensi inizialmente destinati alla sorella Loredana, la quale però vede sfumare all'ultimo momento la possibilità di firmare anche lei un contratto discografico con la Ricordi, che in un primo momento però sembra interessata alla giovane starlette "sorella di Mia Martini". L'uscita di questo nuovo singolo composto da Bolero e Il guerriero è programmata per ottobre, ma il disco non verrà mai commercializzato probabilmente a causa del cambio di regole attuato da Gianni Ravera: a Venezia non si concorre più con un 45 giri, bensì con l'intero LP. La cantante presenterà dunque il suo nuovo album, intitolato Il giorno dopo, e ritirerà la Gondola D'Oro vinta l'anno prima con Donna sola. L'album arriva fino al 5º posto in classifica e sarà il 26º 33 giri più venduto dell'anno. Oltre alle due canzoni presentate a Venezia, troveranno posto all'interno del nuovo LP, fra le altre, anche Ma quale amore, scritta da Antonello Venditti e Franca Evangelisti, La malattia, sul tema allora insolito e censuratissimo della tossicodipendenza, e Dove il cielo va a finire, probabilmente uno dei brani più belli e significativi della sua carriera, scritto da Maurizio Fabrizio.
In questo periodo sarebbe anche prevista una partecipazione a Canzonissima 1973 con il brano Adesso vai, ma quest'ultimo viene inciso da Dori Ghezzi l'anno successivo; non si hanno tracce di un provino di Mia Martini.
Il successo europeo (1974-1975)
Nel 1974 Mia Martini è considerata dalla critica europea la cantante dell'anno
I suoi dischi escono in vari paesi del mondo: registra i suoi successi in francese, tedesco e spagnolo, ottenendo consensi significativi anche all'estero, in particolare in Francia, dove viene paragonata ad Edith Piaf. Il 29 aprile termina di incidere È proprio come vivere, un altro dei suoi album più belli, in cui Mia Martini conferma la propria modernità, nonché sensibilità interpretativa. È anche autrice, insieme a Giorgio Conte e Dario Baldan Bembo, del brano Agapimu, il cui testo è in greco.
I due brani scelti per la promozione dell'album, Inno (Piccoli-Baldan Bembo) ed ..E stelle stan piovendo (Piccoli) Mia Martini non riesce a fare poker con questo brano che, seppur molto poetico, raffinato e malinconico, non presenta un refrain di facile presa: Baldan Bembo lo definirà infatti un 'quadro incompleto'. In ..E stelle stan piovendo la ricerca dell'amore viene materializzata da immagini poetiche di grande effetto.
Anche quest'anno Mia Martini partecipa al Festivalbar, ma soltanto in qualità di ospite: Vittorio Salvetti, patron della popolare manifestazione, le chiede di non partecipare alla competizione onde evitare di "bruciare la gara", date le due precedenti vittorie consecutive. A settembre partecipa per la terza volta alla Mostra Internazionale di Musica Leggera di Venezia, dove presenta Inno e Agapimu. Nel mese di ottobre, la cantante riceve dalla Ricordi il Disco d'oro per il suo primo milione di dischi venduti.
A fine anno registra il suo primo special televisivo, intitolato Mia, e a cui partecipano Lino Capolicchio e Gabriella Ferri, collega assai stimata dalla Martini: il programma va in onda all'inizio dell'anno successivo, in contemporanea al lancio del suo nuovo singolo: Al mondo.
A dicembre presenta, insieme ad Aldo Giuffrè e Peppino Gagliardi, il programma radiofonico Ciao domenica, in onda tra il 1974 e il 1975.
Riceve il Premio della Critica Europea a Palma di Maiorca per il brano Nevicate, estratto dall'LP Sensi e controsensi (1975), uno dei più amati dall'artista, in cui compare anche Volesse il cielo di Vinicius De Moraes, registrata in presa diretta con un'orchestra di sessanta elementi.
Nell'estate del '75 esce su 45 giri una cover di Nicole Croisille intitolata Donna con te ("Une femme avec toi"), con cui la Martini partecipa al Festivalbar, riscuotendo una buona accoglienza, pur essendo poi esclusa dalla serata finale in quanto gli ultimi appuntamenti radiofonici e televisivi che l'avevano riguardata, erano stati giudicati dalla Rai sufficienti per la sua promozione.
Viene proclamata miglior cantante donna dell'anno tramite il referendum "Vota la voce", indetto dal popolare settimanale Tv Sorrisi e Canzoni, mentre in autunno è una dei protagonisti della Compagnia stabile della canzone, varietà televisivo con Gino Paoli, Gigliola Cinquetti, Riccardo Cocciante e Gianni Nazzaro.
La rottura con la Ricordi e il ritorno alla RCA (1975/'76)
I continui successi spingono però la Ricordi a far pressione sulla Martini, obbligandola a incidere canzoni di esclusiva edizione dell'etichetta stessa: nella logica dei produttori, non è infatti necessario ricercare materiale proveniente da autori estranei alla casa discografica, dal momento che a loro giudizio la voce della cantante sarebbe comunque in grado di valorizzare qualsiasi tipo di brano, indipendentemente dal gusto e dalle scelte musicali della stessa Mia Martini, la cui libertà artistica finisce così per subire una forte limitazione. Essendo però vincolata da un contratto, la cantante non può tirarsi indietro, e quando la Ricordi le chiede espressamente un nuovo LP da promuovere in concomitanza con la sua partecipazione alla Compagnia stabile della canzone, è costretta ad assecondare le richieste della casa discografica, senza tuttavia nascondere la sua assoluta contrarietà per quanto concerne il criterio per la scelta dei brani da incidere.
La realizzazione di Un altro giorno con me, che sarà l'ultimo album pubblicato per la Ricordi, risulta parecchio controversa: Mia Martini ha la possibilità di scegliere pochissimi brani, tra quelli che le interessano davvero. Da segnalare, Questi miei pensieri e Milho verde, riproposte dal vivo fino agli anni novanta, ma anche Veni sonne di la muntagnella. Rimangono invece nel cassetto svariati inediti del periodo, per la cui pubblicazione - ovviamente postuma - bisognerà attendere circa trent'anni, e fra questi vi sono certamente Grande più di lei (inizialmente destinata a Mina), Meglio sì meglio se e Dire no: tre brani di rara intensità in cui Mia Martini dà il meglio di sé stessa.
Nel 1976, la cantante sembra nuovamente convinta a partecipare al Festival di Sanremo col brano L'amore è il mio orizzonte, salvo poi - ancora una volta - ripensarci in extramis. Nel mese di marzo, il brano viene ugualmente pubblicato su 45 giri, senza però beneficiare di una vera promozione: è l'ultima emissione ufficiale della Martini su etichetta Ricordi, quasi in contemporanea con la raccolta Mia.
Subito dopo, la RCA, storica etichetta romana che l'aveva lanciata cinque anni prima, le propone un'ottima offerta contrattuale che prevede, fra l'altro, anche l'assoluta libertà di scelta in fatto di repertorio: Mia Martini, che già da tempo meditava un cambio di etichetta, decide pertanto di rescindere anticipatamente il contratto con la Ricordi, dove le tensioni erano ormai divenute insanabili.
L'ingaggio alla RCA vede Mia Martini come artista di punta dell'etichetta-satellite Come Il Vento, in cui la cantante sembra ritrovare l'ambiente ispirato di cui ha bisogno. Al nuovo album Che vuoi che sia.. se t'ho aspettato tanto, che alterna momenti di tensione melodica a brani più di tendenza, partecipano due autori di prestigio all'epoca misconosciuti come Amedeo Minghi (Ma sono solo giorni) e Mango (con Se mi sfiori), mentre ben quattro pezzi sono i pezzi firmati dal chitarrista Memmo Foresi (Noi due, Fiore di melograno, In paradiso, Una come lei). La title-track è invece un'altra canzone d'amore opera di Dario Baldan Bembo, che viene pubblicata anche come singolo (sul retro la femminista Io donna, io persona). Spicca, infine, l'intensa Preghiera, scritta da Stefano Rosso e posta a conclusione del disco, i cui splendidi arrangiamenti sono firmati da Luis Enriquez Bacalov.
Per il lancio dell'album, che ottiene un buon successo, la Rai realizza a colori uno special omonimo per la regia di Ruggero Miti, e trasmette in radio un concerto in esclusiva. In estate si esibisce in alcuni dei palchi italiani e internazionali più esclusivi, dalla Bussola di Viareggio allo Sporting Club di Montecarlo. Intanto, la Come il Vento provvede alla commercializzazione del singolo e dell'album in vari paesi europei e in Canada.
Inoltre, con Che vuoi che sia..se t'ho aspettato tanto, partecipa nuovamente sia al Festivalbar, dove ottiene un buon piazzamento, e poi anche alla Mostra Internazionale di Musica Leggera a Venezia, presentandosi con un look estremamente elaborato: lacca argentea sui capelli, trucco regale, e un sofisticato abito lungo rosso a fantasia dorata (Tv Sorrisi e Canzoni scrisse che la cantante "pareva essere inciampata in una cometa").
L'anno termina con la registrazione dal vivo di uno special per la televisione francese, nel mese di novembre.
Nel frattempo, la cantante viene però citata in tribunale dalla Ricordi per inadempienza contrattuale; la casa discografica milanese chiede e ottiene non solo il ritiro dal commercio del suo nuovo LP, ma anche e soprattutto il sequestro di tutti i beni e i guadagni dell'artista, nonché il pagamento di un'altissima penale di quasi 90 milioni di lire.
Dai trionfi all'Olympia, all'incontro con Fossati (1977/'78)
Durante il concerto televisivo tenuto in Francia, Mia Martini viene notata da Charles Aznavour, il quale viene colpito dall'intensità del suo stile interpretativo: l'istrionico cantautore e attore francese la vuole accanto a sé per una serie di spettacoli all'Olympia di Parigi, tempio sacro della musica in Francia, dove la Martini debutta con grande successo. Il recital viene replicato anche al Sistina di Roma, dove viene effettuata anche una ripresa televisiva.
Nel 1977 viene scelta per rappresentare l'Italia all'Eurovision Song Contest con Libera, singolo che viene inciso in varie lingue e pubblicato in paesi come Spagna, Inghilterra, Canada, Giappone, e parecchi altri, dove riscuote un buon successo malgrado il piazzamento non esaltante conseguito alla rassegna europea (13º posto).
Nello stesso anno registra Per amarti, un brano scritto da Bruno Lauzi e Maurizio Fabrizio (gli stessi che anni dopo firmeranno la celebre Almeno tu nell'universo). Realizza l'omonimo album Per amarti, nel quale collabora per la prima volta col cantautore Ivano Fossati (che partecipa ai cori, canta in Un uomo per me, scrive la canzone Sentimento e il testo italiano di Se finisse qui, versione italiana di Give a little bit dei Supertramp), dando inizio a un sodalizio artistico e un legame sentimentale decisivi per la sua vita e la sua carriera.
L'album, uscito anche in Spagna, Francia e Giappone, contiene anche Ritratto di donna, una canzone scritta da Carla Vistarini, Luigi Lopez e F.M. Cantini, con cui vince, in autunno, il World Popular Song Festival Yamaha di Tokyo. Nel pieno della storia d'amore con Fossati, la sua attività è ora contraddistinta da un nuovo e più autentico spirito di lavoro e da un esclusivo interesse artistico, che la porta a valutare i progetti che le interessano davvero, a prescindere dal prestigio che possano recarle:
« Nel corso di questi anni ho finito per impersonare il tipo della cantante sofisticata per pochi eletti, che cantava all'Olympia e che sembrava snobbare il pubblico che le aveva dato il successo, per ricercare chissà quali traguardi più elevati.. Non è vero niente di tutto ciò.. »
Il 12 gennaio 1978 conclude la tournée con Aznavour, rinunciando al rinnovo del contratto per portare il recital in Inghilterra esattamente a Londra alla Royal Albert Hall; sfuma, dunque, la realizzazione di un album insieme, e viene bloccata la pubblicazione di un altro Lp destinato al mercato anglosassone a causa della fine del rapporto con la Come Il Vento. Mia Martini passa alla Warner e in estate pubblica il primo 45 giri: Vola di Ivano Fossati, preludio di una seconda e ben più importante collaborazione che si concretizza in Danza, album di grande spessore considerato tra i suoi migliori in assoluto, con testi e musiche sempre di Fossati.
Canto alla luna e soprattutto La costruzione di un amore rimarranno a lungo nel repertorio dell'artista, così come l'omonima Danza, scelta per promuovere l'album e uscita su 45 giri nel 1979. Ma i rapporti con Fossati si complicano, e in seguito a ciò sfuma una sospirata collaborazione con Pino Daniele che prevedeva la realizzazione di un intero album. La stessa Mia Martini ricorderà questo particolare periodo della sua vita in un'intervista di Ivana Zomparelli pubblicata su Noi Donne, nel maggio 1990:
« ..Intanto era iniziato, su basi sanguinolente e catastrofiche il rapporto con Ivano Fossati. E avevo il mio bel da fare con questo campo minato. Avevo un contratto con un’altra casa discografica, e ho dovuto romperlo a causa sua. Perché era geloso, dei dirigenti, dei musicisti, di tutti. Ma soprattutto era geloso di me come cantante. Diceva che mi voleva come donna, ma non era vero perché infatti non ha voluto nemmeno un figlio da me, e la prova d’amore era abbandonare del tutto anche la sola idea di cantare e distruggere completamente Mia Martini. Io ero combattuta, non riuscivo a farlo. Il fatto che ci fossero tutti quei debiti da pagare era il mio alibi per non smettere. Ma quando si è opposto violentemente alla collaborazione con Pino Daniele, alla quale tenevo moltissimo, per un album che dovevo fare, questa lotta tra me donna e Mia Martini è diventata una cosa feroce. E infatti quando sono andata in sala registrazione per incidere il disco, senza Pino Daniele, mi è andata via la voce. Mi sono ritrovata con le corde vocali imprigionate in una spessa membrana formata da noduli. Pare che sia una cosa rarissima. Ci sono voluti due interventi chirurgici. Sono stata muta un anno. E non si sapeva se sarei potuta tornare a cantare. Ho ricominciato, con fatica.. »
Gli anni ottanta
Da interprete a cantautrice
Nel 1981, dopo un anno sabbatico, segnato da una difficile operazione alle corde vocali, che ne modifica drasticamente il timbro in favore di una voce più roca, Mia è decisa a proporsi anche come cantautrice, presentandosi con un look più discreto e maschile, lontano anni luce da quello eccentrico degli anni settanta. Realizza per la DDD di Roberto Galanti l'album Mimì: dieci brani quasi interamente scritti da lei e registrati tra Londra e gli USA con gli arrangiamenti di Dick Halligan.
I risultati sono sorprendenti e variano le atmosfere musicali: degne di nota Parlate di me, Sono tornata e Del mio amore. Vengono estratti due singoli (E ancora canto e Ti regalo un sorriso, con cui partecipa al Festivalbar) e nel complesso il disco ottiene un discreto successo. Nel 1982 arriva il vero rilancio discografico con la prima partecipazione di Mia al Festival di Sanremo, dove interpreta ancora una canzone scritta da Ivano Fossati, intitolata E non finisce mica il cielo. La qualità di un brano del genere, spesso destinato a non raggiungere il podio, viene comunque riconosciuta dai giornalisti con il prestigioso Premio della Critica, istituito appositamente per lei.
Dopo la sua morte, il Premio della Critica verrà intitolato in suo onore "Premio Mia Martini". Nello stesso anno scrive uno dei suoi testi in assoluto più validi, Quante volte, su musica e arrangiamento soft-funk di Shel Shapiro, il quale produce Quante volte.. ho contato le stelle, nuovo LP col quale Mia Martini sembra riavvicinarsi ai risultati di vendita del decennio precedente, superando le 70.000 copie vendute.
Inizialmente il singolo di Quante volte, che rimane uno dei suoi più grandi successi, viene distribuito in poche migliaia di copie, ma dopo il suo ingresso in hit-parade, la DDD si affretta a ristamparlo (con copertina differente), ottenendo un riscontro commerciale più che positivo. Quante volte entrò in classifica anche in Germania, motivo per cui ne venne registrata anche una versione tedesca, che però rimane inedita.
Nell'album, che la cantante dedica al padre, compaiono altri brani firmati dalla stessa Mimì: Stelle, Bambolina (proposta su singolo l'anno dopo) e il testo di Vecchio sole di pietra su musica di Fossati (episodio del tutto eccezionale nella carriera di quest'ultimo, abituato a scrivere testi e musiche delle sue canzoni). Fra gli altri autori compaiono anche Riccardo Cocciante, Mimmo Cavallo (col quale aveva già intrapreso una collaborazione due anni prima), e Gianni Bella (di cui riprende Nuova gente con testo di Mogol), oltre all'affezionato Maurizio Piccoli che firma Solo noi, retro del singolo Quante volte.
Il ritiro dalle scene
Sul finire del 1983 decide di ritirarsi dalle scene, a causa delle dicerie sorte circa dieci anni prima e divenute insistenti proprio nei primi anni ottanta, che legavano la sua fama ad eventi negativi. La stessa Mia Martini anni dopo dichiara in merito a questo periodo:
« La mia vita era diventata impossibile. Qualsiasi cosa facessi era destinata a non avere alcun riscontro e tutte le porte mi si chiudevano in faccia. C'era gente che aveva paura di me, che per esempio rifiutava di partecipare a manifestazioni nelle quali avrei dovuto esserci anch'io. Mi ricordo che un manager mi scongiurò di non partecipare a un festival, perché con me nessuna casa discografica avrebbe mandato i propri artisti. Eravamo ormai arrivati all'assurdo, per cui decisi di ritirarmi.»
Tra quelli che avevano messo in giro la diceria c'era Gianni Boncompagni, a proposito la Martini dichiarò in un'intervista a Epoca del 5 marzo 1989:
« La delusione più cocente me la diede Gianni Boncompagni, un amico per l’appunto. Una volta fui ospite a Discoring, lui era il regista. Appena entrai in studio sentii Boncompagni che diceva alla troupe: ragazzi attenti, da adesso può succedere di tutto, salteranno i microfoni, ci sarà un black out »
In un'altra intervista con Enzo Tortora la Martini definì Boncompagni "detestabile". Pertanto, organizza al teatro Ciak di Milano due concerti-evento con musicisti di prim'ordine, in cui registra l'album Miei compagni di viaggio: Mia Martini ripercorre le tappe più importanti della sua crescita musicale attraverso le reinterpretazioni di autori a lei particolarmente cari, tra cui John Lennon, Kate Bush, Randy Newman, Vinicius de Moraes, Fabrizio De André, Francesco De Gregori e Luigi Tenco. Ai cori di un brano piuttosto emblematico come Big yellow taxi di Joni Mitchell partecipano anche Loredana Berté, Ivano Fossati, Cristiano De André, e l'amica di sempre Aida Cooper, cantante di talento. Il concerto si chiude con il significativo brano Ed ora dico sul serio ("..Non vorrei cantare più") di Chico Buarque.
Nel 1985, la DDD prova un ulteriore ed ultimo tentativo per rilanciare la carriera di Mia Martini cercando di farla partecipare al Festival di Sanremo con Spaccami il cuore, un pezzo scritto da Paolo Conte, che però viene scartato dalle selezioni, come ennesimo episodio di ostracismo. Il brano viene comunque stampato su 45 giri, ma in poche migliaia di copie. Sul retro, un'altra composizione della stessa Mimì intitolata Lucy, in cui emerge il contrasto tra il Sole e la Luna intesi nel significato simbolico che assumono all'interno dei Tarocchi (vecchia passione dell'artista), unitamente ad una filastrocca tradizionale calabrese nel dialetto di Bagnara Calabra, per l'occasione musicata. Mia Martini si chiude in se stessa, ritirandosi nella campagna umbra. Per sopperire alle notevoli difficoltà economiche, continua comunque ad esibirsi in località di provincia, accompagnata da gruppi non sempre all'altezza della sua professionalità.
Il ritorno al successo
Nel 1989, alcuni dei discografici che l'avevano seguita all'inizio (Lucio Salvini e Giovanni Sanjust in particolare) potranno convincerla ad un grande rientro. La canzone Almeno tu nell'universo scritta da Bruno Lauzi e Maurizio Fabrizio nel 1972, quasi in contemporanea a Piccolo uomo, e depositata nel 1979 era tuttavia rimasta inedita, anche in seguito al desiderio di Lauzi di affidarla solamente a Mia. L'interpretazione suscita gli entusiasmi del pubblico e le vale per la seconda volta il Premio della Critica: un assoluto trionfo che pone fine a un altro dei tanti periodi bui, ogni volta superati con un consenso sempre maggiore. Almeno tu nell'universo è la canzone che la consacra definitivamente, in assoluto una delle più belle, e forse la più riuscita della sua complessa carriera. «Erano sette anni che non potevo più fare il mio lavoro, per cui ho avuto dei momenti di grande depressione. E in quel momento ho sentito "fisicamente" questo abbraccio totale di tutto il pubblico, l'ho sentito proprio sulla pelle. Ed è stato un attimo indimenticabile.»
Il successo di Sanremo la incoraggia ad intraprendere una vera nuova tournée e ad incidere per la sua nuova casa discografica, la Fonit Cetra, un nuovo Lp dopo tanti anni, intitolato semplicemente Martini Mia. Si tratta di un lavoro realizzato a tempo di record, che racchiude canzoni come Notturno, divenuta nel tempo un piccolo classico, e Donna, scritta due anni prima da Enzo Gragnaniello. Il cantautore napoletano aveva conosciuto Mimì in una delle sue serate e ne era rimasto molto colpito, al punto da scrivere in brevissimo tempo il primo di una lunga serie di brani che la cantante inciderà a partire dal suo ritorno sulle scene, ricambiando un'enorme ammirazione.
Nel 1989 Donna viene scelta anche come secondo singolo e presentata al Festivalbar, dove le viene consegnato il Disco d'oro per le oltre 100.000 copie vendute del suo album.
Gli anni novanta
Nel 1990 bissa al Festival di Sanremo, il successo dell'anno precedente interpretando con la consueta classe un testo di Franco Califano e Carla Vistarini, La nevicata del '56, per cui riceve ancora una volta il Premio della Critica. Canta in duetto con Claudio Baglioni in Stelle di stelle, che uscirà nell'album Oltre (1990).
Sempre nello stesso anno, pubblica l'album La mia razza (il brano omonimo è stato scritto da Giangilberto Monti e Mauro Pagani, con il contributo di Fabrizio De André, che però non compare nei crediti), un lavoro in cui la Martini spazia dalla melodia (Un altro Atlantico, che avrebbe dovuto presentare a Sanremo), ai ritmi etnici (Danza pagana di Mimmo Cavallo, arrangiata da Alessandro Centofanti) e latini con Chica chica bum di Carmen Miranda, precedentemente cantata a Fantastico.
L'album racchiude anche Io e la musica di Amedeo Minghi, Domani più su, firmata da Enrico Ruggeri e Dodi Battaglia dei Pooh, e altri tre brani di Enzo Gragnaniello. Nel 1991 pubblica Mi basta solo che sia un amore, una raccolta delle sue canzoni d'amore più belle in versione originale, unitamente all'inedito Scrupoli, sigla dell'omonimo programma televisivo.
Ma nello stesso anno si dedica soprattutto ad un progetto molto ambizioso: tiene dodici concerti in cui canta canzoni sue e di altri cantautori in versione jazz (Vola, Pensieri e parole di Battisti, Gente distratta di Pino Daniele, unitamente ad altri classici del genere arrangiati da Maurizio Giammarco). In quest'occasione registra l'album Mia Martini in concerto (da un'idea di Maurizio Giammarco), "boicottato" dalla Fonit Cetra che ne stampa solamente ventimila copie.
Il suo amore per la città di Napoli è testimoniato da un'altra grande esperienza musicale, quella del duetto col grande Roberto Murolo nel successo Cu'mme (ancora di Enzo Gragnaniello), sempre del 1991. Nel 1992 è di nuovo in gara al Festival di Sanremo con un altro dei suoi maggiori successi, Gli uomini non cambiano, su testo di Giancarlo Bigazzi e Beppe Dati, due fra gli autori più prolifici della musica italiana. Data per super-favorita dalla stampa durante la settimana della kermesse, in extremis le viene assegnato il secondo posto, mentre a vincere sarà Luca Barbarossa.
Nello stesso anno pubblica Lacrime (ultimo Disco d'oro della sua carriera), che entra in classifica anche in Germania, risultando uno dei suoi album più venduti grazie anche a bellissimi brani firmati da Biagio Antonacci (Il fiume dei profumi), Mimmo Cavallo (Dio c'è), (Il mio Oriente), Enzo Gragnaniello (Scenne l'argento), e Maurizio Piccoli con la sua Uomini farfalla, in cui gioca sul tema dell'omosessualità. Il secondo posto sanremese le consente di rappresentare di nuovo l'Italia all'Eurofestival, che quell'anno si svolse in Svezia.
In quest'occasione presenta un brano dal titolo Rapsodia, che viene incluso nell'omonima raccolta Rapsodia - Il meglio di Mia Martini, con i suoi brani più noti in versione rimasterizzata, più due tracce live registrate durante il concerto Per aspera ad Astra, che prevedeva la realizzazione di un home video, pubblicato postumo dalla Polygram (sua nuova etichetta discografica). In un primo momento Mia è esposta a una grande attenzione mediatica soprattutto per essere "la cognata di Borg" (l'ex-tennista svedese che Loredana Bertè sposò nell'89). Successivamente dà il meglio di sé suscitando gli entusiasmi e gli elogi degli svedesi, apparendo ben lontana dal temperamento di Loredana, e chiudendo con un buon 4º posto.
Ed è proprio in questo periodo che recupera il rapporto con la sorella dopo anni di silenzi e di profonda incomunicabilità. Loredana ha, nel frattempo, divorziato e si prepara ad un ritorno da cantautrice, incoraggiata proprio dalla sorella, che accetta di duettare con lei nel brano Stiamo come stiamo, presentato al Festival di Sanremo 1993. Ma quello che poteva essere l'evento musicale dell'anno, in realtà non riesce a convincere le giurie, anche a causa delle continue tensioni fra le due sorelle nei giorni della rassegna canora. Ad ogni modo Stiamo come stiamo verrà definita una "canzone assolutamente splendida sul disagio nei nostri tempi" e verrà ripresa dalla Martini in versione solista nella tournée estiva. Inoltre, sempre nello stesso anno, Mia Martini e la sorella riproporranno il duetto anche nel primo live di Loredana, Bertex - Ingresso libero.
Sempre nel 1993, incide Vieneme, ancora in collaborazione con Enzo Gragnianiello e Roberto Murolo, che non riesce a bissare il grande successo di Cu' mmè. Successivamente la Polygram la obbliga a presentarsi alle selezioni per il Festival di Sanremo 1994. La canzone E la vita racconta viene scartata, ma in questo caso era la stessa Mia Martini a non essere convinta del brano. Ad ogni modo la notizia suscita un certo clamore, tanto che Claudia Mori propone il proprio ritiro dalla kermesse canora in favore della Martini: ovviamente il regolamento non consente una simile sostituzione, che comunque la cantante non avrebbe accettato, pur apprezzando il gesto della collega.
Nel corso del 1994 passa a un'altra casa discografica, la RTI Music, con cui termina di incidere il nuovo album (iniziato con la precedente etichetta) che si intitola La musica che mi gira intorno. La Martini rilegge con grande forza interpretativa quelle canzoni che molti dei suoi autori preferiti avrebbero scritto in un momento di grande amore, o di grande fragilità, a prescindere dal loro impegno politico sociale: Fabrizio De André (Hotel Supramonte), Francesco De Gregori (Mimì sarà), Zucchero (Diamante), Vasco Rossi (Dillo alla luna), Lucio Dalla (Stella di mare) Eugenio ed Edoardo Bennato (Tutto sbagliato baby), e naturalmente Ivano Fossati con ben tre pezzi (La canzone popolare, I treni a vapore, e La musica che gira intorno, su cui gioca il titolo dell'album).
A confezionare il tutto un inedito di uno dei suoi artisti più apprezzati, (Viva l'amore), di Mimmo Cavallo che è anche il brano trainante del disco, e destinato a diventare il suo ultimo successo in vita. Sempre con Mimmo Cavallo farà la sua ultima tournée per le piazze d'Italia, tournée che venne interrotta dopo la sua prematura scomparsa.
La morte improvvisa
La musica che mi gira intorno era solo il primo di una serie di progetti improntati alla rilettura di vari autori e generi musicali, che l'artista non ha avuto il tempo di realizzare: dai classici napoletani (un disco che si sarebbe dovuto chiamare Napoli Mia) a quelli più moderni di Pino Daniele (autore da lei amatissimo, che aveva volutamente tralasciato nell'ultimo album per dedicargli un capitolo discografico a sé), fino al tributo a Tom Waits. Nel marzo del 1995, due mesi prima della sua morte, Mia Martini annuncia al suo fan club Chez Mimì di voler realizzare un album dedicato completamente alla luna, dal titolo Canto alla luna (brano del 1978 scritto per lei da Ivano Fossati e pubblicato nell'album Danza).
I brani che quest'album doveva racchiudere sono i seguenti: Canto alla luna, Dillo alla luna, Verde luna, Luna rossa, Blue moon, Luna bianca e due inediti ancor oggi come Alla luna, scritta appositamente per lei da Franco Fasano e Luna sciamanna, scritta da Mimmo Cavallo. Per il 1996 era prevista anche una collaborazione con Mina, che Mia Martini ha definito "la più grande artista che abbiamo in Italia". Entrambe erano legate da un rapporto di amicizia e stima, più volte confermato dalla Martini nel corso degli anni. Sarà proprio Mina, a pochi mesi dalla scomparsa della collega, la prima cantante a dedicarle un omaggio discografico nell'album Pappa di latte, dove è inserita una sua personale versione di Almeno tu nell'universo.
Da mesi la cantante soffriva di un fibroma all'utero, per questo motivo assumeva dei farmaci anticoagulanti. Il 14 maggio 1995, dopo giorni di silenzio, il suo corpo senza vita viene ritrovato nell'appartamento in Via Liguria 2, a Cardano al Campo (VA), dove si era trasferita da un mese per essere più vicina al padre, con il quale si era riconciliata da diversi anni. Il padre risiede tuttora a Cavaria con Premezzo insieme alla seconda moglie.
La Procura di Busto Arsizio aprì un'inchiesta e dispose l'autopsia. Secondo il referto del medico legale, la morte dell’artista è avvenuta per un arresto cardiaco, causato da un'overdose di stupefacenti. Il 15 maggio il corpo fu cremato, e successivamente il caso fu archiviato. Ai suoi funerali, svoltisi alle 16.30 del 15 maggio a Busto Arsizio, nella chiesa di San Giuseppe presso viale Stelvio, presero parte centinaia di suoi fan, addirittura quattromila persone secondo fonti della Questura di Varese, tra cui un buon numero di persone dello spettacolo e colleghi del panorama musicale. La sua bara era coperta da una bandiera del Napoli, la squadra per cui faceva il tifo.
La salma venne cremata, secondo il desiderio dell'artista. Per volontà del padre, invece, le sue ceneri si trovano nel cimitero di Cavaria con Premezzo, accanto ai nonni. Nel maggio 2009 la sorella Loredana Bertè, in un'intervista a Musica leggera, svela nuovi possibili retroscena sulla morte della sorella, nella quale il padre avrebbe potuto avere un ruolo. Un anno dopo, in una intervista televisiva a Top Secret del 10 giugno 2010, la Bertè ribadirà la sua convinzione che Mimì sia stata uccisa di botte dal padre. Tale convinzione è dovuta alla risaputa violenza di Giuseppe Bertè (dall'intervista emerge che l'uomo, a detta della figlia, picchiasse la sua prima moglie), ma soprattutto al fatto che, a detta di Loredana, il corpo di Mimì fosse ricoperto di lividi e che la sua salma fosse stata cremata dopo troppo poco tempo dal giorno del decesso.
Omaggi a Mia Martini
Dal 1996 il "Premio della critica" del Festival di Sanremo è intitolato alla sua memoria, diventando così Premio della Critica Mia Martini, mentre si sono sprecate negli anni successivi le pubblicazioni postume di raccolte con brani inediti e no, che hanno sempre suscitato l'interesse dei numerosi estimatori e del grande pubblico che ancora oggi la ricorda e l'ama.
La morte di Mia Martini o di Mimì per gli amici e parenti, ha segnato profondamente la vita della sorella Loredana Bertè, che le ha dedicato brani come Luna (presentata al Festival di Sanremo 1997), Zona Venerdì e Mufida. Loredana Bertè ha più volte interpretato in tv o in concerti alcuni successi della sorella come Minuetto, Donna, Cu'mmè e soprattutto Almeno tu nell'universo, quest'ultima cantata anche a Sanremo 2012.
Nel 1998, anche Renato Zero le ha dedicato una canzone dal titolo La grande assente, incluso nel fortunato album Amore dopo amore. Enrico Ruggeri e i Negramaro le hanno dedicato due canzoni inedite, rispettivamente intitolate Fango e stelle (1996) e Scusa Mimì (2010).
Inoltre, le sono stati intitolati:
Anfiteatro a Castiglione Cosentino;
Piazzale a Soveria Simeri;
Monumento a Bagnara Calabra;
Parco a Roma;
Vie nelle città di Roma, Biella, Calenzano, Cagliari, Bagnara Calabra.
Una nuova strada nel quartiere di Bazzano (AQ) costruito a seguito del sisma del 6 aprile 2009.
Belvedere a Messina
Sala Convegni a Napoli
Innumerevoli gli altri artisti che l'hanno più volte ricordata in pubblico, talvolta dedicandole alcune loro personali interpretazioni di suoi grandi successi: tra gli altri, Ivana Spagna, Franco Califano, Rossana Casale, Mimmo Cavallo, Adriano Celentano, Aida Cooper, Elisa, Fiordaliso, Rita Forte, Giorgia, Enzo Gragnaniello, Bruno Lauzi, Marco Masini, Mietta, Mina (fu la prima in assoluto a pochi mesi dalla scomparsa), Mariella Nava, Donatella Rettore, Ornella Vanoni, Antonello Venditti, Iva Zanicchi.
Nel 2006 Gilda Giuliani realizza Canto Mimì, un recital di circa due ore, che ripercorre cronologicamente la carriera musicale di Mia Martini. Si trovano dediche a Mia Martini anche in altri ambiti non strettamente musicali, come nel 1995 che le viene tributato un ricordo da parte di Giorgio Leone in "Memorie riscoperte. Opere d’arte restaurate dalle chiese della Maddalena e del Carmine", catalogo di una mostra tenutasi a Morano Calabro, in calce alla scheda dei paliotti veneziani da lui attribuiti a Francesco Guardi.
Tributi televisivi
Il 18 maggio 1995, la trasmissione Temporeale condotta da Michele Santoro, in onda su Rai 3, ha dedicato una puntata alla cantante appena scomparsa: al programma partecipò anche Carmen Consoli, giovane cantautrice, all'epoca del tutto sconosciuta. Il successivo 20 luglio, Rai 2 ha trasmesso Mille voci per una voce: alla commemorazione, organizzata dal Comune di Lamezia Terme e da Ruggero Pegna e condotta da Andrea Giordana e Myriam Fecchi davanti a cinquantamila persone, hanno partecipato numerosi artisti del mondo della canzone, tra cui Pierangelo Bertoli, Bruno Lauzi, Peppino Di Capri, Mariella Nava, Rosa Martirano, Mimmo Cavallo e altri ancora.
Nel 1996, Paolo Limiti conduce su Rai 3 Ciao Mimì, dove vengono riproposti filmati di repertorio, unitamente alle testimonianze in studio di Dori Ghezzi, Enzo Gragnaniello, Alba Calia, Luciano Tallarini, e in collegamento Loredana Bertè e Marisa Laurito. Sempre a partire dal 1996 ad oggi, Rete 4 ha mandato in onda, in varie fasce orarie, una serie di speciali televisivi a cura di Paolo Piccioli: Chiamatemi Mimì, Notte Mimì, Mimì sarà, Le canzoni di Mia Martini, eccetera, con tutti i passaggi televisivi presenti negli archivi Mediaset, o intercettati nelle tv estere.
Nel 2000, la trasmissione di Giovanni Anversa, Racconti di vita, dedica una puntata alla figura di Mia Martini, con le testimonianze della sorella Olivia Bertè, dell'amica e corista Aida Cooper, degli autori Bruno Lauzi e Dario Baldan Bembo, e con Pippo Baudo e Menico Caroli, biografo della cantante. Molti sono stati i tributi televisivi mandati in onda per il decennale della scomparsa di Mia Martini (2005). Vincenzo Mollica ha curato uno Speciale Tg 1 con filmati di repertorio e le interviste a Loredana Bertè e Renato Zero; anche La storia siamo noi di Giovanni Minoli si è occupata della vita di Mia Martini, intitolandole la puntata Mia Martini - Storia di una voce, scritta da Caterina Stagno e Silvia Tortora: entrambe le trasmissioni sono state replicate più volte, ottenendo ottimi ascolti.
Rai 2 ha mandato in onda uno speciale Tg 2 Dossier, su Mia Martini, Gabriella Ferri e Dalida (Voci spezzate), e ben due puntate della trasmissione Successi di Stefania La Fauci, con le testimonianze, tra gli altri, di Mietta, del discografico Lucio Salvini e di Menico Caroli. Durante il Festival di Sanremo 2008 viene consegnato alla sorella Loredana Bertè il primo Premio della Critica vinto da Mia Martini nel 1982. Durante la terza serata del Festival di Sanremo 2010, dedicata alla storia ed ai sessant'anni del Festival, Fiorella Mannoia ed Elisa hanno cantato insieme Almeno tu nell'universo in ricordo di Mia Martini.
Rai Storia ha mandato in onda uno speciale dossier su Mia Martini il 10 ottobre 2010, in replica il 3 novembre 2011 e su Raitre il 28 novembre 2012. Il 26 ottobre 2012, durante la settima puntata del talent di Rai1, Tale e Quale Show, un'emozionata Mietta reinterpreta Almeno tu nell'universo, il brano rifiutato ai suoi esordi, calandosi nelle vesti della stimata collega.
Il 22 dicembre 2012 va in onda in prima serata su Rai1 "Per sempre Mia", puntata del programma televisivo I grandi della musica. Tra gli ospiti dello speciale dedicato a Mia Martini: Loredana Bertè, Mietta, Marco Masini, Enzo Gragnaniello, Gigi D'Alessio e Anna Tatangelo. Il 1º novembre 2013, durante la settima puntata del talent di Rai1, Tale e Quale Show, la collega Fiordaliso decide di omaggiarla con Gli uomini non cambiano, brano classificatosi al secondo posto al Festival di Sanremo nel 1992.
Dischi pubblicati postumi
Nel 1996, un anno dopo la scomparsa di Mia Martini, la RTI Music, sua ultima casa discografica, pubblica la raccolta intitolata proprio 1996, che è la compilation dell'artista che ha riscosso maggior successo di classifica (64º album più venduto dell'anno). Sempre del 1996 è un'altra antologia distribuita dalla DIG-IT International, intitolata Indimenticabile Mia: si tratta di un'emissione particolarmente interessante poiché proponeva per la prima volta i due inediti: La struggente SOS verso il blu, di Carla Vistarini e Luigi Lopez, e la bellissima Col tempo imparerò (entrambi registrati nel 1990), oltre a una versione alternativa di Cercando il sole, brano tratto dall'album La mia razza, sempre del 1990.
La raccolta è stata successivamente ritirata dal mercato per volere degli eredi della Martini che rivendicavano i diritti dei due inediti, pubblicati senza la loro autorizzazione. Nel 1997, la BMG Ricordi raccoglie, per la prima volta su cd, tutte le incisioni anni settanta realizzate in spagnolo dall'artista per il mercato latino (Mi canto español). Nel 1998 la Sony Music propone il progetto Fortemente Bertè, che comprende la pubblicazione di due album dal vivo delle due sorelle Loredana Bertè (Decisamente Loredana) e Mia Martini (Semplicemente Mimì): Semplicemente Mimì è un disco dal vivo ricavato dalla registrazione di un concerto che la Martini aveva tenuto nell'isola di Procida nell'estate del 1993.
Nell'album, prodotto da Mario Lavezzi, viene inserito anche l'inedito E la vita racconta, tratto da un provino (originariamente presentato per le selezioni di Sanremo '94) successivamente riarrangiato dal M° Renato Serio. Nel 2000 esce, sempre per la Sony Music, la raccolta Mimì sarà, a cinque anni esatti dalla scomparsa della cantante. Il cd contiene numerose rarità e altri brani da tempo fuori catalogo, unitamente all'inedito assoluto In una notte così, brano che Mia Martini aveva provinato per il Festival di Sanremo 1992 (dove a presentarlo fu, poi, Riccardo Fogli).
Del 2003 è, invece, la prima antologia interamente composta da brani inediti, tutti risalenti agli anni settanta: Canzoni segrete, pubblicata dalla BMG Ricordi. Spiccano Ruba (1974), scritta da Antonello Venditti, Io andrò (1977) e Dire no (1975): tre interpretazioni straordinarie, inspiegabilmente rimaste nel cassetto. Nel 2004 anche la Warner pubblica una raccolta con inediti, intitolata E parlo ancora di te: gli inediti sono L'ultimo ballo e Bene, entrambi registrati nel 1978, anno in cui la cantante incideva alla Warner Bros, per l'appunto.
Dopo la buona accoglienza dei lavori precedenti, nel 2005, ancora la BMG Ricordi, nel frattempo diventata Sony BMG, pubblica un triplo cofanetto piuttosto interessante dal titolo La neve, il cielo, l'immenso, che attraverso successi, altri inediti e rarità, ripercorre la carriera di Mia Martini dal 1970 al 1990. Nel 2006, sempre per la Sony BMG, esce una seconda antologia (doppia) di registrazioni inedite: venti brani equamente suddivisi in inediti assoluti e rarità quali provini, versioni alternative di canzoni già edite ed esecuzioni dal vivo. Ancora una volta, la maggior parte del materiale utilizzato risale agli anni settanta: Suite per un'anima (1972), Grande più di lei (1975), Meglio sì, meglio se... (1975) e Ma come sto (1982), i brani più interessanti.
Nel 2007 esce per la Sony BMG anche Liberamente Mia, confezione di un cd + DVD, che ripercorrono l'intera carriera di Mia Martini, in collaborazione con Rai Trade. Liberamente Mia raggiunge la seconda posizione nella classifica settimanale dei DVD più venduti. A pochi giorni di distanza esce nei negozi anche Live 2007 - Il concerto, disco curato da Maurizio Piccoli, autore e amico della cantante, che ha voluto ricostruire, attraverso registrazioni tratte da concerti degli anni novanta, la scaletta ideale di un concerto di Mia Martini, prendendo anche spunto da alcuni appunti personali dell'artista. Passato inosservato al momento della pubblicazione, il disco ha avuto un buon successo di vendite grazie alla successiva distribuzione nelle edicole, in allegato al settimanale Tv Sorrisi e Canzoni.
Il 26 ottobre 2010 esce Donne dei Neri per Caso, album di duetti a cappella con importanti artiste donne, tra le quali Mimì nella voce originale di Minuetto. Attualmente esiste ancora una manciata di brani inediti di Mia Martini, tra cui spiccano Vivo (Al diavolo anche te) (1977), Canto universale (1978), Quando ne avrò abbastanza (1977), Fammi sentire bella (1992). Purtroppo, in alcuni casi manca l'autorizzazione alla pubblicazione, degli eredi o degli stessi autori dei brani, e di alcuni provini non si riesce a risalire ai crediti, anch'essi necessari per la pubblicazione.
Inoltre esistono innumerevoli registrazioni di suoi concerti dal vivo, che spesso appartengono a privati: i molti fan della cantante, che puntualmente attendono ogni anno la pubblicazione di qualcosa di inedito, si augurano escano al più presto. Nel frattempo le case discografiche continuano a stampare innumerevoli compilation, fra cui Il meglio di Mia Martini (Edel), che raccoglie tutti i suoi più grandi successi in due cd: nel 2013 l'album riceve addirittura il disco d'oro per le vendite. Il 7 Ottobre 2014 viene pubblicato un altro album intitolato Straniera, il quale contiene quasi tutte le incisioni estere della cantante nel periodo 1971-1983.
Fondazione Mia Martini Onlus
Il 20 settembre del 2012, su invito di Leda Berté, sorella maggiore di Mia Martini, nasce la Fondazione Mia Martini Onlus. La Fondazione, senza alcuna finalità di lucro, ha come scopo sociale quello di promuovere e supportare prevalentemente con ogni mezzo la promozione e la valorizzazione dell’opera, della vita, dell’immagine artistica di Mia Martini, al secolo Domenica Adriana Rita Bertè e degli altri componenti della famiglia Bertè nel mondo, attraverso manifestazioni, mass-media, mostre, concorsi, gare canore e quant'altro ritenuto necessario ed in particolare di curare la ricerca, la promozione e lo sviluppo, la produzione, l’organizzazione e la distribuzione di iniziative relative alla cultura, all’arte, allo spettacolo, al cinema, all’editoria, alle edizioni librarie e discografiche, televisive, radiofoniche e fotografiche, allo sport ed al turismo in genere, di ogni tempo e di ogni luogo, in tutti i più vari aspetti, utilizzando qualsiasi mezzo di comunicazione di massa.
In particolare si prefigge di:
Inventariare, sistematizzare, conservare e curare la memoria della musica, dei testi, della voce e delle interpretazioni di Mia Martini.
Istituire luoghi e narrazioni (oggettuali e sociali) per raccogliere, conservare, curare e tramandare la storia umana e civile di Mia Martini.
Progettare, programmare, realizzare, diffondere, monitorare, ri-progettare e conservare narrazioni etiche per contribuire ai processi epici di formazione e socializzazione del principio di speranza e di emancipazione per e delle nuove generazioni
Istituire centri di ricerca sulla musica in quanto competenza per lo sviluppo dell’intelligenza emotiva e per quello di alcune caratteristiche costitutive delle intelligenze cognitive e sociali.
Istituire centri di ricerca sulla musica come uno dei substrati psicoterapici.
Istituire centri di ricerca sulla musica come mezzo e messaggio di comunicazione antropologica multietnica e multiculturale.
Chez Mimì
Chez Mimì è il fan club di Mia Martini nato nel 1989, viene ufficializzato dalla stessa cantante l'anno successivo. Il fan club si costituisce sotto forma di un'associazione culturale. Anche dopo la scomparsa di Mia Martini, Chez Mimì continua la sua opera per diffondere e promuovere l'arte della indimenticata interprete, in particolare ricordiamo che è stato tra i promotori affinché il Premio della Critica del Festival di Sanremo fosse intitolato a "Mia Martini", in memoria dell'artista, e ufficializzato nel 1996. Per il decennale della scomparsa, l'associazione pubblica un libro Mia Martini - La regina senza trono, nel quale sono raccolte le interviste e gli incontri realizzati nell'ultimo periodo della sua carriera, scritto da Pippo Augliera, fondatore e coordinatore dell'iniziativa. Per i 40 anni di carriera come Mia Martini (il debutto risale al 1971), un altro libro a lei dedicato "Mia Martini - La voce dentro", nel quale Pippo Augliera approfondisce alcuni temi peculiari dell'artista e della donna.
Discografia
Televisione
Venti minuti con Mia Martini (1973)
Mia (1974)
La compagnia stabile della canzone con varietè e comica finale (1975)
Che vuoi che sia...se t'ho aspettato tanto (1976)
Incontro con Mia Martini e Charles Aznavour (1977)
Musicalmente (1979)
Donna rock-Io sono Mia (1981)
Mia Martini live 1982 (1982)
Europa Europa presenta tre puntate (1990)
Programmi radiofonici
Incontro con Mia Martini (1972)
Gran Varietà (1974)
Mia Satellite (1974)
Recital di Mia Martini (1976)
Spot pubblicitari
Campagna abbonamenti Rai (1977-1978)
I miei compagni di viaggio (1983)
Martini Mia... (1989)
La mia razza (1990)
Mia Martini in concerto (1991)
La musica che mi gira intorno (1994-1995)
Spot Fiat-Almeno tu nell'universo (2008-2009)
Filmografia
Porca società (1978) (Colonna sonora del film)
Almeno tu nell'universo (2011) (Colonna sonora del film)
Videoclips
Che vuoi che sia...se t'ho aspettato tanto (1976)
Se mi sfiori (1976)
In paradiso (1976)
Io donna, io persona (1976)
Fiore di melograno (1976)
Preghiera (1976)
Noi due (1976)
Per amarti (1977)
Se finisse qui (1977)
Ti regalo un sorriso' (1981)
E ancora canto (1981)
Il viaggio (1981)
Parlate di me (1981)
Danza pagana (1990)
Scrupoli (1991)
Cu' mme (1992)
Partecipazioni a manifestazioni canore
Azzurro
1989: con Donna
1990: con Danza pagana
1992: con Cu'mme e O' marenariello
Cantagiro
1971: con Amore...amore...un corno e Padre davvero
1972: con Piccolo uomo
1990: con Donna, Danza pagana, Domani più su, Un altro Atlantico, Piccolo uomo, Minuetto, E non finisce mica il cielo, La nevicata del '56, Almeno tu nell'universo e Quante volte
1992: con Gli uomini non cambiano, Lacrime e Minuetto - vince tre tappe
1993: con Vieneme (con Enzo Gragnaniello e Roberto Murolo)
Canzoniere dell'estate
1992: con Rapsodia
1993: con Vieneme (con Enzo Gragnaniello e Roberto Murolo)
Caravella dei successi
1975: con Al mondo
Eurofestival
1977, Londra: con Libera - 13º posto
1992, Malmö: con Rapsodia - 4º posto
Festival di Sanremo
1982: con E non finisce mica il cielo - Finalista, Premio della Critica
1989: con Almeno tu nell'universo - 9º posto, Premio della Critica
1990: con La nevicata del '56 - Finalista, Premio della Critica
1992: con Gli uomini non cambiano - 2º posto
1993: con Stiamo come stiamo (con Loredana Bertè) - 14º posto
Nel 1972, la RCA la propose al Festival di Sanremo, con il brano Credo, ma viene scartata dalla selezione
Nel 1973, la Ricordi la propose al Festival di Sanremo, con il brano Vado via, che in seguito al ritiro dell'artista venne presentato da Drupi, il quale lo portò al successo internazionale
Nel 1976, la Ricordi la propose al Festival di Sanremo col brano L'amore è il mio orizzonte, poi ugualmente pubblicato
Nel 1981, la DDD la propose al Festival di Sanremo, col brano E ancora canto, che venne selezionato ma la partecipazione non andò in porto, il brano venne comunque inserito nell'album Mimì
Nel 1985, la DDD la propose al Festival di Sanremo con il brano Spaccami il cuore, che però venne inserito soltanto tra i 4 brani di "riserva"
Nel 1994, la Polygram la obbligò a presentarsi al Festival di Sanremo con il brano E la vita racconta, ma questa volta fu la cantante a facilitare l'esclusione inviando un nastro smagnetizzato, dal momento che il brano non la convinceva del tutto.
Festival Italiano
1994: con Viva l'amore
Festivalbar
1972: con Piccolo uomo - 1º posto
1973: con Minuetto - 1º posto
1974: con Inno - ospite
1975: con Donna con te - 4º posto
1976: con Che vuoi che sia... se t'ho aspettato tanto - 7º posto
1978: con Vola
1981: con Ti regalo un sorriso
1989: con Donna - ottiene il Disco d'oro per le copie vendute dall'album Martini Mia
1990: con Domani più su - 3º posto nella serata in cui presenta Domani più su
Midem di Cannes
1973-74: con Tu t'en vas quand tu veux
1975-76: con Sabato
1977-78: con Se finisse qui
Mostra Internazionale di Musica Leggera di Venezia
1972/73: con Donna sola - vince la Gondola d'oro
1973/74: con Il guerriero e Bolero
1974/75: con Inno e Agapimu
1976/77: con Che vuoi che sia... se t'ho aspettato tanto
1981: con E ancora canto
Premio Tenco
1989: con Almeno tu nell'universo e Donna
Saint-Vincent
1978: con Vola
1982: con Bambolina bambolina
1985: con Spaccami il cuore
1989: con La donna cannone
Vela d'oro di Riva del Garda
1982: con Quante volte
1991: con Pensieri e parole
Viva Napoli
1994: con Luna rossa
World Popular Song Festival Yamaha
1977: con Ritratto di donna - 1º posto
Canzonissima
La RCA la propose a Canzonissima 1971 con, Cosa c'è di strano, ma fu bocciata
La Ricordi la propose a Canzonissima 1972, ma fu bocciata
La Ricordi la propose a Canzonissima 1973 con, Adesso vai, ma rifiutò e il brano andò a Dori Ghezzi
Altre manifestazioni canore
1963: Festival di Bellaria: con Come puoi farlo tu - 1º posto
1971: Festival di Avanguardie e Nuove Tendenze: con Padre davvero - 1º posto
1975: Musical de Mallorca: con Nevicate - vince il Premio della Critica europea
1981: Girofestival: con l'album Mimì
1982: Premiatissima: con Quante volte, Io appartango a te e Solo noi
1992: Il Canzoniere dell'estate: con Rapsodia
1993: Il Canzoniere dell'estate: con Vieneme, con Roberto Murolo e Enzo Gragnaniello
Premi e riconoscimenti
1964: Primo Posto "Festival di Bellaria" con Il magone
1971: Primo Posto "Festival di Musica d'Avanguardia e Nuove Tendenze" di Viareggio con Padre davvero
1972: "Premio della critica discografica" per l'album Nel mondo, una cosa
1972: Primo Posto al Festivalbar 1972 con il brano Piccolo uomo
1972: Disco d'oro con il brano Piccolo uomo
1972: Primo Posto alla Mostra Internazionale di Musica Leggera di Venezia con Donna sola
1973: Primo Posto al Festivalbar 1973 con Minuetto
1973: Disco d'oro con il brano Minuetto
1973: Maschera d'argento per la classe Musica leggera
1974: "Premio Deborah per il miglior trucco"
1974: Disco d'oro per aver venduto oltre un milione e mezzo di copie solo in un anno
1975: "Premio della Critica di Palma de Mallorca" con Nevicate
1975: "Premio Deborah per il miglior trucco"
1975: "Premio de Il canzoniere dell'estate" come miglior cantante dell'anno
1975: Telegatto di Vota la voce come migliore cantante donna dell'anno
1977: Vittoria al "World Song Popular Festival Yamaha di Tokyo" con Ritratto di donna
1981: "Eolo d'oro" del Comune di Milazzo
1982: Premio della Critica "Mia Martini" con E non finisce mica il cielo
1984: "Sigillo d'oro" da parte di Rete 4
1989: Targa Tenco come migliore interprete dell'anno
1989: Premio della Critica "Mia Martini" con Almeno tu nell'universo
1989: Telegatto come migliore interprete femminile dell'anno
1989: "Prima Pagina de Il mattino del 1891", motivazione: "per il rinnovato successo che ben meritano la sua voce e le sue eccezionali capacità interpretative"
1990: Premio della Critica "Mia Martini" con La nevicata del '56
1990: "Targa Onda TV", Rete Televisiva locale della Sicilia
1991: "La più bella sei tu" con Almeno tu nell'universo
1992: Secondo Posto al Festival di Sanremo
1992: "Premio Simpatia" conferito dalla Sala Stampa Tv, durante una conferenza stampa sulla presentazione del disco Lacrime
1992: Tre tappe vinte e 852 punti in classifica al "Cantagiro"
1992: "Premio de Il Canzoniere dell'estate" come miglior interprete dell'anno
1992: "Premio Civiltà del mare" dal Comune di Bagnara Calabra
Curiosità
I suoi singoli più venduti sono Minuetto, Piccolo uomo, Donna sola, Almeno tu nell'universo e Inno; invece gli album: Nel mondo, una cosa, Il giorno dopo, È proprio come vivere, Martini Mia e Lacrime.
Nel corso della sua carriera trentennale ha cambiato moltissime case discografiche: CAR Juke Box, Durium, Esse Records, RCA Italiana, Dischi Ricordi, Warner Bros Records, DDD, Fonit Cetra, Polygram, RTI Music.
In un'intervista nel 1975 dichiara che le fu proposto il ruolo di Eleonora Duse in un film.
Nel 1978 partecipò al programma Stryx di Enzo Trapani, presentando il brano Bene con un look da strega e sullo sfondo di un rogo in fiamme, per rispondere alle maldicenze sul suo conto.
In molte partecipazioni televisive del 1982, Mia Martini veste con una sciarpa ed una cintura disegnate come la tastiera del pianoforte, regalatele dalla sorella Loredana Bertè.
I suoi ultimi abiti erano firmati Giorgio Armani.
Il brano Attimo x attimo, contenuto nell'omonimo album di Anna Tatangelo pubblicato nel 2003, venne scritto da Fio Zanotti per Mia Martini, che non ha mai potuto inciderlo a causa dell'improvvisa morte.
Oltre al Sud e alla sua Calabria, l'artista dichiarò di riconoscersi molto anche nella città di Milano, dove visse stabilmente dal 1979 al 1985 nel complesso San Felicino; dal 1986 al marzo 1995 visse a Santa Maria della Neve, frazione di Calvi dell'Umbria, e come ultima dimora, dal marzo 1995 a Cardano al Campo.
Alcuni dei vip presenti al suo funerale: Loredana Bertè, Renato Zero, Marcella Bella, Adriano Celentano, Claudia Mori, Ron, Ivano Fossati, Matia Bazar, Jo Squillo, Ornella Vanoni, Bruno Lauzi, Giorgio Armani, Aida Cooper, Fiordaliso, Mimmo Cavallo, Enzo Gragnaniello, Enrico Ruggeri, Memo Remigi, Amedeo Minghi, Dori Ghezzi, Viola Valentino, Maurizio Vandelli, Giorgio Faletti.
In un'intervista parlò di Marco Masini riguardo alle accuse a lui rivolte di portare sfortuna dicendo:
«Vorrei parlare un attimo di questo caso che coinvolge Marco Masini, mi piacerebbe proprio avviare una polemica. Mi riferisco al fatto che certi intellettuali si rivelano diffidenti verso questo tipo di musica, adesso mi sto riferendo non tanto a Masini ma a Bigazzi, che poi è quello che l'ha lanciato. C'è una specie di razzismo nel nostro Paese, per cui si osannano i cantautori, specie quelli che fanno politica con le canzoni, e si affondano le canzoni commerciali... Vi assicuro: è molto difficile scrivere una bella canzone commerciale... è invece facilissimo fare gli intellettuali, atteggiarsi a fare i poeti e scrivere canzoni "raffinate"».
fonte: Wikipedia
INTERVISTA DI ENZO TORTORA
SUL TEMA DELL'OMOSESSUALITA'
RDS 1989
domenica 12 aprile 2015
pensare con le mani
Era un cortiletto chiuso d'un lato da una casetta bassa, e sugli altri da un muro di poco più alto di una normale statura d'uomo. Sporgevano da dietro il muro i rami di un alberetto grigio e frusto, degno di ospitare il passero solitario di Leopardi. Il vasaio stava seduto in un angolo del cortile il suo piccolo tornio tra le gambe. Più che vecchio, costui era senza età. Era antico. Era come il muro che lo chiudeva dentro il suo quadrato. Era come i rami grigi e frusti dell'albero che si spargevano nel cortile. Era come la terra carica d'anni che avevamo calpestato là fuori. Era come le tombe istoriate della vita dei morti, nelle quali eravamo scesi dianzi. La sua faccia era una zolla di terra asciugata da una lunghissima serie di soli rinnovati e medesimi. Nelle sue mani a corteccia potevano nidificare le formiche. Il suo collo era un fascio di tubi arrossati dalla riggine, che scendevano a tuffarsi nella svasatura della camicia. I suoi gesti regolari e lenti, che immutabilmente egli ripeteva da secoli, non turbavano né rompevano tanto meno l'immobilità. Nulla d'inatteso in lui, di "non fatto già". Non sguardo, non voce, non sorriso che spezzassero o interrompessero la monotona continuità del tempo. Guardava noi, ed era come se ci avesse conosciuti da sempre; parlava con noi, ed era come se avesse tante altre volte parlato con noi, e in questa vita, e in molte vite anteriori. Il nostro arrivo, la nostra presenza, le nostre domande non lo fecero minimamente derogare dal ritmo della sua esistenza secolare e arborea. Il suo vivere era un moto perpetuo che nessuno poteva dire quando fosse cominciato, né se e quandosi dovesse arrestare. Il suo piede premeva con movimento di palpito il pedale del tornio. Le sue mani contenevano come dentro una carezza antichissima la roteante massa d'argilla, la premevano leggerissimamente ora con le palme, ora con il polpastrello del pollice; e l'argilla a poco a poco viveva e si formava sotto quella carezza, s'impinguiva ai fianchi, si restringeva al collo e al piede, arrotondava la bocca come un piccolo mortaio. E l'opera di quel vasaio, il lavoro di quell'artigiano fu per noi la vivente testimonianza di come nacque l'antichissima e misteriosa civiltà degli Etruschi, come si formarono quei vasi che avevamo visti al museo Vitelleschi, come si edificarono quelle tombe che perpetuavano la vita al di là dalla morte; come si continua tuttavia questa civiltà e si continuerà ancora.
Stemmo a guardare il lavoro del vasaio come si guardare scorrere un fiume, come si guardano le onde del mare correre appresso all'altra e stendersi sula rena, come si guardano sbocciare le rose di fumo su dal cratere del Vesuvio e sfaldarsi nel cielo. E nel guardare il lavoro del vecchio, dell'antico, dell'eterno vasaio, chiara mi divenne l'essenza dell'opera artigiana, la virtù della cosa fatta a mano; la cosa che conserva un po' dell'incerto, del caduco, dell'imperfetto della sbagliato della natura umana; la cosa che serba il senso di questa nostra condizione mortale, che è la nostra immortalità.
quindi, certamente, per pubblicare questo brano, l'ho copiato, riscritto parola per parola, e l'ho fatto con gusto, moltissimo gusto, assaporando il piacere dello scrivere e di fare anche un po' mie queste parole. scrivere mi piace. Ma d'altronde, che senso ha la vita se non la passi scrivendo? scrive Alessandro Piperno su La lettura.
è Alberto Savinio che scrive, Ascolto il tuo cuore, città, libro pubblicato nel 1944.
ho girato intorno a questo libro per molto tempo e mi sono poi decisa a leggerlo, da poco.
leggo piano, molto piano, è un libro impegnativo, per me.
il titolo mi piace moltissimo, è un'invocazione di appartenenza, appassionata, viscerale, romantica.
richiama il cuore e non molti pensano di associare Milano al cuore, eppure...
Alberto Savinio. Le navire perdu.
So che certi atteggiamenti della mia mente, certi miei gusti, certe mie preferenze derivano dalla forma, dal colore, dall'odore di certi miei giocattoli..il nostro universo vero, l'universo nel quale noi viviamo, che ci circonda, che ci tocca, ci stringe da ogni lato, è l'universo fabbricato dagli artigiani.
Alberto Savinio, scrittore e pittore, era greco, greco di Atene, dove nacque nel 1891, fratello di Giorgio de Chirico; e romano per costume e stile di vita, a Roma morì nel 1952, ma nel profondo dell'animo amò Milano di complesso amore, e come Stendhal prima di lui, se ne riconobbe cittadino, e a Milano dedicò un intero libro, per la verità non solo centrato su Milano, un voluminoso ed enciclopedico libro.
il libro è difficile, non ha trama e in uno stesso capitolo mi perdo tra richiami e citazioni. qualcuno scrisse che Savinio "chiacchiera, ma non sembra avere argomento fermo nella mente, discorre, trascorre, ciancia, allude, gli viene in mente che, si dimentica, cita, ricorda, inventa, affabula, sussurra, bofonchia, talora flauteggia, talora dà sull'arrochito, eccolo che borbotta ma mai lo udrete alzare la voce, ammonire, accusare, vilipendere".
ma ci sono dei passi, questo è solo uno tra decine, che meritano molta attenzione, con una scrittura eccelsa, densa, antica e insuperata, oggi impensabile, ironica o addirittura sarcastica.
il richiamo alla manualità come principio essenziale del saper fare e pensare mi è sembrato originale e autentico, solo gli uomini senza mani, gli uomini che non sanno fare i pacchi trapassano nello spiritualismo: questo nimbo, questa morte in mezzo alla vita.
Un solo modo possiede l'uomo di operare utilmente: questo modo manulae che mette l'uomo in condizione di competere con il demiurgo, che fa dell'uomo stesso un demiurgo. Questo modo espansivo, questo modo centrifugo, questo modo radiante. Qui sta il jistero delle cose, il mistero del mondo, il mistero dell'universo: nel mozzo della ruota; non fuori del mondo, come credono le teste molli, gli uomini "senza mani". Anche le idee, le immaginazioni poetiche "nascono dalla mani" e debbono serbare il loro carattere manuale. Altrimenti non valgono.
fonte: nuovateoria.blogspot.it