E’ notizia di alcune settimane fa, più precisamente dell’inizio del mese di Marzo 2015, che l’inchiesta sui misteriosi roghi di Canneto di Caronia che tanto avevano fatto parlare siti di ricerca alternativa, ha infine portato all’identificazione dei responsabili e al loro arresto, chiudendo di fatto il discorso su un decennale mistero sul quale si sono interrogati diverse istituzioni e centri di ricerca: il CICAP, il CNR, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, il Ministero delle Comunicazioni, la Marina, l’Aeronautica Militare e molti altri ancora.
Fu una vicenda che ha tenuto banco per tanto tempo, attirando la curiosità di mezzo mondo e alimentando le teorie più assurde. Gli incendi inspiegabili di Canneto, la frazione di Caronia, in provincia di Messina, non sarebbero stati provocati dagli alieni e nemmeno da esperimenti scientifici segreti ma da padre e figlio, rispettivamente denunciato e arrestato dai carabinieri.
I militari, come riportano i giornali locali e nazionali, hanno inviato un’avviso di garanzia a Nino Pezzino, 55 anni, e condotto ai domiciliari nei confronti del figlio Giuseppe, 26 anni, entrambi ritenuti a vario titolo responsabili delle combustioni spontanee che, nei mesi scorsi, hanno destato clamore nella frazione marinara siciliana.
Il giallo, dunque, almeno agli occhi dell’opinione pubblica non avvezza a certe tematiche, è stato finalmente svelato. I carabinieri, con il coordinamento della Procura di Patti, hanno anche eseguito varie perquisizioni, a conclusione di una lunga indagine partita addirittura nel gennaio del 2004. I misteriosi roghi erano ricominciati dal luglio 2014, ma secondo gli investigatori non ci sarebbe stato nulla di anomalo ma si sarebbe trattato piuttosto di episodi dolosi, provocati dal ventiseienne con la complicità del padre. Padre e figlio puntavano a ottenere indennizzi da parte della Regione siciliana, insistendo sulla calamità che incombeva sul paese.
Quest’ultimo è anche diventato il presidente del comitato locale di residenti che chiedeva aiuti economici alle istituzioni per i cittadini colpiti dalla calamità le cui cause non erano state individuate nonostante numerosi sopralluoghi da parte di studiosi e rilevamenti scientifici. I roghi avevano provocato nei residenti una situazione di disagio e alcuni sono stati costretti anche a lasciare le loro abitazioni.
Fin qui sembra la classica truffa all’italiana ordita da due persone comuni per ottenere un tornaconto personale, in questo caso denaro. Nulla di nuovo, nulla di strano... “L’ennesima cantonata presa dagli indagatori dell’occulto e del paranormale i quali pensano sempre che dietro ogni cosa ci siano gli alieni” avranno certamente pensato molti degli scettici che popolano la rete.
La notizia ha ovviamente scatenato una ridda di commenti di scherno e di ilarità nei confronti di coloro che sostenevano teorie alternative a spiegazione del mistero di Caronia, dimenticandosi di fatto che, qualora fosse vera la colpevolezza dei due soggetti, significherebbe che questi due sarebbero riusciti a ingannare per molti anni le sigle di cui sopra. Ovvero, il CNR, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, il Ministero delle Comunicazioni, la Marina, l’Aeronautica Militare! E già questa sembrerebbe essere la prima incongruenza in questa storia che invece di risolvere il mistero di Caronia, lo rende ancora più strano.
Vediamo allora come Repubblica.it riporta la notizia di questo arresto nel seguente estratto di un suo articolo osservando già i primi errori, speriamo in buonafede, nei contenuti raccontati dalla testata sopraccitata.
“La svolta era nell'aria già da mesi. Nessun mistero sovrannaturale per i misteriosi roghi di Caronia, il centro del Messinese dove, in una sola strada lungo il mare, e solo in una palazzina da anni vanno incredibilmente a fuoco oggetti, mobili ed elettrodomestici.
Portando a conclusione un'inchiesta che già nei mesi scorsi aveva visto l'iscrizione del registro degli indagati del figlio del presidente dell'associazione dei cittadini vittime dei fuochi, i carabinieri del comando provinciale di Messina hanno arrestato Giuseppe Pezzino, 26 anni, figlio di Nino Pezzino, anche lui finito nell'inchiesta e raggiunto da un avviso di garanzia.”
Oggi l’uomo che per quasi cinque anni ha coordinato il Gruppo Interistituzionale parla di scelte “incomprensibili”. Il Caso Canneto arriva in Parlamento. Viene istituito un Gruppo Interistituzionale per l’Osservazione dei Fenomeni (di cui fanno parte molte Università, il CNR, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, il Ministero delle Comunicazioni, la Marina e l’Aeronautica Militare), e in ogni appartamento viene piazzata una centralina di rilevamento. L’indagine va avanti a tutto spiano sotto gli occhi vigili di cronisti e reporter.
Fenomeni elettrici di origine sotterranea; principio della super-rotazione del nucleo e emissione a riccio di mare dei flussi che dal centro della Terra si riversano nella superficie terrestre; alti impulsi in ampiezza dei protoni solari del vento… Mille ipotesi, ma nessuna viene data per definitiva.
Per il criminologo Vincenzo Savatteri il mistero della scomparsa del fisico siciliano Ettore Majorana nel 1938 potrebbe essere legata all'apparizione a Mazara del Vallo nel 1940 di un barbone chiamato l'uomo-cane. Secondo la teoria di Savatteri Ettore Majorana si sarebbe reso conto delle scoperte e delle conseguenze della ricerca sull’atomo molto prima di Fermi e degli altri scienziati. Tale scoperta e le conseguenze che ne derivano sono per lui insopportabili, decide di rifiutare e ripudiare tutto ciò che aveva fatto fino a quel momento. Passa i giorni precedenti la sua scomparsa a vedere e rivedere le sue nuove teorie sull’atomo, terminato il lavoro di ricerca, pianifica la sua scomparsa.
Il suo intento era di "scomparire" in Sicilia, la sua terra di origine. Prende il postale Napoli-Palermo e casualmente, incontra sulla nave un certo Tommaso Lipari. Majorana cambia il suo piano approfittando dell’incontro con il Lipari.
I due accettano lo scambio di identità, il Lipari in cambio di denaro, il Majorana senza nulla pretendere. Il Lipari a questo punto ha la somma di denaro necessaria per andare in Argentina con il nome di Ettore Majorana (pista argentina). Majorana è indeciso a questo punto cosa fare. Sceglie di annullarsi come uomo "civile" e scienziato e trova una sua collocazione nella vita di un barbone a Mazara del Vallo: l’Uomo Cane.
L’Uomo Cane affermava di venire dalla Tunisia e da classico barbone mangiava quel che trovava rovistando tra i rifiuti. Arrivò a Mazara del Vallo all’inizio del 1940, dormiva all’aperto nei pressi dei ruderi del Castello Normanno. Interessante appare l’elemento di comportamento che riguardava il non chiedere mai e a nessuno l’elemosina rifiutando qualunque aiuto o offerta venisse a lui fatta.
Le uniche notizie di Tommaso Lipari dicono che era un muratore, che era nato a Tunisi il 14 aprile del 1900. Null’altro si sa del Lipari. La connessione con la figura di Ettore Majorana si deve al mazarese Edoardo Romeo che così testimonia: "Mi disse di chiamarsi Ettore Majorana e di essere un ex-professore di matematica e fisica".
Fu proprio perché convinto di questa tesi che Edoardo Romeo, insieme col fratello, si rivolse all'allora procuratore di Marsala, Paolo Borsellino, chiedendo di accertare la verità. Il giudice accertò che, un mese dopo la scomparsa di Majorana, un certo Tommaso Lipari usciva dalla prigione di Favignana. Poiché l'uomo cane, per un banale episodio, era finito in prigione nel 1948, fu facile confrontare le firme apposte dai due nei registri carcerari, anche se in momenti diversi. Il giudice Borsellino considerò le firme molto simili e pertanto, convinto che Tommaso Lipari e l'"Uomo Cane" fossero la stessa persona, chiuse l'inchiesta. Eppure il mistero intorno alla figura di Majorana non si placa.
Il giorno stesso, prima di partire, aveva scritto al collega Antonio Carrelli, Professore di Fisica sperimentale presso lo stesso Istituto di Fisica, la seguente missiva:
“Caro Carrelli, ho preso una decisione che era ormai inevitabile. Non vi è in essa un solo granello di egoismo, ma mi rendo conto delle noie che la mia improvvisa scomparsa potrà procurare a te e agli studenti. Anche per questo ti prego di perdonarmi, ma soprattutto per aver deluso tutta la fiducia, la sincera amicizia e la simpatia che mi hai dimostrato in questi mesi … Ti prego anche di ricordarmi a coloro che ho imparato a conoscere e ad apprezzare nel tuo Istituto; dei quali tutti conserverò un caro ricordo almeno fino alle undici di questa sera, e possibilmente anche dopo.”
Fonti:
http://notizie.tiscali.it/cronaca/feeds/15/03/05/t_98_ADN20150305084734.html?cronaca
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2015/03/05/news/canneto_di_caronia_i_fuochi_misteriosi_erano_finti_arrestato_il_figlio_del_presidente_del_comitato_delle_vittime_avviso_d-108782940/
http://www.ufoforum.it/viewtopic.php?t=3619
http://misterobufo.corriere.it/2009/10/xfiles_ufo_avvistamenti_alieni.html
http://www.extremamente.it/2014/10/24/i-roghi-di-canneto-finalmente-insediato-il-nuovo-gruppo-di-studio/
http://www.marina.difesa.it/conosciamoci/organizzazione/comandienti/scientifici/idrografico/Documents/idrografico/documenti/aggiornamenti/2015/p6_03_15.pdf
http://www.relitti.it/relitti/generale/relitto.asp?IDRelitto=1302&relitto=ENRICO%20COSTA
http://www.lavocedinewyork.com/L-uomo-cane-era-Majorana/d/174/
http://zret.blogspot.it/2006/02/linascoltato-monito-di-ettore-majorana.html#.VQP5hdJwtcR
http://www.lavocedinewyork.com/Misteri-di-Sicilia-tra-emissioni-elettromagnetiche-e-incidenti-d-elicottero-parla-lo-scienziato-Francesco-Venerando-Mantegna/d/8530/
http://www.nexusedizioni.it/it/CT/antimateria-la-free-energy-di-ettore-majorana-265
http://www.antikitera.net/news.asp?id=11234&T=5
http://mag.wired.it/rivista/storie/caronia-experiment.html?page=4#content
http://www.clarbrunovedruccio.it/ita_chi_sono.htm
http://www.ansuitalia.it/Sito/index.php?mod=read&id=1266434782
http://www.altrainformazione.it/wp/2014/06/15/il-raggio-della-morte-non-una-leggenda/
Fu una vicenda che ha tenuto banco per tanto tempo, attirando la curiosità di mezzo mondo e alimentando le teorie più assurde. Gli incendi inspiegabili di Canneto, la frazione di Caronia, in provincia di Messina, non sarebbero stati provocati dagli alieni e nemmeno da esperimenti scientifici segreti ma da padre e figlio, rispettivamente denunciato e arrestato dai carabinieri.
I militari, come riportano i giornali locali e nazionali, hanno inviato un’avviso di garanzia a Nino Pezzino, 55 anni, e condotto ai domiciliari nei confronti del figlio Giuseppe, 26 anni, entrambi ritenuti a vario titolo responsabili delle combustioni spontanee che, nei mesi scorsi, hanno destato clamore nella frazione marinara siciliana.
Il giallo, dunque, almeno agli occhi dell’opinione pubblica non avvezza a certe tematiche, è stato finalmente svelato. I carabinieri, con il coordinamento della Procura di Patti, hanno anche eseguito varie perquisizioni, a conclusione di una lunga indagine partita addirittura nel gennaio del 2004. I misteriosi roghi erano ricominciati dal luglio 2014, ma secondo gli investigatori non ci sarebbe stato nulla di anomalo ma si sarebbe trattato piuttosto di episodi dolosi, provocati dal ventiseienne con la complicità del padre. Padre e figlio puntavano a ottenere indennizzi da parte della Regione siciliana, insistendo sulla calamità che incombeva sul paese.
Quest’ultimo è anche diventato il presidente del comitato locale di residenti che chiedeva aiuti economici alle istituzioni per i cittadini colpiti dalla calamità le cui cause non erano state individuate nonostante numerosi sopralluoghi da parte di studiosi e rilevamenti scientifici. I roghi avevano provocato nei residenti una situazione di disagio e alcuni sono stati costretti anche a lasciare le loro abitazioni.
Fin qui sembra la classica truffa all’italiana ordita da due persone comuni per ottenere un tornaconto personale, in questo caso denaro. Nulla di nuovo, nulla di strano... “L’ennesima cantonata presa dagli indagatori dell’occulto e del paranormale i quali pensano sempre che dietro ogni cosa ci siano gli alieni” avranno certamente pensato molti degli scettici che popolano la rete.
La notizia ha ovviamente scatenato una ridda di commenti di scherno e di ilarità nei confronti di coloro che sostenevano teorie alternative a spiegazione del mistero di Caronia, dimenticandosi di fatto che, qualora fosse vera la colpevolezza dei due soggetti, significherebbe che questi due sarebbero riusciti a ingannare per molti anni le sigle di cui sopra. Ovvero, il CNR, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, il Ministero delle Comunicazioni, la Marina, l’Aeronautica Militare! E già questa sembrerebbe essere la prima incongruenza in questa storia che invece di risolvere il mistero di Caronia, lo rende ancora più strano.
Vediamo allora come Repubblica.it riporta la notizia di questo arresto nel seguente estratto di un suo articolo osservando già i primi errori, speriamo in buonafede, nei contenuti raccontati dalla testata sopraccitata.
“La svolta era nell'aria già da mesi. Nessun mistero sovrannaturale per i misteriosi roghi di Caronia, il centro del Messinese dove, in una sola strada lungo il mare, e solo in una palazzina da anni vanno incredibilmente a fuoco oggetti, mobili ed elettrodomestici.
Portando a conclusione un'inchiesta che già nei mesi scorsi aveva visto l'iscrizione del registro degli indagati del figlio del presidente dell'associazione dei cittadini vittime dei fuochi, i carabinieri del comando provinciale di Messina hanno arrestato Giuseppe Pezzino, 26 anni, figlio di Nino Pezzino, anche lui finito nell'inchiesta e raggiunto da un avviso di garanzia.”
L’articolista parla di incendi circoscritti in una sola palazzina confortando la tesi degli inquirenti della colpevolezza di quelle persone, ma noi che di Caronia sappiamo forse qualcosa di più del giornalista de “La Repubblica” o quantomeno ne vogliamo sapere di più non accontentandoci di ciò che ci vogliono fare credere sappiamo benissimo che gli incendi non erano circoscritti solo a una palazzina, anzi...
Facciamo un passo indietro e torniamo alle origini rileggendo l’inchiesta di Sonia T.Carobi del 2009 quando appunto ripresero le indagini sul mistero di Caronia dopo la ripresa dei roghi dopo cinque anni di pausa.
Canneto di Caronia è un segreto ingombrante, e allora meglio togliere, almeno, quell’imbarazzante crosta che si chiama “Segreto di Stato”. Deve essere andata così. Cinque anni a pensarci e poi d’un solo colpo la soluzione finale. Si ritorna lì. Ma una volta per tutte. L’ultima.
Tempo qualche mese e in quel paesino di cinquanta abitanti schiacciato tra la costa e la linea ferroviaria Palermo-Messina ritorneranno scienziati, studiosi, esperti di vulcanologia e di fenomeni elettromagnetici, ma anche ispettori del ministero e militari in borghese.
Tutti lì a tentare di dare una risposta finale ad uno dei misteri più impenetrabili degli ultimi tempi: Canneto di Caronia. Il Paese dei fuochi. Il borgo “elettrico”. Il quartier generale degli Ovni. Un pugno di case dove bruciano campi, le Tv e gli elettrodomestici si accendono da soli, i cellulari si ricaricano autonomamente, e una serie di oggetti volanti non identificati si spostano indisturbati sul pallido cielo del basso Tirreno.
La storia comincia a metà febbraio del 2004. Ed è scritta nell’ultima riga di in un goffo documento della Polizia locale. “Non c’è dolo dietro i ripetuti fenomeni incendiari che da circa un mese si verificano nel piccolo centro siciliano”. Bruciano materassi, divani, impianti elettrici.
E nessuno riesce a dare una spiegazione sensata. Intervengono le forze dell’ordine e si rendono conto che quello che sta accadendo a Canneto dovrebbe essere assegnato agli agenti Mulder e Scully della sezione X-Files.
Facciamo un passo indietro e torniamo alle origini rileggendo l’inchiesta di Sonia T.Carobi del 2009 quando appunto ripresero le indagini sul mistero di Caronia dopo la ripresa dei roghi dopo cinque anni di pausa.
Canneto di Caronia è un segreto ingombrante, e allora meglio togliere, almeno, quell’imbarazzante crosta che si chiama “Segreto di Stato”. Deve essere andata così. Cinque anni a pensarci e poi d’un solo colpo la soluzione finale. Si ritorna lì. Ma una volta per tutte. L’ultima.
Tempo qualche mese e in quel paesino di cinquanta abitanti schiacciato tra la costa e la linea ferroviaria Palermo-Messina ritorneranno scienziati, studiosi, esperti di vulcanologia e di fenomeni elettromagnetici, ma anche ispettori del ministero e militari in borghese.
Tutti lì a tentare di dare una risposta finale ad uno dei misteri più impenetrabili degli ultimi tempi: Canneto di Caronia. Il Paese dei fuochi. Il borgo “elettrico”. Il quartier generale degli Ovni. Un pugno di case dove bruciano campi, le Tv e gli elettrodomestici si accendono da soli, i cellulari si ricaricano autonomamente, e una serie di oggetti volanti non identificati si spostano indisturbati sul pallido cielo del basso Tirreno.
La storia comincia a metà febbraio del 2004. Ed è scritta nell’ultima riga di in un goffo documento della Polizia locale. “Non c’è dolo dietro i ripetuti fenomeni incendiari che da circa un mese si verificano nel piccolo centro siciliano”. Bruciano materassi, divani, impianti elettrici.
E nessuno riesce a dare una spiegazione sensata. Intervengono le forze dell’ordine e si rendono conto che quello che sta accadendo a Canneto dovrebbe essere assegnato agli agenti Mulder e Scully della sezione X-Files.
Peccato che siamo in Italia e a determinate cose nessuno ci crede. Sulle spiaggia di Canneto pesci e cozze si arenano come alghe putrefatte. Al largo basta un telefonino per fotografare bolle marine dal diametro di un chilometro. Nei campi le melanzane hanno i colori dell’arcobaleno.
E lì cominciano i pasticci. Già, perché senza pensarci due volte, gli uomini di Francesco Venerando decidono di far evacuare il paesino. Una quarantina di persone si caricano in macchina l’essenziale e si lasciano alle spalle quel pugno di case sul quale stanno piombando giornalisti di tutto il mondo. Ognuna di quelle 40 persone ha una storia da raccontare.
C’è chi si è visto il pc prendere fuoco all’improvviso e chi ha il parabrezza dell’auto “colpito dalla punta di un trapano invisibile”. E c’è anche chi fa vedere ad una televisione cinese le scarpe da ginnastica letteralmente “squagliate”.
Non è proprio una bella storia. Alla Protezione Civile provano a dare subito una spiegazione. Almeno per far calmare le acque.
“Canneto di Caronia – dice lo scienziato Mantegna Venerando, coordinatore delle indagini – e’ stata colpita da fenomeni elettromagnetici di origine artificiale, capaci di generare una grande potenza concentrata. Fasci di microonde a ‘ultra high frequency’ compresi nella banda tra 300 megahertz e alcuni gigahertz”. Plausibile. Ma intanto al paese arriva il Prefetto, e la cartella con le denunce e le segnalazioni segna la punta di ben 309 casi cui bisognerà dare risposte circostanziate.
Venerando, come già ricordato, ha coordinato il Gruppo di studio sui fatti di Canneto tra il 2003 e il 2008. Abbiamo provato a farci raccontare la sua esperienza. Partendo da quello che sta succedendo in questi giorni.
“Tanto per cominciare - ci dice - non sono sorpreso dalla recrudescenza dei fenomeni, dal momento che abbiamo potuto accertare la loro origine non naturale. Ricordo che il Gruppo Interistituzionale ha condotto in quegli anni una straordinaria quantità di accertamenti e di indagini scientifiche, con la diretta partecipazione di numerosi organismi pubblici. C’erano, tra gli altri, anche i rappresentati della Marina Militare e dell’Aeronautica. Le indagini, come ho già ricordato, hanno escluso l’origine naturale dei fenomeni. Anche la presenza, nella zona, di reti tecnologiche quali la ferrovia, gli elettrodotti e gli apparati di radio telecomunicazione non hanno nulla a che vedere con gli incendi. Come ho già detto - prosegue - non potevamo certo escludere la recrudescenza di tali fenomeni. Anzi abbiamo richiesto allo Stato e alla Regione siciliana di potenziare il sistema di controllo che avevamo avviato, specie in direzione del monitoraggio h24 dei campi elettrici ed elettromagnetici, in un’area vasta che comprende l’arco insulare delle Eolie e l’entroterra di Caronia. Già, i controlli. Che, a un certo punto, nel 2008, sono stati definitivamente interrotti. E sono stati interrotti - ricorda sempre Venerando - contro la volontà del Gruppo Interistituzionale. Qualcuno, allora, adombrava il dubbio di insabbiamento - Venerando allarga le braccia - i giornalisti fanno il loro mestiere, a volte esagerano a volte ci azzeccano”.
E lì cominciano i pasticci. Già, perché senza pensarci due volte, gli uomini di Francesco Venerando decidono di far evacuare il paesino. Una quarantina di persone si caricano in macchina l’essenziale e si lasciano alle spalle quel pugno di case sul quale stanno piombando giornalisti di tutto il mondo. Ognuna di quelle 40 persone ha una storia da raccontare.
C’è chi si è visto il pc prendere fuoco all’improvviso e chi ha il parabrezza dell’auto “colpito dalla punta di un trapano invisibile”. E c’è anche chi fa vedere ad una televisione cinese le scarpe da ginnastica letteralmente “squagliate”.
Non è proprio una bella storia. Alla Protezione Civile provano a dare subito una spiegazione. Almeno per far calmare le acque.
“Canneto di Caronia – dice lo scienziato Mantegna Venerando, coordinatore delle indagini – e’ stata colpita da fenomeni elettromagnetici di origine artificiale, capaci di generare una grande potenza concentrata. Fasci di microonde a ‘ultra high frequency’ compresi nella banda tra 300 megahertz e alcuni gigahertz”. Plausibile. Ma intanto al paese arriva il Prefetto, e la cartella con le denunce e le segnalazioni segna la punta di ben 309 casi cui bisognerà dare risposte circostanziate.
Venerando, come già ricordato, ha coordinato il Gruppo di studio sui fatti di Canneto tra il 2003 e il 2008. Abbiamo provato a farci raccontare la sua esperienza. Partendo da quello che sta succedendo in questi giorni.
“Tanto per cominciare - ci dice - non sono sorpreso dalla recrudescenza dei fenomeni, dal momento che abbiamo potuto accertare la loro origine non naturale. Ricordo che il Gruppo Interistituzionale ha condotto in quegli anni una straordinaria quantità di accertamenti e di indagini scientifiche, con la diretta partecipazione di numerosi organismi pubblici. C’erano, tra gli altri, anche i rappresentati della Marina Militare e dell’Aeronautica. Le indagini, come ho già ricordato, hanno escluso l’origine naturale dei fenomeni. Anche la presenza, nella zona, di reti tecnologiche quali la ferrovia, gli elettrodotti e gli apparati di radio telecomunicazione non hanno nulla a che vedere con gli incendi. Come ho già detto - prosegue - non potevamo certo escludere la recrudescenza di tali fenomeni. Anzi abbiamo richiesto allo Stato e alla Regione siciliana di potenziare il sistema di controllo che avevamo avviato, specie in direzione del monitoraggio h24 dei campi elettrici ed elettromagnetici, in un’area vasta che comprende l’arco insulare delle Eolie e l’entroterra di Caronia. Già, i controlli. Che, a un certo punto, nel 2008, sono stati definitivamente interrotti. E sono stati interrotti - ricorda sempre Venerando - contro la volontà del Gruppo Interistituzionale. Qualcuno, allora, adombrava il dubbio di insabbiamento - Venerando allarga le braccia - i giornalisti fanno il loro mestiere, a volte esagerano a volte ci azzeccano”.
Oggi l’uomo che per quasi cinque anni ha coordinato il Gruppo Interistituzionale parla di scelte “incomprensibili”. Il Caso Canneto arriva in Parlamento. Viene istituito un Gruppo Interistituzionale per l’Osservazione dei Fenomeni (di cui fanno parte molte Università, il CNR, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, il Ministero delle Comunicazioni, la Marina e l’Aeronautica Militare), e in ogni appartamento viene piazzata una centralina di rilevamento. L’indagine va avanti a tutto spiano sotto gli occhi vigili di cronisti e reporter.
Fenomeni elettrici di origine sotterranea; principio della super-rotazione del nucleo e emissione a riccio di mare dei flussi che dal centro della Terra si riversano nella superficie terrestre; alti impulsi in ampiezza dei protoni solari del vento… Mille ipotesi, ma nessuna viene data per definitiva.
E proprio mentre sul paesino sembra alzarsi una imbarazzante bandiera bianca l’Espresso pubblica un servizio che è una bomba. Siamo nel 2005. Sul caso Caronia esisterebbe un “rapporto riservato” nel quale si dice senza mezzi termini che tecnologie militari evolute anche di origine non terrestre potrebbero esporre in futuro intere popolazioni a conseguenze indesiderate. E che “gli incidenti di Canneto di Caronia potrebbero essere stati tentativi di ingaggio militare tra forze non convenzionali oppure un test non aggressivo mirato allo studio dei comportamenti e delle azioni in un indeterminato campione territoriale scarsamente antropizzato”.
L’articolo è talmente esplosivo che in Sicilia finiscono per dover ammettere una serie di cose impensabili fino ad allora. La Protezione Civile, ad esempio, riconosce che un elicottero ha rischiato l’avaria proprio mentre il cielo di Canneto veniva tagliato da due oggetti volanti non identificati. Parte un’interrogazione parlamentare. Le indagini si fanno ancora più serrate, ma sul più bello la vicenda di Canneto di Caronia subisce uno stop. “Non possiamo più controllare l’area – dice duro Venerando – non ci sono soldi, e ogni componente del Gruppo opera senza rimborsi e senza budget”.
Insomma, di fronte al problema di sempre, su Canneto cala il silenzio. Ma qualcuno pensa che forse lo smantellamento e la dismissione di sensori e telecamere è un ordine che arriva dall’alto. Fatto sta che il Gruppo si scioglie e a combattere per la verità rimangono solo gli abitanti del paesino che hanno ragioni più concrete per gridare la loro rabbia.
L’occasione del 2009 come ricorda Flavio Vanetti in un suo articolo comparso su MisteroBufo, rubrica del Corriere della Sera di stampo ufologico, nell’Ottobre di quell’anno fu propizia per rilanciare l’operazione monitoraggio ad ampio spettro:
L’articolo è talmente esplosivo che in Sicilia finiscono per dover ammettere una serie di cose impensabili fino ad allora. La Protezione Civile, ad esempio, riconosce che un elicottero ha rischiato l’avaria proprio mentre il cielo di Canneto veniva tagliato da due oggetti volanti non identificati. Parte un’interrogazione parlamentare. Le indagini si fanno ancora più serrate, ma sul più bello la vicenda di Canneto di Caronia subisce uno stop. “Non possiamo più controllare l’area – dice duro Venerando – non ci sono soldi, e ogni componente del Gruppo opera senza rimborsi e senza budget”.
Insomma, di fronte al problema di sempre, su Canneto cala il silenzio. Ma qualcuno pensa che forse lo smantellamento e la dismissione di sensori e telecamere è un ordine che arriva dall’alto. Fatto sta che il Gruppo si scioglie e a combattere per la verità rimangono solo gli abitanti del paesino che hanno ragioni più concrete per gridare la loro rabbia.
L’occasione del 2009 come ricorda Flavio Vanetti in un suo articolo comparso su MisteroBufo, rubrica del Corriere della Sera di stampo ufologico, nell’Ottobre di quell’anno fu propizia per rilanciare l’operazione monitoraggio ad ampio spettro:
“Più volte ci sono stati sospetti, se non certezze, che Caronia sia solo una delle facce di un prisma molto particolare, l’area del Basso Tirreno (basta ricordare strani fenomeni incendiari avvenuti su alcuni traghetti in servizio da Palermo alla Sardegna). Quindi, è molto probabile che i sensori vengano installati anche alle Eolie e in altre zone, allo scopo di creare una vera e propria rete di immagazzinamento dei dati. E’ quello che non si è più potuto fare, con un “buco” informativo grave ma forse superabile se si riprenderà a lavorare con lena, al di là delle inchieste della magistrature concluse con un nulla di fatto. Realtà, comunque, è che tutta la popolazione di Caronia e della sua frazione sul mare, Canneto appunto, non ci sta a lasciar cadere le cose. “I sensori continuano a provare l’esistenza di qualcosa di anomalo: entrano in azione spesso e volentieri. Il problema è che manca la quadratura del cerchio, ovvero l’apparecchio che metabolizza i dati. C’è, ma è disattivato in un magazzino”.
Altri fenomeni strani si sono verificati, oltre ai passaggi in cielo di oggetti non identificati, quasi sempre correlati con gli episodi, quasi fossero una sorta di “valore aggiunto”. “E fosse solo questo… – sottolineano ancora i rappresentanti che si battono per la tutela dei cittadini - ci sono stati altri incendi inspiegabili di sterpaglie, esplosioni di lampade. E a un ragazzo si sono squagliate le scarpe che indossava…”. Senza dimenticare che chi prova a fotografare gli Ovni si ritrova nel giro di qualche minuto, non si sa perché, con delle bruciature alle mani per i quali esisterebbero documenti del Pronto Soccorso che certificano le ferite.
Tutto questo organizzato dai Pezzino per avere qualche soldo dallo Stato?!? Un complotto organizzato da due persone che riescono a ingannare gli esperti scienziati e militari della nazione per anni?!? Con la complicità magari di tutto il paese?!?
Perdonatemi, ma come spesso succede la versione ufficiale sembra più fantascientifica e assurda delle mille ipotesi borderline che sono state avanzate. Se davvero i Pezzino avessero voluto spillare soldi allo Stato sarebbe stato più facile, senza istigare nessuno a farlo sia chiaro, farsi passare per falsi invalidi non credete?
A questo punto, se vogliamo capire di più del caso di Canneto di Caronia dobbiamo fare un salto temporale di molti anni addietro, tralasciando i risultati delle indagini degli inquirenti che hanno portato all’arresto dei Pezzino, le quali, peraltro, omettono le conclusioni presentate in passato da esperti incaricati di studiare il fenomeno, come il fisico esperto di energia nucleare Marzio Mangialajo, da sempre molto critico sugli esiti delle indagini condotte dal 2004 in poi.
Lo studioso ora in pensione è convinto di aver già trovato la soluzione del mistero: a scatenare le fiamme improvvise, sarebbero i positive holes, le lacune positive scoperte dal geofisico americano Friedmann Freund. Oltre a lui molti altri ricercatori che avevano svolto i sopralluoghi durante la prima ondata di incendi anomali e che erano giunti ad ipotesi sconcertanti. I loro test sul campo avevano escluso l’origine naturale ed antropica dei roghi, tanto che avevano pensato come soluzione estrema che gli incendi fossero gli effetti di una tecnologia evoluta (“anche non terrestre”) in grado di produrre un’intensa onda elettromagnetica proveniente da un punto imprecisato in mezzo al mare.
Tutto ciò è stato scartato per chiudere, apparentemente in modo del tutto inadeguato e frettoloso, una inchiesta potenzialmente esplosiva che si protraeva da molti anni. E proprio sul tassello del punto imprecisato in mezzo al mare ripartiamo con le nostre indagini su Canneto di Caronia.
Lessi una volta su un forum di un vecchio professore di fisica siciliano credente negli UFO il quale teorizzava di basi aliene sottomarine nel tratto di mare antistante Caronia in grado di generare ad una certa profondità, e ad una certa distanza dalla costa un fortissimo fenomeno di magnetismo e che la navigazione in quel tratto di mare fosse interdetta a qualsiasi natante. Da li provenivano, sempre a suo dire, onde elettromagnetiche in grado di far scaturire la famosa autocombustione di cui si registrano gli effetti a Caronia.
Decisamente troppo, ma, come è prassi del nostro modus operandi, abbiamo lasciato la porta aperta a questa possibilità e abbiamo iniziato a indagare in tal senso. Ciò che scoprimmo ci lasciò perplessi, molto perplessi. Scoprimmo infatti, consultando il portolano della marina militare riferito al basso Tirreno che la zona è EFFETTIVAMENTE interdetta alla navigazione anche se non nella forma riferita dal vecchio fisico.
Tutto questo organizzato dai Pezzino per avere qualche soldo dallo Stato?!? Un complotto organizzato da due persone che riescono a ingannare gli esperti scienziati e militari della nazione per anni?!? Con la complicità magari di tutto il paese?!?
Perdonatemi, ma come spesso succede la versione ufficiale sembra più fantascientifica e assurda delle mille ipotesi borderline che sono state avanzate. Se davvero i Pezzino avessero voluto spillare soldi allo Stato sarebbe stato più facile, senza istigare nessuno a farlo sia chiaro, farsi passare per falsi invalidi non credete?
A questo punto, se vogliamo capire di più del caso di Canneto di Caronia dobbiamo fare un salto temporale di molti anni addietro, tralasciando i risultati delle indagini degli inquirenti che hanno portato all’arresto dei Pezzino, le quali, peraltro, omettono le conclusioni presentate in passato da esperti incaricati di studiare il fenomeno, come il fisico esperto di energia nucleare Marzio Mangialajo, da sempre molto critico sugli esiti delle indagini condotte dal 2004 in poi.
Lo studioso ora in pensione è convinto di aver già trovato la soluzione del mistero: a scatenare le fiamme improvvise, sarebbero i positive holes, le lacune positive scoperte dal geofisico americano Friedmann Freund. Oltre a lui molti altri ricercatori che avevano svolto i sopralluoghi durante la prima ondata di incendi anomali e che erano giunti ad ipotesi sconcertanti. I loro test sul campo avevano escluso l’origine naturale ed antropica dei roghi, tanto che avevano pensato come soluzione estrema che gli incendi fossero gli effetti di una tecnologia evoluta (“anche non terrestre”) in grado di produrre un’intensa onda elettromagnetica proveniente da un punto imprecisato in mezzo al mare.
Tutto ciò è stato scartato per chiudere, apparentemente in modo del tutto inadeguato e frettoloso, una inchiesta potenzialmente esplosiva che si protraeva da molti anni. E proprio sul tassello del punto imprecisato in mezzo al mare ripartiamo con le nostre indagini su Canneto di Caronia.
Lessi una volta su un forum di un vecchio professore di fisica siciliano credente negli UFO il quale teorizzava di basi aliene sottomarine nel tratto di mare antistante Caronia in grado di generare ad una certa profondità, e ad una certa distanza dalla costa un fortissimo fenomeno di magnetismo e che la navigazione in quel tratto di mare fosse interdetta a qualsiasi natante. Da li provenivano, sempre a suo dire, onde elettromagnetiche in grado di far scaturire la famosa autocombustione di cui si registrano gli effetti a Caronia.
Decisamente troppo, ma, come è prassi del nostro modus operandi, abbiamo lasciato la porta aperta a questa possibilità e abbiamo iniziato a indagare in tal senso. Ciò che scoprimmo ci lasciò perplessi, molto perplessi. Scoprimmo infatti, consultando il portolano della marina militare riferito al basso Tirreno che la zona è EFFETTIVAMENTE interdetta alla navigazione anche se non nella forma riferita dal vecchio fisico.
Un portolano, il cui nome deriva dalla parola latina portus cioè porto, è un manuale per la navigazione costiera e portuale o aeronautica basato sull'esperienza e l'osservazione, contenente informazioni relative ad una delimitata regione. Abbiamo voluto saperne di più su quel relitto scoprendo che si trattava della Enrico Costa.
La Enrico Costa è una nave carboniera il cui relitto si trova sulle secche di Caronia a circa 4 miglia dalla costa e ad una profondità di 75 m. affondata durante la seconda guerra mondiale il 26 giugno del 1941 da un siluro di sommergibile. La Enrico Costa è uno dei relitti più interessanti della provincia di Messina, di cui un'altro si trova a S. Alessio Siculo, è quanto hanno affermato il gruppo di ricercatori, nonostante sono passati 70 anni, la nave si trova in ottime condizioni. Il che ci riporta a un periodo molto concitato della storia italiana e ci avvicina a un altro mistero che potrebbe essere collegato con il caso di Caronia: la scomparsa di Ettore Majorana.
Il fisico, cui è stato dedicato un Centro per convegni scientifici ad Erice, scomparve misteriosamente nel 1938. Secondo Costantino Paglialunga, Majorana non morì suicida, come si ventilò, ma imbarcatosi su un traghetto dalla costa siciliana per recarsi a Napoli, il 27 marzo 1938, non giunse mai a destinazione. I familiari, sgomenti per l’improvvisa sparizione dello scienziato, si rivolsero a Benito Mussolini ed al papa, Pio XII, ma invano. Il pontefice non rispose neppure all’accorato appello della madre.
Il fisico, cui è stato dedicato un Centro per convegni scientifici ad Erice, scomparve misteriosamente nel 1938. Secondo Costantino Paglialunga, Majorana non morì suicida, come si ventilò, ma imbarcatosi su un traghetto dalla costa siciliana per recarsi a Napoli, il 27 marzo 1938, non giunse mai a destinazione. I familiari, sgomenti per l’improvvisa sparizione dello scienziato, si rivolsero a Benito Mussolini ed al papa, Pio XII, ma invano. Il pontefice non rispose neppure all’accorato appello della madre.
Ettore Majorana era molto avanti nella comprensione dei fenomeni fisici nucleari, come dimostrano i suoi studi: si laurea in Fisica teorica a soli 23 anni, il 6 Luglio del 1929, con una Tesi sulla “Meccanica dei Nuclei Radioattivi”, relatore Enrico Fermi, punteggio 110/110 e lode; e come dimostrano le sue pubblicazioni, come quella “Sulla teoria dei nuclei”, e anche quella sulla “Teoria simmetrica dell’elettrone e del positrone”, solo per citarne due tra le più importanti e ancora attuali; inoltre le sue scoperte scientifiche: come quella anticipata del neutrone (aveva poco più di 20 anni!), e in particolare quella della “teoria simmetrica dell’elettrone e dell’antielettrone”, oggi molto in auge per la sua applicazione a neutrini e anti neutrini, (“antimateria”). Ettore Majorana quindi era di sicuro più che consapevole della grande energia intrinseca della materia stessa, del nucleo dell’atomo, e quanto questo tipo di studi e scoperte, allora all’avanguardia, potevano essere potenzialmente pericolose nelle mani sbagliate.
Inoltre, lo stesso Enrico Fermi risulta si sia recato in Sicilia a trovare Ettore Majorana proprio poco tempo prima della sua scomparsa, anche in seguito ad un esperimento precedente in cui i ragazzi di Via Panisperna, avendo bombardato l’uranio con dei neutroni, durante un loro esperimento, non capirono bene quale fenomeno si fosse scatenato.
Inoltre, lo stesso Enrico Fermi risulta si sia recato in Sicilia a trovare Ettore Majorana proprio poco tempo prima della sua scomparsa, anche in seguito ad un esperimento precedente in cui i ragazzi di Via Panisperna, avendo bombardato l’uranio con dei neutroni, durante un loro esperimento, non capirono bene quale fenomeno si fosse scatenato.
Per il criminologo Vincenzo Savatteri il mistero della scomparsa del fisico siciliano Ettore Majorana nel 1938 potrebbe essere legata all'apparizione a Mazara del Vallo nel 1940 di un barbone chiamato l'uomo-cane. Secondo la teoria di Savatteri Ettore Majorana si sarebbe reso conto delle scoperte e delle conseguenze della ricerca sull’atomo molto prima di Fermi e degli altri scienziati. Tale scoperta e le conseguenze che ne derivano sono per lui insopportabili, decide di rifiutare e ripudiare tutto ciò che aveva fatto fino a quel momento. Passa i giorni precedenti la sua scomparsa a vedere e rivedere le sue nuove teorie sull’atomo, terminato il lavoro di ricerca, pianifica la sua scomparsa.
Il suo intento era di "scomparire" in Sicilia, la sua terra di origine. Prende il postale Napoli-Palermo e casualmente, incontra sulla nave un certo Tommaso Lipari. Majorana cambia il suo piano approfittando dell’incontro con il Lipari.
I due accettano lo scambio di identità, il Lipari in cambio di denaro, il Majorana senza nulla pretendere. Il Lipari a questo punto ha la somma di denaro necessaria per andare in Argentina con il nome di Ettore Majorana (pista argentina). Majorana è indeciso a questo punto cosa fare. Sceglie di annullarsi come uomo "civile" e scienziato e trova una sua collocazione nella vita di un barbone a Mazara del Vallo: l’Uomo Cane.
Rarissima immagine dell'Uomo Cane a Mazara del Vallo |
L’Uomo Cane affermava di venire dalla Tunisia e da classico barbone mangiava quel che trovava rovistando tra i rifiuti. Arrivò a Mazara del Vallo all’inizio del 1940, dormiva all’aperto nei pressi dei ruderi del Castello Normanno. Interessante appare l’elemento di comportamento che riguardava il non chiedere mai e a nessuno l’elemosina rifiutando qualunque aiuto o offerta venisse a lui fatta.
Le uniche notizie di Tommaso Lipari dicono che era un muratore, che era nato a Tunisi il 14 aprile del 1900. Null’altro si sa del Lipari. La connessione con la figura di Ettore Majorana si deve al mazarese Edoardo Romeo che così testimonia: "Mi disse di chiamarsi Ettore Majorana e di essere un ex-professore di matematica e fisica".
Fu proprio perché convinto di questa tesi che Edoardo Romeo, insieme col fratello, si rivolse all'allora procuratore di Marsala, Paolo Borsellino, chiedendo di accertare la verità. Il giudice accertò che, un mese dopo la scomparsa di Majorana, un certo Tommaso Lipari usciva dalla prigione di Favignana. Poiché l'uomo cane, per un banale episodio, era finito in prigione nel 1948, fu facile confrontare le firme apposte dai due nei registri carcerari, anche se in momenti diversi. Il giudice Borsellino considerò le firme molto simili e pertanto, convinto che Tommaso Lipari e l'"Uomo Cane" fossero la stessa persona, chiuse l'inchiesta. Eppure il mistero intorno alla figura di Majorana non si placa.
Il giorno stesso, prima di partire, aveva scritto al collega Antonio Carrelli, Professore di Fisica sperimentale presso lo stesso Istituto di Fisica, la seguente missiva:
“Caro Carrelli, ho preso una decisione che era ormai inevitabile. Non vi è in essa un solo granello di egoismo, ma mi rendo conto delle noie che la mia improvvisa scomparsa potrà procurare a te e agli studenti. Anche per questo ti prego di perdonarmi, ma soprattutto per aver deluso tutta la fiducia, la sincera amicizia e la simpatia che mi hai dimostrato in questi mesi … Ti prego anche di ricordarmi a coloro che ho imparato a conoscere e ad apprezzare nel tuo Istituto; dei quali tutti conserverò un caro ricordo almeno fino alle undici di questa sera, e possibilmente anche dopo.”
Ai familiari aveva invece scritto:
“Ho un solo desiderio: che non vi vestiate di nero. Se volete inchinarvi all’uso, portate pure, ma per non più di tre giorni, qualche segno di lutto. Dopo ricordatemi, se potete, nei vostri cuori e perdonatemi.”
Il 26 marzo Carrelli ricevette da Majorana un telegramma in cui gli diceva di non preoccuparsi di quanto scritto nella lettera che gli aveva precedentemente inviato. Lo stesso giorno fu scritta e spedita anche questa ultima lettera:
“Caro Carrelli, spero che ti siano arrivati insieme il telegramma e lettera. Il mare mi ha rifiutato e ritornerò domani all’albergo Bologna, viaggiando forse con questo stesso foglio. Ho però intenzione di rinunziare all’insegnamento. Non mi prendere per una ragazza ibseniana perché il caso è differente. Sono a tua disposizione per ulteriori dettagli.”
“Ho un solo desiderio: che non vi vestiate di nero. Se volete inchinarvi all’uso, portate pure, ma per non più di tre giorni, qualche segno di lutto. Dopo ricordatemi, se potete, nei vostri cuori e perdonatemi.”
Il 26 marzo Carrelli ricevette da Majorana un telegramma in cui gli diceva di non preoccuparsi di quanto scritto nella lettera che gli aveva precedentemente inviato. Lo stesso giorno fu scritta e spedita anche questa ultima lettera:
“Caro Carrelli, spero che ti siano arrivati insieme il telegramma e lettera. Il mare mi ha rifiutato e ritornerò domani all’albergo Bologna, viaggiando forse con questo stesso foglio. Ho però intenzione di rinunziare all’insegnamento. Non mi prendere per una ragazza ibseniana perché il caso è differente. Sono a tua disposizione per ulteriori dettagli.”
Ma Ettore Majorana “non comparve più”. L’unica certezza tra tante supposizioni consiste nel prelievo di una considerevole somma di denaro (alcuni stipendi arretrati) che Majorana fece prima di far perdere le sue tracce, l’equivalente di circa 10 mila dollari attuali, oltre che della sparizione del suo passaporto. Anche questo fatto, unito alla razionalità della mente di Majorana, rende poco probabile l’ipotesi del suicidio.
Fin da giovanissimo Ettore Majorana è considerato un piccolo genio, egli infatti aveva capacità di calcolo matematico eccezionali, che fecero di lui una persona del tutto speciale e fuori dal comune già in quei primissimi anni della Sua vita e poi anche in seguito.
Ettore Majorana intraprese inizialmente gli studi di Ingegneria, lasciandoli ben presto per abbracciare quelli di Fisica Teorica sotto la guida del grande fisico Enrico Fermi (in seguito premio Nobel per la Fisica). Divenne quindi membro del così detto gruppo di Fisici di Via Panisperna, (dal nome della via in cui si trovava appunto l’Istituto di Fisica dell’Università di Roma).
Fecero parte del gruppo di Via Panisperna nomi come Edoardo Amaldi, Emilio Segrè, Franco Rasetti, Oscar D’Agostino e Bruno Pontecorvo, che divennero tutti in seguito famosi nel campo della Fisica teorica e sperimentale. All’interno del “gruppo dei ragazzi di Via Panisperna”, Ettore Majorana occupò da subito un un posto particolare e di rilievo, infatti veniva considerato dai suoi compagni un genio.
Un giorno poco dopo essere arrivato all’Istituto di Fisica di Via Panisperna, Ettore Majorana dette una dimostrazione delle proprie abilità di calcolo anche allo stesso Enrico Fermi, il quale in seguito definì Ettore Majorana "un fisico del tutto speciale, la cui importanza poteva essere paragonata solo a quella di Galileo Galilei e di Isaac Newton".
Ettore Majorana, operò principalmente come teorico della fisica, le sue opere più importanti hanno riguardato la fisica nucleare e la meccanica quantistica relativistica, con particolari applicazioni nella teoria dei neutrini. In quegli anni Ettore Majorana si rende protagonista di una serie di studi, di intuizioni e di scoperte, che fanno di lui uno dei più grandi fisici teorici del secolo scorso (se non il più grande). In particolare postula l’esistenza del Neutrino, anni prima che venga scoperto sperimentalmente.
Pionieristica e importante è soprattutto la sua intuizione dell’antiparticella, per es. elettrone/positrone, (che introduce il tema dell’esistenza dell’antimateria. Se particella e antiparticella vengono a contatto si distruggono, emettendo fotoni ad alta energia (raggi gamma) o altre coppie di particelle-antiparticelle, tali che la somma dell’energia totale, precedente e seguente l’impatto, rimanga costante.
Ma per i fisici di tutto il mondo, il nome di Majorana è legato anche ad un’altro mistero, quello dell’ipotetica particella che prende il suo nome, e che godrebbe della straordinaria proprietà di essere materia e antimateria allo stesso tempo. Nulla più di un’ipotesi, all’epoca; oggi, le cose sembrano essere destinate a cambiare. In teoria, materia e antimateria sono del tutto inconciliabili. Quando entrano in contatto, si annichilano a vicenda, liberando energia.
Ettore Majorana avrebbe potuto dare un contributo enorme alla fisica nucleare proprio con le particelle dette di “Majorana”. Il suo contributo alla fisica delle particelle resta comunque fondamentale, e ora acquista nuova validità alla luce della teoria della supersimmetria, la quale avalla la tesi di Majorana secondo cui tutte le particelle della famiglia dei fermioni possiedono un’antiparticella a carica zero. Ciò implica l’esistenza di alcuni partner supersimmetrici dei fermioni, come il fotino, il compagno del fotone, e l’higgsino, il compagno dell’ancora enigmatico bosone di Higgs.
Fin da giovanissimo Ettore Majorana è considerato un piccolo genio, egli infatti aveva capacità di calcolo matematico eccezionali, che fecero di lui una persona del tutto speciale e fuori dal comune già in quei primissimi anni della Sua vita e poi anche in seguito.
Ettore Majorana intraprese inizialmente gli studi di Ingegneria, lasciandoli ben presto per abbracciare quelli di Fisica Teorica sotto la guida del grande fisico Enrico Fermi (in seguito premio Nobel per la Fisica). Divenne quindi membro del così detto gruppo di Fisici di Via Panisperna, (dal nome della via in cui si trovava appunto l’Istituto di Fisica dell’Università di Roma).
Fecero parte del gruppo di Via Panisperna nomi come Edoardo Amaldi, Emilio Segrè, Franco Rasetti, Oscar D’Agostino e Bruno Pontecorvo, che divennero tutti in seguito famosi nel campo della Fisica teorica e sperimentale. All’interno del “gruppo dei ragazzi di Via Panisperna”, Ettore Majorana occupò da subito un un posto particolare e di rilievo, infatti veniva considerato dai suoi compagni un genio.
Un giorno poco dopo essere arrivato all’Istituto di Fisica di Via Panisperna, Ettore Majorana dette una dimostrazione delle proprie abilità di calcolo anche allo stesso Enrico Fermi, il quale in seguito definì Ettore Majorana "un fisico del tutto speciale, la cui importanza poteva essere paragonata solo a quella di Galileo Galilei e di Isaac Newton".
Ettore Majorana, operò principalmente come teorico della fisica, le sue opere più importanti hanno riguardato la fisica nucleare e la meccanica quantistica relativistica, con particolari applicazioni nella teoria dei neutrini. In quegli anni Ettore Majorana si rende protagonista di una serie di studi, di intuizioni e di scoperte, che fanno di lui uno dei più grandi fisici teorici del secolo scorso (se non il più grande). In particolare postula l’esistenza del Neutrino, anni prima che venga scoperto sperimentalmente.
Pionieristica e importante è soprattutto la sua intuizione dell’antiparticella, per es. elettrone/positrone, (che introduce il tema dell’esistenza dell’antimateria. Se particella e antiparticella vengono a contatto si distruggono, emettendo fotoni ad alta energia (raggi gamma) o altre coppie di particelle-antiparticelle, tali che la somma dell’energia totale, precedente e seguente l’impatto, rimanga costante.
Ma per i fisici di tutto il mondo, il nome di Majorana è legato anche ad un’altro mistero, quello dell’ipotetica particella che prende il suo nome, e che godrebbe della straordinaria proprietà di essere materia e antimateria allo stesso tempo. Nulla più di un’ipotesi, all’epoca; oggi, le cose sembrano essere destinate a cambiare. In teoria, materia e antimateria sono del tutto inconciliabili. Quando entrano in contatto, si annichilano a vicenda, liberando energia.
Ettore Majorana avrebbe potuto dare un contributo enorme alla fisica nucleare proprio con le particelle dette di “Majorana”. Il suo contributo alla fisica delle particelle resta comunque fondamentale, e ora acquista nuova validità alla luce della teoria della supersimmetria, la quale avalla la tesi di Majorana secondo cui tutte le particelle della famiglia dei fermioni possiedono un’antiparticella a carica zero. Ciò implica l’esistenza di alcuni partner supersimmetrici dei fermioni, come il fotino, il compagno del fotone, e l’higgsino, il compagno dell’ancora enigmatico bosone di Higgs.
Sulla base di tutto questo non è da escludere la possibilità che Maiorana riuscì a realizzare una efficace macchina "raggio della morte" e, visto le implicazioni belliche e la particolarità delle sue ricerche e soprattutto la sua ritrosia nel portare avanti ricerche così pericolose per il genere umano se usate per costruire armi, nel 1938 fu costretto dal regime nazista a scomparire per potere continuare i suoi studi cambiando identità (quelle lettere potrebbero essere state spedite solo successivamente direttamente dai servizi segreti per fare pensare al suo suicidio).
Un congegno in grado di “annichilire” la materia, un’invenzione che porta con sé straordinarie possibilità di sviluppo per l’umanità, ma anche un’enorme potenziale distruttivo. Una macchina in grado di far letteralmente scomparire qualsiasi cosa o di creare energia a costo zero.
Un esemplare della macchina si trovava a bordo della Ettore Costa, affondata forse dagli USA per impedire che lo stesso venisse consegnato al nemico nazista. Lo stesso Majorana poteva essere a bordo e prelevato, magari dagli stessi che silurarono la nave, prima che la Ettore Costa sparisse tra i flutti, per essere portato al sicuro, in Sud America. La compagnia Costa... la stessa della Costa Concordia!
Ad ogni modo insieme al relitto è affondata anche la macchina di Majorana, casualmente puntata verso la costa, la quale ogni tanto si mette in funzione e colpendo Canneto di Caronia e provocando i misteriosi fenomeni che accadono nella zona.
Tornando a Majorana e ai suoi esperimenti.
Un congegno in grado di “annichilire” la materia, un’invenzione che porta con sé straordinarie possibilità di sviluppo per l’umanità, ma anche un’enorme potenziale distruttivo. Una macchina in grado di far letteralmente scomparire qualsiasi cosa o di creare energia a costo zero.
Un esemplare della macchina si trovava a bordo della Ettore Costa, affondata forse dagli USA per impedire che lo stesso venisse consegnato al nemico nazista. Lo stesso Majorana poteva essere a bordo e prelevato, magari dagli stessi che silurarono la nave, prima che la Ettore Costa sparisse tra i flutti, per essere portato al sicuro, in Sud America. La compagnia Costa... la stessa della Costa Concordia!
Ad ogni modo insieme al relitto è affondata anche la macchina di Majorana, casualmente puntata verso la costa, la quale ogni tanto si mette in funzione e colpendo Canneto di Caronia e provocando i misteriosi fenomeni che accadono nella zona.
Tornando a Majorana e ai suoi esperimenti.
Dal "raggio della morte" di Maiorana, dopo la guerra, le forze speciali USA che lo hanno preso in custodia e che con l'operazione Paperclip sono entrati in possesso delle più brillanti menti del regime nazista, realizzano l'arma a disgregazione molecolare di cui parla la dottoressa Wood la cui applicazione collegata agli eventi dell'11 Settembre potrebbe spiegare le stranezze e le domande senza risposta in merito alle modalità di crollo delle Twin Towers che sembrano sfidare le leggi della fisica delle costruzioni.
E se aggiungiamo a tutto questo, la straordinaria testimonianza di Clarbruno Verduccio, che forse pochi conoscono ma che è una personalità nel campo della fisica e dell'ingegneria elettronica di livello mondiale, laureatosi negli USA in Fisica, ha poi continuato gli studi conseguendo il Ph.D. in Ingegneria Elettronica. Nel 2004, la Marina Militare, con decreto del Presidente della Repubblica, gli ha conferito il grado di Capitano di Fregata, con una legge che fu applicata per la prima volta per Guglielmo Marconi.
In Marina si occupa di varie tematiche nell’ambito delle Radiocomunicazioni e dell’elettromagnetismo. Presta servizio a COMSUBIN (La Spezia). Per il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, in qualità di consulente, ha svolto attività di ricerca sui campi elettromagnetici e su fenomeni ad essi correlati e ha per questo motivo ha fatto parte del Gruppo Interistituzionale di Lavoro per l’osservazione dei fenomeni di Canneto di Caronia.
Egli affermò in una esclusiva intervista rilasciata qualche anno fa quanto segue.
«Chi ha colpito ha smesso di farlo appena abbiamo posizionato le apparecchiature di controllo. Ma grazie ai rilievi sulle bruciature di cavi e suppellettili abbiamo tracciato con un geometra le linee di convergenza. Le onde elettromagnetiche si propagano in linea retta come la luce ed è quindi possibile fare una specie di perizia balistica».
Il rapporto del Gruppo interistituzionale parla infatti di un “punto di origine” dei fenomeni che dovrebbe trovarsi in una direttrice che da nord-nordovest va in direzione sud-sudest. Alle Eolie?
«Qui entriamo in discorsi molto riservati. Posso dire che si trattava di radiazioni ben focalizzate», spiega Vedruccio. «Noi sappiamo che genere di radiazioni erano e sappiamo che erano direzionate».
Cioè mirate?
«Sì, mirate. Ma non credo che chi operava questo sistema volesse fare del male alla gente. Piuttosto, le case sembrano essere state colpite in maniera selettiva, quando la gente era in altre stanze. L’indagine ha evidenziato che il punto di origine era in mare a qualche metro dalla superficie, ma quando siamo andati là, non c’era niente».
E se aggiungiamo a tutto questo, la straordinaria testimonianza di Clarbruno Verduccio, che forse pochi conoscono ma che è una personalità nel campo della fisica e dell'ingegneria elettronica di livello mondiale, laureatosi negli USA in Fisica, ha poi continuato gli studi conseguendo il Ph.D. in Ingegneria Elettronica. Nel 2004, la Marina Militare, con decreto del Presidente della Repubblica, gli ha conferito il grado di Capitano di Fregata, con una legge che fu applicata per la prima volta per Guglielmo Marconi.
In Marina si occupa di varie tematiche nell’ambito delle Radiocomunicazioni e dell’elettromagnetismo. Presta servizio a COMSUBIN (La Spezia). Per il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, in qualità di consulente, ha svolto attività di ricerca sui campi elettromagnetici e su fenomeni ad essi correlati e ha per questo motivo ha fatto parte del Gruppo Interistituzionale di Lavoro per l’osservazione dei fenomeni di Canneto di Caronia.
Egli affermò in una esclusiva intervista rilasciata qualche anno fa quanto segue.
«Chi ha colpito ha smesso di farlo appena abbiamo posizionato le apparecchiature di controllo. Ma grazie ai rilievi sulle bruciature di cavi e suppellettili abbiamo tracciato con un geometra le linee di convergenza. Le onde elettromagnetiche si propagano in linea retta come la luce ed è quindi possibile fare una specie di perizia balistica».
Il rapporto del Gruppo interistituzionale parla infatti di un “punto di origine” dei fenomeni che dovrebbe trovarsi in una direttrice che da nord-nordovest va in direzione sud-sudest. Alle Eolie?
«Qui entriamo in discorsi molto riservati. Posso dire che si trattava di radiazioni ben focalizzate», spiega Vedruccio. «Noi sappiamo che genere di radiazioni erano e sappiamo che erano direzionate».
Cioè mirate?
«Sì, mirate. Ma non credo che chi operava questo sistema volesse fare del male alla gente. Piuttosto, le case sembrano essere state colpite in maniera selettiva, quando la gente era in altre stanze. L’indagine ha evidenziato che il punto di origine era in mare a qualche metro dalla superficie, ma quando siamo andati là, non c’era niente».
Un sommergibile?
«Ne dubito. Per irradiare quell’energia a quella distanza ci vorrebbero gigawatt di energia, non kilowatt».
Si possono fare altre ipotesi.
«Ma invece di fare ipotesi, perché non vi basate sui fatti? Le foto a quegli oggetti volanti sono i fatti. Fare altre congetture in base a fatti così può essere scomodo. Io non lo posso fare, ho famiglia... Le dico solo che nessuno stato autorizzerebbe esperimenti sui civili e fuori dai poligoni, perché farlo significherebbe rivelare che si è in possesso di una tecnologia più avanzata di qualche centinaio d’anni rispetto a oggi».
Si tratta allora di un messaggio?
«Era un messaggio sì, un mostrare i muscoli, forse più che una cosa incidentale».
Ma un messaggio di chi?
«Allora le dico questo: se lei potesse sapere di che cosa si tratta, non sarebbe autorizzato a parlarne. Qualsiasi ipotesi lei faccia non potrà mai combaciare con la realtà. Chiaro?».
Non del tutto, ma comincio a capire che sarei tenuto, ufficialmente, a non capire, giusto?
«Ecco. Insomma, lei ha visto le immagini dei fenomeni di Canneto sui giornali e in televisione, no?... Quell’elicottero della Protezione civile che ha avuto danni ai rotori, ricorda?... In alcune foto appare un oggetto simile a un posacenere rovesciato che segue quell’elicottero. Non le so dire di che cosa si trattasse, di sicuro seguiva l’elicottero che poi ha avuto dei problemi. Secondo me, l’intento era puramente dimostrativo».
«Ne dubito. Per irradiare quell’energia a quella distanza ci vorrebbero gigawatt di energia, non kilowatt».
Si possono fare altre ipotesi.
«Ma invece di fare ipotesi, perché non vi basate sui fatti? Le foto a quegli oggetti volanti sono i fatti. Fare altre congetture in base a fatti così può essere scomodo. Io non lo posso fare, ho famiglia... Le dico solo che nessuno stato autorizzerebbe esperimenti sui civili e fuori dai poligoni, perché farlo significherebbe rivelare che si è in possesso di una tecnologia più avanzata di qualche centinaio d’anni rispetto a oggi».
Si tratta allora di un messaggio?
«Era un messaggio sì, un mostrare i muscoli, forse più che una cosa incidentale».
Ma un messaggio di chi?
«Allora le dico questo: se lei potesse sapere di che cosa si tratta, non sarebbe autorizzato a parlarne. Qualsiasi ipotesi lei faccia non potrà mai combaciare con la realtà. Chiaro?».
Non del tutto, ma comincio a capire che sarei tenuto, ufficialmente, a non capire, giusto?
«Ecco. Insomma, lei ha visto le immagini dei fenomeni di Canneto sui giornali e in televisione, no?... Quell’elicottero della Protezione civile che ha avuto danni ai rotori, ricorda?... In alcune foto appare un oggetto simile a un posacenere rovesciato che segue quell’elicottero. Non le so dire di che cosa si trattasse, di sicuro seguiva l’elicottero che poi ha avuto dei problemi. Secondo me, l’intento era puramente dimostrativo».
Non è collegabile al progetto Aurora di Haarp (lo High-frequency Active Auroral Research Program, gestito dal Dipartimento della Difesa americano e considerato il nucleo del programma “Guerre Stellari”, ndr), capace di modificare il perimetro della ionosfera, come si dice, per creare un potente raggio laser di onde elettromagnetiche?
«Haarp non ha niente a che vedere con quello che abbiamo osservato. C’è un’abissale ignoranza in questo campo. E' piuttosto diffuso un certo atteggiamento new age di complottisti che vedono di tutto, dagli gnomi agli omini verdi al diavolo».
«Haarp non ha niente a che vedere con quello che abbiamo osservato. C’è un’abissale ignoranza in questo campo. E' piuttosto diffuso un certo atteggiamento new age di complottisti che vedono di tutto, dagli gnomi agli omini verdi al diavolo».
Lei però mi parla di tecnologie avanti di centinaia di anni...
«Le dirò così, allora: se si trattasse di omini verdi lei crede che uno che è nelle istituzioni potrebbe confermarlo? Potrebbe solo riderci sopra, giusto?».
Giusto.
«Allora io ci rido sopra: ah ah ah. Magari è stata Campanellino. Abbia pazienza, la realtà è ciò che è stato visto e fotografato e anche altre foto e immagini e materiale che voi non vedrete mai. Molto è uscito perché le autorità hanno cercato di attenuare la paura che si trattasse di militari che facevano esperimenti sulle popolazioni.
Quei fenomeni straordinari meritavano di insegnarci delle cose importanti. Invece abbiamo preso solo le briciole. Ci si sarebbe dovuti attivare seriamente e non in modo scientifico-universitario, ma scientifico, industriale e militare, chiaro?».
Insomma, potevamo ricevere un messaggio dagli alieni...
«Era una bella occasione per imparare molte cose sull’elettromagnetismo. Qualcosa abbiamo capito, qualcosa no. Peccato».
Detto questo mi si permetta di aggiungere la mia ultima parola, ovvero che da oggi non capiremo più nulla... poiché l’inchiesta sui misteri di Caronia si è definitivamente chiusa con l’arresto dei Pezzino.
«Le dirò così, allora: se si trattasse di omini verdi lei crede che uno che è nelle istituzioni potrebbe confermarlo? Potrebbe solo riderci sopra, giusto?».
Giusto.
«Allora io ci rido sopra: ah ah ah. Magari è stata Campanellino. Abbia pazienza, la realtà è ciò che è stato visto e fotografato e anche altre foto e immagini e materiale che voi non vedrete mai. Molto è uscito perché le autorità hanno cercato di attenuare la paura che si trattasse di militari che facevano esperimenti sulle popolazioni.
Quei fenomeni straordinari meritavano di insegnarci delle cose importanti. Invece abbiamo preso solo le briciole. Ci si sarebbe dovuti attivare seriamente e non in modo scientifico-universitario, ma scientifico, industriale e militare, chiaro?».
Insomma, potevamo ricevere un messaggio dagli alieni...
«Era una bella occasione per imparare molte cose sull’elettromagnetismo. Qualcosa abbiamo capito, qualcosa no. Peccato».
Detto questo mi si permetta di aggiungere la mia ultima parola, ovvero che da oggi non capiremo più nulla... poiché l’inchiesta sui misteri di Caronia si è definitivamente chiusa con l’arresto dei Pezzino.
Quello stesso Pezzino che all’epoca dei fatti dichiarava apertamente in una altra intervista in modo del tutto trasparente: «I fenomeni continuano, ma a giugno la Protezione civile, passata alla regione, ci dice: “Non siamo più nelle condizioni di pagarvi l’albergo”. Sono trascorsi quattro anni, ma grazie a qualche imbecille che ha tirato in ballo gli Ufo, ancora non sappiamo perché è accaduto tutto questo.
Ora le case sono tutte munite di sensori reattivi al fumo e a forti picchi magnetici, che suonano dalle quattro alle cinque volte a settimana, spesso nel cuore della notte. Tu ti alzi, controlli che non ci siano incendi e torni a dormire. Prima segnalavamo tutto alla questura, ma ora non lo facciamo più perché non vale il costo della telefonata. La sa la verità? Non c’è la voglia che emerga la verità su queste cose. C’è il segreto di stato».
Ne è sicuro? Come può dirlo? Pezzino mi guarda fisso, abbassa la voce e quasi giura: «Stia sicuro, glielo dico io: c’è il segreto di stato. Non uscirà nulla di diverso da quanto è già uscito. Me l’ha detto uno scienziato militare che mi ha anche mostrato il tesserino dei servizi segreti della Marina italiana. Io ero in Marina, so riconoscere i documenti di questo tipo».
Lo scienziato di cui parla Pezzino sembrerebbe poter essere davvero Clarbruno Vedruccio, fisico della Galileo Avionica, capitano di fregata (tenente colonnello della Marina militare) in virtù della “legge Marconi”, ricercatore sui campi elettromagnetici per la Protezione civile e per il Gruppo interistituzionale.
L’ipotesi trova conferma in un documento del Gruppo interistituzionale, che spiega come siano sorti «interrogativi spontanei sulla possibilità che alla base di questi fenomeni possano esserci applicazioni sperimentali di tecnologie industriali, non escludendo i sistemi d’arma cosiddetti a energia diretta».
Da un fascicolo riservato consegnato a Palazzo Chigi trapelano queste parole: «Tecnologie militari evolute anche di origine non terrestre potrebbero esporre in futuro intere popolazioni a conseguenze indesiderate. Gli incidenti di Canneto di Caronia potrebbero essere stati tentativi di ingaggio militare tra forze non convenzionali oppure un test non aggressivo».
«Qui è come se ci vedono e ci sentono», aveva detto infatti Pezzino osservando che, dopo essere entrato con altre persone in una stanza e aver notato che era stata risparmiata, questa aveva preso fuoco poco dopo. Pezzino è stato arrestato con l’accusa di essere l’autore dei roghi... Domandatevi il perché...
Ora le case sono tutte munite di sensori reattivi al fumo e a forti picchi magnetici, che suonano dalle quattro alle cinque volte a settimana, spesso nel cuore della notte. Tu ti alzi, controlli che non ci siano incendi e torni a dormire. Prima segnalavamo tutto alla questura, ma ora non lo facciamo più perché non vale il costo della telefonata. La sa la verità? Non c’è la voglia che emerga la verità su queste cose. C’è il segreto di stato».
Ne è sicuro? Come può dirlo? Pezzino mi guarda fisso, abbassa la voce e quasi giura: «Stia sicuro, glielo dico io: c’è il segreto di stato. Non uscirà nulla di diverso da quanto è già uscito. Me l’ha detto uno scienziato militare che mi ha anche mostrato il tesserino dei servizi segreti della Marina italiana. Io ero in Marina, so riconoscere i documenti di questo tipo».
Lo scienziato di cui parla Pezzino sembrerebbe poter essere davvero Clarbruno Vedruccio, fisico della Galileo Avionica, capitano di fregata (tenente colonnello della Marina militare) in virtù della “legge Marconi”, ricercatore sui campi elettromagnetici per la Protezione civile e per il Gruppo interistituzionale.
L’ipotesi trova conferma in un documento del Gruppo interistituzionale, che spiega come siano sorti «interrogativi spontanei sulla possibilità che alla base di questi fenomeni possano esserci applicazioni sperimentali di tecnologie industriali, non escludendo i sistemi d’arma cosiddetti a energia diretta».
Da un fascicolo riservato consegnato a Palazzo Chigi trapelano queste parole: «Tecnologie militari evolute anche di origine non terrestre potrebbero esporre in futuro intere popolazioni a conseguenze indesiderate. Gli incidenti di Canneto di Caronia potrebbero essere stati tentativi di ingaggio militare tra forze non convenzionali oppure un test non aggressivo».
«Qui è come se ci vedono e ci sentono», aveva detto infatti Pezzino osservando che, dopo essere entrato con altre persone in una stanza e aver notato che era stata risparmiata, questa aveva preso fuoco poco dopo. Pezzino è stato arrestato con l’accusa di essere l’autore dei roghi... Domandatevi il perché...
http://notizie.tiscali.it/cronaca/feeds/15/03/05/t_98_ADN20150305084734.html?cronaca
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2015/03/05/news/canneto_di_caronia_i_fuochi_misteriosi_erano_finti_arrestato_il_figlio_del_presidente_del_comitato_delle_vittime_avviso_d-108782940/
http://www.ufoforum.it/viewtopic.php?t=3619
http://misterobufo.corriere.it/2009/10/xfiles_ufo_avvistamenti_alieni.html
http://www.extremamente.it/2014/10/24/i-roghi-di-canneto-finalmente-insediato-il-nuovo-gruppo-di-studio/
http://www.marina.difesa.it/conosciamoci/organizzazione/comandienti/scientifici/idrografico/Documents/idrografico/documenti/aggiornamenti/2015/p6_03_15.pdf
http://www.relitti.it/relitti/generale/relitto.asp?IDRelitto=1302&relitto=ENRICO%20COSTA
http://www.lavocedinewyork.com/L-uomo-cane-era-Majorana/d/174/
http://zret.blogspot.it/2006/02/linascoltato-monito-di-ettore-majorana.html#.VQP5hdJwtcR
http://www.lavocedinewyork.com/Misteri-di-Sicilia-tra-emissioni-elettromagnetiche-e-incidenti-d-elicottero-parla-lo-scienziato-Francesco-Venerando-Mantegna/d/8530/
http://www.nexusedizioni.it/it/CT/antimateria-la-free-energy-di-ettore-majorana-265
http://www.antikitera.net/news.asp?id=11234&T=5
http://mag.wired.it/rivista/storie/caronia-experiment.html?page=4#content
http://www.clarbrunovedruccio.it/ita_chi_sono.htm
http://www.ansuitalia.it/Sito/index.php?mod=read&id=1266434782
http://www.altrainformazione.it/wp/2014/06/15/il-raggio-della-morte-non-una-leggenda/
Tratto da Ufoplanet.ufoforum.it & Progetto Atlanticus
fonte: freeondarevolution.blogspot.it
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