Firenze.
agosto.
giornate luminose, sole splendente.
bella città, elegante, godibile, viva, ricchissima d'arte, facile da girare.
due belle giornate in un'estate sfortunata.
agosto.
giornate luminose, sole splendente.
bella città, elegante, godibile, viva, ricchissima d'arte, facile da girare.
due belle giornate in un'estate sfortunata.
questo cos'è?
una copia della Battaglia di Anghiari, un affresco, con tecnica nuova e ardita, che Leonardo da Vinci avrebbe dovuto dipingere, in grandi e ambiziose dimensioni, nell'enorme salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio in competizione e sfida con Michelangelo, che avrebbe dovuto compiere un'impresa simile, un affresco gemello, sulla parete antistante. a causa dell'inadeguatezza della tecnica il dipinto venne lasciato incompiuto e, circa sessant'anni dopo, la decorazione del salone venne rifatta da Giorgio Vasari, non si sa se distruggendo i frammenti leonardiani o nascondendoli sotto un nuovo intonaco o una nuova parete: i saggi finora condotti non hanno sciolto il mistero.
una storia fantastica, con molti e diversi risvolti misteriosi, anche perché le copie del dipinto fanno pensare a un'opera straordinaria, per potenza ed espressività.
Anonimo Gaddiano (Cod. Magliab. XVII, 17, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze): Lionardo da Vinci fu nel tempo di Michele Agnolo: et di Plinio cavò quello stucco con il quale coloriva, ma non l'intese bene: et la prima volta lo provò in uno quadro nella Sala del Papa che in tal luogo lavorava, et davanti a esso, che l'haveva appoggiato al muro, accese un gran fuoco, dove per il gran calore di detti carboni rasciughò et secchò detta materia: et di poi la volse mettere in opera nella Sala, dove giù basso il fuoco agiunse et seccholla: ma lassù alto, per la distantia grande non vi aggiunse il calore et colò.
fonte: nuovateoria.blogspot.it
Nessun commento:
Posta un commento