martedì 30 settembre 2014
dead man walking
estratto da Wikipedia:
Dead Man Walking - Condannato a morte è un film del 1995 diretto da Tim Robbins, basato sull'omonimo romanzo autobiografico di suor Helen Prejean.
Trama
Un condannato a morte riceve la visita di una suora; il suo caso è disperato, manca poco al giorno dell'esecuzione. Matthew Poncelet, un bulletto di periferia, razzista e strafottente, insieme ad un suo complice, avrebbe ucciso una coppia di giovani fidanzati sorpresi in un boschetto e lo avrebbe fatto con una ferocia inaudita, dopo aver violentato la ragazza. Continua a professarsi innocente e scarica tutta la responsabilità sul presunto complice, che "se l'è cavata" con l'ergastolo perché ha avuto un difensore migliore. La suora, pur nutrendo fin dall'inizio sospetti sulla dichiarazione di innocenza del giovane condannato, fa di tutto per rinviare il giorno dell'esecuzione, in attesa di un riesame del caso. Tutti i tentativi sono vani. La famiglia di Poncelet accoglie la suora con diffidenza, lamentando che per colpa di Matthew adesso tutti i vicini li odiano ed i fratelli minori del condannato sono vittime di ingiurie e bullismo a scuola.
Non bastasse questo, Suor Helen, per nulla aiutata da stesso, che in una intervista televisiva si dichiara razzista e terrorista, deve anche subire l'ira dei genitori dei ragazzi trucidati che si sentono beffati dal tanto interesse che lei riserva ad un assassino piuttosto che alle vittime dei suoi crimini. Si aggiunga poi a tutto questo il poco apprezzamento della famiglia di Helen per tutta la vicenda, e il fatto che le povere bambine nere delle quali normalmente si occupava a tempo pieno, ora la scansano in quanto amica di un loro nemico.
Nel buio pesto di questa situazione Suor Helen scorge una piccola luce: Matt l'ha scelta come suo "consigliere spirituale", vale a dire l'unica persona che può assistere un condannato a morte nei suoi ultimi sei giorni e che può farlo fino all'ultimo istante.
Tra momenti di disperazione e di paura, Helen riesce a far breccia nel cuore di Matt che, salutati affettuosamente la madre ed i fratelli, mostrate a suor Helen le foto della propria figlia, da lui mai conosciuta, le confessa in lacrime, ad appena un quarto d'ora dalla sua fine di essere stato lui ad uccidere il ragazzo ed averne violentato la fidanzata, ottenendo così quella libertà evangelica che appartiene solo alla Verità. Matt ha ora la forza, nella camera della morte, di chiedere perdono al padre del ragazzo da lui ucciso ed augurare ai genitori della ragazza di poter trovare sollievo dalla sua esecuzione. Helen, che più volte si era chiesta perché stesse facendo tutto questo, ora trova una risposta più che esauriente.
Il film si conclude con il funerale di Matt, cui partecipa anche il padre del ragazzo da lui ucciso.
Commento
Dead man walking! è l'espressione che usano comunemente i carcerieri americani per annunciare l'ultima passeggiata del condannato diretto dalla sua cella al patibolo. Il film, nei minuti che precedono l'esecuzione, fa una descrizione quasi documentaristica, per colpire con la crudezza delle immagini, lasciando comunque alla riflessione dello spettatore qualsiasi giudizio.
D'altra parte è indubbio che il crescendo emotivo che porta al finale, sia creato per suscitare un senso di disgusto e un conseguente profondo disappunto verso la pratica della pena di morte, contro la quale il regista e sceneggiatore Tim Robbins, sua moglie Susan Sarandon e il loro amico Sean Penn, si battono da sempre, come attivisti politici, ben noti sotto questo profilo, soprattutto presso l'opinione pubblica americana.
Nella valutazione in chiave politica della sceneggiatura di questo film, non va sottovalutata la profonda critica alla società americana che sottende la vicenda del complice del protagonista giustiziato che, reo quanto il suo compagno, ha evitato la pena di morte potendosi permettere un difensore più abile di quello di Poncelet, affidatosi ad un avvocato d'ufficio incompetente.
La critica ha accolto positivamente il film nel suo complesso, riservando qualche appunto alla regia solo per alcune sottolineature di troppo nel drammatico finale. Unanimi i plausi per le interpretazioni della Sarandon e di Penn, intensi e misurati.
Tim Robbins, insieme alla messa in scena cinematografica, ne ha curata anche una per il teatro. In entrambi i casi l'adattamento dal libro di suor Helen Prejean ha subìto modifiche e semplificazioni. La differenza più grande è data dal fatto che suor Helen narra di due vicende distinte che nel film sono raccolte a formare un unico caso. Inoltre nella Louisiana si praticava la condanna a morte mediante sedia elettrica, mentre nel film viene praticata l'iniezione letale. In realtà la Lousiana in seguito è passata a questa seconda soluzione, che comunque si realizza manualmente e non in maniera semi-automatica come nel film.
TRAILER
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