sabato 14 dicembre 2013
ultimo post "rosso" di K
IL GREGGE
Sotto casa mia c’è un bellissimo gregge di pecore. Il loro manto chiaro spicca in questa giornata buia e uggiosa. I campanacci risuonano nel silenzio. Latrati di cani in lontananza. Guardo da questa finestra e le vedo bearsi di questo prato magnifico che vedo ogni giorno e di cui non colgo mai l’importanza. Io che vivo in una specie di paradiso naturale non sopporto nulla di ciò che mi sta attorno, benché ne percepisca la grandezza. Guardare gli animali che vivono in questo stato mi tranquillizza. Orami si è fatto buio e loro si sono posizionate a ridosso di un boschetto. Non si muoveranno da lì per tutta la notte e io sentirò i loro belati notturni, i campanacci, i ragli degli asini che li accompagnano. E quella roulotte del pastore che stazionerà qui sotto. Una realtà così lontana da sembrar irreale. Eppure ancora ogni anno si ripresenta. E ringrazio quel fottutissimo dio del cazzo che si sta prendendo gioco di noi che ancor riesce a comprendere l’importanza di una tale rappresentazione. Che una dimensione diversa è possibile. Mi sento catapultata in un soggetto d’arte campestre. Non so a quanti di voi possa capitare ancora una esperienza di questo tipo. Non so a quanti di voi è mai capitato di vedersi attraversare la strada da una volpe in piena notte. A me parecchie volte. Una sera mi sono fermata e lei pure: ci siamo guardate, a lungo. Ma sono stata io la prima a distogliere lo sguardo. E l’altro giorno percorrendo un tratto di strada fiancheggiato da prati mi sono imbattuta in un airone cenerino che se ne stava orgoglioso proprio sul bordo della strada. Una creatura fantastica alta quanto me a pochi passi da me. La vicinanza di queste creature mi entusiasma. Mi accorgo che sono l’unica a essere interessata a questo universo che ci vive accanto. Ma forse è meglio così. Appena la massa si interessa distrugge ogni cosa.
Stimo altamente di più questo gregge di pecore che il gregge di pecoroni umani putridi e infimi che affollano questo suolo credendosi gli unici padroni. Padroni a casa nostra, urlano a gran voce. Sto' cazzo, dico io. Puzzate molto più di qual si voglia animale.
Perché a volte è bello riversare semplici emozioni su un foglio bianco.
Kamala
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