domenica 8 novembre 2009
l'angolo storto della poesia di una demente senza speranza (2)
sempre in una fredda mattina, sempre nel 1989, stavolta a febbraio, dopo aver deglutito insistentemente il caffèlatte (che tra l'altro, in quell'occasione, mi ero traformata in una boa galleggiante, tanto ne avevo bevuto) scrissi con estremo sforzo, una roba dal titolo:
l'albergo dalle stelle che respirano
c'è una settantenne che vuole rifarsi una vita,
c'è un sordomuto che comunica con il cosmo,
c'è un bambino che gioca con la trottola.
Ognuno di loro sono stelle nella notte.
C'è un vecchio alcolizzato che suona la tromba,
c'è un nano che imita un cane,
c'è un ragazzo che sogna una parte di mondo
ancora inesplorato.
Tutti respirano in un albergo dai mattoni rossi.
C'è un marinaio che ascolta una conchiglia,
c'è uno scultore che modella una statuina,
c'è una divorziata che telefona ad un amico.
Tutti, tutti quanti sono stelle cadenti
il caffelatte gonfia lo stomaco. Sei una cicciona
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