sabato 31 dicembre 2016

Greg Lake



è stato un bassista, chitarrista, cantante e produttore discografico inglese.

Famoso per essere stato membro e cofondatore dei gruppi rock progressivo King Crimson e Emerson, Lake & Palmer, è probabilmente tra i musicisti più influenti del panorama del progressive degli anni settanta.

Biografia

Musicista, cantante e compositore di talento, Greg Lake, secondo alcuni avvicinabile a personaggi del livello di Leonard Cohen, Bob Dylan o Paul McCartney, è stato anche abile come produttore, apprezzato come bassista e chitarrista e, soprattutto, per la caratteristica e profonda voce: una delle più note e imitate nella storia della musica rock. Dopo un paio di singoli psichedelici con gli Shame e i Shy Limbs nel 1967, e dopo avere militato nei Gods con i futuri Uriah Heep, Ken Hensley e Lee Kerslake, avviene l'esordio nel mondo discografico nel 1969 quando Lake entra a far parte dei King Crimson per la realizzazione di In the Court of the Crimson King. Lake suona il basso elettrico, canta e compone, contribuendo non poco alla riuscita di questo disco che è considerato uno dei capostipiti del movimento rock progressivo e sedendosi, sebbene non specificamente accreditato, anche dietro al banco della produzione di quell'album storico.

Lake compie una tournée statunitense con il gruppo di Robert Fripp ed inizia a contribuire al loro secondo album, ma prima che questo sia terminato, se ne va per unirsi a Keith Emerson e Carl Palmer e dare vita nel 1970 al supergruppo Emerson, Lake & Palmer. Il loro esordio avviene al Festival dell'Isola di Wight. ELP diventano subito uno dei più popolari e conosciuti supergruppi del rock. Seguono diversi dischi nei quali Lake si destreggia fra vari strumenti, e compone alcune ballate ricordate tra i classici del rock progressivo. Collabora con l'ex King Crimson Peter Sinfield, con il quale Lake condivide affinità spirituali e artistico/culturali. Fonda e gestisce l'etichetta Manticore per la quale produce, tra gli altri, due band italiane: la Premiata Forneria Marconi (che diviene per semplicità PFM) e il Banco del Mutuo Soccorso (Banco).

Nel 1975 esce il primo singolo a suo nome I Believe in Father Christmas, filosofica riflessione sul Natale scritta a quattro mani con Sinfield che diviene un classico delle canzoni natalizie. Gira un suggestivo video per questa canzone nel deserto del Sinai.

Nel 1980 dopo 40 milioni di dischi venduti, gli Emerson, Lake & Palmer si sciolgono. Lake prosegue la carriera come solista pubblicando gli album Greg Lake e Manoeuvres. Contemporaneamente partecipa al tour giapponese degli Asia (gruppo progressivo nel quale milita anche Carl Palmer). Scrive canzoni con Bob Dylan, una delle quali trova posto nel citato primo album da solista. Nel 1986 Lake si riunisce a Emerson, stavolta però Cozy Powell sostituisce Palmer, all'epoca impegnato come già detto con il supergruppo Asia: i tre realizzano l'album omonimo.

Nel 1990 Lake compone la canzone Daddy in favore del National Center for Missing Exploited Children. Cresce il suo impegno in cause umanitarie. Nel 1992 avviene l'atteso ricongiungimento degli Emerson, Lake & Palmer, che nel giro di tre anni realizzano altrettanti album, l'ultimo dei quali con un produttore disastroso, nel ruolo un tempo di Lake. Nel 2001 va in tournée con Ringo Starr, ex Beatles, mentre nel 2003 partecipa a un concerto al club Ronnie Scott's di Londra, assieme ad altre star della musica, come iniziativa benefica con la quale vengono raccolte 400.000 sterline a favore della ricerca sul cancro. Nel 2004 collabora con Pete Townshend al singolo dei The Who Real Good Looking Boy. Il 2005 vede il grande ritorno sulle scene di Greg Lake con una propria band formata da giovanissimi talenti, per una tournée inglese, dalla quale è stato realizzato un doppio DVD. Successivamente ha suonato in USA al Nassau Coliseum come ospite d'onore della Trans Siberian Orchestra.

Nel 2010 dà vita ad un tour mondiale (USA, Giappone e Europa) con il suo vecchio compagno di ELP Keith Emerson, nel quale saranno impegnati a ricordare le proprie carriere. Il 28 novembre inizia a Piacenza al Teatro Municipale, un tour prima italiano e poi mondiale, Songs of a Lifetime che ripercorre tutta la sua prestigiosa carriera. Un successo clamoroso segna il suo rientro all'attività concertistica. Il 30 novembre 2012 è a Zoagli (GE) per una serata speciale autobiografica e musicale..

Il 9 gennaio 2016 il Conservatorio Nicolini di Piacenza conferisce il primo "Honorary Degree" della storia dei conservatori italiani a Greg Lake.

Si spegne il 7 dicembre 2016, dopo una battaglia contro il cancro.

Discografia

Da solista

1981 – Greg Lake
1983 – Manoeuvres
2013 – Songs of a Lifetime
2015 – Ride the Tiger (con Geoff Downes)

Album dal vivo

1995 – King Biscuit Flower Hour Presents Greg Lake in Concert
2007 – Greg Lake
2014 – Live from Manticore Hall

Raccolte

1997 – From the Beginning: The Music and Times of Greg Lake
2010 – From the Underground: The Official Bootleg
2010 – From the Underground Vol. II - Deeper into the Mine: An Official Greg Lake Bootleg

Con i The Shame

1967 – Don't Go Away Little Girl/Dreams Don't Bother Me (singolo)

Con gli Shy Limbs

1968 – Reputation/Love (singolo)

Con i King Crimson

1969 – In the Court of the Crimson King
1970 – In the Wake of Poseidon

Con gli Emerson, Lake & Palmer

1970 – Emerson, Lake & Palmer
1971 – Tarkus
1971 – Pictures at an Exhibition
1972 – Trilogy
1973 – Brain Salad Surgery
1974 – Welcome Back, My Friends, to the Show That Never Ends... Ladies and Gentlemen, Emerson, Lake & Palmer
1977 – Works Volume 1
1977 – Works Volume 2
1978 – Love Beach
1979 – In Concert
1992 – Black Moon
1993 – Live at the Royal Albert Hall
1994 – In the Hot Seat

Con gli Emerson, Lake & Powell

1986 – Emerson, Lake & Powell

fonte: Wikipedia



mind control

scienziati sviluppano “impianto cerebrale optoelettronico” in grado di controllare il cervello


La continua ricerca sul controllo mentale del cervello fa passi da gigante. Il nostro cervello spesso è bombardato e alterato per colpa dei media, i politici, le medicine che alterano la mente e le tossine ambientali. La scienza sta cercando una sorta di ricablaggio del cervello umano.
Di recente sono state introdotte nuove tecniche di controllo mentale che creano un’interfaccia cervello–computer, oppure son stati innestati sugli animali, impianti cerebrali optoelettronici, che dopo l’installazione nel cervello dei ratti, sono in grado di utilizzare le onde luminose  per eseguire vari comandi. Esistono anche altri metodi per il controllo mentale; manipolazione magnetica attraverso una polvere neurale, laser ad alta potenza ed anche il caricamento diretto dei contenuti del nostro cervello. Un “ingresso” della nostra mente nel regno digitale.
Fino a questo punto, gran parte della ricerca è stata focalizzata sulle diverse forme di impianti fisici per indirizzare i centri di memoria del cervello. I ricercatori del MIT stanno svelando un sistema di controllo remoto, di nuova generazione, che utilizza la luce al di fuori del cranio. Questa luce sarebbe in grado di influenzare la proteina responsabile per l’attività dei neuroni nel cervello.
Il comunicato stampa è stato pubblicato ed il programma è stato intitolato “Non-Invasive Brain Control”, mentre il meccanismo di controllo è stato etichettato con il nome di “Jaws”, ovvero squalo. Il Mit ha diffuso anche un video nel quale ha paragonato il macrocosmo della funzione del cervello a una città; una metropoli moderna sotto sorveglianza tecnocratica.
Mentre il comunicato stampa rende il motivo familiare a sradicare epilessia, disturbi neurologici e ripristinare la visione, nel video editor neuroscienze per la Natura, I-han Chou, cita il potenziale di modificare il comportamento e la personalità, prendendo il controllo fisico dell’organismo bersaglio, o darsi abilità sovrumane. Questo apre la porta a violazioni etiche che possono essere immaginate solamente grazie alla direzione presa dall’élite tecnocratica. In realtà, Chou parla di etica, ma solo dal punto di vista auto-aumento e “valorizzazione”.
Comunicato stampa:
Optogenetics, una tecnologia che permette agli scienziati di controllare l’attività cerebrale facendo brillare di luce sui neuroni, si basa sulle proteine sensibili alla luce che possono sopprimere o stimolare i segnali elettrici all’interno delle cellule. Questa tecnica richiede una sorgente di luce per essere impiantato nel cervello, dove può raggiungere le cellule da controllare. Gli ingegneri del Mit hanno ora sviluppato la prima molecola fotosensibile che consente ai neuroni di tacere, utilizzando una sorgente di luce esterna del cranio. Ciò permette di fare studi a lungo termine senza una sorgente luminosa impiantata. La proteina, conosciuta come Jaws, permette anche un maggior volume di tessuto su cui intervenire immediatamente.
Questo approccio non invasivo potrebbe spianare la strada per utilizzare optogenetics nei pazienti umani per trattare l’epilessia e altri disturbi neurologici, dicono i ricercatori, anche se saranno necessari altri test. Guidati da Ed Boyden, professore associato di ingegneria biologica e del cervello e scienze cognitive al MIT, i ricercatori hanno descritto la proteina del 29 giugno su Nature Neuroscience.
Optogenetics, una tecnica sviluppata nel corso degli ultimi 15 anni, è diventato uno strumento di laboratorio comune per arrestare o stimolanti specifici tipi di neuroni nel cervello, permettendo ai neuroscienziati di imparare molto di più sulle loro funzioni.
I neuroni da studiare devono essere finalizzati nel produrre proteine fotosensibili, conosciute come opsins, che sono canali o pompe che influenzano l’attività elettrica controllando il flusso di ioni sulle cellule. I ricercatori dovranno poi inserire una sorgente di luce, come una fibra ottica, nel cervello per controllare i neuroni selezionati.
Tali impianti possono essere difficili da inserire e possono essere incompatibile con molti tipi di esperimenti, come studi di sviluppo, durante il quale il cervello cambia dimensione, o di malattie neurodegenerative, durante il quale l’impianto può interagire con la fisiologia del cervello. Inoltre, è difficile effettuare studi a lungo termine di malattie croniche con tali impianti.
La diversità della natura Mining
Per trovare un’alternativa migliore, Boyden, Amy Chuong uno studente laureato, ed alcuni colleghi si sono “rivolti” al mondo naturale. Molti microbi e altri organismi usano opsins per rilevare la luce e reagire al loro ambiente. La maggior parte delle opsine naturali oggi utilizzate per optogenetics rispondono meglio alla luce blu o verde.
La squadra di Boyden aveva già individuato due pompe sensibili alla luce cloruro di litio che rispondono a luce rossa, che possono penetrare più in profondità nel tessuto vivente. Tuttavia, queste molecole, presenti nei batteri Haloarcula marismortui e Haloarcula vallismortis, non hanno indotto una fotocorrente abbastanza forte – una corrente elettrica in risposta alla luce – per essere utile nel controllo dell’attività neuronale.
Chuong deciso di migliorare la fotocorrente, cercando alcuni “parenti” di queste proteine e testando la loro attività elettrica. Ha poi costruito uno di questi parenti, facendo molti mutanti differenti. Il risultato di questa schermata, Jaws, ha mantenuto la sua sensibilità a luci rosse ma aveva una fotocorrente molto più forte – abbastanza per arrestare l’attività neurale.
“Questo esempio di come la diversità genomica del mondo naturale può produrre potenti reagenti che possono essere utili in biologia e neuroscienze”, dice Boyden, che è un membro del Media Lab del MIT e l’Istituto McGovern for Brain Research.
Usando questo opsin, i ricercatori sono stati in grado di arrestare l’attività neuronale nel cervello di topo con una sorgente luminosa esterna testa dell’animale. La soppressione si è verificato a una profondità di 3 millimetri nel cervello, ed è stato altrettanto efficace come quello di silenziatori esistenti che si basano su altri colori della luce distribuito mediante illuminazione invasiva convenzionale.

Ripristino visione
Lavorando con i ricercatori dell’Istituto Friedrich Miescher per la ricerca biomedica in Svizzera, il team del MIT ha anche testato la capacità di Jaws per ripristinare la sensibilità alla luce delle cellule della retina chiamati coni. Nelle persone con una malattia chiamata retinite pigmentosa, coni provocano la cecità.
Botond Roska e Volker Busskamp, due scienziati del Friedrich Miescher Institute, hanno già dimostrato che alcuni visioni possono essere ripristinate nei topi progettando quelle cellule cono per esprimere le proteine sensibili alla luce. Nel nuovo documento, Roska e Busskamp hanno testato la proteina Jaws nella retina di topo e hanno scoperto che più assomigliava opsine naturale dell’occhio e offriva una più ampia gamma di sensibilità alla luce, rendendo potenzialmente più utile per il trattamento di retinite pigmentosa.
Questo tipo di approccio non invasivo per optogenetics potrebbe anche rappresentare un passo verso lo sviluppo di trattamenti optogenetic per le malattie come l’epilessia, che potranno essere controllati chiudendo neuroni cilecca che causano crisi epilettiche, dice Boyden. “Dal momento che queste molecole provengono da specie diverse da esseri umani, molti studi devono essere fatti per valutare la loro sicurezza ed efficacia nel contesto del trattamento,” dice.
Il laboratorio di Boyden sta lavorando con molti altri gruppi di ricerca per testare ulteriormente la opsin Jaws per altre applicazioni. Il team sta anche cercando nuove proteine sensibili alla luce e sta lavorando su approcci di screening high-throughput che potrebbero accelerare lo sviluppo di tali proteine.
La ricerca al MIT è stata finanziata da Jerry e Marge Burnett, la Defense Advanced Research Projects Agency, il Science Program Human Frontiers, l’IET AF premio Harvey, il Janet e Sheldon Razin ’59 Fellowship del McGovern Institute del MIT, il New York Stem Cell Fondazione-Robertson Investigator Award, il National Institutes of Health, la National Science Foundation, e la Coulter Fondazione Wallace H.
PRIMI ESPERIMENTI SUGLI ANIMALI
Un team della Stanford University guidata dal professor Ada Poon, ha sviluppato un impianto cerebrale optoelettronico, che dopo l’installazione nel cervello di un ratto è in grado di utilizzare le onde luminose  per eseguire vari comandi.
In una serie di esperimenti, gli animali con un impianto elettro-ottico, hanno svolto attività assolutamente usuali, come ad esempio, quando gli animali hanno ricevuto un imput di luce, che ha dato loro ordini di iniziare a correre in cerchio, loro lo hanno fatto senza problemi. È questo modello di comportamento è stato stabilito nel programma dell’impianto. Dopo aver spento l’apparecchio, l’animale è ritornato al suo comportamento normale.
L’autore dello studio, Ada Poon, dchiara che: “l’impianto Electron-ottico è alimentato e controllato per mezzo di tecnologia wireless, che opera nella banda di frequenza radio. L’impianto Simbiotico, viene innestato chirurgicamente e gli impianti elettro-ottici vengono inseriti nei tessuti nervosi neuronali. Qusti tessuti neuronali, dopo un pochino di tempo, acquisiscono sensibilità alla funzione della luce, il che rende possibile la loro modifica a livello del gene”.
Questo settore della scienza si riferisce alla optogenetics – scienza, che permette di creare eccitazione neuronale per la modificazione genetica delle cellule. In precedenza, esperimenti simili sono stati effettuati, ma tecnologie wireless su tali impianti, vengono utilizzati per la prima volta. I vecchi dispositivi contengono un mucchio di fili e le batterie sono sufficientemente massiccie e ingombranti, causando paralisi alla circolazione degli animali.
Una delle parti del dispositivo viene applicato un LED e il resto include anche una parte di un circuito oscillante sintonizzato su una certa frequenza. Il generatore di oscillazione di frequenza radio può essere configurato per generare una o più frequenze simultaneamente, il che rende possibile “prendere il controllo” sia individuale che di un intero gruppo di animali in generale. Ovviamente, se ora questi esperimenti vengono eseguiti sugli animali, crediamo che in futuro (oppure già lo hanno fatto…), verranno aplicati anche agli Umani.
L’elemento di base con cui l’impianto viene fabbricato, sarebbe composto da materiale derivato da uno dei più semplici tipi di alghe, che sono in grado di muoversi nella direzione della sorgente luminosa. Di per sé, queste alghe sono inserite sulla superficie delle molecole della membrana cellulare della proteina fotosensibile. Quando la luce cade su di loro, il canale ionico (una proteina trans-membrana, cioè che attraversa la membrana cellulare) si apre appunto nella membrana cellulare, quindi la luce (fascio di luce) porta a variazioni del potenziale elettrico all’interno della cella, causando il conseguente movimento.
Fonte tratta dal sito .
fonte: https://wwwblogdicristian.blogspot.it

mercoledì 28 dicembre 2016

scie natalizie


un video (18) calzature



tipologie di calzature in situazioni e luoghi diversi.

Sulla pista di una discoteca tutti ballano tranne dei tacchi a spillo che abbandonano la pedana.

Su un autobus scarpe maschili si avvicinano a dei stivaletti con fibbia, tentando un contatto. Calcio di reazione e scesa rapida dal mezzo pubblico.

Ciabatte in camera da letto palleggiano una pallina da golf.

Stivali grandi da pesca impantanati nel fango, calciano pesci rossi direttamente in un canestro da basket.

Scarpe sportive attraversano un salone con dipinti e arazzi dirigendosi verso il balcone principale dove è posta una sedia. I piedi appoggiano sulla balaustra. Panoramica su una piazza del centro. Stacco. La persona si volta, sono io.

Leonard Cohen



è stato un cantautore, poeta, scrittore e compositore canadese.

Considerato uno dei più celebri, influenti e apprezzati cantautori, nelle sue opere Cohen esplora temi come la religione, l'isolamento e la sessualità, ripiegando spesso sull'individuo. Vincitore di numerosi premi e onorificenze, è stato inserito nella Rock and Roll Hall of Fame, nella Canadian Songwriters Hall of Fame e nella Canadian Music Hall of Fame. È inoltre stato insignito del titolo di Compagno dell'Ordine del Canada, la più alta onorificenza concessa dal Canada, e nel 2011 ricevette il Premio Principe delle Asturie per la letteratura.

Biografia

Leonard Cohen è nato a Montréal nel 1934 da una famiglia ebraica immigrata nel Canada. Suo padre, morto quando Leonard aveva 9 anni, era polacco, mentre sua madre era di origine lituana, ed era la figlia dello scrittore talmudico Solomon Klonitsky-Kline. Cresciuto nel quartiere di Westmount (enclave anglofona della città), si iscrive all'università McGill di Montréal, dove si laurea in letteratura inglese nel 1955. Il periodo universitario vede i suoi inizi nella poesia. La sua prima raccolta vede la luce nel 1956, con il titolo di Let Us Compare Mythologies.

Un primo album di reading esce nel 1957 con il titolo di Six Montreal Poets e contiene otto poesie recitate da Cohen. Nel 1961 viene pubblicata la raccolta di poesie The Spice-Box of Earth. La raccolta riceve critiche positive, con il critico Robert Weaver che lo definisce "probabilmente il migliore giovane poeta contemporaneo del Canada anglofono". Si trasferisce quindi a Hydra, un'isoletta in Grecia famoso rifugio di artisti, da dove nei primi anni sessanta pubblica raccolte di poesie (tra cui Flowers for Hitler) e due romanzi: Il gioco favorito (The Favourite Game, 1963) e Belli e perdenti (Beautiful Losers, 1966). Nel primo di essi scrive sull'importanza data alla parola e nello stesso tempo sulla difficoltà di comprenderla:

« Vorrei dire tutto ciò che c'è da dire in una sola parola. Odio quanto possa succedere tra l'inizio e la fine di una frase »

Il primo disco da cantautore, Songs of Leonard Cohen del 1967, non ottenne un gran successo per via dei temi trattati: erano gli anni della spensieratezza hippy e un disco su suicidio e morte andava controcorrente. Per questo motivo molte recensioni dell'epoca stroncarono l'album, ritenendolo troppo triste e depresso. Il riscatto sarebbe venuto, anche se anni più tardi, e oggi il primo disco di Cohen viene ritenuto da molti il suo miglior lavoro. Questo disco delinea il suo profilo di cantautore-poetaː tutti i brani sono pervasi da misticismo e grande malinconia. Agli inizi della sua carriera di cantautore, per via del carattere introverso, gli operatori dello studio di registrazione erano soliti arredare quest'ultimo affinché somigliasse alla sua stanza da letto, e in questo modo il poeta vinceva la paura e riusciva a cantare, sentendosi a casa propria.

Il secondo disco Songs from a Room esce nel 1969 e ne decreta il successo in hit parade: in Canada arriva decimo, mentre in Inghilterra al secondo posto. Questo album propone canzoni che sono divenute pietre miliari, come la bellissima Seems so long ago, Nancy o la celeberrima Bird on the Wire. Con il terzo disco Cohen entra nell'olimpo dei cantautoriː Songs of Love and Hate viene definito uno dei migliori dischi dell'anno. Nel 1970 Cohen si esibisce in tour per la prima volta, con concerti negli Stati Uniti, Canada e in Europa, dove appare nel Festival dell'Isola di Wight. Nel 1972 fa un secondo tour, in Europa e Israele.

Seguirà una raccolta di canzoni live, Live Songs, e nel 1974 il quarto disco in studio, New Skin for the Old Ceremony, con cui inizia la sua collaborazione con il pianista e arrangiatore John Lissauer. Con il disco del 1977 Death of a Ladies' Man, arrangiato con la collaborazione di Phil Spector, Cohen comincia a utilizzare un suono più pieno e meno acustico, prediligendo molti strumenti piuttosto che la sola chitarra classica. Al disco parteciperanno altri musicisti, tra i quali compare anche Bob Dylan.

Segue Recent Songs nel 1979, dove l'artista ritorna a un sound folk più simile agli esordi, e nel 1984 Various Positions, un album folk rock dal sound sperimentale, poco gradito ai fan e alla critica, che lo bollarono come non pienamente riuscito, seppur contenente la sua hit più celebre, Halleluja, canzone manifesto del cantautore canadese e diventata una delle ballate più famose al mondo. Nel 1988 è la volta di I'm Your Man, disco nel quale Leonard abbandona la chitarra per passare alla tastiera. Nel 1992 esce The Future, che si aggiudica il doppio disco di platino in Canada e il disco d'argento nel Regno Unito.

Nel 1994 esce il secondo disco dal vivo, Cohen Live, e nel 1997 la seconda raccolta di successi More Best of Leonard Cohen. Negli anni novanta Cohen si trasferisce in un monastero buddhista sulle colline di Los Angeles, e nel 2001 rientra con il live registrato durante il tour del 1979 (Field Commander Cohen: Tour of 1979) e un nuovo disco di inediti, Ten New Songs. Il 2002 è l'anno di uscita di The Essential Leonard Cohen, altra raccolta di successi dopo quella del 1989. In seguito ad altri due anni di attesa Cohen pubblica un disco di inediti da studio Dear Heather, scritto con la sua corista storica Sharon Robinson. Il disco ottenne ottimo successo di pubblico, ma altalenanti risultati per quanto concerne la critica. Seguono ben tre album live, tra cui Live at the Isle of Wight che riprende il vecchio concerto del 1970 all'Isola di Wight e Live in London. Il 30 gennaio 2012 è stato pubblicato Old Ideas, che ha seguito Songs from the Road (dal vivo) del 2010. Il 22 settembre 2014 esce Popular Problems, tredicesimo album in studio contenente nove brani inediti. Dal 19 agosto dello stesso anno, viene pubblicato sulle maggiori piattaforme di streaming il brano Almost Like the Blues. Nell'ottobre 2016 esce l'ultimo album del cantautore canadese, You Want It Darker.

Poche settimane dopo, la notte del 7 novembre 2016, Leonard Cohen si spegne a seguito di una caduta nella sua abitazione di Los Angeles. La notizia del decesso viene resa nota il 10 novembre.

Vita privata

Leonard Cohen ha avuto due figli, Adam (anch'egli cantautore) e Lorca, entrambi da una relazione con l'artista Suzanne Elrod. Ha avuto anche una lunga relazione sentimentale con l'attrice Rebecca De Mornay.

Brani celebri

Alla musica, Cohen si avvicina grazie alla cantante e amica Judy Collins che per prima ne interpreta alcune canzoni e lo esorta a tentare la fortuna con la musica, spingendolo a suonare e cantare in pubblico. La sua canzone Suzanne del 1966 ne decreta il successo universale. Altri brani celebri di Cohen sono: Famous Blue Raincoat, The Partisan, So Long Marianne, Chelsea Hotel #2, Sisters of Mercy, Hallelujah, resa ancor più famosa dalle molteplici cover, in particolare da quelle di Jeff Buckley, Bob Dylan (eseguita in più concerti durante il 1994, ma mai pubblicata ufficialmente), Bon Jovi e John Cale, Waiting for the Miracle, Tower of Song, First We Take Manhattan (molto nota è la cover di Joe Cocker) e Bird on a Wire. Da segnalare anche il film I'm a Hotel (1985).

Famous Blue Raincoat è la lettera di un uomo al suo migliore amico, con cui sua moglie lo ha tradito tempo prima. Non vi è tuttavia odio o risentimento nelle parole dell'autore, bensì nostalgia, e addirittura gratitudine per aver tolto dagli occhi della donna quella tristezza che il marito credeva impossibile superare: "E se mai dovessi tornare indietro / per Jane o per me / sappi che il tuo nemico è addormentato / e la sua donna è libera". Sisters of Mercy, in base alle note nel suo Greatest Hits, evoca l'incontro con due donne di nome Barbara e Lorena in una camera d'albergo a Edmonton, Canada. Chelsea Hotel # 2 tratta della sua breve relazione con Janis Joplin senza sentimentalismo, ma il brano rivela la presenza di un certo affetto. Cohen descrive la canzone in un'intervista filmata per il concerto-tributo a lui dedicato: egli conferma inoltre che il soggetto è effettivamente Janis con qualche evidente imbarazzo. "Lei non mente", egli dichiara, "ma mia madre sarebbe inorridita". Il suo Greatest Hits è stato eletto da una rivista inglese[quale e dove?] «l'album più deprimente di sempre», ma ha conquistato la rivista Rolling Stone che gli ha attribuito il massimo punteggio.

Stile musicale e temi trattati

I temi ricorrenti nei suoi lavori comprendono l'amore e il sesso, la religione, la depressione psicologica, e la musica stessa. Ha inoltre scritto alcuni brani politici, anche se talvolta trattando il tema ambiguamente. Suzanne mescola la meditazione religiosa a una malinconica canzone d'amore, temi che si incontrano anche in Joan of Arc.

Autore di testi toccanti, arrangiatore geniale e cantante dalla "voce di rasoio arrugginito" ("Sono nato così, non avevo scelta, sono nato con il dono di una voce d'oro..." canta in Tower of Songs), Cohen rivoluziona la figura del cantautore avvicinandolo al poeta (ma si ricordi che artisticamente Leonard Cohen nasce come poeta prima che cantautore). Sin dagli anni sessanta ha lavorato come compositore per l'industria cinematografica e televisiva: la sua più importante collaborazione è stata Assassini nati - Natural Born Killers, per il regista Oliver Stone, in cui la cinica The Future è il tema principale.

Religione

Cohen proviene da una cultura ebraica, questo si riflette in Story of Isaac e anche in Who by Fire, le cui parole e la melodia rievocano il Unetaneh Tokef, una poesia liturgica dell'XI secolo su Rosh haShana e Yom Kippur. Ma i temi giudaico-cristiani spiccano soprattutto nell'album Various Position: ne è un palese esempio la celeberrima Hallelujah, che inizia evocando il biblico re David, mentre compone un brano per "il piacere del Signore", e prosegue con i riferimenti a Betsabea e Sansone.

Cohen si è avvicinato al buddismo almeno dal 1970 e nel 1996 ne è stato ordinato monaco ed ha passato gran parte degli anni novanta nel monastero buddhista di Mount Baldy, in California, prendendo il nome di Jikan (che significa "silenzioso"). Tuttavia, egli si considera ancora ebreo: "Non sto cercando una nuova religione. Sono molto felice con la vecchia, con l'ebraismo". Egli è descritto come un ebreo "attento" in un articolo del New York Times, affermando che mantiene anche il sabato come giorno di riposo e si è esibito per i soldati israeliani nel corso del 1973 durante la guerra arabo-israeliana.

Giustizia sociale

La giustizia sociale spesso si presenta come tema fondamentale nel suo lavoro, dove, soprattutto nell'ultimo periodo, spiega la politica di sinistra, anche se con elementi culturalmente conservatori. In Democracy lamenta "le guerre contro il disordine / ... le sirene il giorno e la notte / ... gli incendi dei senzatetto / ... le ceneri dei gay", e conclude che gli Stati Uniti in realtà non sono una democrazia. In Tower of Song ha osservato che "i ricchi hanno i loro canali nelle camere da letto dei poveri". Nel brano dal titolo The Future prevede un futuro oscuro per il mondo, ma getta una speranza, un pensiero ottimista verso l'amore, il quale potrà salvarci: "Ho visto il luogo e le nazioni in autunno / ... / Ma l'amore è l'unico motore di sopravvivenza".

Depressione

Sofferente di depressione durante gran parte della vita (anche se in modo meno spiccato con l'inizio della vecchiaia), Cohen ha scritto molto - in particolare nella sua opera giovanile - sui temi della depressione e del suicidio. La moglie del protagonista di Beautiful Losers si suicida; Seem so long ago, Nancy parla di una ragazza, veramente esistita e conosciuta da Cohen, che si spara alla testa con una 45 Magnum; il suicidio è menzionato anche nella cupamente comica One of us cannot be wrong; Dress Rehearsal Rag, tratta della decisione di non uccidere se stessi presa un minuto prima di commettere l'atto. Un generale clima di depressione pervade canzoni come Please Don't Pass Me By e Tonight Will Be Fine. Come nella suddetta Hallelujah, la musica stessa è il soggetto di numerose canzoni, tra cui Tower of song, A Singer Must Die e Jazz Police.

Aborto

Diverse canzoni parlano di aborto, come qualcosa di sgradevole o addirittura atroce. Il brano Diamonds in the Mine declama che "la rivoluzione dell'orgoglio / ha addestrato un centinaio di donne / pronte a uccidere un bambino non ancora nato". In The Future canta sarcasticamente: "Distruggi ora un altro feto / non ci piacciono affatto i bambini". In Story of the Street Cohen recita "l'età della lussuria è il parto / ed entrambi i genitori chiedono / all'infermiera di raccontare loro favole / da entrambi i lati del vetro."

Sostegno agli oppressi e impegno contro la guerra

In The Land of Plenty, stigmatizza gli Stati Uniti (se non l'intero opulento Occidente): "Possa la luce della terra dell'abbondanza / riflettere sulla verità prima o poi". Anche la guerra è uno dei temi cardineː si ricorda Story of the Street, nella quale un verso annuncia l'inevitabile scoppio di una terza guerra mondiale: "Prima o poi la guerra arriverà". Durante un'intervista, dopo un concerto del 1974, Cohen ha addirittura annunciato di non considerarsi un uomo, bensì un soldato. In Field Commander Cohen arriva appunto a immaginare sé stesso, benché in modo metaforico, come un soldato o spia della [[stato socialista|socializzazione}} di Fidel Castro a Cuba.

Profondamente toccato da incontri con entrambi i soldati israeliani e arabi, ha lasciato il paese per scrivere Lover Lover Lover, che è stato spesso interpretato come una rinuncia personale di prendere qualsiasi parte in tale conflitto, tuttavia il brano termina con la speranza che la sua canzone servirà all'ascoltatore come "uno scudo contro il nemico". Negli ultimi anni di vita la sua strategia è stata di adottare una vita sottotono, come in Beautiful Losers. Sia la registrazione di The Partisan, una canzone francese sulla resistenza di Anna Marly ed Emmanuel d'Astier, sia la sua The Old Revolution, scritta dal punto di vista di una sconfitta realista, mostrano la sua simpatia e sostegno per gli oppressi.

Cohen unisce una buona dose di pessimismo politico-culturale con una grande dose di umorismo e l'accettazione e la comprensione. Il suo umorismo si sostiene tramite un'analisi autoironica, come per esempio in Tower of song, brano nel quale canta ironicamente che era "nato con il dono / di una voce d'oro". A volte, per marcare maggiormente l'ironia del brano, canta con voce volutamente sporca e arrocchita, ne è fulgido esempio Diamond in the Mine, oppure l'urlo stonato che chiude One of Us Cannot Be Wrong.

Importanza storica

Musicalmente, i primi brani di Cohen sono radicati nella musica popolare europea. Nel 1970 ha impregnato il suo materiale di sonorità pop, cabaret e musica world. Dal 1980 la sua voce alta e baritonale si è adattata a registri più bassi, con l'accompagnamento di sintetizzatori elettronici e il sostegno di cori femminili. È stato inserito nella Music Hall of Fame e insignito del titolo di Companion dell'Ordine del Canada, la più alta onorificenza civile che la nazione conosca.

Nel giorno della sua introduzione al Rock and Roll Hall of Fame americana, avvenuta il 10 marzo 2008, Lou Reed lo ha descritto come il "cantautore più grande e più influente". Nel 1987 è uscito un album di Jennifer Warnes con canzoni solo di Cohen. Il brano Sisters of Mercy ha dato il nome al gruppo inglese Sisters of Mercy. Nel 2003 la canzone By the Rivers Dark è stata utilizzata come tema del film documentario Il Grande Nord di Nicolas Vanier.

Nel 2005 si è tenuto all'Opera House di Sydney un concerto-tributo a Cohen, da cui è stato tratto il film Leonard Cohen: I'm Your Man. Nel 2006 è uscito Blue Alert di Anjani. Nel 2007 la canzone Hey, That's No Way to Say Goodbye è stata utilizzata per spot televisivi della BMW. Le sue canzoni sono state cantate da moltissimi. Tre album di fan, sono:

I'm Your Fan (1991), con suoi brani rifatti da The House of Love, Ian McCulloch, Pixies, That Petrol Emotion, The Lilac Time, Geoffrey Oryema, James, Jean-Louis Murat, David McComb & Adam Peters, R.E.M., Lloyd Cole, Robert Forster, Peter Astor, Dead Famous People, Bill Pritchard, Fatima Mansions, Nick Cave and the Bad Seeds e John Cale.

Tower of Song (1995), con Don Henley, Trisha Yearwood, Sting & the Chieftans, Bono, Tori Amos, Aaron Neville, Elton John, Willie Nelson, Peter Gabriel, Billy Joel, Jann Arden, Suzanne Vega e Martin Gore.

I'm Your Man (2006), con Martha Wainwright, Teddy Thompson, Nick Cave, Kate and Anna McGarrigle, Beth Orton, Rufus Wainwright, Antony, Jarvis Cocker, The Handsome Family, Perla Batalla, Rufus Wainwright, Nick Cave, Julie Christensen, Teddy Thompson, Linda Thompson, U2 e Laurie Anderson

Influenza italiana

In Italia Leonard Cohen è stato tradotto e cantato negli anni settanta da Claudio Daiano, che gli ha dedicato un intero album, Io come chiunque (Sulla pista di Cohen), e da Fabrizio De André in alcune occasioni: It Seems So Long Ago, Nancy (tradotta con semplicità Nancy); Suzanne, (stesso titolo) Joan of Arc (Giovanna d'Arco). La stessa Suzanne ha conosciuto molti altri interpreti, mentre un altro suo classico Famous Blue Raincoat (La famosa volpe azzurra, con il testo italiano di Fabrizio De André e Sergio Bardotti) è stata incisa da Ornella Vanoni; altre sue traduzioni sono state curate da Francesco De Gregori, Luigi Grechi, Francesco Baccini ed Enrico Nascimbeni. Ma molteplici sono i cantautori italiani che devono - consapevolmente o meno - la propria ispirazione artistica a Cohen: Roberto Vecchioni nel suo album Milady include una canzone intitolata "Leonard Cohen" (col titolo che include le stesse virgolette), la cui melodia si ispira palesemente alla stessa Suzanne.

De Gregori ha spesso citato canzoni di Cohen nei suoi primi dischi: si ricordano Alice (nella quale viene nominata Lili Marleen, personaggio presente nel disco Song of Love and Hate) oppure Marianna al bivio nel verso "ma Suzanne non l'ho dimenticata"; o ancora un verso di Buonanotte fratello che recita "invece era soltanto una stazione", stessa frase della canzone Lady Winter; o La casa di Hilde che riprende più versi o immagini da Story of Isaac. Si può affermare che le canzoni dei primi due lavori Theorious Campus (dove i "dischi di Leonard Cohen" sono nominati) e Alice non lo sa siano immerse in atmosfere palesemente coheniane. Nel 1995 ha eseguito dal vivo un brano Il futuro, tradotto assieme a Mimmo Locasciulli, ripreso nella tournée del 2013. Il brano Belle Epoque inserito nel suo recente album Sulla strada risente di forti influenze coheniane. Un più recente tributo italiano a Cohen è arrivato nel 2006 da Stefano Cisco Bellotti, ex cantante dei Modena City Ramblers, nel suo primo album da solista La lunga notte, in cui ha reinterpretato la famosa canzone di Cohen dal titolo Sisters of Mercy.

Cultura di massa

Una sua canzone, First We Take Manhattan, ritorna in diverse occasioni nel libro di Mus'ab Hasan Yusuf The Green Prince, così come nell'omonimo film. Essa è utilizzata per piegare i prigionieri durante la sua prima detenzione. Mus'ab Hasan Yusuf afferma che nonostante l'esperienza traumatica Leonard Cohen sarebbe diventato uno dei suoi cantautori preferiti.

Discografia

Album in studio

1967 – Songs of Leonard Cohen (Columbia Records)
1969 – Songs from a Room (Columbia Records)
1971 – Songs of Love and Hate (Columbia Records)
1974 – New Skin for the Old Ceremony (Columbia Records)
1977 – Death of a Ladies' Man (Columbia Records)
1979 – Recent Songs (Columbia Records)
1984 – Various Positions (Columbia Records)
1988 – I'm Your Man (Columbia Records)
1992 – The Future (Columbia Records)
2001 – Ten New Songs (Columbia Records)
2004 – Dear Heather (Columbia Records)
2012 – Old Ideas (Columbia Records)
2014 – Popular Problems (Columbia Records)
2016 – You Want It Darker (Columbia Records)

Album tributo

anno titolo autore etichetta

1987 Famous Blue Raincoat Jennifer Warnes Cisco
1991 I'm Your Fan Artisti vari Sony Music
1995 Tower of Song Artisti vari A&M Records
2006 I'm Your Man Artisti vari Verve
2008 Book of Longing Philip Glass Orange Mountain

Leonard Cohen in italiano

Le canzoni di Leonard Cohen sono state spesso tradotte in italiano (Claudio Daiano ha dedicato all'autore un intero album, intitolato Io come chiunque (Sulla pista di Cohen), nel 1974); di seguito riportiamo un elenco non esaustivo delle principali cover (con l'indicazione del titolo in italiano, dell'interprete e dell'anno di pubblicazione).

Anno Titolo originale Titolo italiano Autore del testo in italiano Esecutori

1970 So long, Marianne A presto Marianne Francesco De Gregori Francesco De Gregori e Giorgio Lo Cascio
1970 Suzanne Suzanne Francesco De Gregori Giorgio Lo Cascio
1970 Tonight will be fine Un letto come un altro Francesco De Gregori Francesco De Gregori
1971 Joan of Arc La ballata di Giovanna d'Arco Carlo Alberto Contini Kamsin
1972 Suzanne Suzanne Fabrizio De André Fabrizio De André
1972 Joan of Arc Giovanna d'Arco Fabrizio De André Fabrizio De André
1974 You Know Who I Am Tu sai chi sono Claudio Daiano Claudio Daiano
1974 Tonight Will Be Fine Mi straccerai Claudio Daiano Claudio Daiano
1974 Hey, That's No Way to Say Goodbye Non trovo il modo di andarmene Claudio Daiano Claudio Daiano
1974 Seems So Long Ago, Nancy Sembra tanto tempo fa, Nancy Claudio Daiano Claudio Daiano
1974 Teachers Maestri Claudio Daiano Claudio Daiano
1974 The Butcher Il macellaio Claudio Daiano Claudio Daiano
1974 One of Us Cannot Be Wrong Uno di noi non può sbagliare Claudio Daiano Claudio Daiano
1974 The Partisan Il partigiano Claudio Daiano e Bruno Lauzi Claudio Daiano
1974 Bird on a Wire Come un uccello sul ramo Claudio Daiano Claudio Daiano
1975 Seems So Long Ago, Nancy Nancy Fabrizio De André Fabrizio De André
1979 One of Us Cannot Be Wrong La regola d'oro Luigi Grechi Luigi Grechi
1980 Famous Blue Raincoat La famosa volpe azzurra Fabrizio De André e Sergio Bardotti Ornella Vanoni
1983 Suzanne Suzanne Fabrizio De André Mia Martini
1998 The Future Il futuro Francesco De Gregori Mimmo Locasciulli
1998 Famous Blue Raincoat Famous Blue Raincoat Lalli Lalli
2002 Hallelujah Allelujah Francesco Baccini ed Enrico Nascimbeni Francesco Baccini
2010 Ballad of the absent mare La ballata della cavalla assente Marco Ongaro Marco Ongaro
2010 Memories Ricordi Marco Ongaro Marco Ongaro
2014 The Future Il futuro Francesco De Gregori Francesco De Gregori

Opere letterarie e raccolte di testi di canzoni

1956 Confrontiamo allora i nostri miti, tr. Giancarlo De Cataldo e Damiano Abeni, Roma: Mimimum fax, 2009 [ISBN 978-88-7521-215-5, titolo originale Let us compare mythologies] (raccolta di poesie)

1961 Le spezie della terra, tr. Giancarlo De Cataldo e Damiano Abeni, prefazione di Moni Ovadia, Roma: Mimimum fax, 2010 [ISBN 978-88-7521-245-2, titolo originale The Spice-Box of Earth] (raccolta di poesie)

1963 Il gioco favorito, tr. Anna Chiavatti e Francesca Valente rivista da Amleto Lorenzini, Milano: Longanesi, 1975; poi tr. Chiara Vatteroni, Il gioco preferito, postfazione di Simone Barillari, Roma: Fazi, 2002 [titolo originale The Favourite Game ISBN 88-8112-358-4, ed. tascabile ISBN 978-88-7521-502-6] (romanzo)

1964 Flowers for Hitler (raccolta di poesie)

1966 Belli e perdenti, tr. Bruno Oddera, Milano: Rizzoli, 1972; poi tr. Francesca Lamioni, a cura di Simone Barillari, Roma: Fandango, 2003 ISBN 88-87517-45-2, poi con il titolo originale, Roma: Minimum Fax, 2014 ISBN 978-88-7521-587-3, titolo originale Beautiful Losers] (romanzo)

1966 Parassiti del Paradiso, tr. Giancarlo De Cataldo e Damiano Abeni, prefazione di Suzanne Vega, Roma: Minimum fax, 2011 [ISBN 978-88-7521-339-8, titolo originale Parasites of Heaven] (raccolta di poesie)

1968 Selected Poems (antologia di poesie)

1972 L'energia degli schiavi, tr. Giancarlo De Cataldo e Damiano Abeni, Roma: Minimum fax, 2003 [ISBN 88-87765-82-0, titolo originale The Energy of Slaves] (raccolta di poesie)

1976 Leonard Cohen. Tutti i testi delle canzoni con un'intervista di Alberino Daniele Capisani, scritti di Michele Straniero e Luigi Granetto, grafica di Davide Antolini. Verona: Anteditore, 1976

1978 Morte di un casanova, tr. Giancarlo De Cataldo e Damiano Abeni, prefazione di Vasco Brondi, Roma: Minimum Fax, 2012 [ISBN 978-88-7521-433-3, titolo originale Death of a Lady's Man] (raccolta di poesie)

1984 Libro della misericordia, tr. Francesca Piviotti Inghilleri e Armando Pajalich, Venezia: Supernova, 2000 ISBN 88-86870-40-X; poi tr. Giancarlo De Cataldo e Damiano Abeni, prefazione di Leonardo Colombati, Roma: Minimum Fax, 2013 [ISBN 978-88-7521-501-9, titolo originale Book of Mercy] (raccolta di prose poetiche)

1984 Poesie e canzoni, a cura di Amleto Lorenzini, Roma: Salerno, 1984 (antologia)

1993 Stranger Music, tr. Alessandro Achilli, Milano: Baldini e Castoldi, 1997 [ISBN 88-8089-267-3, titolo originale Stranger Music] (raccolta di poesie e testi di canzoni)

1993 Il tormento della bellezza, a cura di Dionisio Bauducco, Salerno: Ripostes, 1993; poi come I simulacri della bellezza, Viterbo: Stampa alternativa, 2003 ISBN 88-7226-762-5 (raccolta di poesie e testi di canzoni)

1993 Canzoni da una stanza, tr. Massimo Cotto rivista da Amleto Lorenzini, Milano: Arcana, 1993 (ISBN 88-7966-016-0, raccolta di testi di canzoni)

1998 Le mie canzoni sono come le Volvo: durano trent'anni, a cura di Marco Spagnoli e Giuseppe Episcopo, Viterbo: Stampa alternativa, 1998 [collana "Millelire", ISBN 88-7226-417-0] (antologia da interviste)

2003 Canzoni scelte, tr. e introduzione di Paolo Parisi Presicce, Roma: Polo books, 2003 (ISBN 88-87577-64-8, antologia di testi di canzoni)

2006 Il libro del desiderio, tr. Livia Brambilla e Umbero Fiori, Milano, Mondadori, 2006 [ISBN 978-88-04-57434-7, titolo originale Book of Longing] (raccolta di poesie)

2008 La solitudine della forza, a cura di Branko Gorjup, tr. Francesca Valente, Ravenna: Longo, 2008 [ISBN 978-88-8063-580-2, titolo originale The Peter Paul Charitable Foundation of English Canadian Poetry: Leonard Cohen] (antologia di poesie)

2014 Hallelujah, a cura di Roberto Caselli, Roma: Arcana, 2014 ISBN 978-88-6231-402-2 (raccolta di canzoni commentata)

Saggi

Brunetto Salvarani e Odoardo Semellini, Il Vangelo secondo Leonard Cohen. Il lungo esilio di un canadese errante, Torino: Claudiana, 2010 ISBN 978-88-7016-789-4

Biografie

Ira B. Nadel, Una vita di Leonard Cohen, tr. Antonio Vivaldi, Firenze, Giunti, 2011, ISBN 978-88-09-75293-1.

Sylvie Simmons, I'm Your Man. Vita di Leonard Cohen, tr. Yuri Garrett, Roma: Caissa Italia, 2013 ISBN 978-88-6729-019-2

Premi

Cohen ha ricevuto diversi premi:

Nel 1968 ha rifiutato un Governor General's Award (in lingua inglese per la categoria poesia o teatro) per le sue poesie del periodo.

Nel 1991 Cohen è stato inserito nella Canadian Music Hall of Fame.

Nel 1993 Cohen ha vinto il Premio Juno Maschio Vocalist of the Year.

Nel 1994 Cohen ha vinto un altro Juno Award questa volta per Songwriter of the Year.

Nel 1996 fu ordinato monaco buddista Rinzai.

Nel 2002 gli è stato assegnato un Premio SNEP per più di 100.000 copie vendute dell'album Ten New Songs in Francia.

Nel 2004 Belli e perdenti è stato scelto per l'inclusione in Canada Letture 2005.

Nel 2006 Cohen è stato inserito nella Hall of Fame dei cantautori canadesi.

Nel 2007 Cohen ha ricevuto un Grammy per l'Album dell'anno come un artista in primo piano su Herbie Hancock's River: The Joni Letters.

Nel 2008 Cohen è stato inserito nel Rock and Roll Hall of Fame.

Onorificenze

Onorificenze canadesi

Ufficiale dell'Ordine del Canada - nastrino per uniforme ordinaria Ufficiale dell'Ordine del Canada

«Poeta, cantautore e scrittore, è uno degli scrittori più popolari e influenti della sua generazione il cui lavoro è stato acclamato dalla critica di tutto il mondo e ha reso la letteratura canadese familiare ai lettori all'estero. Immagini di bellezza, disperazione, rabbia e tenerezza si trovano nella sua poesia lirica e nella sua prosa, i cui temi dell'amore, della perdita e della solitudine toccano un accordo universale in tutti noi.»

— nominato il 19 aprile 1991, investito il 30 ottobre 1991

Compagno dell'Ordine del Canada - nastrino per uniforme ordinaria Compagno dell'Ordine del Canada

«Conosciuto per il suo immaginario sorprendente e le suggestive descrizioni della condizione umana, Leonard Cohen ha la particolarità di creare un corpo di lavoro che è rimasto contemporaneo e significativo attraverso tre decenni di spostamento di gusti musicali ed estetici. Il suo album del 1992, The Future, ha introdotto il suo stile poetico a una nuova generazione di ascoltatori. Nel 2001, ha pubblicato il suo dodicesimo album, con dieci nuovi brani. È salito in cima alle classifiche, raggiungendo il disco d'oro e il disco di platino in Canada e in diversi altri paesi. La sua popolarità continua conferma il suo status di icona canadese e di venerato decano del movimento della cultura pop.»

— nominato il 10 ottobre 2002, investito il 24 ottobre 2003

Grand'Ufficiale dell'Ordine Nazionale del Quebec - nastrino per uniforme ordinaria Grand'Ufficiale dell'Ordine Nazionale del Quebec

— giugno 2008

Onorificenze straniere

Premio Principe delle Asturie per la letteratura (Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria Premio Principe delle Asturie per la letteratura (Spagna)

— 2011

fonte: Wikipedia


sabato 24 dicembre 2016

Fra Diavolo (1933)



è un film comico con Laurel & Hardy del 1933, basato sull'omonima opéra-comique di Daniel Auber del 1830, e diretto da Hal Roach con la collaborazione di Charley Rogers.

Trama

Stanlio e Ollio, in viaggio nei territori di Fra Diavolo, sono stati derubati dei loro piccoli risparmi costati una vita da alcuni delinquenti, e decidono di trasformarsi in banditi alla ricerca di qualche vittima. Purtroppo il loro colpo fallisce, perché sta passando da quelle parti Fra Diavolo in persona e tutti scappano; Stanlio e Ollio dicono di non farsi impaurire solo perché non lo hanno mai visto in faccia e per via delle sciocche dicerie sul suo conto. Questa volta però, le vittime saranno loro: incontrano il noto bandito e lo scambiano per un uomo qualunque. Ollio, fingendosi Fra Diavolo, canta la sua canzone: Fra Diavolo li cattura e li condanna all'impiccagione per avergli rubato il nome e per averlo minacciato gravemente. I due scongiurano di non farsi impiccare, allora Fra Diavolo ordina a Stanlio di fare da carnefice e di uccidere Ollio.

Improvvisamente, nel tentativo di impiccare l'amico, il ramo scelto da Stanlio si spezza, allora Fra Diavolo li salva dalla pena di morte con il patto che i due pasticcioni gli facciano da servi seguaci, però in incognito. Fra Diavolo si finge "il Marchese di San Marco" e va in un albergo dove alloggia anche un ricco lord inglese: tale Rocburg, nel tentativo di rubare tutto il suo patrimonio. Mentre Fra Diavolo/Marchese di San Marco è intento a corteggiare la dama moglie del lord per scoprire il segreto del nascondiglio dei suoi 500.000 franchi, Stanlio e Ollio leggono un annuncio: 20.000 scudi per chi cattura Fra Diavolo.

Tentano così di acciuffarlo, ma scambiano il lord per il bandito perché si era messo gli stessi abiti e per di più era entrato nella sua camera. Sempre in incognito, Stanlio e Ollio, riconciliatisi con il bandito ma non con il lord, hanno l'ordine da Fra Diavolo di fare addormentare il nobile cliente facendogli bere un bicchiere di vino con del sonnifero, per poi derubarlo dei gioielli della moglie. Recatisi Stanlio e Ollio in camera del lord si rifiuta degli omaggi del marchese e il vino viene infine bevuto da Stanlio perché "aveva paura di versarlo". Fra Diavolo, inconsapevole di non aver fatto addormentare il lord, ordina alla coppia di scortarlo fuori dalla sua stanza, ma durante il furto, Stanlio si addormenta. Il piano di Fra Diavolo va definitivamente in fumo quando all'albergo tornano i soldati reduci dalla spedizione che ha consentito loro di scovare il covo dell'omonimo bandito.

Il giorno successivo Stanlio, essendo ancora una volta in stato di ubriachezza, dopo che l'oste dell'albergo aveva ordinato loro in quanto servi di andargli a prendere in cantina il vino migliore per i clienti, pronuncia inconsapevolmente il nome di Fra Diavolo al capitano dei soldati. Ollio interviene maldestramente e "corregge" Stanlio riferendo al capitano che egli voleva dire il "marchese di San Marco". L'inganno quindi viene scoperto e Stanlio, Ollio e Fra Diavolo vengono prima circondati nell'albergo e poi condannati a morte. Stanlio chiede come ultimo desiderio prima della fucilazione di soffiarsi il naso ma sfilerà dalla sua tasca un fazzoletto rosso, mandando su tutte le furie un toro che si trovava nella stalla dell'albergo, scatenando così uno scompiglio generale nella piazza permettendo a Fra Diavolo e a loro, purtroppo in groppa al bestione, di scappare e di salvarsi la vita.

Origine

Fra Diavolo fu un personaggio realmente esistito, temuto e feroce bandito dell'Italia centrale sul finire del XVIII secolo. Ogni persona che si avvicinava a lui doveva vuotare le tasche o morire sgozzata o impiccata; quando il bandito passava, cantava una canzone per attirare l'attenzione di tutti gli abitanti e i passanti, avvertendoli della sua presenza per metterli in guardia. La fama del brigante fu poi arricchita da altre leggende, che aiutarono alla costruzione del romantico personaggio, fino alla produzione dell'opéra-comique del 1830, un film muto del 1915, altri due film italiani del 1924 e 1925, più uno francese del 1931. Il film di Roach del 1933 fu un adattamento cinematografico ancor più comico dell'opera, anch'esso ambientato in Italia, come si evince sia dai nomi dei personaggi, che dall'insegna "Taverna del Cucù", dove avvengono quasi tutte le scene.

Curiosità

Naso nasino nasello (in inglese Kneesy-Earsy-Nosey=ginocchio-orecchio-naso) è un gioco di coordinazione e di abilità interpretato da Stanlio in questo film. Consiste nel battere le ginocchia con entrambe le mani, poi nell'afferrare l'orecchio sinistro con la mano destra mentre contemporaneamente si afferra il naso con la mano sinistra. Ancora una volta si battono le ginocchia, e poi si afferra l'orecchio destro con la mano sinistra, mentre contemporaneamente si afferra il naso con la mano destra. I partecipanti procedono quindi, nel farlo, con velocità crescente.
Un altro giochino proposto da Stanlio nel film fu "Menadito" (in inglese Finger-wiggle=dimenare il dito) e consisteva nel girare le mani unite coi due medi all'infuori.

Charley Rogers ha diretto le parti non musicali del film.

Il doppiaggio originale del 1934 (ora perduto) era di Mauro Zambuto (Stanlio), Paolo Canali (Ollio), e la parte cantata di Fra Diavolo di Beniamino Gigli soto la direzione di Gero Zambuto e i dialoghi di Augusto Galli.

fonte: Wikipedia


strana morte del Papa ‘antifascista’. Il suo medico? Petacci

Tutti si ricorderanno di Papa Giovanni Paolo I, al secolo Albino Luciani, «che occupa il soglio pontificio per soli 33 giorni (magari il numero vi dice qualcosa…) prima di morire improvvisamente, il 29 settembre 1978, secondo la versione ufficiale, per un infarto miocardico». La verità è probabilmente ben diversa, scrive Marcus Mason sul blog “Lo Sciacallo”: il nuovo Papa aveva in testa di realizzare una sorta di “grande repulisti” all’interno del voluminoso apparato burocratico ecclesiastico, eliminando «corruzione e malaffare all’interno delle Mura Leonine». Nel mirino, «alcuni esponenti di rilievo della finanza vaticana». Probabile quindi che «si sia deciso di uscire dall’imbarazzo risolvendo il problema alla base: mettendo Luciani in condizioni di non nuocere». Ma attenzione: quarant’anni prima, c’era stato un altro pontefice «la cui dipartita dà ancora adito a più di un dubbio: si tratta di Achille Ratti, salito al soglio col nome di Pio XI». La sua “colpa”? Non piaceva a Mussolini e men che meno a Hitler: il pontefice si stava preparando a una dichiarazione clamorosa contro l’adozione delle leggi razziali che sancirono il genocidio degli ebrei anche in Italia.
Ratti nasce a Desio, nel milanese, il 31 maggio 1857, ricorda lo “Sciacallo”. Si dedica alla carriera religiosa a partire dal 1867, quando inizia a frequentare il seminario di Seveso e successivamente quello di Monza, fino ad entrare nell’ordine Pio XIterziario francescano nel ‘74. Viene ordinato sacerdote a Roma nel dicembre ‘79 dal cardinale La Valletta. Si occupa di istruzione, prima come prefetto della Biblioteca Ambrosiana di Milano e in seguito come insegnante, fino al suo ingresso nell’élite ecclesiastica negli anni ‘90 del XIX secolo. Arriva ad ottenere, sotto Benedetto XV, il prestigioso incarico di prefetto della Biblioteca Vaticana. Dopo una serie di incarichi diplomatici all’estero (anche “visitatore apostolico” in Polonia), viene nominato nel 1921 arcivescovo di Milano, dove fonda l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Alla morte di Benedetto XV, è eletto nuovo pontefice. Una volta in carica, Ratti si adopera per dirimere la cosiddetta “questione romana”, cioè l’ostilità tra Italia e Vaticano, ancora irrisolta dai tempi di Porta Pia. Il Papa «si mostra in più di un’occasione in contrasto con i provvedimenti del regime fascista», ma poi cambia posizione nel 1929, anno in cui, l’11 febbraio, Stato italiano e Chiesa Cattolica firmano i celeberrimi Patti Lateranensi, «in cui a quest’ultima vengono concessi privilegi economici e gestionali spropositati».
Da lì in poi, continua Mason, la Chiesa si mostra quasi totalmente in linea con la politica mussoliniana, «non proferendo parole sulle atrocità italiane nelle colonie nordafricane, né sull’azzeramento delle libertà di pensiero e di stampa in patria». Poi però le cose si complicano in seguito all’alleanza organica col nazismo: «L’atteggiamento ambiguo di Ratti non può proseguire a partire dal 1938 quando l’Italia, su imbeccata di Hitler, promulga le aberranti leggi razziali», scrive Mason. «Pio XI, che mai ha avuto in simpatia il dittatore nazista (nel maggio 1938, quando Hitler era venuto in visita in Italia, non aveva voluto incontrarlo), individua nella cerimonia per il decennale dei Patti Lateranensi, che si sarebbe tenuta l’11 febbraio 1939, il momento giusto per pronunciare un forte discorso». Secondo Bianca Penco, una dirigente dell’epoca della Fuci, la La firma dei Patti LateranensiFederazione Universitaria Cattolica Italiana, il pontefice «avrebbe condannato apertamente la deriva politica che Mussolini aveva intrapreso, evidenziando una violazione palese degli stessi Patti che l’Italia si era impegnata ad onorare, oltre alla denuncia delle persecuzioni antisemite e anticristiane ormai dilaganti in Germania».
E’ superfluo rimarcare quale enorme danno d’immagine tutto ciò avrebbe rappresentato per il Duce e per lo stesso Hitler, sottolinea Mason. Ma, del resto, Pio XI non avrebbe mai pronunciato quel discorso: nella notte del 10 febbraio, secondo la versione ufficiale, viene colpito da un attacco cardiaco e muore. «Casualmente», frattanto, il cardinale segretario di Stato, Eugenio Pacelli (il futuro Papa, Pio XII) «fa distruggere le copie esistenti del discorso in questione». I conti tornano, sostiene Mason, anche perché l’operato di Pacelli come pontefice durante la Seconda Guerra Mondiale è sotto accusa da settant’anni, «tacciato di viltà, ignavia e connivenza nei confronti delle atrocità che venivano compiute». Va da sé Claretta Petacci con il padre, Francesco Saverioche, «alla luce di questi fatti, la morte fulminea di Pio XI si circonda di un’aura di mistero». E dunque: «Se davvero è stato ucciso, chi può aver commesso il delitto?». In un suo memoriale, nel 1972 il cardinale Eugène Tisserant scrive, a proposito di Ratti: «Lo hanno eliminato, lo hanno assassinato». E individua il presunto colpevole nel medico personale del Papa, Saverio Petacci, nientemeno che il padre di Claretta, l’appassionata amante del Duce che poi morirà fucilata insieme a lui nel ‘45. «Un’incredibile coincidenza, naturalmente».
Ma c’è di più: la donna, continua Mason, era solita annotare su un diario la cronaca delle sue giornate più importanti. Ma la pagina inerente al 5 febbraio 1939 è incompleta. Termina con la frase: «Legge i biglietti e si inquieta per una cosa che segna… Poi dice: questi sanno…». Silenzio fino al 12 febbraio, quando il diario prosegue senza però fare il minimo accenno ai fatti in questione. C’è solo una frase del Duce, che annuncia a Claretta che si recherà alle esequie di Ratti in compagnia della moglie. «Ci pare lapalissiano che alcune pagine scottanti del diario della Petacci siano state fatte scientemente sparire», scrive Mason. Pagine in cui, «forse si trovava la prova del fatto che quella di Pio XI fu una morte su commissione». Certezze? Nessuna. Dubbì, però, sì. E tanti. «Chissà, forse un giorno scopriremo questo grande cimitero dei libri dove sono conservate le risposte ai grandi misteri della storia; e tra le “Guerre di Yahweh” e la versione integrale della “Steganographia” di Tritemio, magari troveremo le pagine del diario di una giovane donna italiana».

fonte: www.libreidee.org