sabato 16 maggio 2015

quarto potere


Orson Welles, fotografato da Carl Van Vechten, 1937

Citizen Kane è un film del 1941 scritto, diretto, prodotto e interpretato da Orson Welles.

Primo lungometraggio del regista, girato all'età di soli venticinque anni, è liberamente ispirato alla biografia del magnate dell'industria del legno e dell'editoria William Randolph Hearst. Il film uscì nelle sale il 1º maggio 1941. Quarto Potere è considerato uno dei migliori film della storia del cinema. L'American Film Institute e la rivista cinematografica Sight & Sound l'hanno giudicato il miglior film americano di sempre.

Il film narra la vita del magnate della stampa Charles Foster Kane (interpretato dallo stesso Welles), incapace di amare se non "solo alle sue condizioni", con la conseguenza che egli fa il vuoto attorno a sé e rimane solo all'interno della sua gigantesca residenza (Xanadu, nella versione italiana Candalù), dove muore abbandonato da tutti. Welles, servendosi di una sequenza di flashback (sei, compreso il cinegiornale), mostra i frammenti della vita del magnate, quasi fossero i pezzi di un gigantesco puzzle (rompicapo che metaforicamente appare più volte nel film). Allo spettatore è lasciato il compito di ricomporre - in tutta la sua complessità - la personalità di Charles Foster Kane.

Ma si tratta di uno sforzo vano, poiché i frammenti della vita di Kane non permettono di comprenderne l'intima essenza, se non a chi fu testimone dell'unico fatto - di fondamentale importanza - che determinò il trauma di Kane: l'allontanamento dai genitori, fortemente voluto dalla madre allo scopo di affidarlo alla tutela di un uomo d'affari, incaricato di amministrare la sua smisurata eredità. Kane, giovanissimo erede di una colossale fortuna, venne così strappato al suo mondo d'infanzia. Da adulto concepirà l'amore come possesso, non come dono, e ciò lo condurrà inesorabilmente alla disperazione e all'isolamento.

Trama

« Io sono un'autorità su come far pensare la gente »

(Charles Kane al maestro di canto di sua moglie)

Antefatto

Il film si apre e si chiude con la stessa inquadratura: un cartello appeso a una recinzione (quella del castello di Kane) su cui c'è scritto "Vietato l'ingresso" (No trespassing).

La pellicola inizia con la morte di un uomo, che poi si scopre essere il magnate Charles Foster Kane: la cinepresa mostra nella sua mano una palla di vetro con una casetta nella neve e poi, in un primissimo piano, una bocca maschile che pronuncia: "Rosabella" ("Rosebud", bocciolo di rosa, nella versione originale). Nella stanza allora arriva una neve metaforica, come quella della palla di vetro: la mano che la teneva la lascia cadere e la palla rotola a terra infrangendosi. È la morte del protagonista. Subito entra un'infermiera, inquadrata in maniera distorta all'inverosimile attraverso la palla di vetro che si trova a terra, in primissimo piano. La donna ricompone il braccio dell'uomo morto, con un'illuminazione espressiva che lascia in ombra i volti. La macchina da presa quindi si allontana e torna a inquadrare la finestra mentre i titoli mostrano il nome del regista.

Il cinegiornale

La sequenza successiva, senza alcuna introduzione, è il cinegiornale "Parata di notizie" (News on the March), che viene proiettato direttamente nel film e che racconta, tramite il necrologio, il lato pubblico della vita di Charles Foster Kane: mostra innanzitutto la leggendaria tenuta di Candalù (Xanadu nella versione originale) in Florida, la più grande e fastosa residenza privata dell'epoca, paragonata al palazzo di Kublai Khan e alle Piramidi (da allora "il monumento più costoso che un uomo abbia innalzato a se stesso"); le sue strabilianti collezioni d'arte ("che potrebbero riempire dieci musei"); il giardino zoologico, il più completo dall'epoca di Noè. È curioso che Xanadu sia in realtà l'antica città visitata da Marco Polo e citata nel suo Il Milione. Nelle sue memorie Marco Polo cita anche l'imperatore che la fece edificare chiamandolo Coblai Kane (stesso cognome e stesse iniziali del protagonista e del titolo).

Viene mostrato poi il feretro del padrone di Candalù, Kane, che esce dal castello, e poi, dopo un primo piano di una sua foto, la rassegna stampa su di lui nelle prime pagine dei giornali nazionali ed esteri. Inizia poi il ritratto di Kane, a partire dalla sede dell'Inquirer, il giornale sull'orlo del fallimento che lui rilevò facendone un punto di riferimento nel campo dell'informazione e la base di un impero mediatico che copriva tutti gli Stati Uniti ("un impero che dominava un impero"), al quale si aggiungevano catene di negozi, cartiere, case, industrie, foreste, linee di navigazione.

L'origine della ricchezza di Kane era però una miniera d'oro, la terza nel mondo per grandezza, ottenuta tramite sua madre, Mary Kane, che a sua volta la ereditò come abbandonata e di poco valore nel 1868, da un derelitto pensionante della sua attività di affittacamere in Colorado.

Successivamente vengono mostrate immagini di repertorio del tutore di Kane, Walter Tatcher, ormai defunto, ripreso al Congresso davanti a una commissione anti-trust che lo sta interpellando su Kane stesso. Racconta il suo incontro con Mary Kane e col giovane Charles, che lo colpì con uno slittino. Secondo lui Kane è un comunista; poi viene mostrato un comizio sindacale dove Kane viene chiamato nazista. Segue una carrellata delle campagne sostenute da Kane: 1898 Kane spinge il paese a entrare in guerra; 1919 è contro la belligeranza; Kane che aiutò almeno un presidente degli Stati Uniti a essere eletto e Kane che lottò per gli americani, venendo però anche odiato da moltissimi (si vedono manifestazioni contro di lui, fantocci impiccati col suo nome e un rogo). I suoi giornali hanno preso posizione su tutti gli eventi degli ultimi quarant'anni: viene mostrato Kane accanto ad importanti nomi della politica, quali Roosevelt o Hitler. Il cinegiornale però non è solo trionfale, evidenzia anche le contraddizioni della vita pubblica di Kane: personaggi prima sostenuti e poi attaccati, eventi sottovalutati o sovrastimati.

La sua vita privata è caratterizzata dai due matrimoni falliti, prima con Emily Norton, la nipote del presidente in carica, che lo abbandonò nel 1916 e morì in un incidente d'auto col figlio di Kane nel 1918; più tardi la cantante d'opera Susan Alexander, alla quale spianò la carriera e costruì il teatro dell'opera di Chicago, costato tre milioni di dollari. Per lei costruì anche Candalù, un sogno faraonico interrotto quando loro si separarono e tuttora incompiuto.

Si riassume poi la breve stagione politica di Kane, scandita dal fallimento della campagna come governatore nel 1916 (è curioso come le parole siano magniloquenti mentre le immagini mostrano aspre contestazioni di Kane), per via dello scoppio di uno scandalo sulla sua relazione extraconiugale con la cantante ("che ritardò per venti anni la causa della Riforma negli Stati Uniti"). Nel 1929 la grande crisi, durata quattro anni e costata a Kane la chiusura di undici dei suoi giornali, dalla quale però poi si seppe risollevare. Viene mostrata un'intervista dopo un suo ritorno dall'Europa, dove aveva parlato coi capi di Stato; Kane si dichiara americano e appare spavaldo, sicuro che la seconda guerra mondiale non ci sarà. Di nuovo vengono mostrate immagini che contrastano con le parole trionfanti, con Kane che, alla posa di una prima pietra, si sporca maldestramente di malta.

La sua vecchiaia è caratterizzata dalla solitudine e dall'isolamento dorato a Candalù (dove viene mostrato a passeggio sulla sedia a rotelle con un assistente), privo ormai dell'influenza del tempo.

Il cinegiornale si chiude con la frase: "L'altra settimana, come per tutti gli uomini, la morte è sopraggiunta anche per Charles Foster Kane".

Dopo la sigla, la musica si interrompe bruscamente e mostra i giornalisti che, in una sala di proiezione, avevano visionato il filmato e iniziano a commentarlo: il direttore della testata non è però soddisfatto del notiziario perché la personalità di Kane sfugge, dice solo quello che ha fatto, manca insomma qualcosa.

Allora qualcuno ha l'idea di indagare cosa significhino le ultime parole dette sul letto di morte di Kane, forse le chiavi di lettura di tutta una vita, la vera essenza che rende Kane diverso da altri uomini di successo della sua epoca, come Henry Ford, William Hearst o Al Capone. Al giornalista Thompson viene allora dato il compito di fare alcune interviste indagando su Rosabella, con tempo di sette giorni, prima di mandare in onda il cinegiornale.

Questa sequenza fu la prima ad essere girata nel film, nella sala di proiezione della Rko, prima ancora che venisse montato il set; vi parteciparono attori tra i quali Joseph Cotten nella parte di un giornalista, prima ancora di avere assegnata la parte dell'amico di Kane Leland. La sequenza è caratterizzata da un uso originale ed espressivo (o meglio, forse, espressionista) delle luci, che non illuminano i volti di chi parla.

Le memorie del banchiere Thatcher

Il primo tentativo del giornalista è di parlare con la ex-moglie di Kane, la ex-cantante Susan Alexander proprietaria ora di un night club, ma essa lo rifiuta bruscamente: sarà per un secondo momento. Nel frattempo però il cameriere dice al giornalista che la donna non sa niente di Rosabella. Celebre e antinaturalistico è il dolly che inquadra arrivando dal tetto e passando attraverso l'insegna del nightclub e il vetro della finestra.

Allora Thompson si reca a Filadelfia, per leggere le memorie del tutore di Kane, il banchiere di fiducia Thatcher. La biblioteca Walter Parks Thatcher è un freddo mausoleo con rigide regole, come ricordato dalla glaciale custode. Fatto accomodare nella severa sala di lettura, può leggere il capitolo che gli interessa delle memorie, disposte per lui su un lungo tavolo, ma solo entro determinate pagine e solo entro un tempo prestabilito: la figura del banchiere Thatcher sembra avara anche nel disporre dei suoi ricordi.

Inizia il secondo flashback, come se fosse Thatcher direttamente a narrare. Siamo nel 1871 e Thatcher è alla pensione della madre di Kane, con il giovane ragazzo Charles che gioca fuori nella neve con lo slittino, inquadrato anche nella scena d'interno, tramite una virtuosistica profondità di campo che lo mostra attraverso la finestra.

La madre è molto decisa nella scelta di affidare il bambino al banchiere per la sua istruzione, mentre il padre sarebbe contrario e fa storie. Ma l'eredità è solo della moglie e il marito viene zittito. La donna, dopo aver firmato le carte, è inquadrata in primo piano mentre il marito è sullo sfondo (idea di distacco); comunica con freddezza di aver preso la decisione da tempo e di aver preparato già la valigie per il figlio. Il gruppo esce quindi fuori e dà la notizia al bambino: il banchiere lo prende in consegna, ma Charles non è contento di essere abbandonato dalla sua famiglia e colpisce l'uomo con lo slittino. Il marito allora confida all'uomo come "ci voglia la frusta" con il ragazzo indisciplinato ed ecco che la madre rivela che è proprio per la brutalità del padre che ha deciso di allontanare il bambino.

La scena successiva mostra il bambino, ormai ben educato e circondato da una schiera di severi assistenti, durante le feste di Natale, mentre scarta il regalo di un nuovo slittino. L'inquadratura successiva mostra Thatcher invecchiato, (quindi sono passati degli anni), ma la scena sembra la stessa; si scopre poi che effettivamente è passato molto tempo e il banchiere sta dettando una lettera per Kane, per informarlo di come siano prossimi i suoi venticinque anni e il conseguente suo pieno possesso della sua fortuna. Ancora un salto temporale e si vede il banchiere che riceve la risposta scritta di Kane, dove scrive di rinunciare alla gestione delle miniere e dell'impero economico per dedicarsi solo al giornalismo, in particolare al piccolo giornale locale New York Daily Inquirer, appartenente all'impero Kane e sull'orlo del fallimento.

La sequenza successiva mostra lo sgomento del banchiere nel vedere che l'Inquirer si è accanito proprio contro la società economica da lui gestita e posseduta da Kane, la Traction Trust, della quale il giornale ha rivelato un grave scandalo, schierandosi con alcuni deboli abitanti di baracche che con essa erano entrati in conflitto. La vicenda nuoce molto all'economia del gruppo, tra lo sgomento e la rabbia crescente del banchiere, ma non alla popolarità del giornale, che aumenta. Gli scandali, veri o presunti aumentano. Quando l'Inquirer arriva a titolare su dei "Galeoni spagnoli al largo della Florida", Thatcher va a trovare direttamente Kane, rimproverandolo, ma lui minimizza sornione. Il banchiere gli rinfaccia il crollo di una delle società da lui possedute per colpa dell'Inquirer, ma Kane si disinteressa a quello che possiede e confessa il suo "sdoppiamento" tra imprenditore e giornalista: potrebbe anche arrivare a fondare un comitato contro l'Inquirer quale azionista della Traction Trust, ma a lui è solo il secondo mestiere che interessa, come difensore dei deboli e degli oppressi. Così, quando Thatcher gli rivela come un anno di Inquirer gli sia costato un milione di dollari, Kane risponde che, a quel ritmo, il giornale può benissimo continuare a "sperperare" per altri sessant'anni ancora.

Nel 1929 Thatcher è anziano e anche Kane è un uomo maturo. I due tirano le somme della situazione economica dell'impero Kane: ha sperperato molto, ma alla fine i guadagni sono stati superiori alle perdite. Kane non ha mai fatto un investimento, egli stesso ammette di aver usato i soldi solo per "comprare roba": tutto quello che voleva era fare ogni cosa che Thatcher disapprovava.

Si torna a inquadrare il giornalista nella sala, che esce sconsolato per non aver trovato nessun accenno a Rosabella. Sarcastico, chiede se la bibliotecaria si chiami Rosabella, e poi se ne va, ringraziando ironicamente per il "comfort" della sala.

Il caporedattore Bernstein

La successiva intervista è dedicata a Bernstein, il braccio destro di Kane alla guida dell'Inquirer. Anche lui è anziano. Dopo aver definito Thatcher come "il più grande cretino della storia", inizia la sua versione dei fatti sulla vita di Kane. Innanzitutto spiega che Kane non mirasse mai ai soldi, come Thatcher non riuscì mai a capire.

Il primo ricordo è quello del giorno in cui Kane e i suoi collaboratori presero possesso dell'Inquirer. Si vede l'accoglienza del vecchio redattore-capo Carter, che scambia Kane per il suo amico Leland, il critico drammatico. Kane prende possesso dell'ufficio di Carter (per dormirci) e inizia uno conflitto tra il modello di giornale moderno che vuole Kane e la tradizione compassata di Carter, che viene sviluppato nelle scene successive, montate rapidamente senza stacchi temporali apparenti. Confrontando l'Inquirer ("un quotidiano serio", che non pubblica pettegolezzi, dice Carter) con il ben più popolare Chronicle, Kane chiede un titolo a tre colonne e insegna ai giornalisti a comportarsi anche in maniera poco ortodossa, fingendosi poliziotti, per ottenere notizie esclusive. La scena si chiude con Carter che se ne va indignato, mentre uno strillone annuncia le sensazionali notizie del Chronicle.

Il primo giorno di uscita del giornale la redazione ha già cambiato la prima pagina quattro volte, ma Kane, Leland e Bernstein stanno ancora discutendo. All'improvviso Kane decide di mettere una dichiarazione programmatica d'intenti verso i cittadini di New York, sottoscritta da lui stesso, dove promette di offrire loro un quotidiano che pubblichi tutte le notizie importanti con onestà e che combatta a fianco di loro per i diritti. Leland chiede poi di tenere il foglio, dopo la stampa, come cimelio (ricomparirà più avanti nella storia). Una straordinaria panoramica mostra le copie dell'Inquirer e la vetrina della sede del giornale, dietro la quale stanno Kane, Leland e Bernstein. Sulla vetrina sta scritta la tiratura di 26.000 copie, ma subito dopo si vedono i tre uomini riflessi davanti alla vetrina del Chronicle, che mostra la tiratura di 495 000 copie. Discutendo dello stacco Bernstein fa notare la foto che mostra i dieci migliori giornalisti del paese, che lavorano tutti al Chronicle, raccolti nel corso di ben venti anni di giornalismo. L'inquadratura successiva, sei anni dopo, mostra gli stessi giornalisti, nella stessa posa e, come un quadro che si anima, li vede brindare nella redazione dell'Inquirer dopo una nuova foto di rito: Kane li ha comprati uno a uno (introducendoli Kane sembra parlare in camera col pubblico, in realtà si rivolge a un tavolo dove stanno seduti i suoi collaboratori per festeggiare l'evento). È l'inizio della festa per l'Inquirer, che ha raggiunto le 684.000 copie! Kane annuncia anche le sue vacanze in Europa, dove andrà a comprare opere d'arte (dice: "Gli artisti fanno quadri e statue da duemila anni, ed io li compro solo da cinque!"). Prima di partire però dà il via a uno spettacolo con banda e ballerine, che si esibiscono con Kane al centro.

Solo Leland sembra perplesso (è inquadrato con il riflesso di Kane sulla vicina finestra): è turbato dal repentino cambio di padrone dei giornalisti del Chronicle e su come le loro idee potranno conquistare Kane o viceversa.

Nella scena successiva Bernstein porta un telegramma di Kane a Leland, che è in un magazzino sommerso dalle casse con le opere d'arte spedite da Kane dall'Europa, dove lui gli racconta di essere in cerca di un "grosso diamante", una metafora per una donna. Al ritorno di Kane infatti, quando i suoi giornalisti gli hanno offerto una coppa di bentornato, minimizza sbrigativo e dà uno stelloncino da pubblicare nella cronaca mondana, affidandolo alla redattrice di quel settore. Scappa subito dopo e mentre scende la giornalista legge come il foglio che ha ricevuto annunci le nozze tra Kane e la nipote del presidente, Emily Norton, che lo stava aspettando giù nella macchina decappottata. A quel punto Bernstein fa una previsione: "La nipote del presidente? Penso che un giorno sarà la moglie del presidente in persona!".

La scena torna poi sul presente, con il vecchio Bernstein che racconta del matrimonio fallito di Kane, mentre sul camino giganteggia un ritratto dell'imprenditore. Indirizza poi il giornalista ad andare a parlare con il migliore amico di Kane, John Leland.

Il giornalista Leland

Jonathan Leland era stato il migliore amico di Kane, fin dai tempi della scuola. Era nato in una famiglia da tutti ritenuta benestante, ma alla morte di suo padre si era ritrovato pieno di debiti. Adesso è un simpatico vecchietto che ha la fissazione per i sigari (che gli sono vietati nell'ospedale dove vive). Inizia così a parlare di "Charlie" Kane, della sua solitudine e individualismo.

La sua storia comincia parlando di Emily Norton Kane. I due si parlavano solo a colazione, per gli impegni di lavoro di Charles all'Inquirer, e una sequenza dal grande valore e sinteticità narrativa mostra la coppia che si parla a distanza di diversi anni, sempre più invecchiati, disincantati, via via più chiusi e lontani: una vera favola al contrario. Lei gli rinfaccia di essere troppo coinvolto nel giornale e la tensione sale la mattina in cui lei gli contesta di aver attaccato suo zio, il presidente in carica. Nell'ultima scena non si parlano neanche: in un campo-controcampo a 180 gradi si scrutano in silenzio oltre le pagine dei giornali che stanno leggendo; la moglie per dispetto legge il Chronicle, giornale rivale del marito.

La narrazione torna al presente e mostra Leland che dice come Kane non riuscisse mai a trovare l'amore, perché non aveva sentimento da dare: amava solo se stesso. Poi racconta l'incontro con la seconda moglie Susan. All'inizio vi fu un mal di denti (di lei) e un soprabito schizzato (di lui) da una macchina che aveva attraversato una pozzanghera, che li fanno sorridere e chiacchierare. La ragazza allora invita Kane a casa sua "con la porta aperta" per dargli acqua calda per pulirsi. Lui rimane affascinato dalla freschezza della donna (definita poi "il campione americano medio"), che non lo conosce nemmeno come personaggio pubblico. Lui cerca di farla ridere per farle passare il mal di denti e le confida di stare andando a prendere i ricordi della sua infanzia, lasciati dalla madre, ora morta, in un magazzino. Lei invece gli confessa l'età (ventidue anni) e il desiderio nascosto di fare la cantante lirica.

La cinepresa stacca e inizia il racconto della campagna elettorale a governatore di Kane, con un comizio prima piccolo, che poi diventa un grande palco, inquadrato con la gigantografia di Kane sullo sfondo, in una sorta di prospettiva ribaltata, tra le scene più evocative del film. Kane prende parola e fa un discorso contro il vecchio governatore, il corrotto Jim W. Gettys, venendo applaudito anche dalla moglie Emily e dal figlio, che lo crede già in carica.

Dopo il comizio, mentre Kane se ne sta andando circondato dai sostenitori che lo danno già per vincitore, la moglie manda a casa il bambino in taxi per recarsi a un appuntamento assieme a Kane: ha infatti ricevuto un biglietto di minacce, con un indirizzo. Arrivati sul posto Kane riconosce l'abitazione dell'amante Susan. Qui trova anche il governatore Gettys che lo ha tratto in trappola: se non si ritira dalle elezioni domani denuncerà il suo scandalo extra-matrimoniale. Ma Kane non rinuncia, anzi, lascia andare la moglie e rimane in casa con l'amante. Provocato da Gettys, Kane lo insegue per le scale, riprese con un obiettivo che le distorce e le allunga, come nell'espressionismo tedesco.

Il giorno dopo escono i giornali, che stroncano la sua campagna elettorale. Nonostante ciò Kane va fino in fondo, fino al tracollo.

Ironica, come tanta parte del film, è la scena della scelta dei titoli all'Inquirer: non potendo pubblicare la pagina preparata per il successo di Kane, che ormai è indietro sull'avversario di più di un milione di voti, viene mostrata quella col titolo alternativo, "Brogli elettorali"!

Con lo stacco su uno spazzino che raccoglie i giornali abbandonati a terra, si vede passare Kane sconsolato in strada. All'Inquirer restano soli Kane e Leland (che è ubriaco). Kane è molto deluso, e Leland gli rinfaccia di considerare la gente come una cosa di sua proprietà, ignorando come in futuro i lavoratori si organizzeranno tra di loro e non avranno più bisogno dei doni e le concessioni di Kane. Poi Leland, disgustato dal delirio di onnipotenza di Kane, chiede di esser trasferito a Chicago; Kane inizialmente si rifiuta, poi lo lascia libero: è la rottura tra i due, che smetteranno di parlarsi per molti anni.

Passano alcuni anni e Kane si sposa con Susan (la moglie è morta nel frattempo, come aveva detto il cinegiornale). In quell'occasione rivela ai giornalisti come abbia messo da parte la politica e adesso intenda dedicarsi alla carriera canora della moglie, facendola debuttare al Metropolitan; allora lei fa una battuta: "Se non mi volessero, Charles mi costruirà un teatro personale!" e lui dice che non servirà... ma la successiva inquadratura mostra il titolo di un giornale: "Kane costruisce l'Opera House" (di Chicago).

Il debutto della moglie, contornata dagli assistenti, è il trionfo di Kane. Dal fastoso palcoscenico la cinepresa sale su, oltre i riflettori, dove tra le code dei sipari due assistenti guardano in basso e uno dei due si tappa il naso. La scena verrà riproposta più tardi in un altro racconto.

Più tardi Kane arriva all'Inquirer e i redattori stanno riassumendo l'edizione del giorno dopo: già scritta è la cronaca sull'apertura dell'Opera House e il pezzo entusiasta del critico musicale, manca solo la recensione del critico drammatico, che è proprio Leland. Egli si è addormentato, ubriaco, e Bernstein e Kane vanno nel suo studio a leggere l'articolo a metà, che è una durissima critica a Susan. Kane sembra riderci su, e allora decide di finire lui stesso l'articolo, mantenendo invariato il tono dell'inizio: è lui stesso a scrivere la pesante stroncatura del debutto della moglie. Leland, che si sveglia poco dopo, viene però licenziato.

La scena torna al presente e il vecchio Leland parla di come Kane volle, in quell'occasione, dimostrare la propria onestà intellettuale, ma rivela anche il perché della sua ossessione a fare della moglie una grande cantante: il giorno dopo il famoso scandalo i giornali avevano infatti parlato di una sua relazione con una "cantante" scritto tra virgolette e lui voleva cancellare quell'infamia facendo di lei una cantante vera. La loro conversazione finisce con l'ennesima richiesta di Leland di dargli un sigaro o di farglielo avere al più presto.

La seconda moglie Susan Alexander

Il giornalista è pronto allora per tornare a "El Rancho", il nightclub di Susan Alexander Kane, e la cinepresa vi entra con lo stesso dolly dal soffitto. Qui Susan è sempre allo stesso tavolo, ma questa volta è disposta a parlare di Kane.

Lei esordisce con l'affermazione che forse sarebbe stato meglio non cantare la sera che conobbe Kane, perché da allora il canto divenne la sua ossessione. Tutta la loro relazione è legata alle sue iniziative (il matrimonio, il canto, l'acquisto del teatro dell'opera), ma alla fine è lei a prendere la decisione finale, è lei che lo pianta, e di questo pare contenta.

La prima scena in flashback mostra una lezione di canto, con un insegnante lirico dal forte accento straniero e dalla connotazione tipicamente italiana. Egli è disperato perché Susan non trova le note, è negata. Vorrebbe arrendersi, ma Kane, che si avvicina, emergendo dallo sfondo dove assisteva immobile, insiste, ricordandogli quale sia il suo compito e il mestiere per cui è pagato. La lezione prosegue e in dissolvenza si arriva al giorno della prima, con una parte dello stesso filmato già mostrato nel racconto di Leland, ma qui le immagini hanno un significato completamente diverso: non è il trionfo di Kane ma l'incubo personale di Susan. A teatro sono presenti tutti i protagonisti del film e la cinepresa spesso inquadra l'attrice dalle spalle, davanti alla sala buia. Quando finisce l'opera Kane inizia a applaudire per ultimo, ma le sue mani si sentono da sole: è solo e isolato dal resto della platea, un effetto accentuato anche dalle luci che lo staccano dallo sfondo nettamente.

Nella successiva scena si vede Susan che legge la recensione dell'Inquirer. È infuriata e scarica tutta la rabbia su Leland, non sapendo che in realtà è opera del marito. Un fattorino bussa allora alla porta: porta una lettera di John Leland, che contiene il cimelio della prima dichiarazione programmatica di Kane quando si insediò all'Inquirer, quella sull'onestà dei contributi del giornale. Tra le urla di Susan che lo attacca, Kane strappa il cimelio. Allora lei gli dice che vuole ritirarsi, ma Kane, non volendo rendersi ridicolo, la obbliga a proseguire (la sua ombra la nasconde mentre lei è a terra, simboleggiando l'idea del comando). Allora si leggono le copertine dei giornali di Kane che, in tutte le principali città del paese, registrano con titoli enfatici lo "straordinario" successo della tournée di Susan Kane. Ma la sua voce, che canta in sottofondo, a un tratto si spegne, come la lampadina che viene mostrata nell'inquadratura. Essa è mostrata a letto, con in primo piano una bottiglietta di medicine e un bicchiere, facendo pensare a un suicidio; arrivano Kane e il maggiordomo sullo sfondo (la scena venne girata in sovrimpressione per ottenere il primissimo piano a fuoco della medicina). Poco dopo anche il medico arriva e, a partire dalla stessa inquadratura, dice a Kane che lei è fuori pericolo e che deve essersi "sbagliata" di flacone a causa della tensione per la preparazione della nuova opera da interpretare. Kane allora resta accanto alla moglie esanime e quando lei si sveglia riceve la confessione di lei. Essa si sente rifiutata dal pubblico e vuole smettere di cantare; lui, viste le circostanze, accetta ("peggio per lui!", dice Kane, riferendosi al pubblico).

La scena successiva inizia da alcune inquadrature notturne di Candalù. Si vede poi Susan in un enorme salone che si dedica a un puzzle. Lei sembra molto annoiata e, mentre le loro voci rimbombano nella grandezza della stanza, si lamenta con Kane che, vivendo ormai in un palazzo enorme, non escono più in città e non vedono gente: "Ventimila metri di saloni, di corridoi e di statue. Io mi sento sola!", dice Susan. Ma Kane non ascolta le sue lamentele. Allora si vedono le mani di Susan passare da un puzzle all'altro, da un rompicapo all'altro, nello scorrere del tempo. Una sera, nel gigantesco salone col camino, Susan ha l'ennesimo diverbio con Kane: lui, che le parla da una sedia dall'altro lato del salone riuscendo a malapena a farsi sentire, ha organizzato un picnic per il giorno dopo, ma lei ricorda come i suoi inviti siano "obblighi" di partecipare e di dormire nelle tende (il castello di Candalù non era infatti completato). Al picnic, nella tenda di Kane e Susan, lui è più vecchio e obeso che mai e i due stanno di nuovo discutendo. Lei gli rinfaccia il suo modo di usare il denaro, superficiale e distratto, come le cose prive di importanza: quando Kane spende per lei o le fa un regalo non è mai un gesto di generosità, perché per lui il denaro non ha alcun valore (dice lei: "Non mi hai mai dato niente in vita tua. Hai solo cercato di comprarmi per avere in cambio qualcosa!"). Lui dice di amarla, ma lei invece minimizza: Kane ama il possesso, delle cose o delle persone, non c'è sentimento nel suo freddo delirio di onnipotenza.

Nel palazzo pieno di statue arriva il giorno della resa dei conti tra Susan e Kane. In camera sua Susan ha già pronte tutte le valigie ed è ben lieta di piantarlo. Lui cerca di fermarla, promettendole tutto quello che desidera, pur di non fargli questo affronto. Lei allora, più dura che mai, capisce che lui è dispiaciuto solo per l'affronto alla sua persona e se ne va ridendogli in faccia: "Certe cose a te non si fanno. Io invece le faccio!".

Così termina il suo racconto. Lei continua a parlare col giornalista di come negli ultimi dieci anni essa abbia perso tutti i suoi soldi, per quanto tanti, però adesso è relativamente felice e consiglia di chiedere al maggiordomo a proposito di Rosabella. Come era entrata, dal tetto, la cinepresa si allontana.

Il maggiordomo Raymond e l'epilogo

Il maggiordomo di Kane, colui che lo ha seguito fino agli ultimi undici anni, conosce Rosabella e chiede al giornalista mille dollari per la sua storia. Racconta allora del giorno in cui Susan lasciò Kane. Nella stanza da letto di lei, dopo essere stato abbandonato, Kane sfoga tutta la sua collera distruggendo e spaccando ogni cosa, finché non trova una palla di vetro con una casetta innevata. La prende in mano e si calma. In quel momento piange e pronuncia "Rosabella". Si incammina quindi per gli sterminati corridoi del castello, riflesso da specchi che amplificano la sua allucinante solitudine.

La storia del maggiordomo finisce qui, ma, dice il giornalista, non vale i mille dollari. In quell'occasione Thompson, con altri giornalisti e fotografi, visita Candalù, cercando ancora di scoprire il mistero di Kane e riflettendo sul suo patrimonio e sulla sua vita. Il salone è pieno stracolmo di casse di oggetti d'arte, statue, dipinti, mobili, ma anche cianfrusaglie, ricordi dell'infanzia, cimeli (come la coppa che i suoi giornalisti gli regalarono quando tornò dall'Europa con la sua prima moglie), rompicapi di Susan, pezzi della casa materna del Colorado... Thompson prende in mano il puzzle e quando gli altri giornalisti gli domandano cosa lui abbia scoperto in quei giorni risponde: "Ho giocato con un rompicapo". Non ha infatti scoperto il significato di Rosabella, ma la personalità di Kane secondo lui va ben oltre quel mistero: "Non basta una parola sola per spiegare la vita di un uomo". Rosabella allora cos'è? Qualcosa che non è riuscito a ottenere? Una persona? Una cosa? Secondo Thompson non è che "un pezzo mancante del rompicapo".

Mentre i giornalisti se ne vanno, la macchina da presa fa una spettacolare panoramica sul mare di casse di oggetti posseduti da Kane; arriva al punto dove, in un calderone, vengono bruciate gran parte delle cose da lui accumulate nel corso degli anni. Gli operai buttano nel fuoco anche lo slittino che Kane aveva da bambino, mostrato all'inizio del film nella scena dove viene costretto ad abbandonare la famiglia, interrompendo bruscamente la sua infanzia. Solo allora e solo grazie allo sguardo della cinepresa (nessun personaggio se ne accorge) si svela il mistero di Rosabella: il primo piano mostra come la parola sta scritta sul vecchio slittino, inquadrata per pochi secondi, prima che il fuoco la distrugga per sempre.

Fumo nero esce dal camino di Candalù e, su una rete, viene inquadrato di nuovo il cartello di divieto d'ingresso, mentre sullo sfondo si vede Candalù e la "K" di Kane sul cancello della proprietà.

Produzione

Ideazione e sceneggiatura

Il 21 agosto 1939 Orson Welles sottoscrive con la RKO Pictures un contratto giudicato all'epoca come il più vantaggioso contratto mai offerto da uno studio: questo contratto gli consente di ricoprire i ruoli di attore, sceneggiatore, regista e produttore. Il compenso previsto nel contratto è di 50.000 dollari immediati e il 20% degli incassi lordi, per la realizzazione di tre film. Il contratto concede inoltre a Welles la libertà artistica assoluta sulle sue opere, cosa del tutto innovativa per l'epoca e che destò invidia in molti.

Prima di Quarto potere Welles aveva pianificato di girare Heart of Darkness (tratto dall'omonimo romanzo di Joseph Conrad) e Smiler with a Knife ma entrambi i progetti naufragarono per diversi motivi; senza perdersi d'animo Welles si concentrò quindi su quello che doveva essere il suo terzo film, che divenne invece il suo debutto. Stavolta scelse di non adattare nessun testo esistente, preferendo scrivere di proprio pugno un soggetto originale insieme a Herman J. Mankiewicz, traendo ispirazione dalla vita del magnate della stampa William Randolph Hearst, romanzandone in parte gli avvenimenti. In tutto gli autori impiegarono circa tre mesi per scrivere la sceneggiatura, durante questo periodo Mankiewicz fu ricoverato a causa di una malattia e per questo dovette lavorare sul copione sul suo letto d'ospedale. Inizialmente alla bozza diedero il nome provvisorio di Welles1, poi scelsero di cambiarlo in American poiché la trama del film si rifaceva al leggendario sogno americano, infine venne scelto Citizen Kane.

Casting

Interpreti principali

Orson Welles nel ruolo di Charles Foster Kane: il Cittadino Kane del titolo, un ricco e megalomane editore di un giornale la cui vita è il soggetto del film.

William Alland nel ruolo di Jerry Thompson: il reporter incaricato di scoprire il significato delle ultime parole di Kane, "Rosabella". Thompson viene visto solo nell'ombra o di schiena.

Ray Collins nel ruolo di Jim W. Gettys: rivale politico di Kane e governatore incombente di New York. Kane sembra essere il front-runner nella campagna, ma Gettys espone la relazione di Kane con Susan Alexander, la quale lo porta alla sua sconfitta.

Dorothy Comingore nel ruolo di Susan Alexander Kane: amante di Kane, che diverrà poi la sua seconda moglie.

Joseph Cotten nel ruolo di Jedediah Leland: migliore amico di Kane e il suo primo reporter del suo giornale. Leland continua a lavorare per Kane mentre il suo impero cresce, anche se essi crescono a parte nel corso degli anni. Kane licenzia Leland dopo che lui ha scritto una pessima recensione sull'esordio lirico di Susan Alexander Kane.

George Coulouris nel ruolo di Walter Parks Thatcher: un banchiere tirchio che diventa il tutore legale di Kane.

Agnes Moorehead nel ruolo di Mary Kane: madre di Kane.

Harry Shannon nel ruolo di Jim Kane: padre di Kane.

Everett Sloane nel ruolo di Mr. Bernstein: amico di Kane e impiegato che rimane fedele a lui fino alla fine. Secondo la RKO Pictures, Sloane accettò di radersi i capelli a zero per 2400 dollari.

Ruth Warrick nel ruolo di Emily Monroe Norton Kane: prima moglie di Kane e nipote del Presidente. Lo lasciò dopo aver scoperto la sua relazione con Susan Alexander. Muore in un incidente stradale assieme al loro unico figlio.

Paul Stewart nel ruolo di Raymond: il cinico maggiordomo di Kane che lo assiste nei suoi ultimi giorni. Stewart scoprì Welles quando era un produttore radiofonico.

Interpreti secondari

Georgia Backus nel ruolo di Bertha Anderson.

Fortunio Bonanova nel ruolo di Signor Matiste.

Sonny Bupp nel ruolo di Charles Foster Kane III: figlio di Kane, muore assieme alla madre in un incidente stradale. Bupp fu l'ultimo membro del cast del film a morire; morì infatti nel 2007.

Buddy Swan nel ruolo di Charles Foster Kane da giovane.

Erskine Sanford nel ruolo di Herbert Carter.

Gus Schilling nel ruolo di Capocameriere.

Philip Van Zandt nel ruolo di Mr. Rawlston.

Nei titoli di coda del film c'è scritto "Molti degli attori protagonisti di Quarto potere sono nuovi al grande schermo. Il Mercury Theatre è fiero di presentarveli". Welles, assieme all'amico John Houseman, li unì in un gruppo conosciuto come i "Mercury Players", per eseguire la sua produzione al Mercury Theatre nel 1937. Dopo aver accettato il suo contratto di Hollywood nel 1939, Welles lavorò tra Los Angeles e New York dove il Mercury Theatre continuò la sua trasmissione radiofonica settimanale per The Campbell Playhouse. Welles volle tutti i Mercury Players a debuttare nel suo film, ma l'annullamento del progetto di The Heart of Darkness nel dicembre 1939 creò una crisi finanziara per il gruppo e alcuni attori lavorarono altrove. Questo causò un attrito tra Welles e Houseman, e la loro associazione finì.

I dirigenti della RKO furono costernati che molti dei ruoli principali andarono a degli sconosciuti, ma il contratto di Welles li lasciò senza parola in questione. Il film comprende il debutto di William Alland, Agnes Moorehead, Everett Sloane, Ruth Warrick e Welles stesso. Alan Ladd apparve, non accreditato, nel ruolo di uno dei giornalisti.

Riprese

Le riprese durarono dal 29 giugno 1940 al 23 ottobre 1940. Il film fu girato su pellicola in 35 mm.

Una delle prime scene ad essere girate fu quella dei giornalisti che discutono sul cinegiornale: Welles era impaziente di iniziare a girare e usò la sala di proiezione della RKO, mentre la costruzione delle scenografie vere e proprie era ancora in corso. Tra i giornalisti che compaiono nel gruppo figura anche Joseph Cotten, a dimostrazione di come ancora non fosse stato deciso esattamente il cast, non avendo senso nella scena la presenza del personaggio di Leland.

Temi

Come ha acutamente osservato lo scrittore argentino Jorge Luis Borges in una recensione del 1941, lo stesso anno in cui uscì il film, il risultato è un "giallo metafisico" che ha come oggetto un'indagine psicologica e allegorica degli aspetti più intimi e nascosti della personalità di un uomo, attraverso le testimonianze di coloro che lo conobbero.

Nel film il protagonista viene demolito e ricomposto attraverso i racconti di cinque personaggi, dopo la ricostruzione dell'immagine pubblica a cura del cinegiornale. Essi vedono in lui, rispettivamente, un ragazzo ribelle, un direttore straordinario, un amico megalomane, un marito arido di sentimenti, un padrone eccentrico, forse matto. Senza precedenti è quindi la struttura narrativa a incastro e il fatto che il protagonista appaia in maniera diretta solo nei pochi secondi all'inizio del film, mentre sta morendo, infrangendo la regola fondamentale dell'illusione di realtà del cinema classico.

Nessuno però riesce a spiegare il mistero di Rosabella. Esaustive nel comprendere goccia a goccia il sottile significato della vicenda sono le frasi «Forse Rosabella fu qualcosa che lui perse...» e «In tutta la tua vita non hai mai fatto un investimento, hai adoperato il denaro solo per comprare la roba!», nell'illusione che l'accumulo di oggetti materiali potesse compensare in qualche modo il suo vuoto interiore.

Kane mette in evidenza le ambiguità del sogno americano. Numerosi critici (cfr. Bertetto) hanno ipotizzato che, dietro la vicenda dell'uomo-Kane, ci sia una intenzione metaforizzante: il magnate che ha iniziato la sua fortuna grazie all'oro di una miniera per poi franare nell'impossibilità di amare a seguito della sua caduta nelle spire degli interessi economici rappresenterebbe l'America e la sua "caduta", dovuta proprio ad un surplus di risorse accumulate (vedi Crisi del '29), dalla condizione di grazia di "giovane nazione". Significativo, al riguardo, sarebbe il parallelismo tra la vecchia slitta (Rosabella) e la corrispettiva slitta nuova ricevuta da Kane dopo l'affidamento al tutore.

Secondo altri la subitanea morte di Kane potrebbe significare anche una morte simbolica del cinema classico, con l'opera di Welles che diventa il primo episodio di cinema moderno: senza un protagonista presente, senza un lieto fine, senza un senso palese, dove lo spettatore deve cogliere l'essenza pensando e riflettendo sugli indizi che gli fornisce il regista. Per la prima volta né il narratore né lo spettatore sanno niente né tanto meno apprendono qualcosa durante la storia.

Tutto il film si regge su un errore logico in quanto nel momento in cui il morente Kane pronuncia la sua ultima misteriosa parola, tutto nelle immagini del film fa credere che egli sia solo nella sua stanza; l'infermiera che verifica la morte del magnate entra nella stanza dopo la rottura della sfera di vetro che egli aveva in mano e che lascia cadere, quindi è impossibile che qualcuno abbia sentito la sua ultima parola. Una spiegazione è l'ipotesi che l'infermiera, stando dietro la porta in ascolto, abbia sentito sia la rottura della palla di vetro con il paesaggio nevoso (che ricorda la casa dei genitori), sia l'ultima parola pronunciata (Rosebud). In realtà questo dettaglio è piuttosto secondario, perché tutta l'opera di Welles si basa sul potere assoluto della finzione, ribadendo come il cinema sia nell'essenza un'attrazione "magica", piuttosto che un veicolo di storie illusoriamente reali.

Stile

« Appartengo a una generazione di cineasti che hanno deciso di fare film avendo visto Quarto potere. »

(François Truffaut)

Con Quarto potere, Orson Welles rivoluziona le pratiche del cosiddetto "cinema delle origini" rifondando, di fatto, le tecniche della ripresa cinematografica. Rielaborando meccanica, ottica e illuminotecnica ricostruisce, e migliora, lo stile di maestri del primo cinema come David Griffith (regista nel 1915 de La nascita di una nazione) dai quali trae ispirazione e suggerimenti. Welles fonde in modo magistrale elementi del teatro e del cinema ricostruendo il punto di vista dello spettatore con inquadrature innovative. Nessuno aveva mai osato tanto fino a quel momento.

In particolare, è evidente l'uso espressionistico delle luci e ombre - si pensi a Fritz Lang - che rivela l'influenza esercitata su Welles dal cinema tedesco e russo.

Ma l'aspetto più innovativo del film è costituito dall'uso, per la prima volta consapevole e sistematico, della profondità di campo e del piano sequenza (un'inquadratura che dura tutta una sequenza). La profondità di campo è una tecnica che permette a tutto ciò che appare nell'inquadratura, sia in primo piano che sullo sfondo, di essere costantemente a fuoco. Questa tecnica, che compare anche nei film dei fratelli Lumière, era stata bandita da Hollywood perché distraeva lo spettatore con dettagli insignificanti e infrangeva la regola della gerarchia tra primo piano e sfondo. Welles, con l'aiuto del genio del leggendario direttore della fotografia, Gregg Toland, riprese la profondità di campo ispirandosi agli stili di Eric von Stroheim e John Ford (Welles vide quaranta volte Ombre rosse durante la lavorazione di Quarto potere) e ricorrendo a speciali lenti e a una potentissima illuminazione del teatro di posa. Dando il massimo contrasto tra primo piano e sfondo (come nella celebre scena del comizio, dove giganteggia una fotografia di Kane dietro il palco), Welles e Toland riuscirono a dare allo spazio una straordinaria potenza visiva. Contro le regole del cinema classico, in particolare quella della leggibilità immediata, era anche l'uso di lenti e obiettivi che vennero usate nel film per distorcere le immagini ottenendo effetti espressivi e simbolici.

Inoltre, altra trasgressione, è la mancanza di un tempo lineare, anzi la struttura temporale è composta da continui salti in avanti e salti indietro, addirittura con la ripetizione di alcuni episodi, come il debutto di Susan raccontato da due diversi narratori: per Leland il suggello del trionfo di Kane, per Susan dramma privato. La storia diventa quindi tutta un racconto soggettivo, influenzato dal pensiero dei narratori, demolendo completamente l'illusione di realtà.

Grande anticipazione del cinema moderno si trova nell'uso della cinepresa: essa non è un dato oggettivo, né uno strumento per mostrare il punto di vista dei personaggi; essa si muove invece indipendente per il set: è lo sguardo del regista. Non è un caso quindi nemmeno che sia la cinepresa e solo lei a sciogliere il mistero di Rosabella.

Incassi

Nel corso della sua proiezione negli USA il film incassò 1.585.634 dollari a fronte di un budget di 686.033 dollari. Il film quindi non fu un vero e proprio flop, come vuole la leggenda di Welles come autore maledetto, ma comunque il riscontro di pubblico e critica non fu, per certi versi, all'altezza delle aspettative. Alla sua uscita americana venne attaccato da chi vi vedeva un inopportuno ritratto di William Hearst e subì un boicottaggio mediatico da parte della stampa controllata dallo stesso Hearst. Alla cerimonia degli Oscar ricevette però ben nove nomination, ma le critiche pesarono sulla giuria e assieme allo stile troppo innovativo determinarono l'assegnazione di una sola statuetta, alla migliore sceneggiatura originale. A vincere al suo posto gli Oscar di miglior film e miglior regista fu il film Com'era verde la mia valle.

In Europa il film arrivò solo dopo la guerra e venne criticato. Celebre fu la stroncatura di Jean-Paul Sartre, che non gradì il gusto ridondante e barocco. Nei decenni successivi però il film si è preso la sua rivincita, confermando la sua importanza nella storia del cinema e venendo ripetutamente eletto dai critici e dai registi come "film più bello di sempre".

Il boicottaggio

Il film subì sin dalla sua uscita nelle sale il boicottaggio di William Randolph Hearst, che riuscì a limitarne la circolazione, impedendo che venisse recensito o anche solo menzionato da tutti i giornali e le radio di sua proprietà. Inoltre offrì alla RKO 800.000 dollari affinché la pellicola venisse distrutta e i negativi bruciati. La RKO non cedette e il film ottenne numerose nomination ma il premio Oscar solo per la migliore sceneggiatura originale. Dal punto di vista commerciale il film non fu certo un successo, e questo si deve al boicottaggio della stampa di Hearst, anche se i risultati del botteghino furono meno disastrosi di quanto voci successive hanno fatto credere per lungo tempo. È però indubbio che il prestigio di Welles alla RKO ne uscì fortemente ridimensionato.

La vita di Kane ricorda in molti punti quella di Hearst, per la precisione:

La ricchezza dei genitori di Kane dipende da una miniera d'oro, esattamente come quelli di Hearst.
Nonostante i grandi possedimenti ereditari, Kane si interessa quasi esclusivamente del suo piccolo giornale, e lo espande fino a farlo diventare un giornale a tiratura nazionale.
Le due mogli, di cui la seconda un'attrice/cantante/ballerina a cui ha cercato in vari modi di far decollare la carriera.
I continui fallimenti politici.
La realizzazione di Xanadu ricorda molto il Castello Hearst.
La mania di collezionismo; Kane infatti compra ogni genere di opera d'arte per il solo gusto di possederla, esattamente come Hearst.
Il ritirarsi a vita privata ed evitare ogni contatto negli ultimi anni.
Le prese di posizione tutt'altro che imparziali dei suoi giornali.
Solo a partire dagli anni cinquanta la critica mondiale iniziò a considerare Quarto potere un capolavoro. Da allora la fama del film non cessò la sua ascesa: l'American Film Institute lo annovera al primo posto nella classifica dei migliori cento film di tutti i tempi; il National Film Registry lo ha selezionato tra i film di cui debba essere garantita la conservazione e la trasmissione ai posteri; dal 1962 al 2002 è stato in cima alla classifica dei migliori film di tutti i tempi realizzata, ricorrendo alla consultazione di critici cinematografici di tutto il mondo, dalla prestigiosa rivista inglese Sight and Sound.

Riconoscimenti

1942 - Premio Oscar
Migliore sceneggiatura originale a Orson Welles e Herman J. Mankiewicz
Nomination Miglior film a Orson Welles e George Schaefer
Nomination Migliore regia a Orson Welles
Nomination Miglior attore protagonista a Orson Welles
Nomination Migliore fotografia a Gregg Toland
Nomination Migliore scenografia a Perry Ferguson, Van Nest Polglase, Al Fields e Darrell Silvera
Nomination Miglior montaggio a Robert Wise
Nomination Miglior sonoro a John Aalberg
Nomination Miglior colonna sonora a Bernard Herrmann
1941 - National Board of Review Award
Miglior film
1941 - New York Film Critics Circle Award
Miglior film
Il 26 febbraio 1942 Quarto potere ottenne nove nomination ai Premi Oscar 1942, vincendo una statuetta per la migliore sceneggiatura originale. Quell'anno Bernard Herrmann, nominato al premio per la colonna sonora per il film di Welles, vinse la statuetta per la colonna sonora ma non per Quarto potere bensì per L'oro del demonio. Welles fu il primo uomo ad essere nominato come produttore, regista, attore e sceneggiatore per lo stesso film.

Nel 1998 l'American Film Institute ha collocato Quarto potere al primo posto della AFI's 100 Years... 100 Movies, ovvero la lista dei cento film americani più importanti (precedendo Casablanca, Il padrino e Via col vento); nel 2007 la stessa AFI ha redatto una nuova lista includendo i film più recenti, tuttavia il film di Welles conserva il primato. Inoltre una citazione di dialogo del film è stata inserita nella lista delle migliori battute di sempre, per la precisione si tratta della battuta "Rosabella", pronunciata dal morente Kane e collocata al 17º posto.

Nel 1989 negli Stati Uniti è stato selezionato dal National Film Registry per la conservazione.

Pino Farinotti assegna nel suo dizionario ben cinque stelle al film, il massimo voto possibile e Morando Morandini si associa assegnando anch'egli cinque stelle a Quarto potere nella sua guida (anche qui il massimo possibile). Anche il Dizionario dei film di Paolo Mereghetti gli assegna quattro stelle, il massimo.

È costantemente presente nella Top 250 di IMDb e il voto medio attribuito dagli utenti registrati di Rottentomatoes.com è 9,3/10.

È stato inserito nella lista del sito theyshootpictures.com al 1º posto dei migliori 1.000 film di sempre; compare inoltre in cima alla lista dei migliori film di films101.com e al 3º posto della classifica stilata dai lettori di Time Out.

Citazioni e riferimenti in altre opere

Il film è stato più volte citato dalla serie tv I Simpson:

Il Signor Burns, direttore della centrale nucleare in cui lavora Homer Simpson, condivide con il protagonista dell'opera di Welles lo stesso primo nome, Charles, ed è infatti protagonista di parecchie citazioni al film.

Nel quarto episodio della seconda stagione, Charles Montgomery Burns si candida a governatore dello Stato e parecchie scene riprendono la campagna di Kane per l'elezione a governatore di New York. Durante un comizio, infatti, Burns parla mentre dietro di lui è collocato un gigantesco poster in bianco e nero che lo ritrae e in cui figura il suo cognome. In un'altra scena viene ripreso il dialogo tra la prima moglie di Kane e i suoi figli, quando Bart chiede a Homer “il tuo capo è governatore?” e lui gli risponde “non ancora”. Quando la candidatura del Signor Burns fallisce, egli dichiara “non puoi farmi questo: io sono Charles Montgomery Burns!” proprio come il protagonista del film esclama “non puoi farmi questo: io sono Charles Foster Kane!”. Dopo di ciò, Burns inizia a distruggere l'abitazione dei Simpson così come Kane scaraventa a terra tutti gli oggetti della sua seconda moglie, quando quest'ultima lo abbandona.

Il quarto episodio della quinta stagione, "L'orsetto del cuore" (Rosebud in lingua originale, omaggiando ulteriormente l'apertura del film), rappresenta un'altra chiara parodia del film: esso ha nuovamente il Signor Burns come protagonista, che invece di ricordare la sua slitta, come nell'originale, ricorda un orsetto di peluche chiamato Bobo. L'apertura della puntata riprende quella del film, in cui il personaggio principale, in preda a un sogno, lascia cadere una palla di neve. Un altro omaggio all'opera è presente in un flashback in cui viene mostrato come Burns abbia preferito abbandonare i suoi genitori favorendo un futuro più ricco al fianco di un milionario, separandosi anche dall'orso di peluche, proprio come Kane sceglie di abbandonare la sua famiglia e la slitta a cui era affezionato.

Nel settimo episodio della quarta stagione, "Marge trova lavoro", Smithers si esibisce in un balletto in onore del Sig. Burns durante la festa di pensionamento di un dipendente della centrale nucleare, evidente citazione di quello in onore di Kane nel film, durante la festa in cui introduce nella sua azienda i critici che avevano lavorato con la concorrenza fino a poco tempo prima.

Una delle tre storie del settimo special di Halloween, "La Paura fa Novanta VII", si ispira al titolo del film: Citizen Kang. In questo racconto, i due alieni Kang e Kodos rapiscono Bob Dole e Bill Clinton e ne assumono le sembianze prima delle elezioni, così da assoggettare il genere umano.

Nel tredicesimo episodio della terza stagione de I Griffin, "Non svegliare il can che dorme", quando al processo di Brian viene presentata la fattura di una videoteca a suo nome e questi dice che i film che aveva noleggiato erano per Peter poiché era stato cacciato per aver registrato sulle videocassette, si vede che quest'ultimo ha lasciato un suo messaggio su quella di Quarto potere, appena dopo la scena iniziale della morte di Kane, in cui ne comunicava il finale per risparmiare la fatica nel vederlo.

Il personaggio dei fumetti Disney Paperon de' Paperoni è ispirato, almeno per quanto riguarda l'esordio, al protagonista del film. Anche l'ultimo capitolo della famosa storia Saga di Paperon de' Paperoni di Don Rosa cita apertamente l'inizio di Quarto potere.

L'episodio Citizen Max della serie animata Tiny Toon Adventures è un intero rifacimento in chiave comica del film, con Montana Max a interpretare il ruolo del protagonista, che anziché pronunciare "Rosebud" all'inizio, esclama "ACME!".

Un altro riferimento al film si trova in un episodio della serie del Tenente Colombo, precisamente in quello intitolato "Un delitto pilotato" (titolo originale "How to Dial a Murder"), episodio 44 della settima stagione, trasmesso per la prima volta il 15 aprile 1978. Durante l'episodio viene mostrato il cancello d'ingresso del castello, e lo slittino con impressa la parola Rosebud che viene utilizzato per istigare dei cani a sbranare un personaggio.

La storia del film venne ricostruita nel documentario RKO 281 - La vera storia di Quarto potere
Nel film di Tim Burton Ed Wood, Johnny Depp, interpretando Edward D. Wood Jr., dice: "...Orson Welles a soli ventisei anni dirigeva "Quarto Potere"..."

Il quarto episodio della serie Il vendicatore tossico (Toxic Avenger), prende il nome di Citizen Toxie: The Toxic Avenger IV in riferimento a Citizen Kane. In esso è presente una scena in cui si fa parodia delle feste a villa Xanadu (qua chiamata Tromadu).

Il film viene citato più volte nelle strisce a fumetti dei Peanuts, i personaggi creati da Charles M. Schulz. In una delle strisce più famose Lucy scopre il fratello Linus a guardare per la prima volta il film e, con totale disinvoltura, gliene rivela il finale.

Riferimenti all'Italia

Nel film sono presenti alcuni riferimenti all'Italia:

In un'intervista Kane afferma di aver parlato con i leader dei paesi più potenti in Europa, Inghilterra, Francia, Germania e Italia, e ritiene che la guerra non ci sarà.
Dal suo viaggio porta numerose statue e in una inquadratura dei suoi uffici al giornale Inquire è ben visibile la scritta su una cassa proveniente da Florence, Italy. Anche durante l'ultima scena dell'inventario si sente citare una statua di Donatello, acquistata a Firenze.
Fra i vari personaggi è presente anche un italiano, il signor Matiste (nome molto simile all'italiano Maciste) che si sforza di insegnare canto lirico alla seconda moglie di Kane, Susan Alexander, che si rivela negata. L'attore spagnolo si chiama Fortunio Bonanova che nella sua carriera ha interpretato anche Cristoforo Colombo e vari personaggi spagnoli.
L'edizione italiana del film ha alterato i due nomi-simbolo del film, "Rosebud" e "Xanadu", diventati Rosabella e Candalù. Inoltre è più corta di quindici minuti, con tagli chirurgici di piccoli brani delle scene (ad esempio nella scena della distruzione della camera da letto di Susan, manca senza ragione apparente l'inquadratura di Kane-Welles che stacca due scaffali).

Cimeli

Dai depositi della Rko Pictures sono emersi vari cimeli del film. Di slittini "Rosebud" vennero prodotte alcune copie in balsa, destinate ad essere bruciate durante le riprese della scena finale. Sul set ne vennero distrutte due, una per l'inquadratura panoramica e una per l'inquadratura del dettaglio in primo piano. Una terza è stata ritrovata e messa all'asta nel 1982, quando venne acquistata dal regista Steven Spielberg per 55.000 dollari. Una foto dell'epoca lo ritrae con lo slittino, che nella foto è di colore rosso.

La coppa "Welcome home Mr. Kane" è stata messa in vendita in un'asta Ebay nell'inverno 2008 al prezzo di 2.710.000 dollari.

fonte: Wikipedia

PROFONDITA' DI CAMPO

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