domenica 7 dicembre 2014

lobotomizzati





 di Giusto Franco*

Lobotomizzato è un  aggettivo che ricorre sempre più  frequentemente  in questo diario  internautico. E' un termine proprio della medicina ed  in questo caso  intende, in modo allegorico, gli effetti che l'asportazione  dei lobi frontali del cervello provoca in una persona e cioè l'assoluta mancanza di partecipazione alla vita di relazione o  reazioni a stimoli esterni. E' un termine forte e drammatico che prelude a uno stato vegetativo. Ma perchè  lobotomizzati? Come è potuto avvenire una simile tragedia?

Penso che la genesi di questa  metamorfosi possa risalire al periodo in cui cominciamo a frequentare  le scuole elementari  durante il quale, al pari di  fogli bianchi, verranno trascritte su noi nozioni codificate e tanto altro che la società avrà deciso di farci imparare. Ma noi già da allora non siamo  un foglio bianco, assolutamente no. Siamo  un foglio su cui  ognuno ha già scritto  il proprio carattere, la propria indole, gusti, eredità, propensioni, istinti  e follia. Ma l'apprendimento prevede che queste caratteristiche vengano sorpassate   per far posto alla immissione cerebrale  di programmi  prestabiliti e contenuti dentro i confini di una conoscenza   non sempre  evolutiva. La follia che risiede in ciascuno di noi fin dalla nascita, intesa in senso filosofico come  la parte creativa e istintiva  che si identifica  col sentimento amore (Socrate), viene di preferenza soffocata. Purtroppo sono ormai  pochi  gli insegnanti con la capacità o il  desiderio  di trasmettere l'amore per il sapere,  che prevede il riconoscimento delle caratteristiche di ciascun bambino per sviluppare l'apprendimento; molto meno impegnativo ma meno evolutivo è il metodo della   trasfusione del  sapere, come se le teste dei bambini fossero contenitori vuoti da riempire con  nozioni.  Ed ecco quindi i primi  approcci per la  lobotomia. Questa azione atrofizzante cerebrale  prosegue in modo crescente e mirato col passare degli anni  attraverso la mancata  diffusione della  cultura intesa come storia, arte, filosofia, poesia, educazione, sentimenti, conoscenza e rispetto delle diversità, e tanto altro di cognitivo. Al contrario  le attuali società diffondono di preferenza valori legati al consumismo, successo effimero  e ignoranza dilagante. Da molto tempo ormai è stato codificato che l'essere umano pensante sia  un essere molto pericoloso  per chi voglia gestirne  la vita e i comportamenti. Ecco allora che un essere pensante e scrivente utilizza il termine lobotomizzati   per provocare  in modo energico  i suoi lettori   a una reazione. Non so quale effetto  possa avere questo termine sulle persone, so però che l'intenzione è giusta ed è quella di stimolare un risveglio alla conoscenza e alle responsabilità personali che ne conseguiranno; ma   sopratutto alla riscoperta della propria identità e della follia che risiede in ciascuno di noi, quest'ultima intesa come meraviglia esclusivadegli dei e cioè quella di saper amare.

*medico chirurgo

fonte: sulatestagiannilannes.blogspot.it

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