giovedì 6 novembre 2014

il segno del comando



da Wikipedia:

 è il titolo di uno sceneggiato televisivo di genere fantastico/giallo in cinque puntate, prodotto dalla Rai nel 1971, per la regia di Daniele D'Anza.

Trama

Prima puntata

Lancelot Edward Forster è un professore di letteratura inglese di Cambridge alle prese con la traduzione di un diario di Lord Byron, scritto durante il soggiorno romano del 1817.
Durante la traduzione, il professore viene invitato, proprio a Roma, da un misterioso pittore (un certo Marco Tagliaferri) che lo sfida a cercare una piazza, citata da Byron nel diario, che Forster ritiene essere un luogo inventato dal poeta. Tagliaferri, tuttavia, dimostra che la piazza esiste, allegando una fotografia della stessa alla lettera. Contemporaneamente, Forster viene chiamato a tenere una conferenza (dall'addetto culturale britannico Powell), in occasione della settimana byroniana, presso la sala del British Council di Roma. Incuriosito da queste coincidenze, Forster si precipita nella capitale italiana. In Via Margutta, 33, trova ad attenderlo la modella di Tagliaferri, Lucia - scalza e semisvestita , la quale afferma che potrà farlo incontrare col pittore quella sera in una locanda di Trastevere. Si reca all'Hotel Galba per prendere una stanza, su consiglio di Lucia. Qui, incontra la direttrice, la signora Giannelli (che però afferma di non conoscere la modella), ed una sua vecchia fiamma, Olivia, anche lei ospite dell'albergo, col compagno Lester Sullivan, antiquario irlandese in vacanza a Roma. Prima di recarsi al British Council, al quale la televisione sta dedicando un servizio, Forster contatta telefonicamente il pittore Tagliaferri. Per tutta risposta riceve un'inaspettata notizia: il pittore è morto. Più tardi, dopo il servizio giornalistico che ha illustrato il programma della settimana byroniana, Forster ha l'occasione di conoscere Powell e la sua segretaria Barbara, che, grazie alla foto del professore, si offre di cercare la fantomatica piazza.
Quella sera, alla taverna dell'Angelo, il pittore non si presenta ed Edward, dopo spaventose allucinazioni, perde i sensi. Svegliato da una prostituta, si ritrova da solo nella propria macchina. Frastornato, rifiuta l'offerta della meretrice, che gli avrebbe anche dato da mangiare, invece si reca al più vicino commissariato per denunciare l'accaduto e la sparizione della valigetta con le copie del diario byroniano. Qui, però, trova solo l'incredulità dell'ufficiale, che lo invita a sporgere denuncia per un tipico furto con raggiro. Difatti, della Taverna dell'Angelo non ha mai sentito parlare.
Deluso e sempre più incredulo, torna alla sua macchina, dove trova il medaglione che qualche ora prima indossava Lucia. Un fischio lontano attira la sua attenzione, ma poco dopo si spegne tra i vicoli deserti, mentre della taverna non è rimasta nessuna traccia. Fatto giorno, Forster si precipita allo studio di Tagliaferri, dove però l'attende una rivelazione sconcertante: il pittore romano è morto, sì, ma... cento anni prima.

Seconda puntata

A dare la sconvolgente notizia è un anziano colonnello in pensione, l'ultimo discendente della famiglia dei Tagliaferri, che abita proprio accanto allo studio del pittore; egli è un reduce della guerra nordafricana, fatto prigioniero dagli inglesi ad El Alamein e racconta al professor Forster del suo antenato, morto giovane e in circostanze misteriose. La sua amante e modella, sconvolta dalla prematura scomparsa, si uccise il giorno dopo. Si chiamava Lucia e si dice che il suo fantasma si aggiri ancora per le stanze dello studio abbandonato.
Forster confessa di aver incontrato Lucia, non un fantasma, ma una ragazza in carne ed ossa. Il professore torna in albergo, dopo aver seguito il consiglio del colonnello di visitare il Caffè Greco. Nel suggestivo locale lo attende una nuova e sconcertante scoperta: l'autoritratto del pittore Tagliaferri, che mostra una forte rassomiglianza con il professore inglese. Più tardi, dopo le rassicurazioni di Powell, Edward riceve una telefonata che lo invita a cercare la valigetta al cimitero degli inglesi, all'ombra della Piramide Cestia. Qui, un'apparizione misteriosa lo conduce verso la tomba del pittore, nato lo stesso giorno di Forster, ma di un secolo prima: il 28 marzo 1835. Curiosamente, anche la data di morte corrisponde allo stesso giorno, cioè il 28 marzo del 1871. La conferenza su Byron è stata fissata per la sera del 28 marzo 1971...
Turbato dalla scoperta, Forster si confida con Olivia, la quale afferma di essere spaventata da tutta la storia.
Lucia (che solo lui ha visto), il medaglione e ora la coincidenza di date spingono Forster ad approfondire, facendo esaminare il medaglione di Lucia da un esperto d’arte, Prospero Barengo. Nella sala d'aste vicino a Piazza del Popolo, l'antiquario riconosce il manufatto come opera di un orafo del 1700, Ilario Brandani, noto per le sue attività negromantiche. Mentre Barengo va a chiamare Sullivan per mostrargli il medaglione, Olivia, in preda al terrore, cerca di convincere il professore a sbarazzarsene, convinta che sia maledetto come tutte le opere del Brandani. Sullivan non fa che appesantire l'atmosfera quando rivela che anche Brandani è nato e morto il 28 marzo di due secoli prima (1735-1771).
Nel frattempo Barbara ha scoperto che la foto della piazza è il fotomontaggio di un quadro. Forster, dopo una breve ricerca in biblioteca, dove incontra lo stravagante principe Raimondo Anchisi, scopre che il quadro fa parte della collezione del nobile appena conosciuto. Nottetempo, Forster si reca alla villa del principe. Il palazzo sembra disabitato, quando dal buio spunta di nuovo (e più sfuggente che mai) Lucia.

Terza puntata

Forster torna al British Council e racconta l'accaduto a Powell, che come al solito minimizza. Barbara, però, mette in guardia il professore: il fantasma di Palazzo Anchisi porta male. Si dice che chi lo vede sia destinato a morire entro il mese e il 28 marzo è vicino.
Lo studioso decide di recarsi di nuovo da Anchisi, che lo accoglie calorosamente, proprio mentre caccia in malo modo Sullivan, che sta cercando di convincerlo a vendere la collezione di quadri.
Dopo l'increscioso episodio, Anchisi invita Forster nel suo studio, pieno zeppo di scritti originali di Lord Byron, volumi esoterici e occultismo. Anchisi incentra la conversazione su alcune frasi di Byron, proprio quelle relative alla descrizione della piazza fantasma. Il principe sembra voler vincere lo scetticismo di Forster, parlando di un mistero ma quest'ultimo si mostra ancora diffidente.
Quando il professore chiede notizie del quadro, Anchisi lo informa che sta per essere venduto all'asta.
Giunge, poi, inaspettata la notizia che il colonnello Tagliaferri ha avuto un malore. In clinica però, le visite non sono permesse e il professore, dopo aver ricevuto dalla nipote la chiave dello studio che fu di Tagliaferri, se ne va proprio mentre Sullivan si dirige verso la camera dell'anziano malato.
All'asta, il quadro viene acquistato da un individuo, che confessa di aver ricevuto l'incarico da un cliente anonimo.
La sera, una telefonata informa il professore che il quadro è di nuovo in vendita, ma giunto sul posto indicato, Forster trova la signora Giannelli e altri strani figuri coinvolti in una sconvolgente seduta spiritica. Secondo la medium (una donna vestita di nero e coperta da un macabro velo), il quadro si trova in una "barca a remi". Dopo un urlo spaventoso, la medium sviene e Forster si accorge che è Lucia. Rimasto da solo, si ritrova a vagare nelle stanze buie di una sartoria, ma Lucia e tutti gli altri sono spariti.
Allibito, fa ritorno in Hotel dove un'altra telefonata, diretta alla signora Giannelli, avverte che il colonnello Tagliaferri è morto.

Quarta puntata

Forster scopre che il colonnello Tagliaferri è morto, esattamente nell'istante in cui ha smesso di funzionare un pezzo importante della sua collezione, un orologio molto antico, opera dell'orafo Ilario Brandani, e scopre inoltre che all'interno dell'orologio c'è inciso il nome di un santo: S. Onorio. Messosi alla ricerca della chiesa che porta quel nome non trova tuttavia nessun apparente collegamento né con Tagliaferri ne con Brandani: il sacerdote che lo accoglie, infatti, non ha mai sentito nominare nessuno dei due. Credendo di essere ancora una volta di fronte ad una pista sbagliata, Forster ritorna a studiare i suoi microfilm, a casa di Barbara, ma ad un certo punto riceve una telefonata di Sullivan che dice di aver scoperto molte cose e gli propone un accordo. Ma la telefonata finisce con due spari.
Mentre si trova proprio da Powell per riferirgli l'accaduto, si ricorda che il giorno che era giunto all'Hotel Galba aveva incontrato Olivia mentre stava guardando alla televisione un concerto di Baldassarre Vitali. Ecco il collegamento: nella chiesa di S. Onorio sono custoditi proprio i salmi di questo compositore. Così si reca di nuovo con Powell alla chiesa, ma si accorge che manca proprio il salmo in questione, il numero XVII. Ma non è tutto: viene anche a sapere da un direttore d'orchestra di una diceria, ossia che il salmo contenga un messaggio segreto nascosto tra i suoi versi.
Forster si reca dal Principe Anchisi che gli mostra un libro del 700 nel quale è descritto un segreto, il cosiddetto segno del comando, protetto da un messaggero "con corpo ma senza anima", in un luogo simile alla piazza descritta da Byron, che può essere portato alla luce solo da un prescelto.
La puntata si conclude con il passaggio diretto e apparentemente reale ad un lunghissimo sogno misterioso in cui Forster vede il presagio della propria morte e che, tra le altre rivelazioni, svela a Forster la morte di Olivia.

Quinta puntata

Dopo la morte di Olivia tutta la storia assume per Forster un tono più serio e pericoloso ed egli è sempre più deciso a far luce sui misteri in cui è incorso dal suo arrivo a Roma. Inoltre Forster, continuando a decifrare il diario di Byron, si convince che la soluzione sia nascosta nella frase del poeta: "Che io sia dannato se accetto ancora un invito di O." Così lui e Barbara si mettono sulle tracce di questo O. per capire chi fosse e dove abitasse ai tempi di Byron. Infatti Forster crede che proprio a casa di questo amico, Byron avesse vissuto le strane esperienze descritte nel diario. La loro assidua ricerca alla fine li conduce ad un nome, Sir Percy O. Delaney, e ad un luogo, Via delle Tre Spade 119.

Recandosi sul posto, Forster scopre che in quella casa abita un anziano cieco che lo accoglie e gli racconta molte cose sulla casa, tra cui il fatto che un tempo la casa si affacciava su una piazza uguale a quella descritta da Byron e che il salmo di Baldassare Vitali mancante è custodito proprio in quella casa. Mentre lo sfoglia, Forster vede Lucia in strada e si precipita per rincorrerla; dopo un lungo inseguimento si trova nella sartoria del palazzo in cui era avvenuta la seduta spiritica. Ma nel palazzo sono entrati anche Sullivan, che aveva solo inscenato la sua morte e che cerca Forster, e Powell che insegue a sua volta Sullivan: i due si affrontano con le pistole spianate; Sullivan fuggendo cade nel vuoto da una porta che dà sulla strada e muore. Powell, che nel frattempo si è qualificato come agente dell'Intelligence inglese, dice a Forster che Sullivan aveva tramato il tutto perché interessato alle ricerche di Forster ma senza rivelare tutto. Durante la conferenza poi Forster rivela al pubblico ciò che ha scoperto: Ilario Brandani aveva il segno del comando, ma era stato ucciso da Baldassarre Vitali per impadronirsene; questi aveva poi raccontato nel testo del Salmo 17 dove aveva nascosto il segno del comando.

Dopo la conferenza Forster cerca di rintracciare il luogo ma è preceduto da Powell, che gli rivela finalmente quale era la sua missione: recuperare un compromettente dossier segreto tedesco, nascosto, durante la guerra, da un ufficiale delle SS che, alloggiato nella casa del cieco e appassionato di musica, aveva utilizzato le parole cifrate di B. Vitali per nascondere il dossier nello stesso posto. Forster invece sembra dover andare incontro al tragico destino di Brandani e Tagliaferri proprio alla fine della giornata: addentratosi nei sotterranei nel luogo del nascondiglio, si ritrova tra i lavori della metropolitana di Roma e sta per essere schiacciato da una macchina quando, a mezzanotte, i lavori vengono fermati, appena in tempo. È il 28 marzo e la maledizione della morte predestinata è stata smentita. Invece Powell, che ha finito la sua missione, muore in un incidente stradale alle luci dell'alba mentre Forster, tra i vicoli, riconosce la "Taverna dell'Angelo"; entra e trova Lucia che gli confida che è sopravvissuto perché il segno del comando è già in suo possesso; infatti il segno del comando è il medaglione di Lucia con la civetta, trovato sul sedile della macchina nella prima puntata. La serie si chiude così, lasciando nello spettatore il magico dubbio su Lucia, essere vivente o fantasma?

Storia della produzione

Nel 1968, tra i vicoli di Trastevere, gli sceneggiatori Dante Guardamagna e Flaminio Bollini evocano, quasi per gioco, antichi manoscritti, pittori e poeti ottocenteschi, zingare sibilline e presenze fantasmatiche. Non immaginano che stanno dando vita ad una storia che rimarrà negli annali della televisione italiana.

Il soggetto, alla cui collaborazione partecipano altri due sceneggiatori, Lucio Mandarà e Giuseppe D'Agata, viene venduto alla RAI, che però lo accantona momentaneamente. Solo qualche anno dopo viene “riesumato” ed i vertici RAI danno il via alla realizzazione. I 4 cominciano a scrivere la sceneggiatura, ma Guardamagna e Mandarà lasciano subito, mentre Bollini (che si propone anche per la regia) e D’Agata continuano. Arrivati a metà e fermi ad un punto morto, Bollini abbandona, lasciando D’Agata da solo. Riuscirà comunque a finire lo script. Seguono diversi mesi di preparazione in studio, per poi passare alle riprese vere e proprie tra Roma e Napoli (molte le ricostruzioni negli studi partenopei ad opera dello scenografo Nicola Rubertelli).

Il tema trattato è inusuale per i tempi: si parla di occultismo, di esoterismo, perfino di reincarnazione e l'alone di magia e mistero che si crea è tale da suggestionare tutta la troupe. La censura avrebbe persino costretto ad eliminare dal copione alcune parole giudicate troppo forti. La realizzazione del finale è alquanto travagliata. Ne sarebbero stati preparati addirittura cinque (notizia però non confermata da D'Agata), ma comunque Daniele D’Anza è costretto a cambiarlo su pressione di alcuni attori (tra cui Silvia Monelli), che lo reputano troppo poco “magico” rispetto al resto della storia.

Viene trasmesso il 16 maggio 1971, sul Programma Nazionale (l'odierna Rai Uno) dalle 21.15 alle 22.15 circa, in cinque puntate domenicali (la quinta e ultima verrà trasmessa il 13 giugno 1971). Il segno del comando paralizza il paese, avvince, intriga ed impaurisce il pubblico televisivo, che conta un ascolto medio di 14.800.000 spettatori.

La sigla finale dello sceneggiato, la canzone Cento campane, scritta da Fiorenzo Fiorentini per il testo e da Romolo Grano per la musica era cantata da Nico Tirone, il cantante del celebre gruppo beat Nico e i Gabbiani: il disco ebbe un buon successo di vendite, anche se oggi il brano è ricordato maggiormente nella versione successiva di Lando Fiorini.

Opere derivate

Nei primi anni novanta, Mediaset realizza il remake per La Cinq, il “Canale 5 francese”, con la partecipazione di diversi attori noti, tra i quali spicca Robert Powell nei panni del professor Forster.

Nel 1987, Giuseppe D'Agata ha rielaborato la sceneggiatura ricavandone un romanzo omonimo, pubblicato da Rusconi Libri, poi riedito nel 1994 nei Tascabili Economici da Newton Compton Editori. Lo sceneggiatore ne ha approfittato per ripristinare il finale originale, che svela alcuni punti rimasti in sospeso nella riduzione televisiva. Dopo circa trent’anni, la serie originale è stata riedita in VHS e DVD dalla Elleu Multimedia.

La serie in DVD

Distribuita su licenza Rai Trade dalla Elleu Multimedia nel 2002, la serie è in 2 DVD contenenti i 5 episodi per un totale di 360 minuti. Nei primi giorni di gennaio 2010 è uscita una nuova edizione in DVD edita da Rai Trade, contenente la serie in 3 DVD.

TITOLI DI TESTA

2 commenti:

  1. L'ho visto tanti anni fa,era una storia intrigata e coinvolgente, interpretata da attori di grande bravura.
    E ricordo la bellissima canzone che faceva da sigla : credo si chiamassse "Cento campane".

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  2. bei ricordi. Quando la TV italiana aveva solo 2 canali ed un briciolo di rispetto per il pubblico

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