venerdì 16 maggio 2014

Germano Maccari


Roma 16 aprile 1953 – Roma 25 agosto 2001. Terrorista, delle Brigate rosse. Il “quarto uomo” del sequestro Moro. Morto per un aneurisma cerebrale nel carcere di Rebibbia, dove stava scontando 26 anni di carcere.
Maccari, da Potere operaio alle Br
• Nel “movimento” romano già negli anni del liceo, entrò in Potere operaio, dove costituì, insieme a Valerio MorucciAdriana FarandaBruno Seghetti, il gruppo Lotta armata potere proletario. Nel 1976 l’ingresso nelle Br.
Il “signor Altobelli” che tenne prigioniero Moro
• «Era il famoso “quarto uomo” che insieme a Mario Moretti,Prospero Gallinari e Anna Laura Braghetti aveva tenuto prigioniero Moro per 55 giorni nel covo di via Montalcini. Nelle Brigate rosse era arrivato solo da pochi mesi, reclutato daValerio Morucci che lo aveva presentato a Moretti. La sua freddezza e la sua preparazione militare avevano colpito i brigatisti. Che però lo usarono solamente per il sequestro Moro. Con il falso nome di “ingegner Altobelli” fu Maccari ad allestire e insonorizzare il “carcere del popolo” dove fu tenuto prigioniero il presidente della Democrazia cristiana». [Giovanni Bianconi, Cds 5/9/2001]
Maccari negò per anni di essere stato uno dei carcerieri
• «“Io ero girato e guardavo la porta del box. Sentii due detonazioni. Moretti mi chiese agitato la mia mitraglietta, mi girai di nuovo e sentii una o due raffiche. Dopo di che chiuse il bagagliaio”. È questa l’ ultima verità di Germano Maccari sulla fine di Aldo Moro, consegnata ai giudici della Corte d’assise di Roma il19 giugno 1996. Fino ad allora, per oltre tre anni, il “quarto uomo” di via Montalcini aveva negato pure di essere uno dei carcerieri del presidente dc rapito dalle Br. Poi invece ammise di aver custodito l’ostaggio nella “prigione del popolo” dal 16 marzo fino alla mattina del 9 maggio ‘78. Nonostante sul piano giudiziario la sua posizione non cambiasse granché, Maccari volle però precisare che non era stato lui a sparare. Dopo la condanna definitiva tornò in carcere». [Cds 5/9/2001]
Pace: «Mi confidò di aver sparato lui a Moro»
• Nei giorni successivi alla sua morte è uscita un’altra verità: sarebbe stato proprio Maccari a soarare a Moro. «Nel garage, davanti al presidente della Dc Aldo Moro rannicchiato nel bagagliaio della Renault rossa, Mario Moretti, capo delle Brigate Rosse, era in preda a una crisi di panico. Gli tremavano le mani. Provò lo stesso a sparare ma la pistola si inceppò. Moretti rivolse uno sguardo in cerca di aiuto verso Prospero Gallinari. Ma Gallinari singhiozzava. Germano Maccari scansò sia Moretti sia Gallinari e si fece avanti con la mitraglietta Skorpion. Sono gli ultimi cinque secondi della vita di Aldo Moro. Li rivela, come in una tragica scena di un film di azione, Lanfranco Pace. “Me lo raccontò Maccari stesso prima del suo processo. Era indeciso se dire ai giudici la verità. Poi non lo fece. Ora che è morto mi sento libero di farlo io”, dice Pace. (…) “Considerava quell’omicidio una ignominia assoluta. Però prese su di sé il peso di quella decisione tremenda, perché si riteneva un soldato. Dopo 48 ore abbandonò le Brigate rosse. Io lo incontrai all’ università la settimana successiva. Era irriconoscibile. Gli erano diventati tutti i capelli bianchi”». [Cds 5/9/2001]
scheda aggiornata al 20 dicembre 2011
Fonti
fonte: cinquantamila.corriere.it

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