sabato 22 febbraio 2014

in Irpinia


IRPINIA: L'INQUINAMENTO INDUSTRIALE DILAGA GRAZIE ALLO STATO TRICOLORE


 
 Isochimica di Avellino: amianto e tumori

di Gianni Lannes

Inquinamento, malattie e morte: il vero lusso in Italia è la salute. Il vaso di Pandora è stato spalancato. Alla spicciolata, saltano fuori in ogni angolo del Belpaese, territori ormai irreversibilmente assassinati dalla tacita connivenza delle istituzioni che avrebbero dovuto tutelare la vita, inclusa la gente che vi sopravvive. I dati ufficiali dei ministeri dell’Ambiente e della Salute, tenuti volutamente nei cassetti, stimano almeno 10 milioni di persone in territori gravemente contaminati dall’inquinamento industriale. Senza contare l'inquinamento ancora più pericoloso di origine militare e bellica, sparso in tutto lo Stivale, isole Sicilia e Sardegna comprese nel prezzo di svendita. 

Oggi è la volta di un altro pezzo di Sud, assassinato già da tanto tempo nell'indifferenza collettiva. Ecco la punta dell'iceberg nel Mezzogiorno. Ecologisti e medici di base hanno indirizzato un esposto a Rosario Cantelmo, capo della Procura della Repubblica di Avellino, per denunciare l'aumento anomalo di neoplasie legate all'inquinamento nella zona industriale a valle del capoluogo. L'ipotesi di reato: disastro ambientale, o meglio sanitario. Arpac e Cnr certificano i veleni in suolo, acqua ed aria, mentre i sanitari attestano: “Tumori e malattie respiratorie in costante aumento”.Insomma la classica fatica di Sisifo. Dall'alto, infatti, le scie chimiche nebulizzate quotidianamente dalla Nato fanno il resto del lavoro sporco,irrorando l'aria di altre sostanze tossiche quali alluminio, bario e nanoparticelle artificiali che causano malattie neurodegenerative e respiratorie.

I livelli di ozono, benzo(a)pirene, polveri sottili, toluene nell'aria, ammoniaca, ferro e  manganese nell'acqua, piombo, rame e pcb nel suolo hanno registrato valori abnormi in studi condotti da Arpac e Cnr. Ci sono un centinaio di aziende che eruttano fumi di ogni tipo. Ma questa è anche la terra in cui amianto e diossine hanno stabilito dei tristi record con l'Isochimica di Pianodardine, stabilimento dove sono state illecitamente smaltite gigantesche quantità di amianto scoibentato dai treni.

La vicenda dell'Irm è la solita cartina di tornasole. I risultati della prima indagine dell'Arpac datata 2005, e commissionata dalla Provincia di Avellino in seguito al rogo, sono preoccupanti. Nei suoli dei 12 punti campionati nella Valle del Sabato sono stati riscontrati valori di pcb (policlorobifenili, composti organici che hanno una tossicità simile a quella della diossina), fino a 0,0048 mg/kg, quasi cinque volte oltre i limiti consentiti. Oltre le soglie imposte dal decreto legislativo 471/1999 anche rame, piombo stagno, berillio, vanadio, tallio. Sul fronte delle acque superficiali, nel fiume Sabato si è registrata la presenza di valori oltre norma di ammoniaca, fosforo e tensioattivi anionici; nei pozzi sotterranei, le analisi chimiche hanno evidenziato concentrazioni anomale di cloruri, ione ammonio, manganese, ferro e idrocarburi.

Il monitoraggio dell'aria con sei postazioni nei comuni di Atripalda, Manocalzati, Pianodardine di Avellino, Arcella di Montefredane, Pratola Serra, Prata di Principato Ultra ha registrato esiti inquietanti. C'è stato il superamento dei valori normati "a protezione della salute umana" di monossido di carbonio, ozono, polveri sottili (PM 10), valori oltre norma di toluene, ossidi di azoto, e sopratutto una quantità di benzo(a)pirene, pericoloso cancerogeno, fino a 4,8 nanogrammi per metro cubo, e quasi cinque volte oltre il valore normato di 1 nanongrammo per metro cubo.  
Su pressione di Provincia e dei comuni, l'Agenzia Regionale per l'Ambiente ripeteva il Piano di monitoraggio nel 2007 con risultati ancora peggiori dei precedenti. Nei suoli sforata la soglia di contaminazione per berillio e stagno in tutti i punti campionati, mentre la concentrazione media di pcb è risultata fino a sei volte maggiore del valore 2005 (con picchi di 0,23 mg/kg). Valori che derivavano sia dalle «emissioni in atmosfera dalle attività industriali», sia dalle sostanze immesse per «uso agricolo dei suoli». Nelle acque sotterranee (pozzi) la concentrazione di ferro aumentava da 3 a 10 volte rispetto al precedente monitoraggio; nel fiume Sabato stabili le presenze di ammoniaca, fosforo e nitrati.

Nell'aria di tre siti analizzati, le polveri sottili (PM 10) hanno raggiunto picchi di 84 microgrammi per metro cubo nell'arco della giornata (valore massimo consentito dalla legge 50 microgr/m3) e concentrazioni medie durante il periodo di monitoraggio pari a 49 microgr/m3 (limite a protezione della salute umana 40 microgr/m3). Ad Arcella di Montefredane, nel cuore del nucleo industriale, i valori di PM 10 sono risultati sballati in 7 giorni su 12. 

E' in questo contesto che si è avviata una indagine epidemiologica sulla media Valle del Sabato a cura di Provincia di Avellino, Asl di Avellino (Asl Av2), Seconda Università di Napoli i cui risultati della sola relazione semestrale del 20 giugno 2007, redatta da Erminia Agozzino evidenziavano per la Asl Av2 (comprendente i paesi del Sabato) una mortalità superiore a quella Campana per tumori delle ossa e del connettivo (cioè un numero di morti, per tali patologie, superiore a quanto ci si attenderebbe rispetto alla media regionale). L'Irpinia risultava essere al primo posto tra le province campane come causa di morte per leucemie e seconda solo a Caserta per mortalità da tumori maligni delle labbra, cavo orale, faringe e stomaco. I dati evidenziavano, inoltre, un’incidenza significativa di leucemie nel comune di Pratola Serra per i maschi e del tumore del colon a Montefredane per le donne.

Il report sottolineava anche la necessità di avviare un'indagine mirata per stabilire un nesso, relativamente all'area geografica della Valle del Sabato, tra inquinamento e insorgenze delle neoplasie, in particolare tumori dell'esofago, leucemie e linfomi. Pertanto l'Asl iniziava uno "studio caso-controllo" per indagare queste tipologia di malattie, ma in un comunicato del 27 giugno l'Asl frenava i toni allarmistici della relazione semestrale. «I dati emersi non sono scientificamente validati, lo studio è ancora in corso e sarà presentato non prima dell'inizio del 2008. Nessun dirigente e operatore dell'Asl Av2 è autorizzato a rilasciare informazioni sull'andamento dell'incidenza tumorale», tagliava corto l'azienda sanitaria che, nel 2014, non ha ancora terminato lo studio epidemiologico.

Non vi iliudete, non potrà mai essere la magistratura, a risolvere questi gravi problemi insiti in uno Stato che ha fatto della nocività contro il suo popolo una filosofia perversa di profitto. I delitti ambientali e sanitari non sono severamente contemplati dal codice penale. Sarà sempre peggio, senza una rivoluzione, prima di tutto interiore.



fonte: sulatestagiannilannes.blogspot.it

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