martedì 28 gennaio 2014

Rodin: la germinazione della carne di Rossa


Rodin: la germinazione della carne

e forse non è nemmeno il bacio la statua, il marmo più bello di Rodin alla mostra di  Palazzo Reale.
è un'esposizione singolare, le statue in fila, una dopo l'altra,  su più file, in modo essenziale e poco enfatico, poco celebrativo, una presentazione fuori dal comune, tutte raccolte nella Sala delle Cariatidi del nostro bel Palazzo regio.
sono una più bella dell'altra, un crescendo continuo, una sinfonia bianca.








una delle opere più emblematiche del periodo è La mano di Dio, che regge il blocco di terra da cui sono plasmati gli esseri umani. raccontava lo scrittore Camille Mauclair: «Ho detto un giorno a Rodin: “Si direbbe che voi sappiate che nel blocco c’è una figura, e che vi limitiate a rompere tutto intorno l’involucro che la nasconde”. Mi ha risposto che “era esattamente questa la sua impressione mentre lavorava”».



figure che nascono dal marmo e sembrano non liberarsene, sono lì, magari incomplete, solo una parte del corpo emerge, il resto rimane magmatico, imprigionato nella matrice originaria, nell'impronta materna del marmo.
i volti rimangono nascosti esaltando il busto, magari la schiena, a volte il corpo non esiste, c'è solo una mano, oppure affiora un volto, senza corpo, ancora irresoluto nel mondo della non esistenza. 
ogni statua è una nascita, una nascita dal nulla, dal nitore del vuoto.
per me, credo di averlo già scritto in un post su una mostra di Rodin a Legnano di alcuni anni fa (http://nuovateoria.blogspot.it/2011/05/la-bellezza-e-ovunque-e-non-vi-e-nulla.html), si tratta di una potenza espressiva senza eguali, del corpo che parla, di carne che esulta, di vita che spinge.
rimango catturata da questi marmi che conservano una sorta di indefinito e di incertezza, mi sembra di assistere a dei parti, alla creazione dell'uomo, ad adamo ed eva, all'emersione del corpo dal nulla dell'indefinito del cosmo.
e c'è di più, c'è l'eros, c'è una carnalità viva e pulsante, c'è sessualità.
a pensarci parrebbe difficile che la pietra possa comunicare erotismo, eccitazione, immaginazione erotica, eppure qualcosa freme, e vibra, qualcosa si muove in quei corpi apparentemente statici, qualcosa pulsa, vitalissimo, è un messaggio che arriva dritto al cervello.
almeno al mio.

fonte: nuovateoria.blogspot.it

lunedì 27 gennaio 2014

tutti gli olocausti non vanno dimenticati


sempre peggio in Grecia

Crisi: Grecia; situazione famiglie continua a peggiorare

(ANSAmed) - ATENE, 24 GEN - La situazione economica delle famiglie greche continua a peggiorare a vista d'occhio secondo una ricerca condotta dall'Istituto per le Piccole Imprese della Confederazione Generale Professionisti, Commercianti e Artigiani ellenici (Ime-Gsevee). Si tratta della ricerca annuale della centrale sindacale su un campione di 1.207 nuclei familiari rappresentativi a livello nazionale condotta in collaborazione con la società Marc lo scorso dicembre allo scopo di registrare le ripercussioni
della crisi economica sulle famiglie greche. Dalla ricerca è emerso che una famiglia su tre teme di perdere la propria casa a causa dei debiti accumulati, mentre gran parte della popolazione dichiara di non essere in grado di soddisfare i propri impegni finanziari. Nello stesso tempo, 1,4 milioni di famiglie hanno almeno un disoccupato in casa e di loro solo un 9,8% riceve il sussidio di disoccupazione, mentre oltre un milione di greci non hanno alcuna garanzia per il loro lavoro. Il 44,3% dei nuclei familiari risulta indebitato con le banche mentre un greco su 10 si è visto sinora costretto a vendere parte della sua proprietà per riuscire a superare la crisi.

Inoltre si teme che le recenti misure di austerità che riguardano, tra l'altro, la tassa sugli immobili e il sequestro dei depositi bancari in caso di mancato pagamento delle tasse, creeranno ulteriori difficoltà per le famiglie greche.

Il 94,6% delle famiglie, secondo la ricerca, ha subito una riduzione media del 39,47% del proprio reddito dal 2010 sino ad oggi, con la Regione dell'Attica in prima posizione, mentre il principale reddito di gran parte delle famiglie (48,6%) proviene dalle pensioni. La situazione si presenta ancora più drammatica per quanto riguarda il settore dei beni di consumo.

Il 63,7% delle famiglie dichiara di aver ridotto le spese per l'alimentazione, il 90,3% ha tagliato le spese per il vestiario e il 90% ha limitato quelle per i ristoranti, i locali ed il cinema. Il 75% delle famiglie ha ridotto anche le spese per il riscaldamento e il 36,5% ammette che ormai acquista solo prodotti di qualità inferiore. (ANSAmed).

http://www.ansa.it/ansamed/it/notizie/stati/grecia/2014/01/24/Crisi-Grecia-situazione-famiglie-continua-peggiorare_9955320.html

fonte: terrarealtime.blogspot.it

venerdì 24 gennaio 2014

intrugli



risvolti disinvolti rivolti ai molti volti
intenti ad esprimere sentimenti aditi ai cambiamenti,
intensi quando si è studenti
perdenti quando si è afflitti da tormenti

risvolti disinvolti rivolti ai molti volti
intenti ad incassare delusioni cocenti,
non basta affilare le armi
qualcosa simile all'amore può frantumare i marmi?

Mentre fui intenta ad appagare il basso ventre,
leggermente avvertii un bruciore
come fossi sfiorata da una foglia d'ortica,
con le dita che seppero di fica
volli scrivere di getto un sonetto maledetto stile Bukowski,
ma prima che potessi iniziare caddero primaverili piovaschi.
Allora mi misi a carponi, o meglio, a pecorina,
alta adrenalina in vagina
penetrata col dildo prima e poi nel secondo orifizio a turno,
avanzai con disarmo la richiesta non raccolta
di non fare alla svelta, bensì di optare una scelta,
ma in questi casi la regola può essere dissolta,
colpi assestati come catapulta fecero ribalta,
colò un fluido caldo e copioso provocato dal coso
simile a panna tipo torta dello sposo

risvolti disinvolti rivolti ai molti volti
intenti ad esprimere sentimenti aditi ai cambiamenti,
intensi quando si è studenti
perdenti quando si è afflitti da tormenti

risvolti disinvolti rivolti ai molti volti
intenti ad incassare delusioni cocenti,
non basta affilare le armi
qualcosa simile all'amore può frantumare i marmi?

la città dolorosa

Nell’ex manicomio le «rotonde dei furiosi» e i teschi dei pazienti

Corriere della sera

La struttura, 63mila metri quadrati , arrivò ad ospitare 1029 malati psichici: la maggior parte non ne usciva più


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Tra le siepi del giardino all’italiana sbocciavano ogni anno 5000 tulipani. Migliaia, come le persone che trascorsero una vita intera rinchiuse tra le mura del manicomio di Voghera: respinte come un corpo estraneo dalla società. Oggi che i rampicanti hanno sfondato le finestre e i tetti sono crollati, di quell’immensa sofferenza, come dei progressi scientifici che hanno messo fine alle terapie inumane e gettato le basi per la chiusura dei manicomi, non resta che un ricordo lontano. Eppure, per molto tempo, la casa dei pazzi, oltre a regalare una poco lusinghiera terza «P» alla città (dopo quelle di «peperoni» e «prostitute»), fu, assieme a quella delle ferrovie, la più importante azienda della città, arrivando ad ospitare 1029 pazienti e dando lavoro ad oltre 400 persone.


Voluto dall’amministrazione provinciale (presidente Agostino Depretis) negli anni ’70 dell’Ottocento, l’ex manicomio fu concepito come un monumento al positivismo e costituisce un pregevole esempio di architettura sanitaria dell’epoca, sviluppato secondo concetti all’avanguardia. Dai sotterranei di servizio dotati di binari che corrono lungo tutta la pianta della struttura fino alle inquietanti «rotonde dei furiosi». Esiste ancora quella del reparto maschile. Vi si accede attraverso una pesante porta con un oblò, che immette in un corridoio semicircolare su cui si aprono una serie di stanzette con i letti di contenzione. Tutto senza neanche uno spigolo. Negli anni bui, era qui che si eseguivano le pratiche di sedazione più atroci.

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Alcuni teschi di pazienti (foto E. Bidone)Tutto raccontato puntualmente da 16mila cartelle cliniche, che giacciono impolverate nella biblioteca-archivio, assieme ad alcuni teschi di pazienti «prestati» alla ricerca scientifica e agli strumenti chirurgici, tra aghi per la lobotomia e tamponi per l’elettrochoc. Gran parte di queste cartelle (9000 maschili e 6000 femminili, dal 1876 al 1998) furono riordinate e catalogate negli anni ’60 del Novecento da una paziente schizofrenica, moglie di un generale di Pavia, entrata e, come la maggior parte degli «ospiti», mai più uscita dal manicomio. Secondo Dino Sforzini, decano degli psichiatri pavesi e ultimo responsabile dell’istituto, si tratta di un «tesoro culturale, che documenta passo per passo le conquiste della psichiatria e che merita di essere salvato attraverso la digitalizzazione».

Il nodo da sciogliere, però, è sempre quello delle risorse. Lo stesso problema che riguarda il recupero dei 63mila metri quadrati dell’area su cui sorge il complesso dell’ex istituto psichiatrico. A partire dal 1978, anno della chiusura dei manicomi decretata dalla legge Basaglia, si è discusso a lungo. Tramontata l’ipotesi di trasformazione in residenza assistenziale per anziani (ne è stata costruita una nuova a fianco, l’Asp Pezzani, costata circa 12 milioni di euro), oggi non è dato sapere cosa ne sarà dell’ex manicomio, di cui viene utilizzata solo una piccola parte dall’Asl di Pavia, oltre ad alcuni locali occupati dalla direzione del dipartimento di salute mentale dell’Azienda Ospedaliera, proprietaria dell’area.

Dopo la pubblicazione, nel 2011, di «Oltre il cancello, Voghera» di Angelo Vicini e Fabio Draghi (esaurito), a cui hanno fatto seguito alcune visite guidate, l’ex istituto psichiatrico provinciale è divenuto meta di una sorta di pellegrinaggio di ricercatori, associazioni e acchiappafantasmi ed è stato scelto come set di trasmissioni televisive (una puntata di «Mistero», con Marco Berry, andrà in onda a gennaio). Mentre un istituto tecnico di Voghera, a fine maggio, vi condurrà studi botanici e architettonici, per poi sviluppare progetti di conservazione e recupero. Insomma, i buoni propositi non mancano, ma al momento non si intravedono possibilità concrete di valorizzazione. E la vecchia «casa lunatica» pavese, col suo bagaglio di storia e sofferenza, cade a pezzi.

10 gennaio 2014 (modifica il 12 gennaio 2014)

fonte: diariopernondimenticare.blogspot.it

mister x

OBAMA DECRETA LA MORTE DEL MEDITERRANEO CON L'AFFONDAMENTO DELLE ARMI CHIMICHE


Di Gianni Lannes 


Finalmente una bella notizia. Le armi chimiche siriane saranno trattate con l'idrolisi e poi affondate tra Malta, Grecia e Italia. Prima però saranno stoccate in Calabria, l'area a maggior rischio sismico e idrogeologico d'Italia che trema quotidianamente sotto i colpi del bombardamento chimico (chemtrails) e delle iniezioni ionosferiche di onde Elf nella parte superficiale della crosta terrestre. 

Tranquilli: l'approdo dell'arsenale bellico sarà a Gioia Tauro, area di pertinenza esclusiva della 'Ndrangheta, la più pericolosa organizzazione criminale italiana al soldo spesso dello Stato tricolore per il lavoro sporco commissionato dai nostrani servizi segreti, come ha rivelato qualche anno fa un generale dei carabinieri (operativo nel servizio di intelligence), durante un'audizione sottoposta ovviamente a segreto di Stato.

Dunque, una miriade di ordigni tossici estremamente pericolosi per l'ambiente, minaccia la salute pubblica e l'economia delle nazioni mediterranee. 

L'arsenale chimico della Siria inizialmente era destinato a essere neutralizzato in Albania ma, dopo le forti proteste pubbliche il governo di Tirana è stato costretto - suo malgrado rinunciando ad un cospicuo gruzzoletto in dollaroni dello zio Sam - a declinare l'offerta, e così questo arsenale proibito dalle convenzioni internazionali, delle normative nazionali nonché del buon senso biologico, sarà affondato nella zona di mare ad ovest di Creta, con la connivenza criminale delle autorità di Grecia, Italia e Malta. Tra l'altro in Europa è in vigore la Convenzione di Aarhus (ratificata in Italia con legge 108 nel 2001) che sulla carta - se fatta valere in punta di diritto - dovrebbe consentire alle popolazioni interessate di arrestare questa pericolosa manovra degli Stati Uniti d'America.

Il primo allarme è stato lanciato dagli scienziati di Democritos (Centro Nazionale di Ricerca Scientifica) di Atene e del Politecnico di Creta che parlano di «completa distruzione dell'ecosistema e del turismo». Secondo il collaboratore scientifico di Democritos ed ex presidente dell'Unione dei Chimici Greci, Nikos Katsaros, «se una tale neutralizzazione delle armi chimiche verrà effettuata tramite il processo di idrolisi, si può parlare di uno scenario da incubo. Si tratta di un metodo estremamente pericoloso con conseguenze imprevedibili per l'ambiente mediterraneo e i popoli vicini». Questi effetti saranno la necrosi completa dell'ambiente interessato e l'inquinamento finale del Mediterraneo. Il pesce sarà avvelenato dalla contaminazione così come la popolazione che lo consumerà.    

Solitamente le sostanze chimiche vengono distrutte mediante combustione in aree specifiche, dotate di opportune infrastrutture presenti in: Stati Uniti, Germania, Francia, Russia e Cina. In questo caso però, trattandosi di un problema politico, nessuno vuole assumersi la responsabilità. Così ricorrono al metodo di idrolisi in mare aperto nonostante, per ammissione indiretta dei nordamericani stessi, questo metodo sia particolarmente pericoloso: infatti, il mare Mediterraneo è stato scelto proprio perché chiuso. Di un grave rischio parla il professor Evangelos Gidarakos del Politecnico di Creta, che ha lanciato l'allarme alle indifferenti autorità elleniche:

«Queste sostanze chimiche sono miscele di sostanze pericolose e tossiche, che non sono in grado di essere inattivate in modo da non causare danni agli organismi viventi solo con questo metodo».   

Secondo annunci ufficiali, le armi chimiche, dopo essere trasportate dalla Siria, saranno caricate in Italia nella nave battente bandiera U.S.A. Cape Ray e saranno inabissate tra Malta, Libia e Creta. La procedura per l’occultamento dell'arsenale chimico della Siria dovrebbe durare circa tre mesi. Non vengono forniti ulteriori dettagli.

Secondo il professor Gidarakos «L'armamento chimico della Siria consiste di due parti. Esistono 1.250 tonnellate di armamenti 'principali' come i gas sarin e i gas mostarda ed altre 1.230 tonnellate di sostanze precursori che sono utilizzate per la fabbricazione delle armi vere e proprie. Queste sostanze, principalmente composti chimici di cloro e fluoro, sono di per sé altamente velenose e tossiche. E poi esiste una gamma di altre sostanze acquistate dalla Siria dopo l'embargo per cui sono sia di provenienza sia di natura ignota. Anche prendendo per buone le 1.500 tonnellate ufficialmente dichiarate, non credo che tutto possa essere concluso in soli tre mesi. Ci vorrà probabilmente il triplo di questo tempo, sempre che non succedano degli spiacevoli imprevisti Tutta questa storia ricorda molto un'operazione militare ed ha poco di scientifico». 

Il professor Gidarakos sostiene che l'idrolisi di tutto questo quantitativo pericoloso produrrà una terza componente tossica che sarà formata direttamente nelle acque marine. Perché l'idrolisi non è un processo sicuro in quanto produce anche degli scarti in forma liquida.

Per la cronaca, i sedicenti "Alleati" al termine della seconda guerra mondiale, in palese violazione della Convenzione di Ginevra, hanno affondato nel Mare Adriatico, nelle acque territoriali della Puglia, su bassi fondali, e nel golfo di Napoli, nonché nei pressi dell'isola di Ischia, migliaia di bombe caricate con aggressivi chimici  (iprite e fosforo).


Un decennio fa uno studio dell'Icram (oggi Ispra) ha documentato l'inquinamento dell'ecosistema marino e la penetrazione dei veleni nel ciclo biologico. Inoltre, durante la guerra per disintegrare la Jugoslavia, la Nato - compresa l'Italia che ha partecipato ai bombardamenti con propri velivoli dell'Aeronautica militare - ha scaricato centinaia di ordigni caricati con uranio impoverito nell'Adriatico in 24 aree, dal Golfo di Trieste al Canale di Otranto. Il Mar Adriatico nonostante le promesse della Nato e del governo italiano (parola di Massimo D'Alema, all'epoca primo ministro) a guida di centro sinistra, non è mai stato bonificato.

I popoli del Mediterraneo, in primis quello italiano (se ancora si può definire tale) hanno il diritto e il dovere di impedire al governo terroristico degli Stati Uniti d'America di portare a compimento questo crimine contro l'umanità,  altrimenti sarà la morte certa per il Mare Nostrum.  

 Riferimenti:

Lannes, Gianni, IL GRANDE FRATELLO. STRATEGIE DEL DOMINIO, Draco Edizioni, Modena, 2012 


 l'intervista in esclusiva concessa da Gianni Lannes al canale televisivo internazionale RussiaToday: 


fonte: terrarealtime.blogspot.it

mercoledì 22 gennaio 2014

Beat Generation

La Beat generation fu un movimento artistico, poetico e letterario sviluppatosi dal secondo dopoguerra (1947 circa) a fine anni cinquanta, negli Stati Uniti.
Beat Generation artists in front of City Lights Books store in San Francisco, 1963. From left: Pat Cassidy, Philip Whalen, Robert Ronnie Branaman, Alan Russo, Ann Buchanan [aka, Ann Plymell], Bob Kaufman, Allen Ginsberg, and Lawrence Ferlinghetti. Photograph by poet Charley Plymell,
Beat Generation artists in front of City Lights Books store in San Francisco, 1963. Da sinistra: Pat Cassidy, Philip Whalen, Robert Ronnie Branaman, Alan Russo, Ann Buchanan [aka, Ann Plymell], Bob Kaufman, Allen Ginsberg, and Lawrence Ferlinghetti. Photograph by poet Charley Plymell
Oltre alla figura di Allen Ginsberg, tra gli autori di riferimento beat troviamo i compagni e amici Jack Kerouac, William Burroughs, Gregory Corso, Neal Cassady, Gary Snyder, Lawrence Ferlinghetti, Norman Mailer, che gravitavano prima attorno alla Columbia University, poi attorno alla Lights Books.
Il movimento è sostanzialmente frutto di un’utopia che nasce all’interno di questo gruppo di amici, amanti della letteratura e completamente saturi della società che vivono, delle regole, dei tabù. I beat vogliono scappare, viaggiare, far l’autostop fino a dove possono arrivare, ma non per un senso di fuga dalle responsabilità, ma per trovarsi da soli nuove regole e stili di vita. Da qui viene l’avvicinamento alla spiritualità Zen, al cattolicesimo, al taoismo che tanto viene approfondito, discusso e rimodellato in un’ottica beat; ma da qui viene anche l’abuso di sostanze stupefacenti, di alcol per trovare un nuovo sistema di regole, per sedare la sofferenza e per riunire l’io e il Tutto.
Il termine beat viene coniato da Jack Kerouac nel 1947, in una conversazione con John Clellon Holmes durante la quale, parlando delle generazioni passate e non volendo attribuire nessuna definizione alla propria, Kerouac disse: “Ah, questa qui non è che una Beat generation”. La conversazione fu pubblicata nel 1952 sul “New York Times Magazine” con il titolo This is the Beat generation , che attirò l’attenzione del pubblico e ne consacrò la nascita ufficiale.
kerouac
Beat è un termine che assume molteplici significati già in inglese, ed in italiano è tradotto e spiegato in varie accezioni. Beat come beatitudine (Beatitude), la salvezza ascetica ed estatica dello spiritualismo Zen, ma anche il misticismo indotto dalle droghe più svariate, dall’alcol, dall’incontro carnale e frenetico, dal parlare incessantemente, sviscerando tutto ciò che la mente racchiude. Beat come battuto, sconfitto in partenza. La sconfitta inevitabile che viene dalla società, dalle sue costrizioni, dagli schemi imposti ed inattaccabili. Beat come richiamo alla vita libera e alla consapevolezza dell’istante.
Beat come ribellione. Beat come battito. Beat come ritmo. Quello della musica jazz, che si ascolta in quegli anni, quello del be bop, quello della cadenza dei versi nelle poesie. Beat è la scoperta di sé stessi, della vita sulla strada, del sesso liberato dai pregiudizi, della droga, dei valori umani, della coscienza collettiva. Beat non è politica però, nonostante molti movimenti abbiano origine da questa fonte. Beat non è religione, nonostante sia forte la componente religiosa in questo gruppo. Beat è libertà di essere sconfitti, ma molto più probabilmente beat è uno dei tanti termini che non ha un vero significato semantico, ma più un significato mistico, insito nell’anima battuta, beata, ritmata, ribelle di quella generazione.
Una nuova forma di ribellione che nasce dai movementi intellettuali e si espande nella società come un virus, come una malattia infettiva, è ciò che abbiamo disperatamente bisogno oggi, con le modalità e i ritmi contemporanei, che sappia entrare e impossessarsi delle nostre anime; il momento è propizio per nuovi inizi, per nuovi battiti e nuove idee……..attendo con ansia….
Paola Mangano
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“Dobbiamo andare e non fermarci finché non siamo arrivati”
“Dove andiamo?”
“Non lo so , ma dobbiamo andare”
(J. Kerouac, On the road)
beat-museum
“Beat è il viaggio dantesco, il beat è Cristo, il beat è Ivan, il beat è qualunque uomo, qualunque uomo che rompa il sentiero stabilito per seguire il sentiero destinato”
(G. Corso)
fonte: fattidarte.wordpress.com

ciao Claudio


sabato 18 gennaio 2014

il bagno di Guadagno



L'INTERVISTA. La Gardini: "È stato terribile
È un maschio, vada nel bagno dei maschi"


"Mi sono sentita stuprata
dovrebbe farsi operare"


di ANTONELLO CAPORALE


<B>"Mi sono sentita stuprata<br>dovrebbe farsi operare"</B>
Elisabetta Gardini
"AVEVO appena aperto la porta, e oddio..." 

Oddio cosa? 

"Vedo quello lì che esce dal bagno". 

No!
 

"Sìììììì, guardi è stato terribile. Mi sono sentita mancare". 

Mancare quanto? 

"Sfibrata" 

Addirittura sfibrata.
 

"Violentata". 

Violentata?
 

"Stuprata. Ecco, stuprata". 

Sono le quattro del pomeriggio ed Elisabetta Gardini seduta su una panca nel cortile di Montecitorio sta raccontando l'evento. I toni sono decisamente alterati e purtroppo gli sguardi dei vicini tutti per noi. 

Onorevole, adesso deve rilassarsi. 

"Mi avevano detto che i problemi con l'onorevole Guadagno...". 

... Vladimir Luxuria. 

"Io lo chiamo come lo chiama il presidente della Camera: onorevole Guadagno Vladimiro". 

Calma, lo chiami pure come crede. 

"Dio, Dio!". 

Bisogna mantenere i nervi saldi in momenti delicati come questi.
 

"Ero convinta che avessero trovato una soluzione". 

Quale soluzione? 

"Ma che ne so! Mi dicono che in alcune palestre hanno messo i bagni per quelli come lui. Questo Palazzo è pieno di bagni, gliene trovino uno per lui". 

La percezione che Luxuria ha del proprio corpo è tutta femminile. 

"Si faccia tagliare il pisello. Se lo tagli e allora venga pure nel bagno delle donne. Perché non lo fa?". 

Onorevole Gardini. 

"Ta-glia-te-looooo!". 

E' un po' imbarazzante parlare con lei. 

"E' stata una cosa schifosa. Fisiologica, non psicologica". 

Promette che non se la prende?
 

"Prometto". 

Sembra isterica.
 

"Disgustata. Ho avuto persino delle difficoltà di ordine fisico a trattenermi in quel bagno". 

Vabbè. 

"Sono grintosa, ecco". 

E poi dicono che il suo cattivo carattere porti Silvio Berlusconi a immaginare per la sua collega Mara Carfagna, più silente ed accomodante, il ruolo di portavoce di Forza Italia che oggi è invece suo. 

"Io e Mara siamo amiche". 

Amiche amiche?. 

"Chi lo dice?" 

Alla Camera gira questa voce. Sarà spuntata dal solito covo di serpi. 

"Covo di serpi, sì". 

Purtroppo. 

"Sono gli uomini che vogliono metterci l'una contro l'altra. Questo fanno: aizzano e aspettano che ci scanniamo". 

Anche se le può apparire ingiurioso, si aggiunge dell'altro. E cioè che la sua scenata sia un tentativo di far dimenticare la magra figura rimediata al microfono delle Iene.
 

"Cosa?". 

Cos'è la Consob? Ricorda? Non rispose. 

"Ma se è stato Guadagno a provocare tutto questo can can! Un alluvione di dichiarazioni, di prese di posizioni, di telefonate. Ancora non riesco a terminare la lettera di protesta che voglio inviare ai deputati questori. Già lo so, i giornali scriveranno a suo favore. Voi giornalisti siete moderni, noi della destra i retrogradi e i razzisti". 

Lei si è appunto augurata un busto ortopedico che tenesse dritta la schiena dei giornalisti. 

"Non nego che l'immagine sia stata un po' forte". 

Ce ne fosse gente con la sua grinta! 

"Però voi dovete essere più obiettivi. Lui è maschio? Vada nel bagno dei maschi!". 

Vabbè. 

"Sono piena di passione per questo lavoro. La politica mi prende tutta". 

Si vede. 

"Sono spigolosa". 

Donna di carattere.
 

"Forte". 

Anche molto corteggiata.
 

"Sempre tantissimo in vita mia. Ieri come oggi". 

Ora però prevalentemente tra i colleghi del centrodestra. 

"No, anche quelli del centrosinistra sono galanti". 

La sua grinta un po' li mette in soggezione. Si nota che tengono una prudente distanza. 

"In effetti è una cosa appena accennata". 

Ecco.
 

"E questo Volontè che dice: "Dio ha fatto l'uomo, la donna e altro". Altro che, secondo lei?". 

Non saprei più.

"Altro cos'è? E perché nel bagno delle donne?". 

(28 ottobre 2006)

fonte: www.repubblica.it