lunedì 23 luglio 2012

la casa degli orrori



parlare di scrittura è come parlare d'amore o di fare l'amore o di vivere d'amore: se ne parli troppo puoi farlo svanire. Senza cercarli, ho, per mia disgrazia, incontrato molti scrittori, sia di successo che d'insuccesso - mi riferisco alla loro arte. Come esseri umani sono un branco di cattivi, un branco da disprezzare, lamentosi, egocentrici, perfidi. Una cosa che hanno quasi tutti in comune: ognuno di loro pensa che la sua opera sia grandiosa, forse la migliore. Se hanno successo prendono la cosa come scontata e dovuta. Se falliscono sentono che gli editori, le case editrici, e gli dèi sono contro di loro. Ed è vero che molti pessimi scrittori sono spinti e manipolati finché non raggiungono la cima, qualunque sia il motivo. E' anche vero che molti bravi scrittori sono morti di fame, o sono quasi morti, o si sono suicidati, o sono impazziti, e così via, per essere riscoperti in seguito come talenti eccelsi (seppur morti). Questo dato storico infonde coraggio allo scrittore scadente. Gli piace immaginare che il suo (di lei o di lui) fallimento sia dovuto a una moltitudine di cose che esulano dal semplice fatto di avere scarso talento. Beh, ce ne sono tanti così.

In più, quando penso agli scrittori che conosco, perlopiù poeti, noto che sono sostenuti da altri - mogli, quasi sempre madri che si fanno carico del sostentamento economico di quelli che conosco. E vivono anche abbastanza agiatamente con televisori, frigoriferi pieni e appartamenti o case in riva al mare - quasi tutti a Venice o a Santa Monica, e prendono il sole di giorno, sentendosi sull'orlo della tragedia, questi miei amici (?) e poi di sera, magari una bottiglia di vino e un panino al crescione, seguito da una lettera piagnucolosa sulla loro indigenza, la loro grandezza indirizzata a qualcuno da qualche parte. Qualsiasi cosa pur di scrivere, lavorare, creare, buttare giù parole. Beh, credo che sia sempre meglio che lavorare a una punzonatrice. Le mogli e le madri lavoreranno alla punzonatrice, non preoccupatevi di quello. E i poeti, non avendo vissuto nel mondo là fuori, nel mondo reale, non avranno nulla su cui scrivere, ma scriveranno comunque con un ego grande così e tantissima noia.

E' praticamente impossibile scrivere sulla scrittura. Mi ricordo che una volta dopo aver tenuto un reading di poesia ho chiesto agli studenti: "Ci sono domande?". Uno di loro mi ha chiesto: "Perché scrive?". E io gli ho risposto: "Perché porta quella maglietta rossa?".
Essere scrittore danna l'anima ed è difficile. Se hai talento può lasciarti per sempre in una notte di sonno. Ciò che ti fa andare avanti nel gioco non è facile a dirsi. Troppo successo è distruttivo; la mancanza di successo è distruttiva. Un piccolo rifiuto può fare bene all'anima, ma il rifiuto totale crea bisbetici e pazzi, stupratori, sadici, ubriaconi e poeti mancati che picchiano le mogli. Tanti quanto fa il successo.

Anch'io sono stato fuorviato dal concetto romantico della scrittura. Da giovane ho visto troppi film sul grande Artista, e lo scrittore era sempre un tizio tragico e dannatamente interessante con un bel pizzetto, occhi lucenti e verità profonde che gli scaturivano continuamente dalla bocca. Che bello sarebbe essere così, pensavo, ah. Ma non è così. Gli scrittori più bravi che conosco parlano pochissimo, voglio dire, quelli che scrivono bene. Infatti, non c'è niente di più noioso di un bravo scrittore. Tra la gente o anche con solo una persona, è sempre occupato (nel subconscio) a registrare qualsiasi dannata cosa. Non gli interessa fare discorsi o essere l'Essenza della Festa. E' avido, risparmia benzina per la macchina da scrivere. Parlando puoi allontanare l'ispirazione, con la bocca puoi distruggere il genio donatoti da dio. L'energia arriverà fino a un certo punto. Anch'io sono avido. Bisogna esserlo. Le uniche energie a cui si può rinunciare, l'unico tempo che si può donare è il tempo per l'Amore. L'amore dà forza; distrugge odi innati e pregiudizi. Rende la scrittura più completa. Ma tutte le altre cose devono essere risparmiate per il lavoro. Uno scrittore dovrebbe effettuare quasi tutte le sue letture da giovane; mentre comincia a formarsi, la lettura diventa distruttiva - toglie la puntina dal disco.

Uno scrittore deve continuare a scrivere, a colpire nel segno, o si ritroverà nei bassifondi. E non c'è modo di risalire. Perché dopo qualche anno dedicato alla scrittura, l'anima, la persona, la creatura non riesce più a operare in nessun altro campo. E' inutilizzabile. E' l'uccello in una terra di gatti. Non consiglio mai a nessuno di diventare scrittore, a meno che lo scrivere sia l'unica cosa che gli impedisca di impazzire. A quel punto, forse, ne vale la pena.

CHARLES BUKOWSKI

martedì 17 luglio 2012

cose e persone





Sandokan entra in un caffè... embè? Splash
Tarzan schiaccia una cacca, splat
una porta viene sbattuta, slam
posta indesiderata, spam
il perpetuo obsoleto can can
m'induce a formare un clan
col riporto semplice di THE ONE
aderirà almeno un fan?
Oh dio kam!
Se così non fosse mi attaccherò al tram
anzi no, al salam.

Farlo o non farlo, parlo o non parlo,
consulterò prima capitan Harlock...
appari e scompari, accendi i fari
ma ogni volta femminucce fanno spallucce
su quello che spari,
mal recepiti rumori, stupori, scalpori... sbordano fuori
infantili scaramucce, inutili cartucce, chissà perchè
forse inconsciamente vorrebbero fare sesso con te,
come biasimarle, sei la quintessenza della seduzione
mentre io sandali francescani e polpettone.

Cose e persone spregiudicate
intessute a prendersi sul serio... deleterio...
imbevute, malvissute, incompiute
nuociono gravemente alla salute...
evanescenza, frequenza, attinenza,
è meglio conformarsi all'azienda facendo ammenda
oppure essere se stessi fregandosene della faccenda!?
Il fatto è che non siamo tagliate per l'obbedienza,
la licenza è offerta dal motore di ricerca
la quale un bel giorno potrebbe limitarla ad una ristretta cerchia.

Linguacce e boccucce si esprimono da can
invece di fare gnam gnam.
Oh dio kam!
Non si andrebbe alla pari nemmeno col bim bum bam...
disparità, avversità, domani si vedrà