venerdì 26 febbraio 2010

Zu

nella poltiglia di fango marcio
Zu, un bambino preistorico,
gioca con alcune pietre taglienti
per farne delle schegge di fuoco.

Intanto il cielo si nutre di lui
e lui si nutre del cielo,
con quel suo essere stranamente adulto
che ha nel corpo minuto.

Mentre il sole illumina
il colore dei suoi occhi scuri,
i vermi creano dei cerchi di fili bianchi
attorno alle gambine gracili.

Zu non piange. Ride.
Ride così forte che mostra
la sua bocca priva di denti.
E' troppo piccolo.

Sua madre lo chiama.
Gli va incontro e gli tocca il seno,
ride di nuovo,
si sente un uomo

venerdì 19 febbraio 2010

una sera d'ottobre dell'84


che cazzo vuoi che sia
questa merda di poesia,
non serve a niente leggerla
nemmeno se la regalassi
al primo stronzo
che passa per la strada.
Piuttosto, sentirmi ubriaca
quanto basta
per dare a fondo
alle mie energie
quando non bevo mai,
e di stordirmi tutte le volte
quando fumo
la vita mia
fino in fondo
al filtro della conoscenza.
Che me ne frega
di stare quì a sentirvi
con lo stesso crepuscolo
sbatacchiato da una parte all'altra
e della nevrosi stronza
che mi mangia lo stomaco, eh?
Appurare la lussuria
più spregiudicata
di una figa
furba ed affannosa
o da un grosso cazzo
in erezione
dell'ultimo pirla
richiesto in questa
madre terra sciagurata... eh?
Mi sono rotta

martedì 9 febbraio 2010

l'angolo storto della poesia di una demente senza speranza (3)


tutto il giorno a casa
mentre le lumache sbadigliano e osservano il cielo rosso sangue

tutta la sera a casa
mentre un leopardo apre la bocca e azzanna la tua gola

e il tuo cuore che batte all'impazzata
e il tuo mondo che non piange abbastanza
e pensi che Tutankamon sia stato un gran bevitore di birra
e vorresti racchiudere le mani e gli occhi chiari di April dentro ad una cassaforte
e vorresti scoprire il lato oscuro del suo specchio interiore
accresce la stanchezza, le palpebre si fanno pesanti

tutta la notte a casa,
domani sarà tardi

quella che conta adesso è la superficie
il sottosuolo è affar mio

giovedì 4 febbraio 2010

un soggetto smarrito (6) la confraternita

un ragazzo viene assunto presso un ristorante denominato "la confraternita" con mansione di lavapiatti sostituendo un vecchio alcolizzato che è andato in pensione. In quell'ambiente avrà modo di conoscere soggetti bizzarri (un ragioniere che si esprime come E.T.) e situazioni grottesche